Il Presidente Mattarella ha ricevuto il Presidente della Repubblica del Tagikistan, Emomalī Rahmon

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella accoglie Emomalī Rahmon,Presidente della Repubblica del Tagikistan,in Visita Ufficiale

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella accoglie Emomalī Rahmon,Presidente della Repubblica del Tagikistan,in Visita Ufficiale

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Emomalī Rahmon,Presidente della Repubblica del Tagikistan,in Visita Ufficiale

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Emomalī Rahmon,Presidente della Repubblica del Tagikistan,in Visita Ufficiale

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Emomalī Rahmon,Presidente della Repubblica del Tagikistan,in Visita Ufficiale

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Emomalī Rahmon,Presidente della Repubblica del Tagikistan,in Visita Ufficiale

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Emomalī Rahmon,Presidente della Repubblica del Tagikistan,in Visita Ufficiale

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Quirinale, in visita ufficiale, il Presidente della Repubblica del Tagikistan, Emomalī Rahmon, intrattenendolo successivamente a colazione.

Era presente all’incontro il Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Edmondo Cirielli.

Finalmente la Camera dei Rappresentanti gli Stati Uniti si esprime favorevolmente all’invio di armi all’Ucraina- Un sospiro di sollievo per Zelensky

 

 

epa09791535 A handout photo made available by BelTA news agency shows Russian delegation (L), including Russian presidential aide Vladimir Medinsky (2-L), and Ukrainian delegation (R)  attending Russia-Ukraine negotiations in the Gomel region in Belarus, 28 February 2022. Talks between Russian and Ukrainian delegations on a ceasefire started 28 February. Russian troops entered Ukraine on 24 February prompting the country's president to declare martial law and triggering a series of severe economic sanctions imposed by Western countries on Russia.  EPA/SERGEI KHOLODILIN / BelTA  / HANDOUT MANDATORY CREDIT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

 

 

Finalmente arriva il benestare dei rappresentanti democratici degli Stati Uniti  La spinta era stata data dal Presidente J.Biden   Dopo un pò di perplessità  ,la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti si è espressa favorevolmente  sabato scorso all’Ukraine Security Supplemental Appropriations Act, la legge che prevede aiuti a Kiev per 60,8 miliardi di dollari. Il provvedimento, approvato con 311 voti a favore e 112 contrari, contempla nel dettaglio 14 miliardi che consentiranno all’Ucraina di acquistare direttamente armi e sistemi di difesa. la fetta più grande, circa 23 miliardi, sarà usata per rifornire i magazzini e gli hangar degli Stati Uniti in vista di trasferimenti di mezzi e armi a Kiev.

Oltre 11 miliardi saranno impiegati per garantire fondi ad operazioni militari americane nella regione, con la possibilità di dare sostegno alle capacità militari ucraine e alla collaborazione a livello di intelligence tra Kiev e Washington. Circa 8 miliardi, invece, saranno utilizzati per assistenza in ambito non militare: le risorse, ad esempio, consentiranno al governo ucraino di continuare a operare e permetteranno di pagare stipendi e pensioni.

L’Ucraina sarà in grado di limitare la portata dell’offensiva delle forze armate russe se gli aiuti statunitensi arriveranno rapidamente.  

TOPSHOT - A view of the square outside the damaged local city hall of Kharkiv on March 1, 2022, destroyed as a result of Russian troop shelling. - The central square of Ukraine's second city, Kharkiv, was shelled by advancing Russian forces who hit the building of the local administration, regional governor Oleg Sinegubov said. Kharkiv, a largely Russian-speaking city near the Russian border, has a population of around 1.4 million. (Photo by Sergey BOBOK / AFP) (Photo by SERGEY BOBOK/AFP via Getty Images)
Archivi -Sud Libertà

Comunque sia ci vorranno settimane perché gli aiuti americani arrivino sul campo di battaglia e facciano la differenza. In quel lasso di tempo l’Ucraina probabilmente perderà terreno nei confronti della Russia…”

Secondo alcune fonti americane, ci vorrà meno di una settimana – a conclusione definitiva dell’iter al Congresso – perché alcune delle armi raggiungano il fronte. Il Pentagono ha già tutto pronto, in attesa del via libera definitivo.

Ora Zelensky prospetta un futuro migliore per l’Ucraina.”. “Penso che questo sostegno aiuterà davvero le forze armate dell’Ucraina” “E avremo la possibilità di vincere se l’Ucraina otterrà davvero i sistemi d’arma di cui abbiamo tanto bisogno. In atto  sono indispensabili in particolare missili a lungo raggio.

Proporzionata risposta di Israele contro Teheran: (per ora) colpita una base militare

 

 

Colpita una base militare nell’area di Isfahan. Teheran: siti nucleari intatti. Usa: nessun ok a Israele. Il raid nel giorno del compleanno di Khamenei

Israele, attacco contro Iran: colpita base militare

La tanto attesa risposta israeliana contro l’Iran è arrivata. E gli Stati Uniti ne prendono le distanze.. . Colpita una base militare nell’area di Isfahan. Le difese aeree iraniane sono entrate in azione e tre droni sono stati abbattuti. Nessun danno è stato causato nell’attacco notturno, ha detto alla tv di stato iraniana Siavosh Mihandoust, comandante dell’esercito iraniano, aggiungendo che il rumore sentito durante la notte a Isfahan era dovuto ai sistemi di difesa aerea che avevano preso di mira un “oggetto sospetto”. I media iraniani hanno diffuso immagini di questa mattina di Ifshan minimizzando i danni.

I due principali aeroporti di Teheran hanno ripreso i voli che erano stati sospesi dopo le esplosioni.

Mini droni pilotati da infiltrati in Iran

Secondo un’analista iraniano citato dalla televisione di Stato di Teheran, i “mini droni abbattuti dalle difese aeree a Isfahan” sarebbero stati ”pilotati da infiltrati all’interno dell’Iran”. ”

Il ministro della Sicurezza nazionale di Israele Itamar Ben Gvir ha definito ”debole”, ”zoppo”. Ovvero per indicare che la reazione israeliana al lancio di missili e droni da parte dell’Iran è stata limitata.

 Washington non ha autorizzato ma Israele aveva rassicurato gli Usa

La Cnn riferisce che Israele ha garantito agli Stati Uniti che l’offensiva non avrebbe interessato impianti legati al nucleare. Secondo l’emittente NBC News, gli Stati Uniti non sono coinvolti nell’operazione. Fonti militari citate da Bloomberg evidenziano che Washington, nella giornata di giovedì, avrebbe ricevuto informazioni da Israele su un attacco previsto nelle successive 24-48 ore. “Non abbiamo dato l’ok alla risposta”, la frase di una fonte americana alla Cnn.

Siti nucleari intatti

Gli impianti nucleari nella provincia di Isfahan sono completamente sicuri“,

Anche l’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, ha confermato che non si sono registrati danni. Su ‘X’ l’Aiea ha quindi rivolto un appello alla ”moderazione estrema” e spiegando che sta ”monitorando la situazione da vicino”.

A Isfahan sono localizzate strutture collegate al programma nucleare iraniano, in particolare il sito sotterraneo di Natanz, dove si procede all’arricchimento dell’uranio. La tv di stato iraniana, in maniera generica, definisce i siti “totalmente integri”. La base, secondo il quotidiano britannico Guardian, per molti anni ha ospitato i caccia F-14 Tomcat che l’Iran ha acquistato dagli Stati Uniti prima della rivoluzione islamica del 1979. Dalla base di Isfahan sono partiti i missili lanciati verso Israele.

Israele “non può consentire che l’attacco dell’Iran con missili balistici e droni “a sciame”sia lasciata senza risposta” Appelli alla moderazione

 

 

Benyamin Netanyahu il premier israeliano ha affermato: “L’Iran dovrà aspettare “nervosamente senza sapere quando potrebbe arrivare l’attacco, proprio come ha fatto fare a Israele”

Dal canto suo il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian replica : “Se Israele dovesse reagire al raid di sabato scorso, la risposta dell’ Iran sarà “immediata, più forte e più ampia”. Non solo. Il Comitato per la Sicurezza nazionale del Parlamento iraniano, Abolfazl Amouei, ha dichiarato che Teheran è “pronto a usare un’arma che non abbiamo mai usato”.

I Paesi vicini all’Iran sono stati avvertiti 72 ore prima rivela il video qui ripubblicato e trasmesso dai colleghi giornalisti inviati.  L’Iran sapeva che i droni sarebbero stati intercettati ma ha i mezzi per colpire Israele Ascoltiamo il video.

Gli Stati Uniti ritengono dal canto loro che la risposta di Israele sarà saggia e probabilmente limitata  su obiettivi chiave al di fuori dell’Iran.  Israele potrebbe colpire i rappresentanti dell’Iran, come le sue milizie in Siria o il gruppo terroristico Hezbollah in Libano.

Gli appelli alla moderazione

Gli appelli alla moderazione si sono moltiplicati dopo l’attacco senza precedenti dell’Iran a Israele, nel timore che il confronto possa infiammare ulteriormente le tensioni in Medio Oriente e portare i due nemici giurati sull’orlo della guerra. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz – durante una visita in Cina – ha chiesto a Israele di contribuire a smorzare la situazione e di non gettare via il successo ottenuto intercettando quasi tutti i droni e missili lanciati sul Paese.

Nell’ambito dell’intesa che Israele ha con gli Usa, i vertici israeliani- si apprende – hanno assicurato di informare gli Stati Uniti prima di  un contrattacco, per dare alle truppe statunitensi nella regione il tempo di prepararsi a un’eventuale rappresaglia iraniana. Domenica il presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva esortato Netanyahu a “pensare attentamente e strategicamente ai rischi di escalation“, secondo un alto funzionario del governo statunitense.

Ma Israele non ci sta, ha già deciso che colpirà, ha affermato il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant in un colloquio telefonico con il segretario della Difesa americano Lloyd Austin, Israele, ha detto Gallant, non può consentire che missili balistici siano lanciati sul suo territorio senza risposta. E non può consentire l’equazione per cui l’Iran risponde con un attacco diretto ogni volta che Israele colpisce obiettivi in Siria. Austin ha quindi espresso quanto già Joe Biden aveva detto a Netanyahu, sulla necessità di fare il possibile per evitare ulteriore escalation.

Lo scenario di guerra si allarga, intervento dell’Iran contro Israele che intercetta bene droni e missili ma gli Usa guardano, non fanno più deterrenza

 

 

Attacco continui dell’Iran e il ministro del Gabinetto di guerra d’Israele, Benny Gantz, lancia questa affermazione: “Di fronte alla minaccia dell’Iran, costruiremo una coalizione regionale e esigeremo un prezzo dall’Iran nel mondo e nel momento opportuno. E soprattutto, di fronte al desiderio dei nostri nemici di farci del male, noi ci uniremo e diventeremo più forti”. “.

Benjamin Netayahu - Afp
Aggiunge il ministro israeliano: “L’Iran è un problema globale, una sfida regionale e anche un pericolo per Israele e ieri il mondo è stato chiaramente unito con Israele di fronte a questo pericolo. Israele è contro l’Iran, il mondo è contro l’Iran e questo è il risultato, questo successo strategico che dobbiamo usare in favore della sicurezza di Israele”

“Il sistema di alleanza strategica e cooperazione regionale che abbiamo costruito e che ha passato un test significativo ora deve essere rafforzato – ha concluso – Israele ha provato ieri che un’ancora di potere militare e tecnologico ed un’ancora di sicurezza in Medio Oriente”.

Il ministero degli Esteri israeliano ha chiesto che vengano imposte nuove sanzioni nei confronti dell’Iran dopo l’attacco di ieri contro Israele. ”L’Iran deve pagare per la sua aggressione”, si legge in una nota del ministero. ”Il prezzo iniziale”, prosegue, deve essere il riconoscimento dei Guardiani della Rivoluzione iraniana, i Pasdaran, come una organizzazione terroristica. Le nuove sanzioni, aggiunge, devono colpire il programma missilistico balistico di Teheran.

La scorsa notte l’Iran ha lanciato un attacco su larga scala e senza precedenti, con centinaia di droni, missili da crociera e missili balistici, contro lo Stato di Israele”, afferma il ministero degli Esteri. ”Questo attacco dimostra ciò che Israele afferma da anni: l’Iran è il maggiore responsabile degli attacchi terroristici nella regione ed è anche la più grande minaccia alla stabilità regionale e all’ordine mondiale”, prosegue la nota. Inoltre, ”proprio come qualsiasi altro paese, Israele ha il diritto di difendersi di fronte al massiccio attacco dell’Iran. Israele si è difeso con successo dall’aggressione iraniana e continuerà a farlo in futuro”, si legge.

Pasdaran: “Attaccheremo Israele in qualsiasi luogo”

L’Iran “da ora in poi attaccherà qualsiasi luogo che verrà utilizzato da Israele per attaccare i nostri interessi“, ha dichiarato il comandante dei Pasdaran, i Pasdaran, Hossein Salami. “Abbiamo stabilito un nuovo paradigma con Israele”, afferma.

Lo stop di Biden

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annullato un attacco di ritorsione immediato a quello subito dall’Iran nella notte dopo essere stato dissuaso dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden,  Ma la mancanza di gravi danni in Israele e il colloquio tra Biden e Netanyahu hanno fatto sì che la rappresaglia non avesse luogo nell’immediato.

Per la Casa Bianca comunque non c’è il rischio di una escalation. “Non credo che ci sia nessuna ragione perché sia così”, ha affermato il portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca John Kirby a chi glielo domandava. “Il presidente Biden non crede che ci si debba muovere assolutamente in questa direzione – ha spiegato Kirby – il presidente è stato chiaro, non vogliamo vedere che questo porti ad un’escalation”. Kirby ha comunque riconosciuto che riguardo alla possibilità di un ampliamento del conflitto con l’Iran “le prossime ore e giorni ci diranno molto“.

” Biden non cerca un conflitto con Iran  ma gli Usa non fanno più da deterrente”

“Direi che il primo ministro Netanyahu sa bene che il presidente Biden non cerca un conflitto con l’Iran, che il presidente non vuole che le tensioni salgano ulteriormente e che il presidente sta facendo di tutto, e lo sta facendo dal 7 ottobre, per evitare che questa divenga una guerra regionale più ampia”    ….Il portavoce della Casa Bianca, di fronte alla domanda esplicita se l’amministrazione Biden stia consigliando ai vertici israeliani di evitare una ritorsione, Kirby ha però poi risposto: “Credo che dipenderà dagli israeliani decidere quale sarà il prossimo passo“.

“Il Presidente voleva congratularsi con il premier Netanyahu per un incredibile risultato militare, il primo ministro era molto grato per il supporto che il presidente ha offerto e dimostrato in sostegno di Israele”

Kirby  ribadito che l’amministrazione Biden “non crede” che dopo l’attacco dell’Iran a Israele un allargamento del conflitto sia inevitabile “né crede che debba essere”. “Quasi tutto quello che ha fatto il presidente dall’inizio, sin dal 7 ottobre, è stato favorire la de-escalation, cercare di limitare le opportunità di una più ampia guerra regionale”, ha aggiunto.

Riguardo al colloquio con Netanyahu, Kirby ha sottolineato che “il Presidente ha messo in chiaro che l’autodifesa di Israele è qualcosa che prendiamo seriamente e continueremo a prendere seriamente”.

“Israele ha dimostrato superiorità militare”

“Quello che Israele ha dimostrato la notte scorsa è stata un’incredibile capacità di difendersi, la sua superiorità militare”, ha sottolineato Kirby a Nbcnews, ricordando che la stragrande maggioranza di droni e missili sono stati intercettati e “i danni sono stati straordinariamente leggeri“.

Il ministro Gilberto Pichetto: ” Esprimiamo la nostra contrarietà alle case greeen perchè il 70 % dei fabbricati italiani ha oltre 70 anni::”

 

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 8 persone e testo

 

 

In Europa l’Ttalia esprime già la sua contrarietà alle case green- e alla direttiva Ue per diversi motivi    Il ministro Gilberto Pichetto Fratin  spiega la situazione italiana :“Il governo condivide in pieno gli obiettivi di decarbonizzazione. Sappiamo che i fabbricati sono una delle principali cause delle emissioni di CO2 e che dobbiamo intervenire. Ci metteremo al lavoro sul Piano nazionale di ristrutturazione edilizia previsto dalla direttiva europea, ma lo facciamo guardando agli obiettivi finali europei del 2050 sul climate change”.      Quindi nella sostanza sarà disattesa   la direttiva sulle case green. Quanto alle scadenze del 2030 e del 2033, “cercheremo di stare anche dentro quegli obiettivi ma, per quanto il testo della direttiva sia migliorato, dobbiamo essere realisti. Per noi sono obiettivi difficili, anzi, diciamo pure impossibili”, anche perchè “l’Italia ha una storia e caratteristiche fisiche del tutto peculiari in Europa.

Abbiamo il 70% dei fabbricati che ha oltre 70 anni, quindi sono edifici storici, una proprietà immobiliare diffusa, con l’80% delle famiglie che possiede un’abitazione, ed estremamente frazionata”. Sull’allarme risorse sollevato dal ministro Giorgetti, Pichetto dice: “Potenzialmente quelli interessati dalla direttiva sono milioni. Faremo quello che sarà possibile e compatibile con la finanza pubblica”. Il tutto con strumenti “fiscali per i contribuenti che hanno redditi elevati, quindi una detrazione con aliquota da definire. Per chi ha redditi bassi occorre un altro sistema. Anche con un contributo diretto dello Stato”.

Scenario di guerra sempre più preoccupante, l’Iran minaccia un intervento “devastante” Idem Israele che valuta costantemente la situazione

 

Gli Usa lo danno per certo: Israele si sta preparando a un attacco diretto dall’Iran “probabilmente sul suolo israeliano”, nelle prossime 24-48 ore. Secondo la fonte, l’attacco avverrebbe nel sud oppure nel nord del Paese.

Soldati israeliani - (Afp)
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Dal canto suo l’Iran minaccia pure un intervento che sarà “devastante”  La maggior parte degli ostaggi detenuti da Hamas , sostengono gli americani, sarà probabilmente deceduta.
l rapporto del Wsj sottolinea inoltre che ai dipendenti del governo americano in Israele e alle loro famiglie è stato vietato viaggiare in aree al di fuori del centro di Israele, Gerusalemme e Beersheba, con divieto di percorrere il nord e il sud del Paese, fino a nuovo avviso.

Siamo in allerta, altamente preparati per vari scenari e valutiamo costantemente la situazione. Siamo pronti per l’attacco e la difesa utilizzando varie capacità di cui dispongono le Idf, e pronti anche con i nostri partner strategici”, aveva dichiarato ieri il portavoce delle Idf, il contrammiraglio Daniel Hagari.

Annunciando che “non vi è alcuna modifica alle istruzioni del Comando del fronte interno”, Hagari ha sottolineato che “un attacco dal territorio iraniano sarebbe una prova evidente delle intenzioni iraniane di aggravare la situazione in Medio Oriente e di smettere di nascondersi dietro i proxy”. “Abbiamo una capacità di difesa a più livelli che si è dimostrata valida durante la guerra, con migliaia di intercettazioni riuscite”, ha aggiunto il portavoce, pur ammettendo che “la difesa non sarà mai ermetica”.

L’alto rappresentante Ue Borrell: ” Stati non vogliono esercito Ue ma ciascun Paese impegni il 2% del Pil in difesa”

 

 

Josep Borrell  - Afp
Josep Borrell – 

“L’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell afferma. “Dopo la caduta del Muro di Berlino”, l’Ue pensava di “essere circondata da un anello di amici”, ma si è ritrovata “circondata da un anello di incendi e di instabilità“. Intervento  al Forum Europa a Bruxelles e soffermandosi sull’attuale quadro internazionale, dominato dalla guerra tra Ucraina e Russia. “La prospettiva di una guerra convenzionale ad alta intensità non è più una fantasia: dobbiamo naturalmente fare di tutto per evitarla, ma per fare deterrenza abbiamo bisogno di mezzi” commisurati allo scopo.

In Ucraina oggi “la situazione è estremamente difficile. La macchina militare russa marcia a tutta velocità: con costi notevoli, ma a tutta velocità”, sottolinea Borrell. Tra Russia e Ucraina, osserva, “c’è una assoluta asimmetria”, perché Mosca “può mantenere una guerra di attrito prolungata”, dando “l’impressione di vincere”, mentre Kiev “per non perdere ha bisogno di vincere”.

“Ciascun Paese europeo si impegni ad una spesa pari al 2% del Pil dedicato alla difesa”

Gli Stati membri dell’Ue “hanno gli eserciti. Noi a Bruxelles non abbiamo un esercito. E non avremo un esercito europeo domani. Gli Stati sono i padroni delle politiche di difesa. Ho sentito personalmente alcuni capi di Stato e di governo dire alla Commissione ‘noi non vogliamo un trasferimento di competenze nella difesa all’Unione'”, ha affermato l’Alto Rappresentante Ue. “La difesa – ha continuato – è una prerogativa della sovranità nazionale e non vogliono ulteriori trasferimenti di sovranità in questo campo. Ma dobbiamo fare in modo che ciascun Paese lavori e si impegni all’obiettivo” di una spesa pari al “2%” del Pil dedicato alla difesa.

“Siamo lontani da quell’obiettivo, ma quel numero non dice tutto, perché è troppo sintetico: si può aumentare la spesa nella difesa anche aumentando le pensioni dei militari, ma questo non aumenta la capacità di difesa. Si può anche spendere di più facendo più ricerca e sviluppo o costruendo stabilimenti industriali”.

Tra gli Stati, ha osservato Borrell, è ancora ben viva la tendenza a localizzare la produzione di armi a livello nazionale: gli Stati Ue vogliono essere in grado di produrre le armi necessarie alla difesa del Paese, perché “non si sa mai”. E’ una cosa che provoca la “frammentazione” della produzione della difesa in Europa, a differenza di quello che succede dall’altra parte dell’Atlantico. A Bruxelles “non c’è un Pentagono” che centralizza gli acquisti: negli Usa, se uno stabilimento industriale che produce armi “è ubicato nell’Ohio, nel Nevada o a Miami non fa differenza”. In Europa è tutta “un’altra faccenda”.

“Forte dipendenza dagli Stati Uniti”

L’Unione Europea soffre di una “forte dipendenza” dagli Stati Uniti d’America per quanto riguarda gli armamenti ed è una cosa che non si può permettere, se vuole essere “responsabile”. “

Se la Russia accetterà di sedersi al tavolo, l’Ucraina resterà indipendente Analisi di Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato

 

 

. La Nato sfoglia la margherita , intervento sì, intervento no, nel momento cruciale della guerra che Kiev combatte da 2 anni contro la Russia. E’ il segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg, a porre in luce ancora una volta il pericolo russo mentre l’Ucraina cerca di resistere nonostante la carenza di armi, provocata soprattutto dall’assenza di aiuti.     Gli  Usa sembrano aver dimenticato  il pacchetto da 60 miliardi di dollari fermo al Congresso. Il piano della Russia di Vladimir Putin, intanto, prevede l’espansione dei territori all’inizio dell’estate. Secondo analisti e esperti,

Jens Stoltenberg - Afp
Ci sono due possibili scenari”, la sintesi di Stoltenberg. “Il primo prevede che gli alleati della Nato siano in grado di mobilitarsi per fornire ulteriore supporto e che l’Ucraina riesca a riconquistare territori. L’altro scenario, invece, prevede che non riusciremo a fornire supporto. C’è la reale minaccia di ulteriori progressi della Russia, con la conquista di altri territori: a quel punto ci troveremmo in una posizione ancora più pericolosa”, dice ancora. Il fatto è che l’unica via per raggiungere una pace duratura e giusta in Ucraina è avere robuste forze ucraine, perché è il solo modo per convincere Vladimir Putin del fatto che non può vincere sul campo di battaglia, che si deve sedere al tavolo e negoziare un qualche tipo di soluzione accettabile”, con l’Ucraina che rimane una “nazione indipendente”, dice. Il rischio in prospettiva è che la Russia sfondi e, a quel punto, Putin avrà una base ancora più solida per dettare condizioni ad un eventuale tavolo.

La situazione sul campo di battaglia in Ucraina, dice Stoltenberg, “resta seria” e al Paese servono “più munizioni, più difesa aerea e più aiuti”, evidenzia il segretario generale della Nato. “Mi compiaccio – aggiunge- del fatto che gli alleati continuano ad aumentare” il sostegno a Kiev, “con nuovi annunci negli ultimi giorni, inclusi 600 mln di euro dalla Germania per l’iniziativa a guida ceca” per comprare munizioni da artiglieria, “come pure 10mila droni dal Regno Unito, più missili e veicoli blindati dalla Francia e un nuovo pacchetto di aiuti dalla Finlandia che vale 188 milioni. Ma dobbiamo fare ancora di più”, dice. I Paesi alleati Nato ora “guarderanno alle scorte” disponibili, per cercare di inviare in Ucraina più sistemi per la “difesa aerea, in particolare missili Patriot”, dice. “La Russia – continua – spinge sulla linea del fronte ed è pronta a sacrificare uomini e materiali per ottenere guadagni marginali, ma naturalmente è una situazione seria”.

Kiev e Mosca confronto di truppe e ricordo della favoletta Davide e Golia

 

Foto gratuita zombie che camminano per la città

 

 Si apprende che  Kiev – che non conta più sul generale Valeri Zaluzhny , ex comandante delle forze armate recentemente sostituito dal generale Oleksandr Syrsky- ha problemi pure di truppe. In caso di attacco russo, esiste il rischio di un collasso delle prime linee ucraine. La Russia, dopo il forcing delle ultime settimane con droni e missili, potrebbe “bucare la prima linea e spezzarla in più punti”, secondo gli ufficiali interpellati da Politico.

 Non vi è rapporto alla pari tra Kiev e Mosca

“Non c’è nulla che possa aiutare l’Ucraina ora perché non esistono tecnologie serie in grado di aiutare l’UIcrain,mper la grande massa di truppe che la Russia probabilmente lancerà contro di noi. Non disponiamo di queste tecnologie e anche l’Occidente non le possiede in numero sufficiente”. E’ sbagliato, aggiungono le fonti, pensare che la strategia russa si limiti a utilizzare ‘carne da cannone’ per le offensive.

“Abbiamo usato missili Storm Shadow e SCALP per un breve periodo. I russi studiano e si aggiornano, non ci danno una seconda chance. Non bisogna credere alla narrazione secondo cui si limitano a mandare soldati all’assalto. Fanno anche quello, ovviamente, sfruttando l’impatto legato alle maggiori risorse a disposizione. Ma imparano e cambiano strategia”. Nemmeno l’invio degli F-16 sarebbe risolutivo: “Ogni arma serve al momento opportuno. Gli F-16 erano necessari nel 2023, non andranno bene nel 2024. Negli ultimi mesi, abbiamo notato che la Russia hga lanciato missili dal nord della Crimea, ma senza testate esplosive. Non capivamo cosa facessero, poi ci siamo resi conto: stavano testando la gittata” in vista dell’arrivo di jet nemici.