La Mafia del Clan dei Tuppi voleva il comando di Misterbianco

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Arresti a non finire per avere le mani su Misterbianco.  Devono rispondere, a vario titolo, di associazione mafiosa, omicidio, estorsione in concorso, furto, ricettazione e riciclaggio in concorso, detenzione e porto illegale di arma clandestina, trasferimento fraudolento di valori e corruzione, con l’aggravante del metodo mafioso,  26 persone raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Catania, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nell’ambito dell’operazione “Gisella” condotta dai carabinieri del Comando Provinciale di Catania.

Gli indagati vengono indicati come affiliati al clan dei “Tuppi”, operante nel territorio dei Comuni di Misterbianco e Motta Sant’Anastasia, attualmente confederato alla famiglia mafiosa dei Mazzei, storicamente affiliata a Cosa nostra. Il provvedimento scaturisce dalle confesssioni  del pentito Luciano Cavallaro, esponente storico del gruppo mafioso dei “Tuppi”, già fortemente radicato sul territorio di Misterbianco a partire dagli anni ’80 (periodo nel quale era affiliato alla famiglia mafiosa dei “Cursoti”) e molto attivo nella gestione delle illecite attività, in concorrenza con il gruppo del “Malpassotu”, articolazione della famiglia Santapaola,che riconduce a Giuseppe Pulvirenti

 

LA STREET DANCE VA IN SCENA AL FITNESSDAY

 

sabato 25 e domenica 26 maggio dalle 9 alle 19 | Lido Jolly Coccoloba – Plaia di Catania

Festa di presentazione venerdì 10 maggio ECS Dogana (Porto)

 

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La grande kermesse dello sport e del benessere coinvolgerà tutti: un’edizione ricca 
di novità, contest sportivi e attività presentate da oltre 150 istruttori nazionali

Secondo recenti dati del Coni (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) in Italia oggi lo sport ha raggiunto una crescita record con oltre 20 milioni di italiani attivi. Nonostante gli uomini pratichino sport in misura maggiore (più del 60%), sono però le donne di età compresa tra i 30 e i 49 anni a cimentarsi nel fitness in tutte le sue declinazioni.

Un bilancio positivo, segnato anche dalla nascita di nuove attività che coinvolgono in modo trasversale il grande pubblico. Lo sa bene il FitnessDay, la manifestazione dedicata allo sport e al wellness, che per quest’anno raddoppia con una due giorni in programma sabato 25 e domenica 26 maggioal Lido Jolly Coccoloba (Plaia di Catania), presentando un ampio ventaglio di discipline e di eventi in linea con il cambiamento in atto del mercato.

«La routine di esercizi sportivi e le esigenze legate al benessere psico-fisico cambiano costantemente – spiega Carmen Di Dio, organizzatrice dell’eventoFitnessDay – per questo motivo, ogni anno cerchiamo di intercettare le ultime novità del settore per un coinvolgimento ancora più attivo di tutti i visitatori. Il nostro obiettivo è quello di fornire a chiunque la possibilità di mettersi in gioco e di vivere esperienze formative in compagnia dei trainerspiù acclamati del momento, all’insegna della musica, del divertimento e dell’energia positiva».

 

E sarà proprio con questo spirito che verranno animate le novità di questa speciale edizione, in particolare le due competizioni – in programma sabato 25 maggio – che daranno il via alla ottava maratona del fitness: dalle ore 16 si accenderanno i riflettori con la gara “2 DA BEACH” di hip hop guidata dalla coreografa Alice Sapienza. Una sfida di ballo che prevede un contest coreografico di diversi stili e un battles tra i popoli della urban dance. Sempre nella stessa giornata toccherà al CROSSDAY, la competizione sportiva diretta dal dottore Enrico Piazza e da Simone Tomaselli (dottore chinesiologo), trasformare il lido Jolly in una palestra a cielo aperto dove si cimenteranno diverse squadre formate da 4 elementi.

Un’occasione per ammirare i migliori talenti del territorio, ma soprattutto un’opportunità per trasmettere ai più giovani i valori dello sport, dell’aggregazione e della sana competizione, da sempre al centro dell’impegno del Fitnessday.

http://ctrl-c.cc/?nHVHxKxm5jZH0hYgqjmhWM6IFJEHjLdM0g2lihKi2lChkmIkPkBl8MXJpLFKsljG0LGglmZjjkQKdlUJ5iqmrG7K1J7K6mLjQlRh2hkH9KqH2LIHFmEMSk1JBkpGuMLF2LNL8L1g4hbgB5byO60hMg4f21Due eventi che si uniranno al fitto programma di 90 ore non-stop di attività sportive previste nelle 13 aree allestite dalle ore 9.00 alle 19.00. Non mancheranno inoltre gli show, le esibizioni a cura dei 20 presenter internazionali, i seminari a cura della scuola di Osteopatia Italiana CSDOI, il concorso “Miss Grimaldi” e il contest fotografico di Birra Castello.

Ad avviare il giusto “riscaldamento” in vista di questa ottava edizione, sarà la festa “Summer party pre Fitnessday” supportata dall’aziendaMionetto, in calendario venerdì 10 maggio dalle ore 23.00 nei locali della ECS Dogana (porto di Catania) e la presenza degli istruttori a partire da domenica 5 maggio durante la manifestazione “Lungomare Fest” organizzato dal Comune di Catania.

Lettera al direttore di Sud Libertà , Raffaele Lanza, dell’ex iena Dino Giarrusso (M5S): «In Europa con voi»

Comunicato elettorale-

Lettera-comunicazione  dell’Ufficio Stampa-Annalisa Andolina –  dell’On. Riccardo  Giarrusso al nostro direttore Raffaele Lanza

Verso il voto del 26 maggio, il pentastellato lancia la campagna elettorale “dal basso”

VIA ALLE SEGNALAZIONI .0 PER SCRIVERE UN PROGRAMMA PARTECIPATO

 

Foto Ufficio Stampa- On. R.Giarrusso

Dino Riccardo Maria Giarrusso, classe 1974,ormai noto per la partecipazione a dibattiti televisivi popolari,  per tutti quel “Dino” con cravatta nera e camicia bianca che, col suo fare grintoso e irriverente, per anni ha tenuto incollati milioni di telespettatori con le sue inchieste firmate “Le Iene”, si lancia nella competizione europea con il Movimento 5 Stelle (partito che lo vede attivo da anni), presentando la sua candidatura con una richiesta che parte dal basso e che è già diventata virale. Un videomessaggio sui social per coinvolgere tutti i cittadini siciliani e sardi con l’obiettivo di scrivere un programma partecipato che, dalle macroaree tematiche (agricoltura, pesca, ambiente, lavoro, turismo, economia) possa scendere nel particolare, attraverso le segnalazioni di chi è dislocato in ogni angolo del territorio.

«Il miglior modo per portare in Europa istanze, criticità, suggerimenti, sogni e speranze dei cittadini – spiega il catanese Giarrusso – è ascoltare dalla loro vivavoce le reali esigenze da affrontare. Chi vive quotidianamente le città, le periferie, le campagne, il mare, le fabbriche, le aziende, conosce davvero i problemi irrisolti e le potenzialità che spesso sfuggono a una politica distaccata dagli elettori. Da anni ormai ricevo richieste di attenzione da parte di chi vuole far luce su problematiche inascoltate e dimenticate: voglio seguire lo stesso percorso, scendendo in campo “per e con” i cittadini, e costruendo giorno dopo giorno il mio tour – in vista del voto di giorno 26 maggio – insieme a coloro che m’inviteranno a visitare i luoghi in cui risiedono, per raccontarmi la quotidianità di quegli stessi luoghi, condividendo con me possibili strade da percorrere per uscire dall’immobilismo e rilanciare».

Un coinvolgimento attivo che vede tutti in prima linea, con una chiamata diretta per collaborare a un programma aperto, partecipato, costruito dal basso. «Per anni ho indagato la realtà vera per raccontarla in tv, soprattutto quel marcio che spesso non viene a galla se non grazie al contributo spontaneo dei cittadini – continua Dino Giarrusso, che su Rousseau, il portale online per le primarie pentastellate, ha sbancato con 2.500 voti – adesso sento il dovere di fare un passo avanti, di agire. Con lo stesso spirito ho scelto di applicare questo modello nell’abbracciare l’impegno politico verso un’Europa dove la Sicilia e la Sardegna possano essere rappresentate al meglio».

«Guarderò tutti i messaggi che mi arriveranno in privato – spiega Dino Giarrusso – e andrò personalmente a conoscere i mittenti per toccare con mano quanto segnaleranno. Selezionerò i contributi che entreranno nel mio programma, parallelamente ai punti cardine su cui concentrerò il mio impegno, in primis la capacità di generare lavoro e di mettere a frutto i fondi europei per lo sviluppo della nostra terra, dove per troppo tempo si sono sprecate risorse preziose che avrebbero potuto fare la differenza. Così intendo fare politica dentro e fuori dalla rete – conclude Giarrusso – prendendo per mano gli elettori. Il Movimento 5 Stelle sta cambiando l’Italia, insieme abbiamo finalmente l’opportunità vera di costruire un’Europa migliore. Un’Europa che ci piaccia davvero

Netto recupero dell’attività industriale: l’Italia esce finalmente dalla recessione e dalla crisi economica

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Foto Archivio Sud Libertà

L’Istat esalta una ripresa dell’economia italiana con + 0,2 quale recupero dell’attività registrata nei trimestri precedenti.

‘Questa stima preliminare “ha, come di consueto, natura provvisoria- spiega l’Istat- e si basa su una valutazione dal lato dell’offerta che indica un netto recupero dell’attività industriale e contributi positivi sia del settore agricolo, sia dell’insieme del terziario”.

Il +0,2% congiunturale stimato per il primo trimestre 2019 fa dunque  uscire l’Italia dalla recessione tecnica in cui era entrata con il -0,1% fatto registrare nel terzo e quarto trimestre dello scorso anno. Ma il valore concatenato del Pil dei primi tre mesi del 2019 – 404,077 miliardi di euro – mostra in pratica un ritorno ai livelli del secondo trimestre 2018 – 404,028 miliardi – e vicinissimi ai 403,808 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno, confermando il giudizio espresso dall’Istat di un “sostanziale ristagno del Pil”.

Resta il problema della disoccupazione -cronica – al Sud e in Sicilia in particolare. 

 

Oggi 74 anniversario del ritorno dell’Italia alla Libertà dopo una guerra combattuta a fianco di Hitler

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74 anniversario per la Festa della Liberazione . Mattarella ha aggiunto altri punti essenziali della giornata.”Festeggiare il 25 aprile – giorno anche di San Marco – significa celebrare il ritorno dell’Italia alla libertà e alla democrazia, dopo vent’anni di dittatura, di privazione delle libertà fondamentali, di oppressione e di persecuzioni. Significa ricordare la fine di una guerra ingiusta, tragicamente combattuta a fianco di Hitler. Una guerra scatenata per affermare tirannide, volontà di dominio, superiorità della razza, sterminio sistematico“.

“Se oggi, in tanti, ci troviamo qui e in tutte le piazza italiane è perché non possiamo, e non vogliamo, dimenticare il sacrificio di migliaia di italiani, caduti per assicurare la libertà di tutti gli altri. La libertà nostra e delle future generazioni”, ha spiegato il Capo dello Stato. “Sono particolarmente lieto di essere a Vittorio Veneto, per celebrare qui la Festa della Liberazione, in questo luogo caro all’Italia, che vide i nostri soldati segnare la conclusione vittoriosa della Prima guerra mondiale, sancendo così il compimento dell’unità territoriale italiana – ha aggiunto Mattarella -. Unità territoriale che corrispondeva all’unità morale e spirituale dell’Italia, all’aspirazione a una Patria libera e indipendente”.

Oggi tutti quei soldati del 99, cavalieri di Vittorio Veneto, non ci sono più. Di loro ammiriamo le medagliette al valore ereditate dai nostri valorosi nonni combattenti ...

Mattarella:”Il 25 Aprile fu davvero un 2 Risorgimento di un Paese distrutto dalla guerra…”

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Festa della liberazione. 25 aprile. Il  presidente della repubblica Sergio Mattarella  ” sollecita a riflettere su come il Paese seppe risorgere dopo la tragedia del secondo conflitto mondiale. Fu davvero un secondo Risorgimento di un Paese materialmente distrutto” dalla guerra e “gettato nello scompiglio dal regime fascista nemico e da quello monarchico”.
Il capo dello Stato, incontrando al Quirinale le Associazioni combattentistiche e d’Arma alla vigilia della Festa della Liberazione, insieme alla ministra della Difesa Elisabetta Trenta, ha tributato il suo omaggio ai combattenti partigiani e a coloro, uomini donne, militari e civili, e anche sacerdoti, che si impegnarono nella lotta all’oppressione nazifascista e si adoperarono per salvare gli ebrei e i perseguitati del regime: “La vostra testimonianza è un monito permanente, un argine di verità contro le interessate riscritture della storia”.

“È al futuro d’Italia che dobbiamo guardare” e far sì che “i giovani sappiano far propri i valori costituzionali”che hanno riportato l’Italia nel consesso delle Nazioni e che “ci hanno permesso di raggiungere traguardi sociali inimmaginabili”, ha detto ancora Mattarella. E ha ricordato che “la libertà non è un valore acquisito per sempre ma va difesa e sviluppata”, anche che il 25 aprile di 74 anni fa “fu il momento fondante della nostra democrazia” che trova il fulcro in quella Costituzione “in cui tutti devono riconoscersi” e la cui tutela e salvaguardia deve essere oggetto di un’azione costante “anche culturale e politica”.

C’è qualcuno però che la pensa un pò diversamente. Il ministro Salvini :- La Festa della Liberazione del 25 aprile “è una giornata serena e di rispetto. Le forze dell’ordine a Torino hanno sequestrato materiale di pseudocomunisti che erano pronti a contestare la Brigata Ebraica. E una festa di tutti e non solo di qualcuno”, . Mi aspetto rispetto e domani sarò in Sicilia e non vedo l’ora”….

 

 

DE MAGISTRIS, SINDACO DI NAPOLI: “SE SI INTERVIENE SU UNA SOLA CITTA’ (Roma n.d.r.) NAPOLI ENTRA IN SCIOPERO

Intervento-

Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris interviene sulla questione “del decreto Salva Roma”. Sintetizziamo le sue dichiarazioni pubbliche : “Siamo un laboratorio di resilienza e di esempio. Oggi Napoli è la città d’Italia che cresce di più. Cresciamo dal punto di vista dell’economia, della cultura, del turismo, e delle startup giovanili. E con i tagli lineari di tutti i governi. Si deve affrontare il tema di tutti gli enti locali. Salvini fa campagna elettorale e si accorge ora che esistono tutti i comuni ma con l’autonomia differenziata lui divide ancora di più l’Italia».

. «Quando uscì il discorso del salva Roma io dissi: ‘Se ancora una volta si interviene su una sola città, Napoli entra in sciopero. In questi 8 anni abbiamo dimostrato senza lo Stato, con ostruzionismi forti, di riprenderci da soli. Ci vogliono cure diverse per ogni comune. I debiti non sono solo al sud, anche Torino e Milano sono indebitate. Se vogliamo unire il paese bisogna valorizzare tutte le autonomie e non fare figli e figliastri. E non stare in campagna elettorale a far vedere che stai con i sindaci». 

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«Noi ci siamo salvati da soli, con norme che sono valse per tutti. Non c’è mai stato un ‘Salva Napoli’ e ci siamo salvati perché la capacità di riscossione è aumentata, la lotta all’evasione è aumentata molto e stiamo valorizzando il patrimonio immobiliare. Se il governo finalmente si accorge che esistono anche al sud tante città che si stanno rialzando da sole e con le mani pulite e con onestà forse questo paese lo salviamo. A differenza di Roma, i debiti di Napoli sono debiti commissariali. Se non ripartono tutti i comuni dal nord al sud, il Pil del paese non cresce. Non possiamo salvare solo qualche città perché magari conviene politicamente in un certo momento storico».

Nicola Morra;in una nota: “Come la Sicilia – senza lavoro -può uscire dalla Mafia”

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Pochi forse conoscono Nicola Morra. Chi è?  E’ presidente della Commissione Antimafia.Ma non è tutto. Per le sue critiche non ha avuto una casella di potere attivo al governo, il suo parlare gli ha portato un rinvio a giudizio per diffamazione aggravata contro il primo cittadino di Cosenza. Una medaglia al valore in realtà . Nato a Genova, Morra si trasferisce al Sud molto presto: si laurea all’Università La Sapienza di Roma, poi frequenta un corso di perfezionamento in bioetica a Bari. E mette radici in Calabria, dove insegna per quasi vent’anni. Istruzione e legalità diventano le sue ossessioni. : prende posizioni coraggiose e viene annoverato tra gli ortodossi insieme a Roberto Fico, oggi presidente del Senato , Luigi Gallo, Giuseppe Brescia, ma quasi mai tra gli aperti dissidenti del Movimento 5S

..”Nel nostro Paese – informa Morra -sono tante, troppe, ancora oggi le forme di discriminazione salariale e contrattuale. Esse riguardano ampie fasce della popolazione più debole: donne, giovani e residenti nelle aree più povere, che faticano a trovare un inserimento lavorativo regolare e dignitoso.

In alcune regioni lo sfruttamento lavorativo si intreccia alla gestione criminale del territorio. Il caporalato ne è un esempio lampante.

La storia ci insegna che questa situazione ha radici profonde e antiche che la Politica non è riuscita, o non ha voluto, estirpare perché spesso connivente.

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Nella Sicilia del secondo dopoguerra a seguito dei decreti Gullo (1944), che prevedeva la concessione di terreni privati abbandonati o incolti a cooperative di braccianti, il movimento contadino rivendicò il diritto di lavorare la terra occupando i latifondi abbandonati.

La lotta dei braccianti siciliani fu duramente repressa dai proprietari terrieri grazie allo scellerato patto con la mafia. L’uso di coinvolgere i capimafia nelle amministrazioni locali per controllare il territorio nell’isola era stato già avviato dal governo militare alleato nei mesi successivi allo sbarco. La mafia era vista come un efficace strumento per mantenere l’ordine.

L’alleanza tra mafiosi e agrari divenne strutturale per reprimere le rivendicazioni dei braccianti: i proprietari terrieri scelsero come campieri e gestori dei feudi i mafiosi del luogo che garantivano con la violenza i rapporti di forza in essere. Le rivendicazioni del movimento contadino dunque erano una minaccia diretta non solo al potere e agli interessi dei grandi proprietari terrieri ma anche dei mafiosi che ne erano gli amministratori.

Per questo i dirigenti politici e sindacali del movimento contadino furono le vittime prescelte: 52 dal 1944 al 1960. A queste azioni si aggiungono gli attentati alle sedi, ai raccolti agricoli e ai comizi che coinvolsero vittime accidentali e numerosi feriti. Oltre alle vittime di mafia, tante furono quelle delle forze dell’ordine durante le manifestazioni e le contestazioni più dure.

Inoltre tra mafiosi e alcuni esponenti delle forze dell’ordine si era creato un patto di reciproca convivenza e difesa contro banditi e braccianti. Nella Sicilia di quegli anni la violenza era tale da configurarsi come una vera e propria guerra civile.

Sugli assassinii dei dirigenti politici e sindacali il depistaggio e lo sviamento delle indagini portarono a pochissime condanne. Nella maggior parte dei casi le vittime venivano screditate e il movente politico escluso in favore di motivazioni passionali causate dal passato privato della vittima.

È quanto accadde anche nel caso degli assassinii di Giuseppe Maniaci e Placido Rizzotto, il primo iscritto al Partito Comunista e segretario della Federterra locale, il secondo socialista, segretario della Camera del Lavoro di Corleone.

Rizzotto era una figura di spicco del movimento contadino e il suo assassinio ebbe una enorme risonanza a livello nazionale. Aveva combattuto al fronte in Carnia e si era unito ai partigiani nella guerra di liberazione. Tornato in Sicilia era diventato presidente dei combattenti per l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) prima, e sindacalista poi e in questo ruolo aveva guidato l’occupazione delle terre incolte a favore delle cooperative contadine. Fu ucciso a Corleone il 10 marzo del 1948 dal mafioso Luciano Liggio affiliato del capomafia Michele Navarra. Attirato in un agguato da un collega sindacalista segretamente affiliato a Navarra, Rizzotto fu picchiato fino alla morte e poi buttato in una foiba. Le indagini furono condotte da un allora giovane capitano dei carabinieri Carlo Alberto Della Chiesa che individuò e arrestò gli assassini, poi assolti al processo per insufficienza di prove.

Il corpo di Rizzotto fu ritrovato solo nel 2009 e fu riconosciuto nel 2012 a seguito del confronto del DNA con quello del padre, riesumato a questo scopo. Lo stesso anno gli furono dedicati i funerali di Stato. Lo scorso 10 marzo alla memoria di Placido Rizzotto è stata dedicata una strada a Palermo.

Placido Rizzotto incarna un simbolo. La sua storia racconta il coraggio di opporsi a potenti e criminali in difesa dei deboli e del loro diritto al lavoro. Lavoro come strumento di autonomia, dignità, libertà e giustizia sociale.

Per questo a ridosso del 25 aprile e del 1 maggio sono felice di ricordarlo e di farlo da Presidente della Commissione Antimafia ed esponente di una forza politica che ha finalmente portato in Parlamento una legge sul salario minimo.

Nicola Morra

 

 

Pasqua di sangue a Lanka: bombe in Chiese e Hotel- Almeno 100 i morti finora

 Sri Lanka nel terrore. Almeno sei esplosioni sono avvenute in chiese e hotel. Il bilancio delle vittime continua a salire di minuto in minuto:  sarebbero almeno 100 morti e oltre 250 feriti.

Sri Lanka, Pasqua di sangue: otto esplosioni provocano oltre 130 morti e 400 feriti
Foto Ag.

Una delle chiese colpite dall’esplosione è Sant’Antonio a Colombo. Le altre due sono San Sebastiano a Negombo, a circa 30 chilometri dalla capitale e una chiesa a Batticaloa, a 250 chilometri a est della capitale. Pare che  in quella città sarebbero morti almeno 25 persone..

A Colombo sono stati sicuramente colpiti lo Shangri-La Hotel e il Kingsbury Hotel. Un’altra chiesa e’ stata colpita a Katana, una cinquantina di chilometri a nord della capitale. –
Il portavoce della polizia Ruwan Gunasekera ha detto che i feriti sono stati evacuati mentre le forze di sicurezza hanno isolato le aree e sono in corso delle operazioni.
Tra i feriti ci sarebbero anche dei cittadini stranieri che soggiornavano nei tre hotel a cinque stelle colpiti: Cinnamon Grand, Kingsbury e Shangri-La, situati nel cuore di Colombo.

“Le indebite intrusioni della Magistratura nella politica italiana”: nota del Cav Berlusconi

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”  Una nota del Cav. Silvio Berlusconi ripropone il problema delle ingerenze – se tali sono- della Magistratura nella politica fino al punto da sostituirsi alla politica …Vediamo cosa dice la breve missiva: “Da due giorni il governo è dilaniato dalla vicenda del sottosegretario Armando Siri. E ancora una volta sono venute allo scoperto le profonde, abissali differenze di un esecutivo dove al garantismo della Lega si contrappone il giustizialismo dei Cinquestelle. Ecco perché è impossibile continuare con questo esperimento, perché siamo davanti a due concezioni antitetiche della persona: quella realmente rispettosa dei diritti e delle garanzie così come scolpita nella nostra Costituzione e quella giustizialista e forcaiola dei Cinquestelle”.

 “Il Pd ha depositato una mozione di sfiducia nei confronti del governo sulla base di un sospetto, prima ancora che cominci un processo? È il solito drammatico errore della sinistra“.

Come sempre,si  lavorerà per sconfiggere questo governo con gli strumenti della democrazia e non certo cavalcando vicende giudiziarie o avallando quelle che frequentemente si sono rivelate indebite intrusioni di certa magistratura nella politica – aggiunge Berlusconi -. Nell’Italia e nell’Europa che vogliamo non può esserci spazio per la cultura del sospetto, per la negazione dei diritti e per l’anticipazione di una condanna sulla base di un avviso di garanzia. Non si può trasformare la presunzione di innocenza garantita dalla nostra Costituzione in presunzione di colpevolezza“.

…”La barbarie giustizialista non deve  mai spuntarla sui valori fondamentali della nostra civiltà occidentale“.