Archeologia subacquea, ritrovato a Brucoli (Sr) il relitto del rimorchiatore Curzola

 

 

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Brucoli (Siracusa)

A quasi 90 anni dalla sua scomparsa è stato ritrovato il relitto del  rimorchiatore “Curzola”, del quale si erano perse le tracce al largo delle coste di Brucoli, nel Siracusano, il 12 marzo del 1935. Causa del naufragio furono verosimilmente le avverse condizioni meteo o una collisione con una nave ignota. A bordo del rimorchiatore un equipaggio composto da 18 uomini, 3 sottufficiali e 15 marinai. Non fu trovato nessun superstite. 
Le operazioni che hanno poi permesso, in maniera del tutto casuale, di identificare l’imbarcazione affondata, grazie alla presenza del nome ben evidente sulla poppa, sono state condotte dall’ispettore onorario per i beni subacquei di Siracusa, Fabio Portella, che si era messo sulle tracce di un sommergibile della seconda guerra mondiale, in stretto contatto con la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana. 
Il relitto è stato rinvenuto, all’apparenza pressoché intatto, ad una profondità di circa 120 metri e ad una distanza di 2,3 miglia dalla costa, al traverso di Capo Campolato, nei pressi di Brucoli. A causa dell’elevata profondità e delle difficili condizioni in cui operare, dovute alla completa oscurità, alla bassa temperatura e a problemi di decompressione, sarà improbabile riuscire a portare a galla parti del rimorchiatore. Certamente si procederà ad una documentazione video e fotografica. 
«Il ritrovamento del rimorchiatore Curzola –  afferma l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato – è per noi motivo di orgoglio e al tempo stesso di sorpresa. Desidero esprimere un plauso all’ispettore Portella e ai suoi collaboratori. Un professionista del mare dalle elevate capacità tecniche che ha operato in condizioni estremamente complesse…

Venerdi 10 Marzo giornata dedicata a Tusa. Scarpinato: «Tramandiamo suo amore per la Sicilia»

 

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Anche quest’anno venerdì 10 marzo torna la Giornata dei Beni Culturali Siciliani, dedicata alla memoria di Sebastiano Tusa, il grande archeologo e assessore regionale dei Beni culturali tragicamente scomparso nel disastro aereo avvenuto in Etiopia nello stesso giorno del 2019.
Per l’evento tutti i luoghi d’interesse culturale della Regione Siciliana, siti archeologici, musei, gallerie e  biblioteche, saranno aperti gratuitamente al pubblico. Oltre agli ingressi gratuiti, inoltre, i Parchi archeologici realizzeranno numerose attività.

«Iniziative come questa – afferma l’assessore regionale ai Beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato – testimoniano e ci permettono di comprendere quanto Tusa, uomo di grande capacità ed equilibrio, abbia amato quest’Isola. Un uomo che ha messo al centro del suo impegno il recupero della memoria storica pur essendo sempre proiettato in un futuro fatto di innovazione e sperimentazione. Il nostro obiettivo è tramandarne il ricordo e l’operato, affinché i suoi insegnamenti e le sue passioni possano continuare a vivere e ci consentano di portare avanti la sua visione dei beni culturali come strumento per la crescita della nostra regione».

Queste alcune fra le iniziative dei Parchi archeologici siciliani. Nella Valle dei Templi di Agrigento sarà possibile prendere a parte a visite guidate inedite, grazie all’apertura di luoghi esclusivi come le catacombe. A Selinunte il Parco archeologico organizzerà, al Baglio Florio e a Pantelleria nei locali comunali e nella sede del Parco nazionale, la proiezione di due cortometraggi dal titolo: “Oltre Selinunte” e “Appunti per la terra di Yrnm”,  in cui Tusa racconta “le storie” di due terre a cui fu profondamente legato. Nel Parco archeologico di Segesta sarà possibile prendere parte ad una speciale visita guidata al Tempio Dorico, dove saranno fornite ai visitatori le coordinate storico-geografiche inerenti l’antica colonia elima e illustrate alcune tradizioni storiche relative all’origine dei segestani. Al Parco archeologico di Siracusa sarà invece possibile prendere parte ai due eventi che si terranno nei locali del museo Paolo Orsi: alle ore 16.30 è previsto il laboratorio didattico “Piccoli Vasai”, dedicato ai giovani dai 6 ai 12 anni a cura di Civita Sicilia; alle ore 17.30 è in programma la proiezione del docufilm “Ciauru i risina: I ricordi di un maestro d’ascia”.
 
Numerose le altre attività in calendario per la Giornata del 10 marzo. Tra queste, all’Arsenale della Marina Regia di Palermo, prossima sede del primo Museo del Mare della Sicilia, la mostra “Sebastiano Tusa, una vita per la cultura”: cinque sezioni che grazie ad apparati multimediali, video, foto, documenti e reperti archeologici recuperati nei fondali siciliani, ripercorrono la storia del fondatore della Soprintendenza del Mare dai primi studi di archeologia preistorica fino alla costituzione dei primi gruppi di archeologia subacquea che hanno dato vita, nel 2004, alla Soprintendenza del Mare. In esposizione reperti provenienti dai ritrovamenti e dagli scavi effettuati in tutta l’Isola. Visite guidate dalle ore 9 fino alle 19.
Palazzo Montalbo, a Palermo, sede del Centro regionale Progettazione e restauro, si potrà fare una visita guidata alla preziosa struttura, con la sua biblioteca di ben 14 mila volumi e i suoi laboratori di diagnostica e di restauro, dove possono essere ammirati gli interventi di recupero più recenti e in programmazione, come diversi affreschi, alcuni dipinti murali e un manufatto tessile. La visita potrà essere effettuata dalle ore 9 alle 17.30, con orario continuato.
Sempre a Palermo, a Palazzo Abatellis, Palazzo Mirto e Oratorio dei Bianchi, tre diverse esposizioni facenti parte dell’iniziativa: “Tessuti e ricami per la storia del gusto dai saloni e dai guardaroba di antiche dimore”. Le mostre saranno visitabili, per i primi due siti fino al 26 marzo dalle ore 10 alle  19, mentre per l’Oratorio dei Bianchi attraverso un calendario di visite per gruppi alle ore 11–12-13-16-17.
Al museo archeologico regionale Antonio Salinas di Palermo un doppio appuntamento, la mattina alle 11 una visita guidata sui materiali provenienti da altri istituti museali ospitati in mostre temporanee nelle sale del piano terra e alle 16 una visita didattica, proposta da CoopCulture, tra i reperti del museo, per ripercorrere la vita tra studi e ricerche di Tusa.
Al museo regionale di Terrasini “Palazzo d’Aumale” sarà presentato il video di Riccardo Cingillo sul recupero del relitto di Marausa, prodotto dalla Soprintendenza del Mare. Il documentario è uno straordinario racconto delle diverse fasi del ritrovamento, recupero, restauro e musealizzazione dei resti di una nave oneraria romana del III secolo d.c., operazione diretta e coordinata da Tusa.
All’ex Dormitorio dei Benedettini a Monreale l’esposizione “Trame mediterranee”, una selezione di oggetti, tessuti e gioielli provenienti dall’omonimo museo di Gibellina, attraverso i quali si può ammirare l’apporto del Medio Oriente nella cultura europea e cogliere quella matrice culturale che accomuna i popoli mediterranei. L’ingresso alla mostra è consentito fino al 28 maggio dal lunedì al sabato dalle 9 alle 19, domenica e festivi dalle 9 alle 13.30.
Al museo regionale di Trapani “Agostino Pepoli”, alle 10 è in programma una conferenza di Cecilia Buccellato sul tema “Il rostro della Battaglia delle Egadi”: al centro del dibattito il reperto bronzeo a tridente appartenuto ad una nave romana affondata nel corso della battaglia svoltasi al largo dell’isola di Levanzo nel 241 a. C., scontro che pose fine alla Prima Guerra Punica. Recuperato a Trapani nel 2004, grazie a un’operazione del Comando carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, il prezioso rostro venne affidato in custodia giudiziale a Tusa, nella qualità di Soprintendente del Mare, che ne prescrisse il deposito nel Museo Pepoli di Trapani. Si tratta del primo di una lunga serie di rostri rinvenuti negli ultimi anni nello stesso tratto marino e ha dato il la alle proficue ricerche condotte dallo stesso Tusa sul tema della Battaglia delle Egadi.

La Soprintendenza di Siracusa completa il restauro del castello Maniace ..Migliorati i servizi

 

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Siracusa,

Ultimati i lavori di restauro nel castello Maniace di Siracusa. Le opere hanno riguardato la pavimentazione della corte d’ingresso, la ristrutturazione della sala adibita al servizio di custodia e, per quanto riguarda l’impiantistica, la riqualificazione dei servizi igienici e dell’impianto di smaltimento delle acque reflue.
Gli interventi, sotto la vigilanza della Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Siracusa, sono stati realizzati con risorse del Comune destinate alla valorizzazione dei siti archeologici e di interesse storico-culturale. «Oltre a valorizzare lo spazio interno al castello – evidenzia l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana Elvira Amata – l’intervento aveva l’obiettivo di migliorare le condizioni complessive di accessibilità alla sala ipostila, con i suoi 800 metri quadri di volte a crociera e di colonne in pietra luminosa, nella sobria architettura normanna. Un impegno coerente con l’impulso dato da questo governo di rendere sempre più attrattivo e fruibile il patrimonio regionale, garantendo a tutti i visitatori le migliori condizioni per apprezzare i nostri beni culturali». «Le opere di ammodernamento – precisa il soprintendente dei Beni culturali di Siracusa Salvatore Martinez – sono frutto della collaborazione tra istituzioni: in particolare il sindaco di Siracusa Francesco Italia, gli uffici del settore Mobilità e trasporti del Comune e la Siam S.p.a., società che gestisce il servizio idrico integrato».
Scheda tecnica L’ingresso al castello Maniace è segnato da un portale in marmi policromi oltre il quale si trova la corte creata a seguito della riedificazione spagnola dopo l’esplosione che nel 1704 provocò la distruzione di 15 delle 25 campate che facevano parte dell’originaria sala ipostila. La corte interna al castello, così riconfigurata, al termine del restauro del 2017, si presentava con fasce incrociate in calcestruzzo grezzo che delimitavano una maglia quadrata ricoperta da ghiaietto che richiamava le preesistenti campate della sala ipostila.
Con i lavori di restauro è stata mantenuta la geometria preesistente con interventi sulle fasce che sono state realizzate nella stessa pietra calcarea che ricopre il pavimento della sala e rivestimento dello spazio interno con il cocciopesto. All’intersezione delle fasce, sono state disegnate, in pianta, la forma e le dimensioni delle basi e delle colonne preesistenti. La campata centrale, infatti, era costituita da colonne monolitiche accostate che mettevano in evidenza il centro del castello, focalizzato dall’impluvium.
Il basamento del portale monumentale, all’ingresso della corte, era composto da un rettangolo di pietre laviche e calcaree sconnesse che, grazie al progetto di restauro, sono state regolarizzate e sarcite per rendere il piano calpestio meno accidentato e più agevole da percorrere, riacquistando la piena fruibilità di un suggestivo spazio interno che sarà reso disponibile anche per manifestazioni ed eventi culturali.

 

 

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Foto Ufficio Stampa -Reg. Sicilia

 

 

Palermo,

La necropoli punica di Solunto, che ricade all’interno del territorio di Santa Flavia, nel Palermitano, è stata riaperta dalla Regione Sicilia  al pubblico e torna a essere visitabile dopo oltre 15 anni di abbandono. La zona accoglie circa 220 sepolture scavate nella roccia calcarenitica che sono state portate alla luce alla fine dell’Ottocento da Antonino Salinas e da Francesco Saverio Cavallari, in occasione dei lavori per il tracciato della linea ferroviaria.
«La riapertura dell’area della necropoli di Solunto – spiega  l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana, Elvira Amata – assume un significato particolare perché rappresenta un momento di recupero dell’identità di un territorio. La riappropriazione di un bene culturale, che vede l’intera comunità partecipare attivamente, è un’occasione straordinaria di recupero del passato e di costruzione di una nuova narrazione. I parchi archeologici devono sempre più agire da catalizzatori dell’offerta culturale creando le condizioni perché possa svilupparsi un’economia locale sostenibile e ricettiva nei confronti di una domanda sempre più attenta ai dettagli».
Gli interventi di ripristino, effettuati grazie all’accordo tra il Parco archeologico di Himera, Solunto e Monte Iato e il Gal Metropoli Est, diretto da Salvatore Tosi, hanno coinvolto la Caritas di Bagheria con alcuni giovani che stanno scontando la pena detentiva alternativa e il Comune di Santa Flavia. I lavori di ripristino del sito sono stati condotti sotto il controllo degli archeologi Emanuele Tornatore, della società Walk About e Laura Di Leonardo, funzionaria del parco.
«Il successo dell’iniziativa che ha visto all’inaugurazione un grandissimo numero di visitatori – informa il direttore del parco, Domenico Targia – va esteso al Comune di Santa Flavia che ha contribuito alla pulizia straordinaria dell’intero quartiere in cui ricade la necropoli e con il quale è già in corso una preziosa collaborazione per una maggiore valorizzazione dei luoghi».
Scheda tecnica

Le tombe, scavate nella roccia secondo le tre tipologie normalmente associate alle inumazioni, sono orientate per lo più in direzione est-ovest. Il tipo di tomba prevalente è quello a camera ipogeica con accesso da est, preceduta da uno spazioso dromos (corridoio d’ingresso) a gradini. La tomba a camera è per lo più di tipo “familiare” utilizzata per varie generazioni da età classica fino a epoca ellenistica. Tra i materiali rinvenuti in questo settore, oggi conservati al museo archeologico regionale Salinas di Palermo, si possono trovare alcune tanagrine, ovvero statuette femminili colorate di età ellenistica datate intorno al III-II secolo a.C. 

La tomba a camera presenta forma quadrangolare ed è chiusa da un lastrone di pietra; al suo interno si trovavano un letto funebre e una nicchia. All’esterno, sul lato meridionale del dromos, si trova una banchina utilizzata per il rito funerario o per accogliere altre sepolture. Sempre nel dromos potevano trovare posto tombe a enchytrismòs, ovvero sepolture infantili a inumazione dentro grandi anfore. Altro tipo di tombe che si trovano nella necropoli di Solunto sono quelle a “cassa” lungo il cui perimetro è predisposto un incasso per il posizionamento dei lastroni di copertura e quelle a semplice fossa rettangolare con fondo piano, di varie dimensioni, di solito usata per inumazioni infantili. In genere erano tombe ricoperte da lastre di terracotta.

Vallelunga, si scoprono dagli scavi archeologici nella villa romana tre nuovi edifici

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La villa romana di età imperiale (I-II secolo d.C.), emersa nel corso degli scavi archeologici condotti in località Manca, a Vallelunga Pratameno, in provincia di Caltanissetta, continua a regalare preziosi ritrovamenti.
Le ricerche effettuate in questi mesi nella zona più meridionale hanno fatto emergere, infatti, almeno tre edifici a pianta rettangolare che si distribuiscono secondo una pianificazione urbanistica non sempre regolare e che prospettano verso una zona centrale sulla quale sembra aprirsi anche un altro vano che presenta consistenti tracce di bruciato e resti di concotto.
Il rinvenimento, negli scorsi mesi, di alcune tegole con bollo lascia pensare che la villa sia collegabile a un personaggio della cerchia pubblica romana.
Le ricerche sono state avviate tra il 2020 e il 2021 a seguito dell’attività di vigilanza della Soprintendenza dei Beni culturali di Caltanissetta sui lavori del raddoppio della linea ferrata Catania-Palermo.
«L’attività di vigilanza svolta dalla Soprintendenza di Caltanissetta – dice l’assessore ai Beni culturali e all’Identità siciliana, Elvira Amata – ci sta restituendo un’importante testimonianza della vita economica dell’entroterra siciliano in quell’area che per i romani era il granaio dell’impero. Le scoperte effettuate ci consegnano l’emozione di una testimonianza della ricca attività economica della provincia di Caltanissetta su un importante asse di collegamento viario e creano le condizioni per lavorare ancora di più alla valorizzazione delle aree interne della Sicilia».
«Il ritrovamento di abbondante materiale ceramico di scarico all’esterno degli ambienti – evidenzia la soprintendente Daniela Vullo – lascia ipotizzare un’attività di produzione e lavorazione che ancora non siamo in grado di definire dettagliatamente. Mentre gli edifici individuati presentano caratteristiche costruttive che stiamo riscontrando in modo costante».
 
Scheda tecnica dei ritrovamenti
Le costruzioni individuate nel corso dell’ultima fase di scavo, quasi sempre a pianta rettangolare, sono costituite da almeno quattro vani in sequenza secondo un prevalente asse nordest-sudovest, fatta eccezione di uno, l’edificio IV, che presenta un orientamento chiaramente divergente. In tre casi, l’angolo sudovest interno del vano è delimitato da un muretto semicircolare ed è pavimentato da un lastricato di ciottoli ben costipati; probabilmente si tratta di un vano-ripostiglio per derrate o altri oggetti. Alcuni ambienti di questo insediamento si ritiene dovessero essere utilizzati come deposito o magazzino. È il caso, ad esempio, dell’ambiente posto al centro dell’attuale area di scavo che ha restituito una notevole quantità di anfore da trasporto riconducibili, secondo una prima analisi, a 3-4 tipologie prevalentemente di produzione africana che si collocano cronologicamente tra IV e V secolo d.C.
L’insediamento, che è di grandi dimensioni, doveva avere degli spazi la cui funzionalità deve ancora essere individuata, come il grande ambiente rettangolare (edificio X) interamente pavimentato con ciottoli di piccole dimensioni che sembra essere stato privo di copertura e probabilmente utilizzato come ricovero per animali.
Un altro dato interessante, che proviene dagli ultimi scavi, riguarda la sequenza della frequentazione del sito. La villa si colloca chiaramente su una precedente fase che è stata individuata, al momento, nella zona nord-orientale di un terzo saggio aperto a sud dell’edificio. Le strutture individuate sono pertinenti a una costruzione a pianta quadrata o rettangolare al cui interno si imposta un grande impianto circolare a doppio paramento per il quale, al momento, è prematuro avanzare ipotesi funzionali dal momento che lo scavo non è ancora stato completato.
Dall’abbondanza dei tipi di ceramica rinvenuti, fra i quali si distinguono lucerne, anfore, vasellame da mensa in sigillata africana, ma anche alcune monete, collocabili entro un arco cronologico compreso tra il II ed il IV sec. d.C. si desume la lunga vita di questo interessante complesso edilizio che aveva trovato il suo principale sostentamento nello sfruttamento, a scopi cerealicoli, del vasto territorio attraversato dal Torrente Belici.
Le indagini archeologiche sono curate dalla Soprintendenza dei Beni culturali di Caltanissetta diretta da Daniela Vullo e dal dirigente della sezione archeologica, Filippo Spagnolo, in sinergia con la responsabile archeologa di Italferr, Valeria d’Amico. Le operazioni di scavo sul campo sono seguite dagli archeologi Cristina Restivo, Paolo Scifo e Italo Giordano, coordinati da Marina Congiu e con la direzione tecnica di Andrea Simeoni per la ditta appaltatrice dei lavori. 

 

 

Cultura: apertura musei del Comune a Catania nel periodo natalizio

Cultura

 

I musei e i siti culturali del Comune di Catania resteranno aperti per tutto il periodo natalizio eccetto che il 25 (e il 26 per i musei Greco e Belliniano),  per offrire a cittadini e turisti la possibilità di arricchire di arte e cultura le visite e le passeggiate nel centro storico animato da mercatini, musica e iniziative di solidarietà.
 

Questo il calendario:
-Museo Civico Castello Ursino
24 dicembre ore 9,30 – 13,00
25 dicembre chiusura
26 dicembre ore 9,30 – 19,00
31 dicembre ore 9,30 – 13,00
1 gennaio ore 16,00 – 19,00
La biglietteria chiude un’ora prima.
 
Palazzo della Cultura            
24 dicembre ore 9,00 – 13,00
25 dicembre chiusura
26 dicembre ore 9,00 – 13,00
31 dicembre ore 9,00 – 13,00
1 gennaio chiusura
(Il Libero scambio di Palazzo della Cultura rimarrà chiuso al pubblico per inventario nei giorni 24 e 31 dicembre)
 
-Chiesa San Nicolò l’Arena      
24 dicembre ore 9,00 – 13,00
25 dicembre chiusura
26 dicembre ore 9,00 – 13,00
31 dicembre ore 9,00 – 13,00
1 gennaio ore 9,00 – 13,00
Per il camminamento di Gronda la biglietteria chiude un’ora prima.
 
 -Museo Belliniano
24 dicembre ore 9,00 – 13,00
25 dicembre chiusura
26 dicembre chiusura
31 dicembre ore 9,00 – 13,00
1 gennaio ore 16,00 – 19,00 (biglietto ridotto 2 euro)
La biglietteria chiude mezz’ora  prima.

-Museo Emilio Greco
24 dicembre ore 9,00 – 13,00
25 dicembre chiusura
26 dicembre chiusura
31 dicembre ore 9,00 – 13,00
1 gennaio chiusura
Il biglietto si acquista al Museo Belliniano

 

Archeologia, al Salinas il 21 dicembre la presentazione dei vasi ciprioti del Met di New York:

 

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Foto Reg. Siciliana

Palermo,

Quattro preziosi vasi ciprioti che fanno parte del patrimonio del Metropolitan Museum di New York saranno esposti nelle sale del piano terra del Museo archeologico regionale “A. Salinas” di Palermo. La mostra sarà presentata mercoledì 21 dicembre alle 11 al Salinas (in piazza Olivella) alla presenza dell’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Elvira Amata, del dirigente generale del dipartimento Beni culturali, Franco Fazio e della direttrice del Museo, Caterina Greco.

L’esposizione, frutto dell’accordo internazionale sottoscritto nello scorso mese di settembre tra il Salinas e il museo newyorkese, sancisce l’avvio di una collaborazione stabile che prevede oltre al reciproco prestito di opere d’arte, anche la realizzazione di iniziative di studio e ricerca congiunte.

Grazie a questo accordo, i visitatori del “Met”-  comunica la Regione Siciliana – possono già ammirare, nelle sale dedicate all’arte greca arcaica, tre importanti reperti provenienti da Selinunte che fanno parte delle collezioni del Salinas: un rilievo metopale con la raffigurazione del ratto di Eos e Kephalos, un’arula con il medesimo soggetto e una lucerna arcaica in marmo di fattura cicladica.

 

Fondi Po Fesr, Sicilia in linea con gli obiettivi. Schifani garantisce: «Spenderemo tutte le somme assegnate»

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Palermo,

Più di 5.500 progetti finanziati, quattro miliardi e duecento milioni di euro di impegni di spesa, dei quali oltre due miliardi e seicento milioni già pagati e più di due miliardi certificati a Bruxelles, con previsioni in linea con il target previsto per il 2022. Sono alcuni tra i dati emersi al Comitato di sorveglianza del Po Fesr Sicilia 2014-2020, che si è tenuto oggi a Palermo, a Palazzo d’Orléans, sede della Presidenza della Regione.
«Neanche un euro sarà restituito a Bruxelles – dice il presidente della Regione, Renato Schifani – ma spenderemo fino in fondo tutte le somme che l’esecutivo comunitario ha assegnato alla Regione Siciliana. E lo faremo superando le criticità, con progetti che saranno coerenti con la mission iniziale del Programma»
«Oggi  – spiega l’assessore all’Economia, Marco Falcone – abbiamo potuto verificare l’andamento del Po Fesr 2014-2020. C’è qualche criticità, certamente, ma i direttori dei dipartimenti che oggi sono stati chiamati a confrontarsi con la Commissione europea hanno garantito che il Programma raggiungerà gli obiettivi previsti. Nel frattempo la Sicilia ha già ottenuto da Bruxelles l’approvazione della programmazione 2021-2027. Il presidente Schifani lo ha già comunicato, con l’apprezzamento ricevuto da diversi organismi istituzionali, e oggi stiamo lavorando con la Commissione Ue anche sull’avvio del nuovo Programma. Alcune procedure del 2014-2020 che non potranno essere completate entro l’anno prossimo verranno traghettate nel 2021-2027. È questo il principio di continuità per ridurre i gap della Sicilia. Il governo Schifani – conclude l’assessore – è impegnato nel raggiungimento di questi obiettivi e siamo convinti che alla fine metteremo in campo delle azioni utili con una ricaduta positiva per il nostro territorio».
Il responsabile dell’Autorità di gestione del Po Fesr, Federico Lasco, ha quindi illustrato ai partecipanti lo stato di attuazione del Programma operativo. Per fine anno si prevede di certificare gli ultimi 72,8 milioni di euro per raggiungere il target di spesa previsto al 31 dicembre 2022. «Con il Comitato abbiamo analizzato tutte le criticità e le opportunità – ha sottolineato Lasco – La vera sfida sarà quella di rendicontare l’anno prossimo oltre 1,8 miliardi di euro. Abbiamo piena coscienza dello sforzo che ci troviamo davanti, e con la Commissione europea stiamo lavorando fianco a fianco, con grande spirito di collaborazione e approccio operativo, per risolvere le problematiche e centrare tutti gli obiettivi previsti, nel rispetto dei principi di efficacia e qualità della spesa».
Oggi si è discusso anche della proposta di rimodulazione finanziaria, dall’importo complessivo di oltre seicento milioni di euro, che riguarderà tutti gli assi del Programma, con particolare riferimento ai settori ricerca e innovazione, sanità, competitività delle imprese, energia, ambiente e rifiuti, infrastrutture e mobilità. «Il Comitato è andato molto bene – ha detto Willibrordus Sluijters, capo unità per l’Italia e Malta della Commissione europea – ma abbiamo tante risorse da spendere per chiudere il 2014-2020 e stiamo affrontando una significativa rimodulazione delle risorse. Una settimana fa abbiamo approvato il nuovo Programma 2021-2027, che è il più grande d’Italia. Bisogna, quindi, mettere in cantiere anche tutte le procedure per attivarlo, e ci lavoreremo soprattutto nella prossima primavera. Insomma, sappiamo che abbiamo davanti un anno molto impegnativo assieme alla Regione».

Beni culturali, Vanessa Beecroft a Palazzo Abatellis: mercoledì 7 dicembre per presentare “VB94”

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Palermo,
Mercoledì 7 dicembre alle 10 alla Galleria regionale della Sicilia “Palazzo Abatellis”, via Alloro 4, a Palermo, verrà presentata alla stampa VB94 di Vanessa Beecroft.  Lo comunica la Regione siciliana.
L’installazione sarà poi aperta al pubblico giovedì 8 dicembre con una performance che si svolgerà dalle 18 alle 21, nella stessa Galleria regionale, e che accompagnerà l’esposizione di sculture inedite realizzate dall’artista, in mostra fino all’8 gennaio 2023.
Il progetto, realizzato in collaborazione con l’associazione Amici dei musei siciliani e con il sostegno dell’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana, è stato appositamente realizzato dall’artista per Palazzo Abatellis ed è ideato e prodotto da Vanessa Beecroft Studio – Los Angeles, con la partecipazione della Galleria Lia Rumma, Napoli/Milano e il supporto della famiglia Planeta.
Interverranno Elvira Amata, assessore dei Beni culturali e dell’identità siciliana, Evelina De Castro, direttrice di Palazzo Abatellis, Bernardo Tortorici, presidente associazione Amici dei musei siciliani, l’artista Vanessa Beecroft e  il compositore Gustave Rudman.

Villa Romana del Casale patrimonio dell’Unesco da 25 anni- Domani si presenterà il nuovo Piano di gestione

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La Villa Romana del Casale di Piazza Armerina celebra 25 anni di iscrizione nel World Heritage List, la lista dei siti riconosciuti patrimonio mondiale dell’Unesco. Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato dall’Onu il 6 dicembre del 1997 (contestualmente alla Valle dei Templi di Agrigento) in quanto “supremo esempio di villa romana di lusso” e per “i mosaici che la decorano, eccezionali per la loro qualità artistica ed invenzione, così come per la loro estensione”.

«Un importante anniversario – ha detto l’assessore dei Beni culturali e dell’identità siciliana, Elvira Amata – che ci rende orgogliosi, ma che sollecita, al contempo, una riflessione sulla ottimizzazione nella gestione del nostro patrimonio culturale. La Villa romana del Casale è un bene che il mondo ci invidia per la pregevolezza dei contenuti e dei mosaici, di grande raffinatezza; tutto il comprensorio del Parco archeologico è un unicum. Bisogna fare, però, ancora di più. Dobbiamo riuscire a comunicare con sempre maggiore efficacia il valore del nostro patrimonio affinché diventi sempre più attrattivo e capace di generare una tangibile crescita economica per il territorio».

Per l’occasione il Parco archeologico di Morgantina Villa romana del Casale  diretto da Liborio Calascibetta, ha organizzato due giornate di lavoro a Palazzo Trigona: prima iniziativa di un anno che si prospetta ricco di eventi. Domani alle 16 si presenterà il nuovo “Piano di Gestione del sito Unesco Villa Romana del Casale”, alla presenza dell’assessore regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana, Elvira Amata, di studiosi e di autorità civili e religiose del territorio.

Mercoledì 7 dicembre alle 16 si svolgerà la conferenza stampa di presentazione di un nuovo progetto video che porta le firme di Oliviero Toscani e Pietrangelo Buttafuoco. Si tratta di un video-documentario “Vedere/immaginare. L’arte vista da chi non vede”, che nasce dall’idea del fotografo di fama internazionale Oliviero Toscani, scritto con Francesco Pontorno e la voce narrante del giornalista Pietrangelo Buttafuoco, per raccontare i mosaici della Villa Romana del Casale da una prospettiva inedita. Il video racconterà la Villa del Casale a chi non può goderla con gli occhi. Il progetto prevede il racconto dei mosaici attraverso un’esperienza sensoriale in cui la visione andrà oltre la vista, e sarà realizzato in primavera e diventerà fruibile prima della prossima estate.