Agrigento, il “telamone”una delle colossali statue antropomorfe del tempio di Zeus Olimpio, simbolo della Valle dei Templi, si è rialzato

 

 

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SIGNORI, ECCOVI   “IL COLOSSO DI PIETRA”

 

Agrigento,

Dopo venti anni di studi, ricerche e restauri il “gigante di pietra” dell’antica Akragas si è rialzato. Il “telamone”, una delle colossali statue antropomorfe che sostenevano l’architrave del tempio di Zeus Olimpio, l’Olympieion, simbolo della Valle dei templi, è stato riportato in posizione eretta. 

 

Stamattina la cerimonia di presentazione del telamone ricostruito con il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, l’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato, il direttore del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei templi, Roberto Sciarratta, il sindaco di Agrigento, Francesco Micciché, il prefetto di Agrigento, Filippo Romano, il curatore del progetto di musealizzazione, Carmelo Bennardo, e l’esperto scientifico del progetto, Alessandro Carlino.

La statua, alta quasi 8 metri, è sostenuta da una struttura in acciaio di 12 metri alla quale sono ancorate delle mensole dove sono collocati i singoli pezzi del monumento riassemblato. 
«Oggi – dice il presidente Renato Schifani – è un giorno importante per Agrigento e per tutta la Sicilia. Certifica la grande attenzione del governo regionale per la tutela e la valorizzazione dell’immenso patrimonio artistico e culturale che la nostra Isola custodisce. Il telamone, che oggi consegniamo alla collettività nella sua straordinaria imponenza, rappresenta uno dei migliori biglietti da visita di Agrigento Capitale della cultura. Questo gigante di pietra dell’antica Akragas, che dopo tanti anni di studi e ricerche possiamo osservare nella sua posizione naturale, è il cuore di un importante progetto di musealizzazione dell’intera area del tempio di Zeus». 

 

«Tuttavia – sottolinea il presidente della Regione Siciliana –  la giornata di oggi non va intesa come punto di arrivo, ma deve servire da stimolo a tutti gli addetti ai lavori, per fare di più e meglio. Occorre migliorare la capacità attrattiva e la fruizione del nostro inestimabile patrimonio culturale. Nonostante i dati sul turismo del 2022 e del 2023 ci dicano che la Sicilia è una delle mete turistiche più gettonate, il rapporto tra patrimonio culturale e flussi turistici non è ancora, a mio avviso, soddisfacente. Si può fare di più e meglio. Dobbiamo migliorare i servizi di accoglienza, soprattutto per le persone con disabilità, dobbiamo aumentare la capacità ricettiva nei confronti dei turisti stranieri, occorre lavorare per rendere attrattivi i nostri gioielli 365 giorni all’anno, nell’ottica di processo di destagionalizzazione dei flussi turistici». 

«Il telamone –  osserva  l’assessore regionale ai Beni culturali, Scarpinato – diventerà uno dei punti di attrazione della Valle dei templi, un nuovo ambasciatore internazionale di un sito archeologico unico al mondo che, proprio lo scorso novembre, ha superato il milione di visitatori in un anno. Grazie a un progetto di valorizzazione che include visite guidate, un progetto di realtà aumentata e anche una particolare illuminazione per favorire le visite notturne, potremo far conoscere questa imponente opera alla comunità internazionale». 

L’intero progetto di musealizzazione dell’area dell’Olympieion, che finora è costato 500 mila euro di fondi del Parco, include la prossima ricostruzione a terra di una parte della trabeazione e della cornice del tempio, in modo rendere un’idea più concreta delle dimensioni colossali e dell’unicità del monumento ma, nello stesso tempo, proteggere i reperti. 

Nel 2004, il Parco della Valle dei templi ha avviato un’estesa campagna di studi e ricerche sull’Olympieion affidata all’Istituto archeologico germanico di Roma (Dai Rome) e guidata da Heinz-Jürgen Beste. Lo studio, oltre a nuove conoscenze sul monumento, ha portato alla precisa catalogazione degli elementi ancora in situ. Sono stati così individuati più di 90 frammenti che appartenevano ad almeno otto diversi telamoni e, di uno di essi, si conservavano circa i due terzi degli elementi originari che lo componevano. Questo nucleo omogeneo di blocchi è stato utilizzato per la ricostruzione del telamone, “fratello” di quello già ricostruito a fine Ottocento, ospitato al Museo archeologico “Pietro Griffo” dove è tuttora. Il curatore del progetto è l’architetto Carmelo Bennardo, attuale direttore del Parco archeologico di Siracusa, mentre l’esperto scientifico è l’architetto Alessandro Carlino. 

«Il lavoro che abbiamo condotto sul telamone e sull’intera area dell’Olympeion – dice Roberto Sciarratta, direttore del Parco della Valle dei templi – risponde perfettamente alla nostra mission di tutela e valorizzazione della Valle dei templi, insieme all’identificazione, alla conservazione, agli studi, alla ricerca e alla promozione di ogni intervento che porti lo sviluppo di risorse del territorio. Sin dal 2019, da quando sono alla guida del Parco, ho fatto mio il progetto del precedente direttore Pietro Meli, ma ho anche risposto al grande fascino esercitato da questi colossi di pietra, dal tempo antico ad oggi».

 

 

Info accesso al Parco

Il Parco Valle dei templi, con il supporto di CoopCulture, ha già annunciato eventi formativi per le guide turistiche a cui parteciperanno studiosi e archeologi coinvolti nel progetto di musealizzazione. È stata integrata, inoltre, l’app gratuita per i visitatori della Valle con notizie sul telamone e sull’antico Olympieion e sono stati realizzati cartelli esplicativi in italiano e inglese lungo il percorso che conduce all’area del tempio. È nata anche una linea di merchandising dedicata al telamone, in vendita nei bookshop della Valle dei templi. Sempre a cura di CoopCulture, nella prima domenica del mese (3 marzo, alle 16) a ingresso gratuito sarà invece organizzata una visita laboratorio, quasi una caccia al tesoro tra i ruderi del tempio, per bambini tra 6 e 12 anni che potranno così scoprire le caratteristiche, i segreti e le curiosità dell’antica e colossale struttura. 

Altre iniziative coinvolgeranno gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Agrigento: si sta lavorando a un puzzle in 3D che resterà nel Parco e all’organizzazione di giornate di “disegno en plein air”, sullo stile degli acquerellisti del Gran Tour, usando le diverse tecniche artistiche.

 

Scheda tecnica 

Il tempio di Zeus Olimpio sorgeva a sud della città antica, sulla parte occidentale della collina dei templi. Venne eretto in segno di ringraziamento per la vittoria di Akràgas sui Cartaginesi dopo il 480 a.C. per celebrare il prestigio del tiranno Terone. Furono escogitate soluzioni architettoniche mai viste prima, come le altissime semicolonne scanalate, in ognuna delle quali “poteva stare comodamente un uomo” (scrive Diodoro Siculo). Di dimensioni colossali, basti pensare che misurava circa 112 x 56 metri (il Partenone ad Atene misura 69,54 x 30,87 m.), occupava 6340 mq e fu realizzato in blocchi di calcarenite locale. A pianta inusuale (pseudoperipteroeptastilo, 7 semicolonne doriche sui lati corti e 14 sui lati lunghi), con l’architrave, composto da tre filari di blocchi, sormontato da un fregio dorico, dal geison e dalla sima. Negli spazi tra le colonne (intercolumni), a circa 11 metri d’altezza, erano posizionate le statue monumentali (telamoni) nell’atto di reggere con le braccia un gravoso carico. Il tempio fu irrimediabilmente compromesso da un terremoto nel 1401, poi depredato nel XVIII secolo  e i suoi blocchi utilizzati per costruire il molo di Porto Empedocle. 

Con il tempio della Concordia e i templi di Paestum, l’Olympieion affascinò viaggiatori ed eruditi tra ‘700 e ‘800, soprattutto Winckelmann, padre della moderna storia dell’arte, che ne sottolineò le dimensioni enormi paragonando le sue colonne a quelle di San Pietro. Con il contributo delle incisioni e degli acquerelli di Jean Houel e Philipp Hackert, nacque il mito del misterioso Olympieion. Gli archeologi si interrogavano su dimensioni e struttura, ma fu un giovane architetto britannico, Charles R. Cockerell, nel 1812, a individuare per primo l’esistenza dei telamoni – riconobbe una testa rinvenuta durante scavi borbonici, erroneamente attribuita al frontone – e combinarli in una prima figura. Sarà poi Pirro Marconi, intorno al 1920, a portare alla luce i diversi reperti che oggi fanno parte dell’attuale progetto di musealizzazione; e fu l’allora sovrintendente Pietro Griffo nel 1965, a collocare nel neonato Museo archeologico (a lui oggi intitolato) il primo telamone ricostruito. Negli anni successivi, il crescente interesse per i resti dei misteriosi colossi mai menzionati nella descrizione del tempio fatta da Diodoro, ha visto proseguire un acceso dibattito internazionale tra gli archeologi, che prosegue tutt’ora. 

 

Gela, l’assessore ai Beni culturali della Regione Sicilia,Scarpinato: «Lavori per il nuovo museo di Bosco Littorio- che ospiterà il relitto della nave greca, al rush finale»

 

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Il nuovo museo dei relitti greci di Bosco Littorio a Gela

 

 

I lavori di realizzazione del nuovo museo dei relitti greci di Bosco Littorio, a Gela, nel Nisseno, finanziati con fondi regionali nel 2014 per oltre 5 milioni di euro, sono ormai entrati nella fase conclusiva. Lo rende noto l’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato.

La struttura museale, progettata dalla Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Caltanissetta, che ne ha diretto anche i lavori, ospiterà il relitto della nave greca arcaica recuperata nelle campagne di scavo avvenute tra il 2003 ed il 2009 nei fondali marini gelesi di Bulala. Il relitto di eccezionale rilevanza storica, dopo il restauro dei legni eseguito nel laboratorio di Portsmouth in Gran Bretagna, in attesa del completamento dei lavori è ospitato all’interno di casse lignee nel museo archeologico regionale di Gela e, a breve, sarà trasferito nelle nuove sale dove è già in fase di realizzazione l’allestimento.

«Il museo – dice Scarpinato – è costituito da un grande salone espositivo, sala ristoro, uffici, biblioteca e sale multimediali Risulta sostanzialmente completo in ogni sua parte, compresi gli arredi e l’illuminazione. L’unica parte in fase di completamento è l’area esterna. Sono stati conclusi e collaudati anche i lavori edili. Non appena l’impresa esecutrice consegnerà l’immobile alla Soprintendenza, potremo avviare la delicatissima fase di ricomposizione del relitto».

La nave greca costituirà il principale elemento di attrazione del nuovo museo, insieme ai numerosi reperti che sono stati ritrovati nella fase di recupero. Sarà realizzato, inoltre, un percorso multimediale con l’ausilio di tecnologie che utilizzano realtà virtuale e aumentata, grazie alle quali sarà possibile immergersi nella vita dell’emporio greco, le cui strutture superstiti si trovano all’interno del sito di Bosco Littorio e dove, presumibilmente, era diretta l’imbarcazione oneraria. Sarà inoltre possibile rivivere virtualmente le fasi del naufragio. Filmati e led wall racconteranno ai visitatori le vicende legate al recupero del relitto e consentiranno l’approfondimento scientifico dei preziosi reperti archeologici esposti.

Archeologia, recuperato altorilievo ,raffigurante un quadrupede, nei fondali marini di San Leone ad Agrigento- Adesso trattamento di restauro

 

 

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Agrigento,

È stato recuperato dai fondali marini di San Leone ad Agrigento un altorilievo di oltre due metri di larghezza raffigurante un quadrupede, visto dal profilo sinistro. Si tratta di una grande struttura in pietra lavorata, riportata alla luce grazie a un’operazione congiunta della Soprintendenza del mare della Regione Siciliana e del parco archeologico della Valle dei Templi, con il nucleo Tutela patrimonio culturale dei Carabinieri di Palermo e il nucleo Carabinieri subacquei di Messina.

 

«È ancora prematuro stabilire l’origine e l’utilizzo dell’altorilievo – dichiara l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana Francesco Paolo Scarpinato –. Soltanto un attento lavoro da parte degli archeologi e dei tecnici potrà svelare la natura del reperto, già al vaglio degli esperti. L’incessante attività della Soprintendenza nelle azioni di tutela dei beni culturali sommersi conferma, ancora una volta, l’attenzione rivolta alla storia celata nei nostri fondali e operazioni come questa aprono nuovi scenari per la ricostruzione del passato».

 

Il reperto era stato segnalato lo scorso anno dall’associazione “BC Sicilia” e dopo alcuni tentativi di recupero, ostacolati dalle cattive condizioni meteo, è stato portato in superficie grazie all’utilizzo di palloni di sollevamento. Il pesante monolito è stato recuperato da un fondale di circa 10 metri, poco fuori dal porto della località balneare agrigentina e trainato con un mezzo nautico dei Carabinieri fino al molo del porto turistico. Da qui, con mezzi messi a disposizione dal Parco di Agrigento, l’altorilievo è stato collocato in una grande vasca realizzata nei laboratori di restauro per il necessario primo trattamento di desalinizzazione.

 

Il livello di conservazione è discreto ma occorrerà un’accurata opera di pulizia per rivelarne i particolari. In collaborazione con l’Università di Palermo, nelle prossime settimane, verranno condotte analisi di laboratorio per determinare la natura litologica e, possibilmente, la provenienza del materiale. Seguiranno indagini più squisitamente di tipo archeologico e storico-artistico per cercare di precisare natura, epoca e destinazione della grande scultura.

Illuminazione dei castelli siciliani, fondi per 61 siti. L’assessore Beni culturali della Regione Sicilia, Scarpinato: «Recupero dei luoghi»

 

 

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Palermo,

I Comuni destinatari dei contributi previsti dalla Regione Siciliana per l’illuminazione artistica dei castelli possono ufficialmente avviare le gare d’appalto per gli interventi. Dopo aver acquisito le convenzioni stipulate con gli enti, infatti, l’assessorato dei Beni culturali ha emesso i decreti di impegno permettendo così l’avvio dei progetti di recupero e valorizzazione su castelli, manieri, fortezze e torri.

«L’illuminazione artistica – afferma l’assessore Francesco Paolo Scarpinato – rappresenta un ulteriore volano per fare emergere e valorizzare i luoghi e monumenti della cultura. Le tecnologie innovative in questo campo, soprattutto, permettono non solo di dare un ulteriore impatto scenico ai monumenti nei loro paesaggi ma garantiscono risparmi, efficienza energetica e sostenibilità ambientale».

In base alla graduatoria definitiva del bando, i progetti che riceveranno i finanziamenti sono 61, per un importo complessivo di 5 milioni di euro a valere sulla riprogrammazione dei fondi del Piano di sviluppo e coesione. Si tratta di contributi a fondo perduto che potranno finanziare ogni singolo progetto fino a 90 mila euro

Beni culturali, oggi consegna dei lavori nella chiesa di Santa Maria di Gesù a Palermo

 

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Palermo,

Partiranno  oggi giovedì primo febbraio, gli interventi di recupero e messa in sicurezza di tutti gli elementi di pregio artistico della chiesa di Santa Maria di Gesù di Palermo. Il complesso monumentale era stato danneggiato dal disastroso incendio dello scorso 25 luglio.

Alle 10 l’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato, consegnerà alla ditta aggiudicataria i lavori. Gli interventi sono propedeutici alla futura operazione di restauro della chiesa quattrocentesca. Saranno presenti anche Selima Giuliano, Soprintendente per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo, e frate Vincenzo Bruccoleri, superiore del convento di Santa Maria di Gesù.

I teatri delle provincie siciliane saranno riqualificati Ecco i finanziamenti città per città

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L’assessore ai Beni culturali Francesco P.Scarpinato

Palermo,

Oltre due milioni di euro per riqualificare 13 teatri siciliani. Lo prevede un decreto dell’assessorato regionale dei Beni culturali che impegna le somme per lo scorrimento della graduatoria che era rimasta priva della copertura finanziaria. Si tratta di interventi destinati alla ristrutturazione, al ripristino e alla messa in sicurezza degli edifici. «Attraverso questi fondi – afferma l’assessore Francesco Paolo Scarpinato – preserviamo luoghi simbolo dei territori e, al tempo stesso, mettiamo in circolo economie consentendo a tecnici, aziende e operatori del settore di prestare la propria opera».

 

Le somme, che ammontano complessivamente a 2,34 milioni di euro, sono già disponibili e i beneficiari possono avviare le procedure di spesa. Nel dettaglio, i finanziamenti sono così ripartiti per provincia:

Agrigento: ex cinema Odeon, 231.073,80 euro; sala teatro “Luigi Pirandello nel cerchio del caos”, 196.367,77 euro; teatro ex chiesa di San Libertino, 231.073,80 euro.

Caltanissetta: teatro Antidoto di Gela, 207.818,50 euro; teatro Gaudium della Casa del Fanciullo di Campofranco, 184.241,54 euro.

Catania: Piccolo teatro della Città, 184.241,54 euro; teatro Grotta Smeralda 79.727,56 euro; ex cinema Palumbo di Paternò, 230.457,60 euro.

Messina: cineteatro comunale Aurora di Sant’Agata di Militello, 181.113,33 euro.

Palermo: teatro Santa Cecilia,186.475,88 euro.

Ragusa: teatro di Donnafugata, 135.023,41.

Archeologia Sicilia al Parco di Naxos la “Cultura come riflessione e dialogo tra la civiltà di ieri e di oggi”

 

 

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Siria e Turchia, paesi dilaniati dal tragico terremoto dello scorso febbraio, saranno tra i protagonisti della VI edizione del Premio “Comunicare l’Antico”, in programma domenica 3 settembre al Parco archeologico di Naxos (Teatro della Nike, ore 19.30), ispirato al tema “Fra Oriente e Occidente”. Un incoraggiamento alla difficile e complessa ripresa post-sisma che non può e non vuole dimenticare la valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale e archeologico dei due Paesi asiatici.

A ricevere il premio saranno, infatti, Nazir Awad, direttore generale dei musei e delle antichità della Siria, e il turco Rustem Aslan, direttore degli scavi archeologici a Troia. Ad Aslan si deve, nel 2018, l’apertura a Çanakkale – di fianco agli scavi dell’antica ed epica città di Priamo – del nuovo Museo archeologico di Troia: un progetto all’avanguardia già nel design della struttura e con un percorso espositivo dove alla ricchissima collezione di reperti sono accostati strumenti di narrazione innovativi come ologrammi, realtà aumentata e ricostruzioni 3D che, nel giro di poco tempo, hanno consentito di raddoppiare il numero di visitatori del sito.

Il Premio “Comunicare l’Antico” è organizzato dal Parco archeologico Naxos Taormina, diretto dall’archeologa Gabriella Tigano, in collaborazione con il festival Naxoslegge e con l’Archeoclub Naxos – Taormina – Valle Alcantara. Nasce nel 2017 da un’idea di Fulvia Toscano, direttore artistico del festival letterario Naxoslegge, ed è assegnato a studiosi e personalità italiane e straniere impegnate nella divulgazione della ricerca archeologica, storica e filologica, ma anche a enti e musei che hanno attuato strategie importanti di valorizzazione e comunicazione al grande pubblico.

«Ancora una volta – dice l’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Scarpinato – la cultura diventa strumento di riflessione e di dialogo fra civiltà di ieri e di oggi. Giardini Naxos e il Parco archeologico, con il Premio “Comunicare l’Antico”, fanno da nobilissimo scenario a un incontro fra Oriente e Occidente, nel segno dell’amore per la storia e il patrimonio culturale materiale e immateriale».

Gli altri premiati saranno Filippo Costarelli, professore emerito dell’Università di Perugia, già ordinario di Antichità greco-romane, tra i primi a contribuire alla divulgazione scientifica del patrimonio archeologico nazionale; gli archeologi Alfonsina Russo, direttrice del Parco archeologico del Colosseo, e Massimo Cultraro, dirigente di ricerca dell’Istituto di scienze del patrimonio culturale (Cnr-Ispc), docente dell’Università di Palermo e rappresentante del Ministero dell’Università e della ricerca; il Festival del Teatro classico dei giovani di Palazzolo Acreide, rappresentato dal direttore Sebastiano Aglianò; la Città di Agrigento, capitale italiana della Cultura 2025, rappresentata dal sindaco Francesco Miccichè. Infine, in occasione del 50° anniversario della scomparsa di J.R.R. Tolkien, sarà premiato John Garth, biografo e massimo studioso del romanziere britannico autore de “Il Signore degli Anelli”. A introdurlo Oronzo Cilli, tra i massimi esperti dello scrittore.

Ai premiati verrà donata una scultura, opera del maestro Turi Azzolina, ispirata alla maschera del satiro, figura ricorrente fra i reperti della collezione del Museo di Naxos.

 

 

Archeologia Sicilia, Scarpinato: «Ritrovata a Selinunte antica sima con testa di leone»

 

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Palermo
Una testa di leone in marmo prezioso intatta e in perfetto stato di conservazione. È un’antica sima, ovvero l’estremità superiore del tetto di un tempio, rinvenuta a Selinunte dall’archeologo Jon Albers durante le ricerche condotte dall’Università di Bochum.
La sima appena scoperta – il cui restauro sarà avviato nei prossimi mesi, a cantiere aperto, con la collaborazione di esperti tedeschi e italiani – sarà esposta da sabato 26 agosto all’antiquarium del Baglio Florio nel Parco archeologico di Selinunte. Si tratta di un reperto archeologico imponente, alto circa 62 centimetri per un peso di oltre 250 chili. In passato erano state rinvenute alcune decorazioni molto grandi, circa 70 centimetri d’altezza, provenienti dal Tempio di Eracle ad Agrigento e dal Tempio della Vittoria a Himera, realizzate in calcare locale di alta qualità, ma questa è sicuramente più preziosa data la sua fattura in marmo importato dalle isole greche, forse da Paros.
Un materiale estremamente raro, se si considera che nel IV secolo a.C. queste decorazioni erano realizzate in terracotta e successivamente in pietra. La sima aveva la doppia funzione di abbellire il tempio e di raccogliere l’acqua piovana che poi veniva fatta defluire da beccucci a forma di testa di leone. «Questa è una scoperta straordinaria, se si pensa che sono soltanto nove i templi del V secolo con una sima in marmo greco in tutta l’Italia meridionale e in Sicilia – afferma l’assessore ai Beni Culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato – e lascia presupporre che Selinunte abbia ancora tanto da raccontarci.
Anche lo stesso fatto che sia stata ritrovata nella zona portuale e negli immediati dintorni del quartiere delle fornaci dell’antica città, permette di avanzare ipotesi sia sui contatti commerciali della città che sulle capacità tecniche degli abitanti». Sebbene il blocco sia conservato molto meglio rispetto ad altri simili reperti, non risulta del tutto completato per la mancanza del caratteristico beccuccio per l’acqua; manca anche la criniera posteriore del leone e la decorazione nella parte superiore della lastra non è stata terminata.
Proprio per queste condizioni, la sima non solo fa ipotizzare l’esistenza di un tetto in marmo finora sconosciuto in Sicilia, ma permette anche di comprendere meglio i processi di produzione di questi elementi architettonici. La presentazione del prezioso reperto ritrovato è in programma sabato 26 agosto alle 16 all’antiquarium del Baglio Florio nel Parco archeologico di Selinunte, alla presenza di Ortwin Dally, direttore dell’Istituto Archeologico Germanico di Roma, dell’archeologo Jon Albers e del direttore del Parco di Selinunte, Felice Crescente. Il Baglio Florio sarà visitabile anche domenica mattina, approfittando dell’ultima alba teatrale.

Turismo, Regione Siciliana e Fondazione FS: un’occasione per ammirare sui binari della Sicilia i treni storici

 

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Sui binari della Sicilia tornano i treni storici della Fondazione FS, con un ricco programma che, da agosto a dicembre, permetterà di ammirare luoghi fra i più belli e affascinanti dell’isola. L’iniziativa, sostenuta e promossa dalla Regione Siciliana tramite l’assessorato del Turismo, dello sport e dello spettacolo, è realizzata in collaborazione con la Fondazione FS. Collegamenti e itinerari sono stati illustrati questa mattina, durante una conferenza stampa nel salone dei mosaici della stazione di Messina Marittima, da Elvira Amata, assessore regionale al Turismo, sport e spettacolo, Luigi Cantamessa, direttore generale della Fondazione FS, Sandro Pappalardo, consigliere di amministrazione dell’Eni – Agenzia nazionale turismo. Un treno storico, in partenza dal binario 1 della stazione di Messina Centrale, ha poi percorso l’itinerario da Messina sino a Capo D’Orlando.

Il programma dei treni storici in Sicilia prevede 51 appuntamenti sulle più belle e panoramiche linee ferroviarie dell’Isola e prenderà il via sabato 12 agosto per concludersi domenica 10 dicembre. Itinerari alla scoperta di un territorio ricco di bellezze storiche, architettoniche e di sapori unici, immaginato per connettere alcuni dei centri urbani più importanti – Palermo, Siracusa, Agrigento, Messina, Caltanissetta, Trapani – con luoghi custodi di panorami mozzafiato, sapori unici e storia millenaria, come Cefalù, Modica, Ragusa, Tusa, Porto Empedocle, Giarre, Castelvetrano. A ciascun itinerario in treno storico sono associate visite ed escursioni a cura dell’assessorato al Turismo, sport e spettacolo della Regione Siciliana.

«Anche per il 2023 la Regione Siciliana – ha sottolineato l’assessore Elvira Amata – promuove i treni storici, iniziativa ormai consolidata che coniuga in modo significativo l’idea di riproporre convogli d’epoca con l’obiettivo di valorizzare percorsi e itinerari sulle più belle e panoramiche linee ferroviarie della Sicilia. È un’occasione concreta di rafforzare, rendere compatibili e reciprocamente funzionali diversi segmenti del comparto turistico, da quello lento a quello sostenibile ed esperienziale, con l’intento di proporre un’offerta turistica il più possibile integrata e adeguata alle aspettative del visitatore, in piena coerenza con lo spirito che anima la programmazione dell’assessorato. Sono certa – conclude l’esponente del governo Schifani – che anche quest’anno registreremo sulle varie tratte ferroviarie in programma lo stesso entusiasmo e il particolare successo già riscosso nelle precedenti edizioni».

«Quest’anno – ha detto il direttore generale della Fondazione FS Luigi Cantamessa – venendo incontro alle specifiche richieste dell’assessorato al Turismo della Regione Siciliana, abbiamo ulteriormente potenziato l’offerta dei treni storici sui binari della Trinacria. Ben 51 collegamenti che consentiranno ai turisti, e non solo, di visitare i territori più belli dell’Isola arrivandovi a bordo di antiche vetture perfettamente restaurate. A partire da questa stagione, in composizione ai treni storici ci sarà anche una speciale carrozza bagagliaio allestita per il trasporto di 50 biciclette. Ecco dunque – conclude Cantamessa – tutti gli ingredienti per dare un importante contributo alla crescita qualitativa del turismo esperienziale in Sicilia».

Fra le novità di questa edizione, accanto alle carrozze Centoporte degli anni ’30 e Corbellini, la Fondazione FS, infatti, su esplicita richiesta dell’assessorato regionale, ha introdotto anche nuove tipologie di materiale rotabile storico, in particolare un bagagliaio capace di trasportare fino a 50 biciclette per tratta con l’obiettivo di incentivare l’intermodalità treno+bici sugli itinerari percorsi dai convogli d’epoca.

Il costo dei biglietti per il 2023 è di 2 euro a tratta per tutte le circolazioni in calendario. I titoli di viaggio saranno acquistabili su tutti i canali di vendita Trenitalia e direttamente a bordo treno fino ad esaurimento dei posti disponibili. Maggiori informazioni sui canali social e web della Fondazione Fs.

 

I treni storici in Sicilia, il programma:

Treno dei Templi: Caltanissetta – Agrigento bassa – Porto Empedocle S. (pomeridiano/serale): 3

Treno dei Templi: Caltanissetta – Agrigento bassa – Porto Empedocle S. (diurna): 3

Treno del Cioccolato: Caltanissetta -Modica: 1  

Treno dei Normanni: Messina – Cefalù: 1

Treno del Pistacchio: Messina – Giarre (Circumetnea): 1

Treno di Ortigia: Messina – Siracusa: 1

Treno del Mare e delle Civiltà Antiche: Palermo – Castelvetrano: 16

Treno dell’Olio e della Magna Grecia: Palermo – Castelvetrano: 2

Treno dei Templi: Palermo – Porto Empedocle: 2

Treno delle Stelle: Palermo – Roccapalumba: 1

Treno dell’Arte: Palermo  – Tusa: 3

Treno della Ceramica: Siracusa – Caltagirone: 1

Treno del Pistacchio: Siracusa – Giarre: 1

Treno del Barocco: Siracusa – Ragusa (pomeridiano/serale): 6  

Treno del Barocco: Siracusa – Ragusa (diurno): 6

Treno del Cioccolato: Siracusa – Modica (diurno): 1

Treno del Cioccolato: Siracusa – Modica (serale): 1

Treno dell’Olio e della Magna Grecia: Trapani – Castelvetrano: 1

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