CATANIA ,CORRUZIONE IMPRENDITORE MOROSOLI- INDAGATO ANCHE IL COMMISSARIO DELLA FORESTALE LUCA FERLITO PER RIVELAZIONI DI SEGRETI D’UFFICIO

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Oltre all’imprenditore Francesco Augusto Russo Morosoli, di 41 anni, e al dirigente dell’area tecnica del Comune di Linguaglossa, Francesco Barone, di 65 anni, indagati per turbata libertà degli incanti e corruzione, ci sono, fra i 26 indagati, un commissario capo del Corpo forestale, Luca Ferlito, indagato nell’inchiesta della Procura di Catania sull’affidamento della gara per escursioni sull’Etna all’imprenditore Francesco Augusto Russo Morosoli.

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Nella foto Gianluca Ferlito, il “forestale” sotto inchiesta della Procura di Catania
Ferlito è anche Commissario del Parco dei Nebrodi, scelto dal governatore Musumeci nel febbraio di quest’anno

Il primo è accusato di favoreggiamento e danneggiamento di beni destinati a un servizio pubblico, il secondo -Luca Ferlito (nella foto) per rivelazioni del segreto d’ufficio. 

Ferlito, il forestale,attuale Commissario del Parco dei Nebrodi,scelto dal governatore Musumeci,  è accusato dalla Procura e dal Pubblico Ministero di avere fornito notizie segrete su controlli da effettuare su una ditta ‘rivale’ dell’imprenditore Morosoli.    Il Gip,  ha rigettato una richiesta cautelare nei suoi confronti, ha ritenuto “insussistenti i gravi indizi per il reato di corruzione” in concorso con Morosoli. Ma l’accusa resta e la finalità del comportamento del commissario della forestale Ferlito risulta sospetta quantomeno perchè sussiste una violazione di segreti d’ufficio. Gli inquirenti svolgono indagini sul Ferlito per sapere il suo ruolo esatto e l’ambito della corruzione che avvolgerebbe il forestale.

Turbativa della gara d’incanto è il reato contestato al  sindaco di Linguaglossa, Salvatore Puglisi, per il quale il Gip ha rigettato una richiesta cautelare avanzata dalla Procura “non essendo ritenuti i gravi indizi per il reato” contestato. Indagato anche un ‘rivale’ del gruppo Morosoli, Carmelo Cavallaro, che sarebbe stato escluso da una gara e che ai Pm ha negato di avere subito minacce e intimidazioni per non partecipare: la Procura gli contesta il reato di false informazioni al Pubblico Ministero.

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Angelo Pulvirenti,nella foto a sinistra,sindaco di Nicolosi eletto nel 2017 ,come Puglisi, è invece indagato per aver accettato ingenti sponsorizzazioni – 150mila euro – per eventi comunali fra l’anno scorso e il 2018 dall’impero imprenditoriale di Russo Morosoli. Denaro che in realtà, per il Pubblico Ministero sarebbe il corrispettivo per il compimento da parte del sindaco di atti contrari ai doveri d’ufficio. Nel mirino di Russo Morosoli, infatti, ci sarebbero state le procedure varate dalla precedente amministrazione del sindaco Nino Borzì – «denigrato» quest’ultimo,in virtù” dell’uso improprio e spregiudicato» della tv privata dell’imprenditoreUltima Tv. Borzì sarebbe stato l’amministratore sindaco infatti, a favorire  il riscatto della funivia di Etna sud e a creare i presupposti i per un bando di concessione dell’esercizio della funivia di Etna sud, in scadenza nel 2022.   In mezzo a questa rete e complesso sistema di rapporti con la politica locale e le Autorità locali, secondom l’accusa, ci sono i “favoritismi” di un forestale,Ferlito…..

I nomi delle persone indagate e rinviate a giudizio:
Francesco Augusto Russo Morosoli
Salvatore Di Franco
Francesco Barone
Biagio Ragonese
Orazio Distefano
Simone Agatino Lo Grasso
Antonio Natale Rizzo
Salvatore Puglisi (sindaco di Linguaglossa)
Concetto Bellia
Stefania Russotti
Angelo Pulvirenti (Sindaco di Nicolosi)
Graziano Calanna (Sindaco di Bronte)
Alessandro Galante
Gianluca Ferlito  ( Commissario della “Forestale” di Nicolosi e Commissario del Parco dei Nebrodi)
Antonino De Marco
Alberto Puglisi
Sebastiano Musmeci

Mario Taller
Gianni Trepin
Alberto Felicetti
Stefano Felice Branca
Angelo Nicotra
Orazio Consoli
Giuseppe Dentici
Carmelo Cavallaro

Russo Morosoli con Salvatore Di Franco e Simone Agatino Lo Grasso, che “agivano in sinergia fra loro anche in ragione della comunità d’attività di impresa”, avevano in Francesco Barone, dirigente del Comune di Linguaglossa, il loro ‘asse di mazze’, come è definito in un’intercettazione ascoltata dalla guardia di finanza. Lo rileva il Gip Giuliana Sammartino nel disporre per loro gli arresti domiciliari e motivando il provvedimento con il loro “inserimento in una fitta rete di relazioni all’interno delle amministrazioni locali” e con la “spregiudicatezza dimostrata negli anni nel perpetrare e organizzare condotte criminose, consumate fino a data recente”.

Oltre al rischio reiterazione del reato il Gip sottolinea anche il “pericolo di inquinamento delle prove” rilevando che gli indagati “risultavano a conoscenza da tempo delle indagini del presente procedimento grazie alle capillari infiltrazioni all’interno degli uffici giudiziari”. Il Gip definisce “allarmante un accesso abusivo al sistema informatico della Procura” di Catania per “captare aggiornamenti sul fascicolo e sugli indagati”.

Un comportamento che per la Procura di Catania era inserito all’interno di un’associazione per delinquere per commettere reati contro la Pubblica amministrazione, ipotesi che il Gip ha rigettato in sede di esigenze cautelari.

Secondo i Pm, Russo Morosoli quale rappresentante “della Star srl e della Funivia dell’Etna e di Ultima Tv srl” ne “era il promotore” e usava i suoi “mezzi finanziari e le relazioni consolidate con soggetti pubblici” per “mantenere e consolidare il monopolio delle sue aziende sul settore turistico sui versanti dell’Etna”. Lo avrebbe fatto anche, sostiene la Procura, “mantenendo rapporti con esponenti del mondo politico e istituzionale e utilizzando l’emittente Ultima Tv per denigrare potenziali concorrenti”.    Staremo a vedere eventuali ulteriori sviluppi di indagine sulla” Corruzione del sistema Morosoli” per coltivare rapporti con insospettabili uomini delle forze dell’Ordine e della Forestale e agire indisturbato nelle proprie “illecite attività…”

 

L’ISTAT: PIL IN RIBASSO(0,1), DISOCCUPAZIONE IN RIALZO (10,6), SUD, SICILIA, REALTA’ DRAMMATICHE

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L’Istituto di statistica nazionale comunica le seguenti osservazioni:” Si  rivede al ribasso il dato del Pil italiano del terzo trimestre che, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente ed è aumentato dello 0,7% nei confronti del terzo trimestre del 2017. Si tratta per entrambi i valori di un calo di 0,1 punti rispetto alla stima Pil diffusa il 30 ottobre scorso.

Si deve  risalire al -0,1% registrato nel secondo trimestre del 2014 per trovare un segno meno davanti al dato congiunturale del Pil italiano, mentre l’ultimo ‘zero’ risale all’ultimo trimestre dello stesso anno. Da allora la serie Istat mostra 14 trimestri consecutivi di crescita, con un massimo a +0,5% messo a segno fra la fine del 2016 e il primo trimestre 2017.

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La flessione “segue una fase di progressivo rallentamento della crescita” ed “è dovuta essenzialmente alla contrazione della domanda interna, causata dal sovrapporsi di un lieve calo dei consumi e di un netto calo degli investimenti, mentre l’incremento delle esportazioni, pur contenuto, ha favorito la tenuta della componente estera”.

Altri appunti comunicati dall’Istat :”l’input di lavoro è aumentato, nonostante l’andamento negativo dell’attività: le ore lavorate sono cresciute dello 0,5% e le unità di lavoro dello 0,1%”. Fra le principali economie europee, solo la Germania – con il suo -0,2% – ha registrato un andamento congiunturale negativo nel terzo trimestre, mentre la Francia ha messo a segno +0,4%, la Spagna +0,6% e il Regno Unito +0,6%.

Si apprende infine dall’Istat che la disoccupazione ad ottobre sale al 10,6% (+0,2 punti percentuali su base mensile) mentre quello giovanile aumenta lievemente e si attesta al 32,5% (+0,1 punti). Per il secondo mese consecutivo cresce anche la stima delle persone in cerca di occupazione (+2,4%, pari a +64mila unità). Dopo il calo del mese scorso, la stima degli occupati a ottobre 2018 risulta sostanzialmente stabile: il tasso di occupazione (pari al 58,7%) non fa registrare variazioni congiunturali.  Per chi ama le statistiche questi dati riportati hanno una valenza significativa.La situazione non cambia nel Sud ,in Sicilia dove i giovani specializzati  preferiscono andare via per un lavoro stabile….

Intercettato un veliero carico di droga per un valore di oltre cento milioni di euro

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La collaborazione tra gli esperti antidroga di Spagna, Francia, Italia e Grecia ha permesso di individuare la rotta attraverso la quale l’hashish viaggiava dal Marocco verso Oriente   

La droga è stata scoperta dentro 407 sacchi di iuta contenenti otto diverse qualità di hashish che avrebbe fruttato, al dettaglio circa 100 milioni di euro

Ben  nascosta nella stiva di una imbarcazione a vela di oltre 19 metri – Leucothea – intercettata in acque internazionali. Un’operazione  coordinata dalla Procura di Ragusa e condotta in collaborazione tra la Guardia di Finanza, le autorità spagnole, la direzione centrale italiana per i servizi antidroga. Arrestati i due componenti dell’equipaggio, cittadini bulgari, di 42 e 40 anni.
L’abbordaggio è avvenuto nella notte tra lunedì e martedì, a circa 70 miglia a sud-ovest delle coste siciliane da parte del pattugliatore Monte Sperone del gruppo aeronavale di Messina.

L’imbarcazione a vela è stata rimorchiata fino al porto di Pozzallo. 

STOP ALLA MAFIA DELLA DROGA: 14 ARRESTI -FINORA- TRA LA SICILIA E LA CALABRIA

 

LE INDAGINI DELLA SQUADRA MOBILE DI PALERMO: SCOPERTA ANCHE UNA PIANTAGIONE DI DROGA

Un altro Stop della Polizia di Stato ai “venditori di  morte” E’ in corso una vasta operazione antidroga  c he ha condotto finora a quattordici  misure cautelari emesse dal gip del tribunale di Palermo eseguite dagli agenti della squadra mobile di Palermo, coadiuvati dai colleghi delle omologhe articolazioni investigative delle questure di Agrigento, Reggio Calabria e Siracusa.

L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo –Direzione Distrettuale Antimafia, ha fatto luce su un giro di cocaina che dalla Calabria, dopo essere stata acquistata dai palermitani, tramite pusher veniva smistata anche in provincia di Agrigento, arrivando addirittura all’isola di Lampedusa.

Gli investigatori hanno scoperto  l’attività dei  corrieri, di professione commercianti ambulanti, pusher di fatto che, per la loro professione ufficiale, raggiungevano i mercati rionali e riuscivano a smerciare la droga coperti dal “posto di lavoro ufficiale”

Nel corso delle indagini è emerso che, pur provenendo la maggior parte della droga  dalla Calabria, la Mafia della droga avesse creato fonti  alternative di approvvigionamento locali, la piantagione indoor di marijuana scoperta e sequestrata- lo scorso anno – in territorio di Villafrati 

 

Commissione Antimafia: LUMIA ERA L’UOMO CENTRALE DEL SISTEMA DI GOVERNO PARALLELO_DELLA REGIONE SOTTO L’OMBRA DELLA MAFIA

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Nella foto Claudio Fava, Presidente della Commissione regionale Antimafia

PALERMO

Un nuovo scenario siciliano rivela il Presidente della commissione regionale antimafia On Claudio Fava dopo aver ascoltato le audizioni del Musumeci.     “«Audizioni svolte dove sembrerebbe emergere, più che un “sistema Montante”, un “sistema Lumia”, nel quale il primo era garante di interessi particolari e specifici del mondo imprenditoriale, ma era il secondo ad essere appunto al centro del sistema parallelo di governo della Regione. È ovviamente ancora un quadro che si sta delineando e non già una certezza. Un motivo in più per proseguire nel lavoro della Commissione». Ne è convinto Claudio Fava dopo le rivelazioni sorprendenti di Nello Musumeci, nell’ambito delle audizioni per l’indagine conoscitiva sul cosiddetto sistema dell’imprenditore Antonello Montante arrestato per corruzione e indagato insieme a esponenti delle forze dell’ordine, dei servizi segreti e politici. 
«Avremmo voluto ascoltare tutti i presidenti della Regione – ha detto Fava al termine dell’audizione – Abbiamo ascoltato Raffaele Lombardo ed avremmo voluto ascoltare Crocetta, che ha declinato l’invito. Oggi abbiamo ascoltato anche il presidente Musumeci per la sua esperienza di presidente della commissione antimafia e deputato dell’opposizione nella scorsa legislatura. Vogliamo capire quanto di questo “sistema Montante” rischia di sopravvivere come governo parallelo della Regione siciliana». 

 

 MUSUMECI ALL’ANTIMAFIA :   “LUMIA ERA L’UOMO OMBRA DEL GOVERNO PARALLELO DELLA REGIONE SICILIANA”

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Non si lasciano sfiggire l’occasione i deputati del M5 S per i quali restano ancora sul tappeto parecchie perplessità pur confermando l’assunto che dietro Lumia aleggi l’ombra della Mafia e dei favoritismi regionali «Abbiamo appreso dal presidente della regione Musumeci, audito in commissione antimafia, che il senatore Lumia aveva addirittura una propria stanza in presidenza della Regione Siciliana. Musumeci ha parlato addirittura di “sistema Lumia” e non di “sistema Montante”. Ebbene, vorremmo capire però se Lumia era lì in veste di osservatore esterno o se lo stesso, rendesse conto a qualcuno».

«Nulla di nuovo sotto il sole – aggiunge De Luca – ma c’è da comprendere a che titolo Lumia fosse lì e cosa abbia fatto o governato in particolare alla Regione. Secondo Musumeci, Lumia era lì per fare il regista, ma io mi chiedo se piuttosto Lumia facesse da guardiano di una strategia che aveva sede in altri luoghi. Non dimentichiamo, per esempio, che gli interessi in gioco riguardavano anche l’agenzia nazionale dei beni confiscati alla mafia, che in sostanza è la più grande holding dell’intero paese».

«Oggi per me – commenta  Roberta Schillaci – è importante capire se ci sono refluenze di quel sistema nel governo attuale, ecco perché staremo a vigilare sull’attività del governo ed in particolare, su determinati assessorati cardine per l’economia siciliana, come ad esempio quello alle attività produttive e dove le cronache di questi ultimi giorni non lasciano stare sereni».

Catania, arrestate 5 persone tra cui l’imprenditore Morosoli e , ai domiciliari, il sindaco di Bronte G.Calanna

     CORRUZIONE E TURBATIVA DI GARA

CATANIA –

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La Guardia di Finanza ha posto agli Arresti domiciliari cinque cinque persone nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Catania sulla «gestione monopolistica delle escursioni sull’Etna». Le indagini sono state condotte dalla Guardia di Finanza di Catania. Figurano elementi di spicco come  l’imprenditore Francesco Augusto Russo Morosoli, di 41 anni, e il dirigente dell’area tecnica del Comune di Linguaglossa, Francesco Barone, di 65 anni, indagati per turbata libertà degli incanti e corruzione.

La turbativa di  gara riguarda  «l’affidamento del servizio di trasporti a fini turistici sul versante Nord dell’Etna, con pista rotabile di Piano Provenzana, dal 2016 al 2018» e per «l’affidamento in concessione di un immobile del Comune a Monte Conca nel 2018». Morosoli è anche indagato per «estorsione ai dipendenti dell’emittente Ultima Tv», di cui è editore e per evasione fiscale.

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Nei guai anche il primo cittadino di Bronte.    Graziano Calanna, di 47 anni, ( nella foto sopra) è agli arresti domiciliari per istigazione alla corruzione per la gara sulla manutenzione dell’acquedotto comunale e lo sfruttamento dell’energia elettrica prodotta. Si attendo ulteriori sviluppi dell’indagine delle Fiamme gialle.

Molti ingredienti piccanti nell’incontro del G20 con i potenti del mondo che si apre a Buenos Aires

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Foto- I leader del mondo nell’incontro 2017 -G20

La questione G20 che si apre a Buenos Aires contiene molti ingredienti piccanti. Anzitutto l”escalation delle tensioni tra Ucraina e Russia, la disputa commerciale tra Stati Uniti, Cina e altri Paesi , lo scandalo per l’omicidio e l’orrore della modalità, del giornalista dissidente saudita Jamal  Khashoggi saranno al centro del vertice del G20 che si apre a Buenos Aires.

 Migliaia di persone  intanto che hanno annunciato proteste e mobilitazioni di massa nella capitale argentina contro la globalizzazione e la crisi economica.

L’incontro sarà disertato persino dal presidente degli Stati Uniti Trump  in programma con Vladimir Putin, perché Mosca ha rifiutato di rilasciare i marinai ucraini di tre navi intercettate dalle forze armate russe domenica scorsa nel Stretto di Kerch. Il leader Usa si incontrerà con il suo omologo cinese, Xi Jinping, per discutere della disputa commerciale crescente tra le due maggiori potenze nel mercato mondiale.

 Ottawa ha confermato che il nuovo accordo commerciale tra Canada, Stati Uniti e Messico sarà firmato a Buenos Aires. Tuttavia, l’Accordo Stati Uniti-Messico-Canada (USMCA) dovrà ancora essere ratificato dall’organo legislativo di ciascun Paese.

Anche il principe ereditario dell’Arabia Saudita, Mohammed bin Salman, ritenuto il mandante dell’assassinio del giornalista coraggioso Jamal  Khashoggi al consolato saudita a Istanbul il mese scorso.sarà  presente al summit.   Resta da vedere l’atteggiamento degli altri leader nei suoi confronti..

Nessuno nella Politica italiana sembra immune da peccati /illeciti-Ora nei guai finisce Antonio il padre di Di Maio

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Verifiche e  sequestro di alcune aree in un terreno del padre del vicepremier e Ministro del Lavoro Luigi Di Maio  ..La Polizia municipale di Mariglianella, piccolo comune in provincia di Napoli,ha eseguito accertamenti  all’interno di un terreno di proprietà al 50% di Antonio Di Maio, padre del vicepremier(nella foto sopra)     All’interno di detti terreni  erano presenti rifiuti inerti.                           

                LUIGI DI MAIO      “NON POTEVA  NON SAPERE “

Ma non è finita. Nella vita politica c’è da aspettarsi di tutto. Soprattutto quando si rivestono cariche di governo ed amministrazione di un Ministero. Si apprende che gli agenti  hanno svolto il sopralluogo trascrivendo pure in un verbale  le misure su tre immobili presenti all’interno del terreno al fine di comprendere la compatibilità urbanistica dei fabbricati e per ulteriori  verifiche che saranno svolte dagli uffici comunali. Il personale della Polizia municipale è arrivato nel terreno al civico 69 di corso Umberto intorno alle 10. Guai in vista per Di Maio.   Di fronte alle prove eclatanti da più parti si chiedono le dimissioni sia dalla carica di vicepremier che da leader del M5s secondo il teorema “non poteva non sapere delle cose illecite di cui è accusato il padre..”

NAPOLI: CORRUZIONE FORNITURE SANITA’, 33 ARRESTI, COINVOLTI DIRIGENTI MEDICI E 4 SOCIETA’

La Guardia di Finanza di Napoli ha notificato tra ieri e oggi 33 avvisi di conclusione indagini a 29 persone e 4 società coinvolte nell’indagine della Procura della Repubblica di Napoli  per un  sistema di corruzione nella sanità napoletana legata a  quattro aziende riconducibili ad alcuni componenti della famiglia dell’Accio.

Coinvolta anche una dirigente dell’Asl Napoli 1 Centro.   Notificate  sei misure cautelari agli arresti domiciliari nei confronti di quattro componenti la famiglia Dell’Accio, la dirigente dell’Asl Napoli 1 Centro Loredana Di Vico e un collaboratore dei Dell’Accio. Sono 22 le procedure di affidamento di forniture  contestate a vario titolo nell’avviso di conclusione indagini a firma del sostituto procuratore Valter Brunetti. 

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Tra i 33 indagati figura anche Francesco Alfonso Bottino, ex direttore generale dell’ospedale S. Anna e S. Sebastiano di Caserta, già coinvolto in una inchiesta della DDA di Napoli su irregolarità negli appalti della sanità casertana. Bottino sarebbe coinvolto, in concorso con altri indagati, tra cui l’imprenditore Vincenzo Dell’Accio, nella procedura per la fornitura di quattro colonne laparoscopiche per l’ospedale casertano che risale al 2012.

Secondo la ricostruzione delle autorità in quell’occasione venne illecitamente  favorita, per la fornitura delle quattro apparecchiature, di un valore complessivo di 690mila euro oltre l’Iva, una delle società finite al centro dell’indagine che però forniva i beni richiesti a un prezzo superiore del 330 per cento rispetto ai prezzi praticati dalla casa produttrice degli apparecchi, anch’essa in gara d’appalto con  un agente di commercio. 

Tra gli indagati c’è Loredana Di Vico, responsabile dell’unità operativa complessa acquisizione beni e servizi dell’Asl Napoli 1 Centro, preposta all’istruzione delle procedure per le forniture elettromedicali, gli imprenditori Vincenzo Dell’Accio, al quale la donna era legata da uno stretto rapporto, e suoi parenti, Rosario, Antonio e Claudia dell’Accio.

. Avvisi di conclusione indagini anche nei confronti dei quattro rappresentanti delle società Lga, Maflamed, Frag Hospital e Vicamed, alcuni dei quali risultati essere dei prestanome dei dell’Accio. Tra gli indagati figura un medico dirigente dell’ospedale San Giovanni Bosco e due dipendenti dell’unità operativa complessa gestione economico finanziaria informatizzata dell’Asl Napoli 1,  addetti alla liquidazione. I tre sono accusati di  corruzione per avere ricevuto regali dall’imprenditore Dell’Accio per finalità diverse da quelle istituzionali. Tra i benefit che gli indagati avevano ricevuto figurano anche dei buoni da spendere presso una pasticceria di Napoli, un biglietto ferroviario Napoli-Torino e un soggiorno alberghiero in una suite. 

Coinvolti anche dirigenti medici, per  forniture di varie apparecchiature (colonne laparoscopiche, broncoscopi, colonne endoscopiche, sistemi di videoendoscopia, generatori, e strumentazione varia) dirette agli ospedali San Giovanni Bosco, Ospedale del Mare, Ascalesi, San Paolo, Loreto Mare di Napoli e per l’Azienda Ospedaliera S. Anna e S. Sebastiano di Caserta.

Gli investigatori infine proseguono le indagini….

PRESSIONI SULLA DITTA RIFIUTI: AGLI ARRESTI DOMICILIARI L’ASSESSORE LISINICHIA DI NARO

 

L’assessore con delega all’Urbanistica, all’Edilizia Pubblica e Privata, ai Rifiuti e al Servizio Idrico Integrato del Comune di Naro Franceso Lisinichia di 49 anni,(nella foto) ha ricevuto la notifica giudiziaria- eseguita dal Nucleo dei Carabinieri di Agrigento-.di persona agli arresti domiciliari per varie accuse. E cioè:

 

 

 

L’accusa è di tentativo di indebita induzione a dare o promettere somme di denaro. Il provvedimento, emesso a seguito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Agrigento,  scaturisce dalle risultanze di una indagine che hanno messo in luce  “una serie di pressioni che l’amministratore pubblico avrebbe esercitato nei confronti del titolare della ditta concessionaria del servizio di raccolta dei rifiuti, per ottenerne la promessa di stipula di un contratto di guardiania, per oltre 65 mila euro annui, a favore di un istituto di vigilanza privata del palermitano. Per conseguire l’obiettivo l’assessore –  avrebbe fatto ricorso a «velate minacce di provvedimenti sanzionatori, a fronte di generiche e fantomatiche mancanze nell’assolvimento del servizio di raccolta» e ad «allusioni a possibili danneggiamenti dei mastelli destinati alla raccolta differenziata».         

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