Crollo Torre dei Conti, l’operaio rumeno di 66 anni, rimasto sotto le macerie non ce l’ha fatta: estratto dopo 11 ore ma era già in arresto cardiocircolatorio

 

 

Soccorsi alla Torre dei Conti e uno dei crolli (Afp)

 

 

Nonostante i giganteschi sforzi dei vigili del fuoco, non ce l’ha fatta Octay Stroici, l’operaio 66enne di origini romene rimasto per oltre 11 ore sotto le macerie del crollo della Torre dei Conti ai Fori Imperiali a Roma.

L’uomo, che era stato cosciente per tutte le lunghe ore trascorse sotto le macerie , era stato sottoposto a massaggio cardiaco in ambulanza, ancora sul posto, ma le sue condizioni erano apparse gravissime. Octay Stroici è arrivato già in arresto cardiocircolatorio all’Umberto I ed è morto un’ora dopo.

Alle ore 23.05   – una comunicazione del Policlinico – il paziente Octay Stroici è giunto al Pronto Soccorso in arresto cardiocircolatorio. E’ stato sottoposto a manovre di rianimazione cardiopolmonare che secondo quanto riferito dal personale del 118 erano già state avviate sul luogo del crollo. All’arrivo presso il Dea, Dipartimento Emergenza Urgenza, l’équipe medica ha proseguito le manovre rianimatorie per circa un’ora. Nonostante ciò la ripresa dell’attività cardiaca spontanea non è riuscita. Nonostante i tentativi effettuati il decesso è stato constatato alle ore 00.20“.

SOVRINTENDENZA “TORRE ERA CHIUSA DAL 2007: E PARADOSSALMENTE -AFFERMA “DI AVER VERIFICATO LA STATICITA’ DELL’OPERA”

 

 

 

la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali comunica:

Il crollo di questa mattina della Torre dei Conti a Largo Corrado Ricci ha interessato il contrafforte centrale del lato meridionale e ha provocato a sua volta il collasso di parte del sottostante basamento a scarpa. Un secondo crollo ha interessato parte del vano scala e del solaio di copertura. La Torre era chiusa dal 2007 e per il suo recupero è stato stanziato uno dei finanziamenti più consistenti del Pnrr “Caput Mundi”.  L’intervento in corso, denominato “ID 26 – Tor de’ Conti – Restauro e allestimento dell’edificio”, ha un importo complessivo di 6.900.000 euro e prevede opere di consolidamento statico, restauro conservativo, installazione di impianti elettrici, illuminotecnici, di sollevamento e idrici, abbattimento delle barriere architettoniche, allestimento museale dedicato alle fasi più recenti dei Fori Imperiali, realizzazione di un Centro Servizi per l’Area Archeologica Centrale, di una sala conferenze e di spazi espositivi, oltre a un percorso di visita alla Torre e alla parte ipogea.

Attualmente è in corso il primo stralcio dei lavori, avviato a giugno 2025 e sostanzialmente concluso, per un importo di circa 400.000 euro, comprendente la bonifica dall’amianto e lavorazioni preliminari. Prima dell’avvio delle opere sono state effettuate indagini strutturali, prove di carico e carotaggi per verificare l’idoneità statica della struttura, che avevano attestato le condizioni di sicurezza necessarie per procedere agli interventi sui solai.

Il crollo di questa mattina della Torre dei Conti a Largo Corrado Ricci ha interessato il contrafforte centrale del lato meridionale e ha provocato a sua volta il collasso di parte del sottostante basamento a scarpa. Un secondo crollo ha interessato parte del vano scala e del solaio di copertura. La Torre era chiusa dal 2007 e per il suo recupero è stato stanziato uno dei finanziamenti più consistenti del Pnrr “Caput Mundi”. Lo rende noto la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. L’intervento in corso, denominato “ID 26 – Tor de’ Conti – Restauro e allestimento dell’edificio”, ha un importo complessivo di 6.900.000 euro e prevede opere di consolidamento statico, restauro conservativo, installazione di impianti elettrici, illuminotecnici, di sollevamento e idrici, abbattimento delle barriere architettoniche, allestimento museale dedicato alle fasi più recenti dei Fori Imperiali, realizzazione di un Centro Servizi per l’Area Archeologica Centrale, di una sala conferenze e di spazi espositivi, oltre a un percorso di visita alla Torre e alla parte ipogea.

Attualmente è in corso il primo stralcio dei lavori, avviato a giugno 2025 e sostanzialmente concluso, per un importo di circa 400.000 euro, comprendente la bonifica dall’amianto e lavorazioni preliminari. Prima dell’avvio delle opere sono state effettuate indagini strutturali, prove di carico e carotaggi per verificare l’idoneità statica della struttura, che avevano attestato le condizioni di sicurezza necessarie per procedere agli interventi sui solai.

Roma, crolla una parte della Torre dei Conti: un operaio è ancora sotto le macerie La Procura apre un’inchiesta per il reato di lesioni colpose Tanti affermano le possibili responsabilità della Soprintendenza

 

RESPONSABILITA’  DELLA  SOPRINTENDENZA LOCALE?   LA  PROCURA APRE UN’INCHIESTA

Roma –

Un operaio è rimasto ferito nel parziale crollo della Torre dei Conti in largo Corrado Ricci, vicino ai Fori imperiali, a Roma. L’uomo è stato estratto dalle macerie dai Vigili del fuoco e affidato al personale del 118. Si tratta di un 64enne, che ha riportato un trauma cranico.

Un altro operaio sarebbe ancora sotto le macerie. I Vigili del fuoco stanno cercando di capire come agire per procedere all’estrazione dell’uomo. Arrivati anche i nuclei speciali. Pochi minuti prima delle 13, infatti, altri calcinacci sono caduti dal tetto provocando un’enorme nube di polvere. Il nuovo crollo ha investito alcuni vigili del fuoco, impegnati nelle operazioni per estrarre l’operaio ancora bloccato tra le macerie. I vigili del fuoco coinvolti nel secondo crollo sono tutti incolumi.

 

“Sono in corso delle operazioni molto complesse con i Vigili del fuoco e la Protezione civile perché c’è una persona che è intrappolata dentro”E’ quanto ha spiegato il prefetto di Roma, Lamberto Giannini dopo i crolli. “Non sappiamo le condizioni ma ci sono dei segnali che sia ancora viva – ha sottolineato -. Si era già riusciti a localizzare questa persona e a stabilire un contatto, ma purtroppo c’è stato un crollo. Nessuno dei Vigili del fuoco fortunatamente è rimasto ferito, ma è caduto altro materiale. La persona ha dato segnali perché mentre stavano facendo il primo intervento i Vigili del fuoco sono riusciti a mettere delle protezioni, preservandolo dall’ulteriore crollo”……

Altri tre operai, che erano al lavoro sulle impalcature di sostegno alla Torre ed erano rimasti bloccati, sono stati recuperati dai vigili del fuoco con un’autoscala. La Procura di Roma ha aperto un’indagine. Si procede al momento per l’ipotesi di lesioni colpose.Era una ristrutturazione. Tanti affermano già che l’organo di controllo di queste strutture molto antiche è la Soprintendenza locale che ha annotato, come fanno tutte le Soprintendenze del territorio italiano, queste antichità in un apposito registro per il controllo della staticità nonchè  la manutenzione periodica..  Indagano intanto  i carabinieri.

Qualcosa si muove ai Beni culturali della Regione Sicilia lacerata dalla corruzione di gran parte dei dirigenti,, hanno creato una Commissione per le eredità immateriali

 

beni culturali commissione

 

 

Palermo,

Ricostituita questa mattina la commissione per le eredità immateriali della Regione Siciliana, l’organismo dedicato alla catalogazione, alla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale immateriale dell’Isola che gestisce il Registro delle eredità immateriali della Sicilia (Reis).

«Un lavoro di squadra fondato su ascolto e confronto, per dare vita a provvedimenti efficaci a tutela e promozione dell’identità siciliana – ha dichiarato l’assessore ai Beni culturali e all’Identità siciliana Francesco Paolo Scarpinato – . Ringrazio la precedente commissione grazie alla quale numerose istanze hanno trovato riscontro, a testimonianza dell’attenzione e della sensibilità dell’assessorato verso le esigenze del territorio e delle comunità locali. Alla nuova commissione auguro buon lavoro: avrà un’impostazione multidisciplinare, capace di coniugare conservazione e innovazione nei percorsi da intraprendere».

Della nuova commissione, che avrà la durata di tre anni, fanno parte Ettore Sessa (presidente), Maria Frisella (vicepresidente) e tre componenti: don Vito Impellizzeri (preside della Facoltà Teologica di Sicilia), Maddalena De Luca (dirigente dei Beni culturali) e Orietta Sorgi (dirigente in quiescenza). Fanno inoltre parte della commissione il segretario Paolo Valentini (funzionario del dipartimento Beni culturali) e Laura Cappugi, direttrice del Centro regionale per l’Inventario e la catalogazione.

Identità siciliana, i tesori sommersi dell’Isola esposti negli Stati Uniti al Museo di storia naturale “Fernbank” di Atlanta

 

 

Mostra Sunken Treasures Ancient Seas

 

 

 

Preziosi reperti archeologici siciliani saranno i protagonisti della mostra “Sunken Treasures, Ancient Seas” che approderà negli Stati Uniti per un doppio appuntamento: dal 4 ottobre 2025 all’11 gennaio 2026 al Museo di storia naturale “Fernbank” di Atlanta e, successivamente, da gennaio a maggio al Museo di storia di Mobile, città dell’Alabama.

L‘iniziativa, promossa dalla Soprintendenza del mare della Regione Siciliana in collaborazione con “Contemporanea Progetti” di Firenze, rappresenta un’opportunità unica per far conoscere al pubblico americano le straordinarie ricchezze archeologiche custodite nei fondali dell’Isola. Attraverso innovative tecnologie video, infatti, i visitatori saranno trasportati virtualmente sotto la superficie del mare per scoprire antichi relitti, preziosi reperti e testimonianze storiche millenarie. L’esposizione, arricchita da uno storytelling appositamente sviluppato, permetterà di assistere alla riscoperta del passato e di ammirare le più moderne attrezzature subacquee utilizzate per riportare alla luce la storia sommersa.

«Una ricca selezione che racconta la storia antica del Mediterraneo in un percorso espositivo che darà la possibilità al pubblico statunitense di approfondire gli eventi che hanno caratterizzato le vicende storiche della nostra civiltà – commenta l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato – Il racconto degli scavi subacquei condotti in questi ultimi vent’anni dalla Soprintendenza del mare della Regione Siciliana consentirà una nuova lettura della storia dell’archeologia subacquea e un nuovo approccio verso il patrimonio sommerso da parte dei visitatori americani».

Il percorso espositivo presenterà alcuni dei reperti più significativi recuperati dai mari della Sicilia: dai rostri della celebre battaglia delle Egadi agli elmi rinvenuti nei fondali di Levanzo, dai lingotti in piombo di Capo Passero alle monete in bronzo del tesoretto punico di Pantelleria. Non mancheranno i preziosi lingotti in oricalco dei fondali di Gela e le anfore provenienti da Cala Minnola a Levanzo, oltre a reperti da Pantelleria, Messina, Panarea e Mondello.

Particolare attenzione sarà riservata alle straordinarie ceramiche a vernice nera del relitto di Capistello, a Lipari, e ai reperti recuperati dal relitto Panarea III, situato a 114 metri di profondità. Completeranno la selezione le stoviglie in terracotta e i gioielli del relitto di Scauri, a Pantelleria, insieme a straordinari manufatti provenienti da Marsala, Mazara del Vallo, Trapani, San Vito Lo Capo, Marausa e Petrosino. I reperti esposti sono stati concessi grazie alla collaborazione tra diversi enti: la Soprintendenza del mare della Regione Siciliana, il Parco archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria, il Parco Lilibeo di Marsala, l’Associazione museo del mare e della navigazione siciliana “Florio” e il Museo nazionale delle attività subacquee di Ravenna – The historical diving society.

«Si tratta di un’occasione straordinaria – dice il Soprintendente del mare, Ferdinando Maurici – per presentare il nostro patrimonio culturale sommerso e far conoscere millenni di storia della civiltà del Mediterraneo, finora sepolta nei fondali marini. La Sicilia è ricchissima di beni culturali sommersi e poterli presentare al pubblico americano rappresenta un valore aggiunto importante per le politiche culturali della nostra regione».

Una sezione speciale della mostra sarà dedicata alla nascita della subacquea moderna e allo sviluppo dell’archeologia subacquea in Italia. Grazie al contributo della Historical diving society – Museo nazionale delle attività subacquee di Ravenna, saranno esposti strumenti e attrezzature d’epoca che racconteranno le gesta dei pionieri di questa disciplina, offrendo al pubblico una prospettiva completa sull’evoluzione delle tecniche di esplorazione dei fondali marini.

 

Beni culturali, ritrovato a Sutera (Monte San Paolino ) un polycandelon-candeliere integro di epoca bizantina

 

Polycandelon di Sutera

 

 

Caltanissetta,

Un polycandelon medievale in bronzo, ovvero un candeliere, integro e con quattro alloggiamenti per lucerne del diametro di circa quindici centimetri, è stato rinvenuto nel corso delle indagini archeologiche attualmente in corso a Monte San Paolino, a Sutera, in provincia di Caltanissetta. L’attività di scavo è condotta dai Gruppi archeologici d’Italia con la direzione scientifica della Soprintendenza di Caltanissetta e la collaborazione del direttore del Centro regionale per la progettazione e il restauro della Regione Siciliana, Ferdinando Maurici.

Il manufatto, costituito da una corona circolare collegata a un nucleo centrale più piccolo tramite quattro barre radianti, con elementi cruciformi a separare i tre alloggiamenti esterni, era in origine sospeso mediante catenelle.

«Il polycandelon di Sutera – ha detto l’assessore ai Beni culturali e all’Identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato – si conferma notevolissimo per tipologia, datazione, stato di conservazione e circostanze del ritrovamento. Si deve pensare a un occultamento volontario, verosimilmente in un momento di grave pericolo, come l’invasione musulmana del IX secolo. Non si tratterebbe, infatti, dell’unico oggetto di pregio o di veri e propri tesori monetali nascosti in simili circostanze e noto alla letteratura archeologica. Ringrazio i volontari, il sindaco e l’amministrazione comunale di Sutera, il Comandante e i militari della Stazione dei Carabinieri per la preziosa collaborazione fornita».

Dalle risultanze dello scavo appare evidente che il candeliere sia stato accuratamente occultato in un foro ricavato nella roccia gessosa del castello di Sutera, oggi quasi del tutto scomparso e sigillato con un tappo di malta.

Soddisfazione per la scoperta è stata espressa anche dalla Soprintendente ai Beni culturali di Caltanissetta, Daniela Vullo, e dal direttore del Crpr, Ferdinando Maurici che hanno sottolineato l’importanza di una stretta collaborazione fra Soprintendenza, Comune di Sutera e Gruppi archeologici d’Italia.

Nei fondali delle Egadi rinvenuti nuovi reperti tra cui un elmo “Montefortino”

 

Elmo

 

 

Eccezionale recupero archeologico nelle acque delle Isole Egadi, lo scorso agosto, a opera dei subacquei altofondalisti della Società per la documentazione dei siti sommersi (Sdss), guidati da Mario Arena sotto la supervisione della Soprintendenza del Mare, con il supporto dell’Area marina protetta, del Comune di Favignana e della Capitaneria di porto. Tra i reperti riportati in superficie spicca un elmo di bronzo del tipo “Montefortino”, in straordinario stato di conservazione e completo di paraguance. Il manufatto proviene dall’area in cui si svolse la battaglia delle Egadi del 241 a.C., nella prima guerra punica tra Roma e Cartagine.

«L’elmo “Montefortino” è uno dei più belli e completi mai recuperati – commenta l’assessore ai Beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato – Questi ritrovamenti non solo arricchiscono la conoscenza storica della battaglia del 241 a.C., ma rafforzano l’immagine della nostra Isola come custode di un’eredità culturale unica al mondo. È un risultato straordinario, frutto del lavoro congiunto della Soprintendenza del Mare, delle professionalità impegnate nelle ricerche e del sostegno di istituzioni e fondazioni internazionali. Continueremo a investire nella tutela e nella valorizzazione di questo patrimonio, consapevoli che rappresenta una risorsa identitaria e culturale fondamentale per la Sicilia».

Dal cosiddetto “relitto del banco dei pesci”, risalente al V secolo d.C., è stata inoltre recuperata una grande maniglia in bronzo, di uso ancora incerto. I reperti sono stati sottoposti a un primo trattamento conservativo a cura delle restauratrici della Sdss, reso possibile anche grazie al contributo del mecenate statunitense Michel Garcia.

Parallelamente, nello studio radiologico del dottore Giuseppe Perricone, a Trapani, sono state eseguite tac su circa trenta reperti metallici fortemente ricoperti di incrostazioni. Le indagini hanno permesso di identificare armi come spade, lance e giavellotti, utilizzati nella battaglia del 241 a.C. e rimasti per secoli custoditi dai fondali. L’attività di ricerca e recupero si è avvalsa, negli anni, anche del sostegno della Rpm Nautical Foundation, fondazione privata statunitense che, con propri fondi e con l’impiego di una nave oceanografica, ha affiancato la Soprintendenza del Mare.

Inoltre, è stato pulito il rostro numero 25 già recuperato in una precedente campagna: è romano e presenta l’iscrizione “Ser.Solpicio C.F. Quaestor Probavi(t)”, probabilmente: “Servio Sulpicio, questore, figlio di Gaio, approvò”, sottinteso il rostro. Il Gaio, di cui il questore nominato era figlio, potrebbe ipoteticamente essere Gaio Sulpicio, console dal 243 a.C. e dunque in piena prima guerra punica.

Giarre (Catania) disco verde ai lavori di restauro della chiesa del Convento degli Agostiniani Scalzi

 

Chiesa del Convento degli Agostiniani Scalzi

 

Prendono il via i lavori di restauro della chiesa del Convento degli Agostiniani Scalzi, a Giarre, nel Catanese. L’intervento rientra nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza e punta ad adeguare la struttura alle moderne norme di sicurezza e antisismiche e a restaurare e preservare il patrimonio culturale e artistico contenuto nel luogo di culto.

«Con l’avvio del restauro di questa chiesa – ha detto l’assessore ai Beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato – il governo Schifani conferma l’impegno a tutelare e valorizzare i luoghi simbolo della nostra identità. Si tratta di un intervento importante, reso possibile grazie ai fondi del Pnrr, che restituirà alla città di Giarre e a tutti i fedeli un bene prezioso, mettendolo in sicurezza e riportandolo al suo antico splendore»

L’importo del finanziamento è di 1,1 milioni di euro e la chiusura del cantiere è prevista per il 23 marzo 2026. A eseguire i lavori sarà la Edilzeta spa di Modica, sotto la direzione della Soprintendenza dei beni culturali. Nel dettaglio, gli interventi riguarderanno le coperture, la staticità delle strutture murarie portanti, le finiture e il restauro degli elementi architettonici storici, con l’obiettivo di restituire alla comunità un bene identitario in condizioni di piena sicurezza e rinnovata bellezza.

Beni culturali, il 2 settembre “Una giornata particolare a Ustica” per sollecitare i temi cruciali del nostro tempo

 

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Incontri e riflessioni dedicati agli aspetti storici, archeologici e ambientali della prima Area marina protetta d’Italia, nel cuore del Mediterraneo. In quest’ambito si svolgerà, il 2 settembre, “Una giornata particolare a Ustica”, l’iniziativa organizzata nell’isola dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, in collaborazione con la Fondazione Sebastiano Tusa, che vedrà protagonista Aldo Cazzullo, giornalista e scrittore volto noto del panorama culturale italiano. Editorialista del “Corriere della Sera” e autore di numerosi saggi di successo, Cazzullo è apprezzato per la sua capacità di raccontare la storia, l’identità nazionale e i valori civili in modo accessibile e coinvolgente. A dibattere con lui saranno altre firme dell’editoria italiana: Donata Agnello, Emanuele Lauria, Lino Morgante, Antonello Piraneo, Piero Pruneti, Nino Rizzo Nervo, Marco Romano, Emanuela Rosa Clot. .

«Questa giornata – sottolinea l’assessore ai Beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato – rappresenta un’occasione per stimolare una riflessione collettiva su temi cruciali per il nostro tempo, come lo sviluppo sostenibile, la tutela ambientale, la salvaguardia del patrimonio archeologico, terrestre e marino, e la valorizzazione del paesaggio e degli ecosistemi del Mediterraneo».

Con il contributo di Cazzullo, il programma offrirà spunti di approfondimento sul Mediterraneo come spazio di dialogo e di civiltà, sul mito di Ulisse e sul valore della memoria storica, temi centrali nel suo percorso di autore e divulgatore. Nel corso della giornata sarà possibile scoprire le meraviglie di Ustica, dalle testimonianze del villaggio preistorico dei Faraglioni agli itinerari culturali sommersi realizzati dalla Soprintendenza del Mare, un esempio virtuoso di valorizzazione del patrimonio culturale subacqueo a livello nazionale e internazionale.

«La Soprintendenza del Mare – spiega il soprintendente Ferdinando Maurici – fin dalla sua nascita, con Sebastiano Tusa, ha sviluppato progetti scientifici di grande livello. Oggi continuiamo a portare avanti le nostre numerose attività legate alla ricerca, alla tutela, alla fruizione e alla valorizzazione del patrimonio culturale sommerso, strumenti indispensabili per il più ampio progetto di salvaguardia dell’ecosistema marino».

A fine giornata il presidente della Fondazione Tusa, Valeria Li Vigni, conferirà a Cazzullo il “Premio per la cultura del Mediterraneo”, riconoscimento dato a personalità che si distinguono nella promozione della conoscenza del patrimonio sommerso, del dialogo tra popoli e sponde che interagiscono nello studio e nell’approfondimento della cultura mediterranea.

Di seguito il programma dell’evento del 2 settembre:

– ore 11:30 – Saluti e interventi istituzionali. Presentazione alla stampa della manifestazione “Una giornata particolare a Ustica”.
– ore 13:00 – Light Lunch.
– ore 19:30  – “Una giornata particolare a Ustica” con Aldo Cazzullo intervistato da Donata Agnello, Emanuele Lauria, Lino Morgante, Antonello Piraneo, Piero Pruneti, Nino Rizzo Nervo, Marco Romano, Emanuela Rosa Clot. Modera l’incontro Felice Cavallaro. A seguire, conferimento del “Premio per la cultura del Mediterraneo” ad Aldo Cazzullo.

Tutela beni culturali , rimpatriati da Londra reperti archeologici trafugati

 

 

Eracle | Mythologiae

Mitologia greca. Eracle

 

 

 – Roma,
Il 25 giugno 2025, a conclusione di attività di indagine finalizzate al contrasto del traffico illecito in ambito internazionale di beni culturali sottratti al patrimonio indisponibile dello Stato italiano, i Carabinieri del Reparto Operativo del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), con il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, hanno rimpatriato 6 reperti archeologici che erano stati localizzati nel Regno Unito
Trattasi, nello specifico, di una epigrafe romana in marmo con iscrizione funeraria in latino dedicata a Lucio Calpurnio Aeliano, risalente al I sec. d.C., sottratta dalla collezione archeologica di Villa Celimontana di Roma nel periodo del primo dopoguerra ed esportata all’estero in violazione delle norme di tutela. La stele marmorea veniva individuata a seguito del controllo eseguito dalla Sezione Archeologia del Reparto Operativo TPC su immagini di oggetti d’arte pubblicate sul web di una casa d’aste inglese la quale, in considerazione degli elementi probatori acquisiti dai Carabinieri TPC, manifestava ampia collaborazione alla restituzione.
Sono stati, inoltre, rimpatriati un bronzetto etrusco raffigurante Eracle, del III-II sec. a.C., provento di furto perpetrato nel 1988 in un’abitazione privata a San Casciano in Val di Pesa (FI), un bronzetto romano attribuito al I-II sec. d.C. che raffigura un bambino in posizione da seduto, due oinochoe (VI-V sec. a.C.) e un alabastron (II-I sec. a.C.) – entrambi in pasta vitrea di età romana, scavati clandestinamente da aree archeologiche nazionali e commercializzati illecitamente all’estero. Anche questi antichi manufatti, il cui rientro in Italia è stato coadiuvato dal personale TPC addetto della cooperazione internazionale, venivano localizzati sul sito on-line di una casa d’aste londinese grazie al costante monitoraggio da parte della Sezione Elaborazione Dati del Comando TPC che, con mirate ricerche supportate dalla comparazione delle immagini di beni culturali con quelle catalogate nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti” – in uso al Comando TPC – hanno permesso di provare la illecita provenienza dei reperti e la loro spontanea restituzione da parte dell’operatore commerciale. Il valore dei beni, oltre a rappresentare rilevante espressione storico-scientifica del patrimonio culturale italiano, è stato stimato a circa 100.000,00 euro.
L’epigrafe della collezione di Villa Celimontana, dopo il suo rimpatrio in Italia, è stata esposta al Museo dell’Arte Salvata, riaperto al pubblico il 26 giugno scorso con un nuovo percorso espositivo dal titolo “Nuovi Recuperi”, insieme a una selezione di circa cento opere ritrovate dai Carabinieri TPC.