Cultura, il 25 aprile musei e parchi archeologici regionali aperti e gratuiti

 

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Giovedì 25 aprile, in occasione della Festa della Liberazione, i musei e i parchi archeologici regionali saranno aperti gratuitamente così come proposto dal ministero della Cultura. Un’iniziativa che mira a rendere accessibile il patrimonio artistico e archeologico a tutti i cittadini siciliani, oltre che un’occasione per mantenere vivo il ricordo di fatti e accadimenti altamente simbolici per tutto il Paese.

Ingresso libero anche nelle giornate del 2 giugno e 4 novembre in occasione rispettivamente della Festa della Repubblica Italiana e della Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate.

Napoli,i leoni della Fontana degli Incanti escono dalla segrete del Maschio Angioino. Oggi avviati al restauro

 

 

Napoli,

La Fontana degli Incanti, in piazza Salvatore di Giacomo, riacquisterà il suo antico fascino grazie ad un intervento di restauro che prevede anche la ricollocazione dei leoni dei quali, per anni, si era persa memoria.

Gli elementi decorativi sono stati rinvenuti, dopo quarant’anni, nelle segrete del Maschio Angioino. L’individuazione nei mesi scorsi, grazie al lavoro di squadra tra il Servizio Arredo urbano e mobilità sostenibile, il Servizio Arte e beni culturali e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli. Con i lavori di restauro della Fontana degli Incanti, infatti, è stata avviata anche un’opera di ricerca bibliografica e archivistica nell’ambito della quale sono stati effettuati dei sopralluoghi nei depositi comunali. Grazie al materiale documentale è stato quindi possibile affermare che i grandi frammenti ritrovati a Castel Nuovo, dei quali era incerta l’attribuzione, erano proprio parte degli antichi leoni. Oggi le statue sono state trasferite in laboratorio per il completo restauro e la sistemazione nella collocazione originaria. Nel frattempo, in piazza Salvatore di Giacomo sono già in corso i lavori a cura della ABC per la sistemazione dell’impiantistica della fontana.

“Stiamo portando avanti da mesi il restauro delle fontane cittadine, non solo per l’aspetto funzionale e decorativo che rivestono – ha sottolineato il sindaco Gaetano Manfredi – Quasi sempre esse rappresentano testimonianze significative di storia urbana e crediamo che le fontane vadano recuperate, quando è possibile, per come erano un tempo. Nel caso della Fontana degli Incanti potremo presto tornare ad ammirarla come ormai la si poteva vedere solo in qualche foto di mezzo secolo fa”.

“Lungo la costa sono già state restaurate la Fontana del Gigante in via Partenope, la Fontana della Sirena in piazza Sannazzaro e la Fontana del Sebeto a largo Sermoneta – ha ricordato l’assessore alle Infrastrutture Edoardo Cosenza – Nel caso della Fontana degli Incanti il restauro si completa con il recupero dei leoni che sono stati per anni ‘dimenticati’. Ringrazio l’architetto Valeria Palazzo, dirigente del Servizio Arredo Urbano, e quanti stanno lavorando a quest’intervento che ci consentirà di restituire alla fontana la sua integrità artistica”.

La fontana degli Incanti, disegnata da Giovanni da Nola per volere del viceré Pedro de Toledo nel XVI secolo, fu inizialmente posizionata in piazza dell’Olmo, poi divenuta piazza del Porto o del Mercato di Porto, sita a metà tra le attuali piazza Bovio e piazza Municipio, ovvero nella attuale Via Alcide de Gasperi. Durante i tumulti di Masaniello venne fortemente danneggiata, e riparata più volte nel corso del XVIII secolo, finché nel 1834, l’architetto Pietro Bianchi (l’autore della basilica di San Francesco di Paola) la ricostruì del tutto. La fontana, nel periodo del Risanamento, venne poi smontata dalla sua posizione originaria e ricollocata nella piazza Salvatore di Giacomo all’inizio del XX secolo. È chiamata “degli Incanti” perché una leggenda narra che una potente strega della città, usasse l’acqua di quella fonte per i suoi “incanti”; ma è anche detta della Cöccövàja perché nel XVI secolo, quando al vertice della fontana fu scolpito lo stemma del viceré, al popolo la sagoma parve identica a quella di una civetta che, in latino, si traduce appunto “cocovaja”.

Area archeologica Neapolis di Siracusa: domani si celebrerà la più grande mostra scultorea a cielo aperto di Igor Mitoraj

 

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Siracusa,

Una performance teatrale e musicale, con oltre 40 artisti, per celebrare la più grande mostra scultorea a cielo aperto di Igor Mitoraj, visitabile già dal 26 marzo scorso e che coinvolgerà alcuni dei luoghi più straordinari e suggestivi della Sicilia fino al 31 ottobre 2025. La cerimonia si terrà domani  martedì 16 aprile alle 17.30 nell’area archeologica Neapolis di Siracusa, con uno spettacolo dedicato al mito di Icaro, scritto e diretto dalla regista Gisella Calì e accompagnato dalle musiche inedite di Lello Analfino.
Parteciperanno l’assessore ai Beni culturali Francesco Paolo Scarpinato, l’assessore al Territorio Elena Pagana, il direttore del Parco archeologico di Siracusa Carmelo Bennardo, il presidente dell’Atelier Mitoraj Jean Paul Sabatié, il direttore del parco dell’Etna Giovanni Laudani, il dirigente generale del dipartimento Beni culturali Mario La Rocca, il curatore della mostra Luca Pizzi e il direttore culturale Roberto Grossi.
Delle 27 opere monumentali che compongono il percorso espositivo, 25 potranno essere ammirate all’interno del Parco archeologico di Neapolis a Siracusa mentre si innalzerà a 1700 metri sulle pietre laviche dell’Etna l’opera bronzea del “Teseo Screpolato” e dallo spazio antistante al Castello Maniace a Ortigia la scultura alata “Ikaria” guarderà verso il Mediterraneo.
«È un progetto in cui la Regione Siciliana crede molto – dichiara l’assessore ai Beni culturali Francesco Paolo Scarpinato – perché tende a valorizzare lo straordinario patrimonio storico e archeologico della regione, come il Parco di Neapolis, in una logica innovativa. Una mostra di caratura internazionale che saprà richiamare nuovo pubblico e rafforzare l’immagine della Sicilia nel mondo, anche come volano per il turismo e l’economia».
Le opere realizzate tra il 1993 e il 2014 in bronzo, ghisa, travertino e resina, si integrano con i luoghi che le accolgono. Lo stile espressivo di Mitoraj e la sua poetica, ricca di surrealismo e simbolismo, si manifestano, infatti, in armonia e continuità con i modelli della tradizione classica e romana dialogando, allo stesso tempo, con la natura. L’area archeologica e l’esposizione di Mitoraj per la prima volta potranno essere visitate con il biglietto d’ingresso unico di 16,50 euro. L’orario di apertura è dalle 8.30 alle 19.30 con acquisto dei biglietti fino alle 18.00. La mostra è promossa dal Parco archeologico di Siracusa Eloro, Villa del Tellaro e Akrai, prodotta da Atelier Mitoraj, in collaborazione con Mediatica e Tate, con il patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Siciliana, assessorato dei Beni culturali e dell’identità siciliana, assessorato del Territorio e dell’ambiente. Collaborano anche l’assessorato dell’Agricoltura, con il Parco dell’Etna, con il Demanio forestale, i Comuni di Ragalna e di Siracusa.

Taormina, Isola Bella domani riapre al pubblico: 2023 da record con 20 mila visitatori in un mese

 

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Taormina,

L’Isola Bella di Taormina riaprirà al pubblico domani, venerdì 12 aprile, dopo gli ultimi lavori iniziati nel novembre scorso e conclusi in questi giorni. Si tratta di uno dei siti gestiti dal Parco archeologico Naxos Taormina che dal 2021 ha finanziato una complessa serie di interventi di manutenzione straordinaria per oltre un milione di euro.

 

«Attività e cantieri di lavoro sono stati appositamente pianificati nella bassa stagione – sottolinea l’assessore regionale ai Beni culturali e all’identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato – anche in considerazione della natura del sito, da sempre amatissimo e affollatissimo di bagnanti tutto l’anno, con un picco di presenze in estate. Proprio nell’agosto 2023 Isola Bella ha registrato il suo storico record di visitatori con oltre 20 mila ingressi in un solo mese».

 

L’ultimo intervento ha riguardato il rinnovo e la messa a norma di tutto l’impianto elettrico nei vari corpi abitativi di Villa Bosurgi, la dimora a padiglioni che caratterizza l’isolotto dal momento che è mimetizzata fra le rocce e la rigogliosa vegetazione. Il rifacimento dell’intero impianto, danneggiato durante una mareggiata, è costato oltre 500 mila euro.

Tra il 2021 e il 2023, inoltre, sono stati realizzati altri interventi di manutenzione straordinaria e di risanamento conservativo di alcuni vani dell’edificio e dei viottoli esterni che collegano fra loro i vari padiglioni. Un’azione complessa e articolata, anche questa  interamente a carico del Parco di Naxos e Taormina, per l’importo di circa 340 mila euro.

 

«A questo – afferma la direttrice del parco archeologico, Gabriella Tigano – si sono aggiunti dei lavori realizzati in somma urgenza per circa 200 mila euro, come il ripristino della condotta idrica interrata e spostata dall’urto di ondate e marosi nello scorso inverno, il consolidamento della volta della darsena, la messa in sicurezza di un costone di roccia e di un pino marittimo lungo il sentiero percorso dai visitatori, oggi ancorato con funi d’acciaio».

Circondata dal mare e collegata alla terraferma da un sottile istmo di terra soggetto ai cicli fisiologici di bassa e alta marea, Isola Bella è un sito delicatissimo che ogni anno necessita di complessi lavori di manutenzione programmati durante la bassa stagione dal Parco di Naxos e Taormina. Gli interventi degli ultimi tre anni hanno restituito ai visitatori una serie di ambienti della storica Villa Bosurgi, esempio di bioarchitettura ante-litteram per via della conformazione a padiglioni mimetizzata fra le rientranze naturali delle rocce e il lussureggiante parco botanico. Ristrutturati i due piani del corpo principale e le spettacolari terrazze protese sul mare, le porte segrete nascoste nella roccia, la piscina coperta e quella all’aperto (in cui è stata installata una rete di protezione) e ancora i sentieri che si incuneano nel verde e approdano a una serie di incantevoli terrazzini sul mare nella parte più selvaggia.

Al primo piano della villa, nell’area allestita a museo, una serie di pannelli documentali racconta la storia dell’isolotto, dal Grand Tour all’inglese Lady Florence Trevelyan, dai set cinematografici del Novecento fino alla famiglia degli ultimi proprietari, i Bosurgi. A fianco c’è la piccola raccolta di reperti archeologici recuperati nei fondali dell’isolotto. Fra questi il bellissimo volto femminile (pròtome) trovato nel 1967 impigliato fra le reti da un pescatore e la spada, che rimanda a esemplari islamici e bizantini, scoperta da volontari nel 1991, recuperata dai Carabinieri e restaurata a Firenze.

 

Isola Bella è visitabile tutti i giorni, dalle 9 alle 18.30 (orario primaverile). Il costo del biglietto è di 5 euro (intero) o 2,50 euro (ridotto).

Beni culturali Sicilia , i siti culturali, in particolare la Valle dei Templi ad Agrigento, attraggono visitatori da tutto il mondo

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Palermo,

Boom di visitatori – comunica la Regione Sicilia – nel corso del week-end pasquale per i siti culturali della Sicilia, che continuano ad attrarre visitatori da tutto il mondo. Dai maestosi templi greci agli affascinanti resti romani, dai musei ricchi di tesori ai parchi archeologici, l’Isola ha offerto un viaggio indimenticabile attraverso secoli di storia e di cultura.

«L’impareggiabile ricchezza culturale e monumentale – sottolinea il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani – si conferma per la Sicilia uno dei principali elementi attrattivi dei flussi turistici, al pari del patrimonio naturale. È un giacimento di bellezze, di storia inesauribile sul quale il mio governo continua a investire per far crescere ulteriormente una delle voci più importanti della nostra economia. Il gradimento dei visitatori lo dimostra in modo incontrovertibile. Per questo ci stiamo impegnando per la valorizzazione e la promozione di siti come nel caso del Telamone della Valle dei Templi e per una rafforzata tutela come nel caso della Villa romana del Casale di Piazza Armerina, dove mi sto spendendo in prima persona per risolvere alcune criticità».

«La Sicilia si conferma una destinazione culturale di prim’ordine – afferma l’assessore ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato – Con l’avvio della stagione primaverile ci aspettiamo che questo trend positivo continui e che sempre più persone possano scoprire e apprezzare le meraviglie che la nostra regione ha da offrire».

Nel week-end di Pasqua (sabato, domenica e lunedì di Pasquetta) alto numero di presenze nei siti regionali. Al Teatro antico di Taormina e al Museo e all’area archeologica di Naxos i visitatori sono stati quasi 8.500; segue la Valle dei Templi con il Museo archeologico Pietro Griffo, che ha sfiorato i 6 mila biglietti. Oltre 2.500 i turisti che hanno ammirato i mosaici della Villa romana del Casale di Piazza Armerina, nell’Ennese. Bene il Trapanese con il Parco archeologico di Selinunte che ha registrato 1.277 ingressi, superato dal Parco di Segesta, in piena ripresa dopo il devastante incendio dello scorso anno, con quasi 1.371 persone. Nel Palermitano record di presenze al Duomo di Monreale, con il chiostro scelto da 817 visitatori. Il castello della Zisa, sotto restauro, ha accolto 118 turisti, mentre il Museo archeologico Antonino Salinas, dov’è in corso la mostra “Sicilia/Grecia/Magna Grecia”, ne ha contati 120 e la Galleria di Palazzo Abatellis ha raggiunto quota 286. 

I numeri registrati nel week-end pasquale confermano un ottimo trend di presenze nel 2024. Un andamento che già adesso lascia ipotizzare un nuovo record complessivo di presenze per quest’anno, dopo il dato storico del 2023.

Archeologia Sicilia,dopo un degrado trentennale adesso si pensa al concorso di restauro teatro greco di Eraclea Minoa: il 4 aprile presentazione del progetto

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Agrigento,

Porre fine al degrado trentennale dell’area archeologica di Eraclea Minoa e, nello stesso tempo, permetterne la fruizione e la valorizzazione, salvaguardando l’unicità di un sito straordinario. È questo il principale obiettivo del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi e dell’Ordine degli architetti di Agrigento, che hanno bandito un concorso internazionale di idee per il restauro e la conservazione del teatro greco di Eraclea Minoa.

La commissione valutatrice ha selezionato e aggiudicato il progetto dello studio Francesco Cellini di Padova, che sarà presentato giovedì 4 aprile alle 10,30 al Parco Valle dei Templi, Casa Sanfilippo, ad Agrigento.

All’evento saranno presenti l’assessore ai Beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato; il direttore del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, Roberto Sciarratta; il sindaco di Cattolica Eraclea, Santo Borsellino; il componente della commissione giudicatrice, Giuseppe Parello; il presidente dell’Ordine degli architetti di Agrigento, Rino La Mendola; il vincitore del concorso di progettazione, Francesco Cellini.

Beni culturali Sicilia , al Teatro Antico di Taormina partono i lavori di restauro del “portico post scena”, il retro della scena che si apre a sud sul grandioso paesaggio dell’Etna

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Sono iniziati al Teatro Antico di Taormina i lavori di restauro conservativo del “porticus post scaenam”, il retro della scena che si apre a sud sul grandioso paesaggio dell’Etna e del mare. Un intervento voluto e programmato dal Parco archeologico Naxos Taormina, diretto dall’archeologa Gabriella Tigano, che segue a distanza di circa settant’anni lo storico restauro del grande archeologo Luigi Bernabò Brea, al quale si deve l’attuale configurazione del complesso monumentale con cui da allora (1958-59) è conosciuto in tutto il mondo. 

 

I lavori di restauro in corso sono interamente finanziati dal Parco Naxos Taormina per un importo di circa 500 mila euro. Il progetto è del “Laboratorio per l’Architettura Storica stp srl” di Palermo, il direttore dei lavori è l’architetto Saverio Renda, l’impresa esecutrice è la ditta “Siqilliya srl” di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina).

 

A sostenere il progetto si è unita anche American Express che, con il coordinamento di Artfin, ha partecipato allo studio progettuale architettonico, propedeutico a questi interventi di restauro e conservazione di uno dei monumenti più iconici del patrimonio archeologico siciliano.

 

«Anche stavolta, come è accaduto nel 2022 per il restauro delle gradinate, non sarà necessario interrompere la fruizione del sito da parte dei visitatori che anzi, laddove possibile, osservano con interesse e curiosità i restauratori all’opera – ha detto l’assessore ai Beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato, durante il sopralluogo effettuato insieme con la direttrice del Parco archeologico Naxos Taormina, Gabriella Tigano – I lavori saranno completati entro l’inizio dell’estate e della consueta stagione degli spettacoli».

 

Strategica, per consentire la fruizione dei visitatori durante i lavori di restauro, la configurazione del ponteggio “su misura”, realizzato nelle due ali del post scena e che ha salvaguardato lo scenario, unico al mondo, dove il paesaggio e la natura diventano un unicum con il monumento. Una scelta che, se da un lato ha reso più complicato il lavoro dei restauratori – per intervenire sull’intero prospetto devono infatti scendere e salire dalle singole impalcature anziché spostarsi in orizzontale da un lato all’altro del ponteggio – ha consentito di non intaccare il panorama tanto caro ai visitatori, sia pure temporaneamente incorniciato dal cantiere di restauro. Senza contare che, non potendosi agganciare al monumento, il ponteggio ha richiesto una sofisticata soluzione ingegneristica ed è stato progettato come struttura autoportante. Al suo interno comode scale consentono anche agli studiosi di essere “a tu per tu” con la parete del post scena (un grandioso edificio a tre piani di età imperiale romana) e di poter osservare da vicino il monumento e alcuni elementi architettonici e decorativi anche a quote solitamente irraggiungibili. Grazie, infatti, a queste impalcature di oltre 12 metri d’altezza sono stati raggiunti alcuni ambienti dell’ultimo piano con frammenti di scale che conducono al terzo livello della scena e sino ad oggi inaccessibili per gli studiosi.

 

«È un momento fondamentale per lo studio del teatro – spiega la direttrice e archeologa Gabriella Tigano – L’edificio post scaenam sarà, infatti, oggetto di analisi mirate che consentiranno di acquisire nuovi dati sui materiali da costruzione utilizzati. Come la composizione dei conglomerati antichi, ma anche dei mattoni di rivestimento, sia antichi che moderni, che presentano stati avanzati di degrado: dati indispensabili per procedere con il restauro di questo settore del monumento».

 

Nota informativa sull’intervento di restauro

Oggetto di questo primo lotto di interventi è il grandioso edificio a tre piani, ricollegabile alla fase di ristrutturazione d’età imperiale romana, parzialmente distrutto dal terremoto del 365 d.C. (al pari della frons scaenae), al cui interno insisteva, fino a qualche settimana fa, un impalcato di sicurezza, montato in occasione del G7 nel 2017. L’edificio, una costruzione in conglomerato cementizio e laterizi, si sviluppava anticamente su tre piani: uno ipogeico (costituito da un unico lungo corridoio, oggi utilizzato per il montaggio dei camerini degli attori), uno mediano (alla quota della scena, costituito da un portico di grande altezza a sette arcate, coperto da volta a botte ribassata) e uno superiore, che completava da sud la parte superiore della scena. 

Archeologia, il Presidente della Regione Sicilia Schifani alla Villa romana del Casale: «Subito soluzione per risolvere criticità, eliminare i ristagni d’acqua»

 

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«Abbiamo già avviato la procedura per affidare, entro qualche giorno, i lavori che consentiranno di eliminare i ristagni d’acqua e la formazione di muschi nel Peristilio della Villa Romana del Casale, così da restituire completo decoro all’ambiente. Gli interventi partiranno subito dopo Pasqua e si concluderanno in un mese. Al contempo va avanti l’iter, che seguirò in prima persona, per mandare in gara il completamento del restauro dei mosaici e delle superfici decorate, il cui progetto è già esecutivo e ha trovato copertura finanziaria nel Piano di sviluppo e coesione.
Inoltre, inseriremo nella programmazione 2021/27 la realizzazione delle nuove coperture negli ambienti su cui non fu possibile intervenire con il progetto ultimato nel 2012». Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, oggi pomeriggio nel corso di un sopralluogo al sito archeologico di Piazza Armerina, nell’Ennese. Il governatore, accompagnato dall’assessore regionale ai Beni culturali e identità siciliana Francesco Paolo Scarpinato, dal dirigente generale del dipartimento dei Beni culturali Mario la Rocca e dai soprintendenti per i Beni culturali di Caltanissetta, Daniela Vullo, e di Enna, Angelo Di Franco, ha voluto constatare personalmente le condizioni del sito Patrimonio dell’umanità.
«Nella Villa ci sono alcune gravi criticità – ha aggiunto Schifani – che vanno risolte subito, così da tutelare al meglio questi eccezionali reperti e offrire un’esperienza di visita ancora migliore ai visitatori. Ho affidato al dirigente generale del dipartimento dei Beni culturali, La Rocca, la responsabilità amministrativa e gestionale pro tempore del Parco archeologico di Morgantina e della Villa romana del Casale, affinché si adottino con la massima urgenza tutti i provvedimenti necessari a superare le note condizioni critiche, incluso un piano degli interventi corredato da un adeguato cronoprogramma. Allo stesso ho chiesto di ricevere report quindicinali.
La conservazione e la valorizzazione nel nostro patrimonio storico e culturale è sin dall’inizio una priorità del mio governo». Nell’immediato, il primo intervento riguarda i ristagni d’acqua che causano la formazione di muschi nella superficie scoperta del Peristilio, dove non sono presenti mosaici, ma una pavimentazione realizzata nell’intervento concluso nel 2012. Il progetto di sistemazione è stato predisposto dal soprintendente ai Beni culturali di Enna, Angelo Di Franco, su indicazione del dirigente generale del dipartimento dei Beni culturali. L’importo dei lavori ammonta a 240 mila euro e sarà affidato nei prossimi giorni con procedura negoziata diretta. Gli interventi, che prenderanno il via subito dopo le festività pasquali per non interferire con picchi di visitatori previsti in quei giorni, prevedono la sistemazione delle caditoie e delle pendenze, la revisione delle grondaie e la realizzazione di una “linea vita” sul tetto, per rendere più agevole e in sicurezza la manutenzione ordinaria delle coperture.
Durata prevista dei lavori circa 30 giorni. Sono due, inoltre, gli interventi di maggiore impatto in corso di definizione. È già esecutivo il progetto per il completamento del restauro dei mosaici e delle superfici decorate, per l’importo complessivo di 3.387.949 milioni di euro. La copertura finanziaria ai primi di marzo è stata individuata nelle risorse della sezione speciale 2 del Piano di sviluppo e coesione.
Il Parco archeologico di Agrigento ha eseguito l’aggiornamento al nuovo prezzario 2024 e ieri ha trasmesso il progetto al dipartimento regionale dei Beni culturali, che adesso procederà con l‘approvazione amministrativa e la pubblicazione del bando di gara. Il secondo progetto, di importo complessivo di 6.430.928 milioni di euro, riguarda la sostituzione delle vecchie coperture in plexiglass ancora presenti in alcuni ambienti su cui non fu possibile intervenire con il progetto ultimato nel 2012: si tratta delle stanze termali, della Palestra e del Triclinium. Verranno realizzate nuove coperture morfologicamente affini a quelle realizzate con il precedente intervento di recupero. Il livello di progettazione è quello definitivo, anche in questo caso è necessario l’adeguamento al nuovo prezzario 2024. L’intervento sarà finanziato con le risorse della programmazione Fsc 2021/2027.

Beni culturali, corredo funerario reale torna al museo di Sambuca (Agrigento). Palazzo Panitteri -di Sicilia

 

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Il corredo funerario della Tomba della Regina di Monte Adranone è finalmente tornato a casa, a Sambuca di Sicilia, nell’Agrigentino: sedici pezzi sono infatti entrati a far parte del percorso museale di Palazzo Panitteri di Sambuca di Sicilia.

«Siamo orgogliosi di restituire alla comunità di Sambuca di Sicilia questa preziosa testimonianza del passato, fondamentale per la ricostruzione storica – ha detto l’assessore ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato – Questo ritrovamento non solo arricchisce il patrimonio culturale locale, ma diventa anche un grande attrattore per il territorio, testimoniando il valore della collaborazione e dell’interesse comune nel preservare e valorizzare la nostra storia e identità».

Grazie alla collaborazione tra il Parco della Valle dei Templi di Agrigento, responsabile della valorizzazione dell’area archeologica di Monte Adranone, il museo Salinas di Palermo e l’amministrazione comunale di Sambuca di Sicilia, è stato possibile far sì che il corredo tornasse definitivamente a casa, inserendosi di diritto nel percorso museale di Palazzo Panitteri, il cui allestimento, curato dall’archeologa del Parco, Valentina Caminneci, è stato inaugurato e presentato oggi alla stampa.

Si tratta di 16 pezzi, tra cui il vaso usato durante il simposio per mescolare il vino con l’acqua (cratere a colonnette), che raffigura il dio Dioniso semidisteso sul letto da banchetto, nell’atto di levare una coppa (kantharos) e una brocca per il vino (oinochoe) con la rappresentazione di una scena di partenza di guerrieri alla presenza di una ieratica figura femminile (immagine scelta per accompagnare la comunicazione dell’esposizione).

«Dall’impegno concreto del Parco Valle dei Templi, e dal dialogo continuo tra le istituzioni, nasce un polo museale di grande importanza come di fatto è Palazzo Panitteri – dice il direttore del Parco Valle dei Templi, Roberto Sciarratta – il nostro obiettivo è quello di lavorare in completa sinergia, valorizzando le collezioni per comporre un enorme museo diffuso sul territorio che possa aprire la strada a esperienze analoghe».

Entrato a far parte della collezione del Regio Museo palermitano nel 1888, l’archeologo Antonio Salinas, a cui fu poi intitolato l’omonimo museo, aveva stilato un meticoloso elenco dei reperti nell’atto di acquisto. Sarà proprio questo documento, dopo quasi 140 anni, a restituire il corredo alla storia. I reperti, dispersi nei magazzini, erroneamente catalogati nella successiva trasformazione del Regio in Museo Salinas, erano infatti caduti nell’oblio, perdendo ogni legame con il loro contesto di provenienza. L’individuazione dei reperti si deve al ritrovamento del famoso elenco dell’archeologo, conservato con altri documenti nell’archivio del museo e all’Archivio centrale di Stato a Roma, .

«Come museo Salinas siamo orgogliosi di avere favorito il ritorno a Sambuca di un significativo complesso di reperti – afferma il direttore del museo, Caterina Greco – Una restituzione particolarmente opportuna oggi che a Sambuca esiste un importante museo dedicato all’archeologia del territorio e che quindi il corredo della tomba della Regina può trovare adeguata collocazione nel suo originario contesto storico-topografico, insieme agli altri relitti che illustrano la storia della città antica di Adranon e delle sue necropoli».

SCHEDA

La Tomba della Regina ed il suo corredo

Una sepoltura monumentale a grandi blocchi di arenaria, a pianta rettangolare con copertura a falsa volta: la Tomba della Regina è costituita da una camera sotterranea con ingresso a pseudo arco, preceduta da un breve corridoio (dromos) con accesso a pozzetto, databile tra la fine del VI e gli inizi del V secolo a.C. Il nome altisonante proviene dalla sua imponenza, non dall’identità dei defunti, del tutto ignoti. I reperti sono straordinari, ma sollevano domande sulla loro datazione: sono datate tra la fine del VI e gli inizi del V secolo a.C. la brocca per il vino (oinochoe), di produzione attica a figure nere, con scena di partenza di guerrieri attribuita alla classe del Vaticano 342; i tre piatti su piede a vernice nera, una coppetta apoda acroma e una lucerna forse di fabbrica selinuntina. Di epoca poco più tarda (inizi del V secolo a.C.) sono il cratere (vaso per mescolare acqua e vino) a figure rosse del Pittore di Syriskos con scene dionisiache (il dio Dioniso che brinda su un lato, il satiro che insegue la Menade sull’altro); il lekythos (vaso per olio) e le quattro coppe a vernice nera. Ancora più avanti come datazione, una coppetta e un vasetto per olio profumato (lekythos ariballica) a vernice nera dell’ultimo quarto del V secolo; e un vasetto per cosmetici della fine del IV a.C. (pisside stamnoide con palmette sovra dipinte) La diversa datazione dei reperti fa ipotizzare che la tomba sia stata riutilizzata più volte nel tempo, per sepolture diverse; i 16 chiodi in bronzo ritrovati fanno ipotizzare una cassa lignea o un letto funerario.

I vasi per il vino e la scelta di soggetti dionisiaci rimandano all’abitudine, nelle ricche dimore greche, del simposio dopo la cena: questo farebbe pensare che la Tomba della Regina potesse accogliere le spoglie di un importante personaggio di cultura greca.

Gli archeologi hanno identificato nell’antica e misteriosa Adranon (ricordata da Diodoro) il centro che dall’VIII al III secolo a.C. occupò la sommità di Monte Adranone. Gli scavi regolari, condotti dalla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, hanno portato alla luce ampi tratti della cinta muraria, diversi settori dell’abitato, aree artigianali, edifici sacri e una vasta necropoli al di là delle mura meridionali, tutto immerso in un paesaggio ancora intatto. E con un panorama straordinario visto che da quassù lo sguardo arriva fino al mare.

La giunta della Regione Sicilia inventa una corsia privilegiata di “integrazione oraria” per i 270 operatori ASU dei Beni culturali

L'assessore Scarpinato nominato nel Comitato per la ...

L’assessore ai Beni cult. dr. Francesco Scarpinato

 

l personale Asu impegnato nei siti culturali della Regione Siciliana avrà l’integrazione oraria fino al prossimo 31 dicembre 2024. La giunta Schifani ha approvato la proposta di delibera presentata dall’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Scarpinato, (nella foto sopra) con l’iscrizione in bilancio di 3 milioni di euro. 

«Un provvedimento – dice Scarpinato – che va incontro alle legittime aspettative di ben 270 lavoratori in servizio in tutta la Sicilia, che così potranno aumentare l’impegno settimanale da 20 a 36 ore, ma anche all’esigenza di garantire la piena funzionalità delle sedi culturali centrali e periferiche».