Due arresti per droga a Palermo

 

Assunzione di droga in adolescenza - Psicologia e Formazione

Palermo – Vicari (PA),
I Carabinieri della Compagnia di Lercara Friddi, nell’ambito di un controllo straordinario del territorio hanno arrestato due 37enni stranieri, noti alle forze dell’ordine, trovati in possesso di un ingente quantitativo di sostanze stupefacenti.
I Militari lungo la SS189 nei pressi di Vicari, hanno fermato un veicolo con a bordo due extracomunitari che mostravano un atteggiamento schivo. Insospettiti, hanno effettuato una perquisizione personale e veicolare rinvenendo, all’interno di un contenitore di alluminio posto nel bagagliaio posteriore dell’auto, 300 grammi di hashish suddivisa in panetti e 50 grammi di marijuana nonché 750 euro in contanti, verosimilmente provento dell’attività di spaccio.
La droga sequestrata è stata inviata al Laboratorio di Analisi delle Sostanze Stupefacenti del Comando Provinciale di Palermo per gli accertamenti quantitativi e qualitativi.
Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Palermo ha convalidato l’arresto, applicando agli indagati la misura dell’obbligo di dimora.

Sicilia,Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, smantellata un’associazione

 

Migranti, gli effetti di Salvini: stretta sulle domande d'asilo e ...

Archivi-Sud Libertà

 Trapani – Patti e Castelvetrano,

I Carabinieri della Compagnia di Patti, con il supporto dei militari dei reparti del Comando Provinciale Carabinieri di Trapani, hanno eseguito, in Patti ed in Castelvetrano, nel corso della settimana passata, un decreto fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura Distrettuale di Messina, nei confronti di 5 cittadini tunisini (di età compresa fra i 25 ai 42 anni), alcuni dei quali dimoranti nella provincia tirrenica messinese, tra Capo d’Orlando e Patti.

Il decreto di fermo è stato emesso sussistendo il pericolo di fuga e un complesso di gravita indiziaria a carico dei medesimi indagati, in ordine al reato di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, aggravata anche dalla disponibilità di armi, nonché per un episodio di sbarco di immigrati clandestini avvenuto la sera del 12 giugno sulla costa trapanese.

Ai decreti di fermo, sottoposti al vaglio dell’autorità giudiziaria di Patti e Marsala, ha fatto seguito l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti degli stessi indagati per i reati in contestazione; successivamente, i fatti saranno sottoposti al vaglio del giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Messina, individuato come competente per territorio. L’indagine, coordinata dalla Procura distrettuale di Messina e delegata ai Carabinieri della Compagnia di Patti, ha consentito di documentare l’esistenza di un’associazione per delinquere, stabilmente, dedita alla commissione di una serie indeterminata di reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, che avrebbe organizzato, dietro compensi in denaro, da parte dei migranti, traversate in mare mediante l’utilizzo di gommoni, dalle coste tunisine a quelle siciliane. In particolare, da ultimo, nella nottata del 12 giugno, gli indagati avrebbero trasportato illegalmente, dalla Tunisia fino al litorale trapanese, circa 20 migranti, i quali, immediatamente dopo l’arrivo sulla spiaggia, sono stati individuati e rintracciati dai Carabinieri delle Compagnie di Trapani, Marsala e Mazara del Vallo, che hanno operato in stretto coordinamento con i Carabinieri delle Compagnia di Patti.

Gli stranieri sbarcati, di nazionalità tunisina, tra cui 2 donne e 5 minori, sono stati soccorsi e trasferiti 20 presso il C.P.R. di Trapani per essere sottoposti a controlli sanitari e alle procedure di identificazione. L’indagine ha consentito di delineare gli assetti e la ripartizione organizzativa dei ruoli dei singoli componenti dell’associazione criminale, risultata avere anche la disponibilità di armi.

Tra i soggetti sottoposti a custodia cautelare in carcere, figura altresì, con il ruolo di scafista, anche il 31enne tunisino che, il 9 marzo 2025, era evaso dal carcere di Barcellona Pozzo di Gotto. Quanto sopra, ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca, costituzionalmente garantito e nel rispetto dei diritti degli indagati, che, in considerazione dell’attuale fase delle indagini preliminari, sono da presumersi innocenti fino alla sentenza irrevocabile che ne accerti le responsabilità e con la precisazione che il giudizio, che si svolgerà in contraddittorio con le parti e le difese davanti al giudice terzo ed imparziale, potrà concludersi anche con la prova dell’assenza di ogni forma di responsabilità in capo agli stessi indagati.

Agrigento,la videosorveglianza consente ai Carabinieri di denunciare allA.G. quattro uomini e una donna che abbandonavano rifiuti

Scampitella (Av). Abbandono di rifiuti pericolosi e ricettazione ...

Archivi- Imm.di repertorio-Sud Libertà

 

Agrigento,

I Carabinieri della Tenenza di Favara, al termine di un’articolata attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Agrigento e protrattasi per oltre tre settimane, hanno deferito all’Autorità Giudiziaria quattro uomini e una donna, tutti residenti nel comune di Favara.

Gli indagati, ripresi da tre impianti di videosorveglianza installati dai militari in aree sensibili del centro abitato, sono stati sorpresi ad abbandonare in siti non autorizzati rifiuti di vario genere, arrecando un grave danno all’ambiente e al decoro urbano.

Al termine dell’indagine, i Carabinieri hanno altresì richiesto l’immediata bonifica e pulizia delle aree interessate, di competenza comunale. Le cinque denunce rappresentano un ulteriore tassello nell’azione di contrasto all’abbandono illecito dei rifiuti, fenomeno che l’Arma combatte con continuità su tutto il territorio provinciale. Reati di questo tipo, infatti, mettono a rischio la salute pubblica e danneggiano profondamente l’ambiente e l’immagine del territorio. Si rappresenta che, per il principio della presunzione di innocenza, la posizione degli indagati non è definitivamente accertata e il successivo giudizio di merito servirà a verificare le eventuali effettive loro responsabilità.

Droga in Sicilia: sorpresi in auto con 20 KG di hashish e 1 pistola, 5 arresti

Ago Droga Eroina Siringa Con Abuso Droga Polvere Cucchiaio Con — Foto stock  di © wing-wing #659149730

 

 Palermo – Bagheria (PA),
I Carabinieri della Compagnia di Bagheria, nell’ambito dei servizi di controllo del territorio finalizzati alla prevenzione e al contrasto del fenomeno dello spaccio di droga, hanno arrestato 5 giovani del posto tra i 20 e i 27 anni e un 30enne palermitano, accusati a vario titolo di trasporto e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, nonché di detenzione illegale di arma da fuoco.
L’azione investigativa condotta dai militari della Sezione Operativa, coadiuvati dalle pattuglie delle stazioni in servizio sul territorio, si è articolata su una mirata attività di osservazione e pedinamento che ha consentito di cogliere in flagranza quattro degli indagati, a bordo di due autovetture, in una zona di isolata, mentre trasferivano alcune buste da un veicolo all’altro.
Notata la circostanza e il fare sospetti dei quattro, i militari hanno deciso di procedere al loro controllo, intimando l’alt alle due auto, una delle quali è fuggita a tutta velocità lanciandosi in una corsa sfrenata lungo la SP 127, interrotta solo grazie all’immediato intervento di un’altra pattuglia giunta in ausilio, che è riuscita a bloccare la fuga del malvivente alla guida. I motivi di tale pericoloso comportamento sono poi diventati chiari all’atto della perquisizione veicolare, durante la quale sono stati rinvenuti più di 20 kg di hashish e diverse migliaia di euro in banconote.
L’attività di ricerca presso l’abitazione di un complice dei quattro, ha inoltre consentito di rinvenire il materiale utilizzato per il confezionamento della sostanza da destinare allo spaccio al dettaglio e, ben occultata in un angolo del cortile, una pistola Beretta 92 S calibro 9×21 con due caricatori e relative 18 munizioni. Anch’egli pertanto veniva tratto in arresto per violazione della normativa in materia di armi. Tutti gli arresti sono stati convalidati dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Termini Imerese, che ha disposto per i cinque la misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.

 

Trapani,Marsala droga: sorpreso con 50 panetti di hashish sullo scooter, arrestato

 

 

Dipendenza da cocaina | Psicoterapia Scientifica

 

 Trapani – Marsala (TP)
I Carabinieri della Compagnia di Marsala hanno arrestato un trapanese 70enne per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Durante lo svolgimento di un posto di controllo alla circolazione stradale in località Birgi, i militari fermavano il 70enne mentre sopraggiungeva ad alta velocità a bordo di uno scooter. Mentre i militari procedevano a controllare i documenti dell’uomo, constatavano un odore acre di sostanze stupefacenti provenire dallo scooter e, dato lo stato di agitazione dell’uomo, procedevano ad una perquisizione che consentiva di rinvenire e sottoporre a sequestro 50 involucri di hashish per un peso complessivo di circa 5 kg. Dopo l’arresto, a seguito dell’udienza di convalida, l’uomo è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari.

Finto maresciallo carabinieri per un finto incidente Arrestato un truffatore catanese

 

Un plauso ai Carabinieri dunque per aver spezzato un anello operativo di questo fenomeno criminale che a Catania è in crescendo.
Gli anziani dei condomini soprattutto-osserva Sud Libertà-  sono le principali vittime di questi criminali che certamente riescono ad avere informazioni da chi lavora nei condomini (gli operatori delle “pulizie” ad es.  prescelti non si sa come dagli amministratori condominiali

 

Vettore gratuito misterioso personaggio da gangster

 

 

 Palermo – Bagheria (PA),
I Carabinieri della Sezione Operativa e Radiomobile della Compagnia di Bagheria hanno arrestato un 31enne catanese, già noto alle forze di polizia, accusato di truffa aggravata ai danni di un’anziana bagherese. L’uomo, come raccontato dalla vittima, fingendosi telefonicamente un Maresciallo dei Carabinieri, ha contattato la donna, asserendo che il figlio aveva causato un grave incidente stradale e pertanto era trattenuto in caserma
Il truffatore, con fare concitato e convincente, ha richiesto alla vittima la consegna di denaro contante o di oggetti preziosi come garanzia per la liberazione del figlio in attesa del processo. L’indagato, o un suo complice, si è recato dopo poco tempo presso l’abitazione dell’anziana, riuscendo a farsi consegnare beni per un valore stimato di circa 1500 euro.
I Carabinieri, impegnati in un servizio di pattugliamento del territorio, hanno notato la presenza sospetta di questo uomo mai visto prima in paese e hanno deciso di osservarne discretamente i movimenti. Quando lo hanno visto uscire dalla palazzina con in mano una busta che prima non aveva, lo hanno fermato e controllato, trovandolo in possesso di diversi preziosi tra cui due orologi.
L’arrestato concluse le formalità di rito, è stato condotto su disposizione dell’Autorità Giudiziaria presso la casa circondariale di Termini Imerese in attesa della convalida.
Un plauso ai Carabinieri dunque per aver spezzato un anello operativo di questo fenomeno criminale che a Catania è in crescendo.
Gli anziani dei condomini soprattutto-osserva Sud Libertà-  sono le principali vittime di questi criminali che certamente riescono ad avere informazioni da chi lavora nei condomini (gli operatori delle “pulizie” ad es.  prescelti non si sa come dagli amministratori condominiali

Ambiente: sversano rifiuti speciali in un’Area Protetta, denunciati -Sequestro dell’autocarro

 

71.100+ Mafia Foto stock, immagini e fotografie royalty-free - iStock |  Corruzione, Padrino, Palermo

 

 Trapani,
I Carabinieri del Centro Anticrimine Natura di Palermo – Distaccamento CITES di Trapani hanno denunciato due uomini di 36 e 64 anni per gestione e trasporto non autorizzato di rifiuti speciali e realizzazione di discarica non autorizzata.
I militari, impegnati in un servizio di prevenzione di reati ambientali all’interno di un’area naturale protetta, notavano un autocarro carico di rifiuti che percorreva una strada interpoderale e, dopo averlo seguito, lo bloccavano mentre era intento a scaricarli in un’area recintata in località Pietretagliate che, si è scoperto, era stata adibita a discarica abusiva.
Dai successivi accertamenti si è giunti all’identificazione del 64enne che illecitamente gestiva la discarica abusiva. La discarica e il mezzo utilizzato sono stati sottoposti a sequestro.

Castelvetrano: uccide la moglie poi il marito, infermiere di 55 anni,si toglie la vita

 

Carabinieri e ambulanza (Fo

 

Uccisa probabilmente con una chiave inglese, Mary Bonanno, la donna di 49 anni trovata morta, insieme al marito, nella loro casa di via IV Aprile a Castelvetrano in provincia di Trapani.

La donna, insegnante, è stata trovata riversa nell’androne di casa con ferite alla testa. Vicino al corpo senza vita, i carabinieri hanno trovato una chiave inglese. Il corpo del marito, invece, Francesco Campagna, infermiere di 55 anni, si trovava nel cortile di casa. La coppia aveva tre figli.

 

I militari , coordinati dal sostituto procuratore di Marsala, pensano che l’ipotesi più attendibile sia quella di un omicidio-suicidio: l’uomo avrebbe ucciso la moglie, per poi gettarsi dal tetto della loro casa. Nella palazzina nel centro di Castelvetrano gli inquirenti stanno ancora effettuando rilievi tecnici e accertamenti.   Nel passato nessuno dei due coniugi aveva presentato denuncia o querela contro l’altro..

La tutela del patrimonio culturale dei Carabinieri inaugura una mostra di reperti trafugati a Villa Borghese

 

personaggio del film noir - mafia foto e immagini stock

 

 

 – Roma,
Il 4 giugno 2025, a Roma, nel Casino dell’Orologio di Villa Borghese, nell’ambito delle  celebrazioni per il 211° Annuale di Fondazione dell’Arma dei Carabinieri, alla presenza del Comandante Generale dell’Arma, Gen. C.A. Salvatore Luongo, è stata inaugurata una mostra (dal 4 al 6 giugno )  organizzata dal Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) con la collaborazione di Magister Art , dove è possibile ammirare reperti illecitamente trafugati a Villa Borghese e recuperati dal Reparto Speciale.
Nell’occasione, il Generale di Divisione Francesco Gargaro, Comandante del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, ha consegnato a Claudio Parisi Presicce, Sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali, due sculture romane trafugate da Villa Borghese.
Il lavoro investigativo condotto dai Carabinieri TPC ha permesso il recupero di importanti testimonianze dell’antica arte romana. Tra queste la statua femminile di Musa, fine II – inizi I sec. a.C., recuperata nel mese di febbraio 2025 dal “Carlos Museum dell’Emory University” di Atlanta (USA) a seguito di un accordo culturale sottoscritto dal Ministero della Cultura.
La scultura, donata nel 1885 da Beatrice Castellani, nipote del Direttore dei Musei Capitolini Augusto Castellani, era entrata a far parte dei beni di proprietà del Comune di Roma nel 1888 al termine di un lungo iter amministrativo e la lettura dell’atto di donazione consente di ricostruire le informazioni in merito al suo ritrovamento e alla sua esposizione. Risulta, infatti, che l’opera fosse “oggetto superstite del celeberrimo museo, posto insieme dal Colozio nei giardini Coloziani, poi Del Bufalo ora Castellani, ornati e abbelliti da Polidoro Caravaggio”, demolito nel 1885 per la realizzazione del nuovo Palazzo Castellani in via del Tritone, tra piazza Barberini e piazza Colonna.
Agli inizi del ‘900 la statua era esposta nel giardino del Palazzo dei Conservatori e poi trasferita negli anni ’20 a Villa Borghese insieme ad altre opere che risultano censite negli inventari di studiosi come Paolino Mingazzini, Paul Arndt e Walther Amelung.
Non si conosce l’anno esatto in cui avvenne il suo trafugamento ma l’opera, dopo essere transitata in alcune collezioni private statunitensi, è pervenuta al Carlos Museum della Emory University che ha permesso la sua restituzione con la sottoscrizione di un accordo culturale.
Grazie all’attività investigativa e alla cooperazione internazionale i beni culturali illegalmente sottratti vengono localizzati all’estero, ma talvolta gli strumenti giudiziari non sono sufficienti a consentirne il rientro in Italia. Subentra quindi la “diplomazia culturale”, strumento che promuove il dialogo, la comprensione e la cooperazione tra le nazioni attraverso accordi bilaterali, favorendo in questo modo la costruzione di relazioni positive per la tutela del patrimonio culturale.
Grazie agli accordi culturali stipulati dal Ministero della Cultura con istituzioni museali statunitensi, conseguenti comunque ad attività giudiziarie, il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale ha potuto riconquistare un ingente numero di beni culturali usciti illecitamente dal territorio nazionale e provento di furto o di saccheggi di aree archeologiche.
Unitamente alla statua di Villa Borghese, è stata restituita anche una testa di divinità maschile arcaicizzante della fine del I – inizio I sec. d.C. che era stata localizzata attraverso un controllo sul web di una nota casa d’aste statunitense, presente in un lotto la cui vendita era prevista per il mese di febbraio 2025. 
I successivi accertamenti hanno consentito di accertarne la provenienza e ricostruirne il percorso che l’ha condotta oltreoceano. La scultura, appartenente in origine ad una delle collezioni dell’ex Orto Botanico di Roma e confluita nell’Antiquarium del Celio, risultava negli inventari ed era custodita nel magazzino dedicato alla conservazione delle sculture, presso il Palazzo Nuovo dei Musei Capitolini e una foto d’epoca in bianco e nero la raffigurava unitamente ad altri sette busti in marmo di epoca romana. Nel 1965, a seguito di una ricognizione degli atti, ne fu scoperta la sottrazione. 
Nel corso del tempo l’Antiquarium del Celio è stato, purtroppo, interessato da diversi furti di materiale archeologico che, in gran parte, è stato recuperato dai Carabinieri dell’Arte.
L’opera è stata formalmente restituita e rimpatriata dagli USA a febbraio 2025.
Per queste attività investigative, il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC) si avvale della “Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, un archivio informatizzato che, inizialmente in formato cartaceo, costituisce il più grande sistema di catalogazione al mondo dedicato alle opere d’arte rubate e che conserva informazioni su oltre 1.300.000 opere da ricercare, di cui oltre 1.000.000 con immagini.
Quotidianamente consultata dai militari, sia d’iniziativa che a seguito di richieste presentate dagli operatori del settore, tra cui antiquari e case d’asta, consente di individuare i beni culturali da ricercare.
Le restrizioni della pandemia del 2020 non hanno permesso di valorizzare adeguatamente altri due importanti recuperi di beni culturali effettuati all’estero nel 2019 dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Si tratta della statua in marmo raffigurante Diana cacciatrice e di un frammento di sarcofago romano rimpatriati rispettivamente dalla Spagna e dall’Inghilterra e rubati anche essi da Villa Borghese. 
La rappresentazione stilistica di Diana, attribuita allo scultore Bartolomeo Cavaceppi (1715-1799), trafugata fra il 3 e il 5 ottobre 2005 dall’interno di Villa Borghese del Comune di Roma,  era collocata originariamente in uno dei due giardini all’italiana di piazzale Firdusi.
I ladri l’avevano scardinata dal suo basamento e fatta precipitare all’interno del cassone di un autocarro imbottito di materassi per attutirne la caduta ed evitarne la rottura. 
Esportata illegalmente in Spagna, venne individuata anche grazie al contributo della polizia spagnola, nell’ambito di un procedimento penale condotto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, presso un antiquario di Barcellona che l’aveva ricettata unitamente ad altre opere, tra cui una statua di Musa, rubata nella villa romana di un noto attore italiano e un busto romano asportato dall’Orto botanico di Roma. 
L’opera è stata rimpatriata dalla Spagna nel febbraio del 2019.
Il frammento di cassa di sarcofago con la raffigurazione di Satiro e Menade, prima metà del II sec. d.C., venne asportato il 15 maggio 1995 dalla facciata esterna della scuola materna “Pinciana”, all’interno dei giardini di Villa Borghese del Comune di Roma. Immesso nel mercato antiquario è rimasto per anni presso un collezionista inglese fino a quando venne individuata grazie ai controlli effettuati attraverso la “Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, allorquando fu nuovamente messa in vendita presso una importante casa d’aste che ha collaborato fattivamente per la sua restituzione.
L’opera è stata rimpatriata da Londra nel febbraio del 2019.
Le opere esposte in occasione delle celebrazioni del 211° Annuale di Fondazione dell’Arma dei Carabinieri e contestualmente restituite alla Sovrintendenza Capitolina vogliono testimoniare storie diverse di indagini concluse a lieto fine nonché il costante impegno del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale per la salvaguardia di un patrimonio fragile da custodire e proteggere a tutti i costi.

I CARABINIERI DEL COMANDO PROVINCIALE DI PALERMO METTONO IN GINOCCHIO ANCORA UNA VOLTA I MAFIOSI DI “COSA NOSTRA” : 29 MISURE CAUTELARI

 

personaggio del film noir - mafia foto e immagini stock

 

Operazione Antimafia: 29 misure cautelari in Sicilia
 Palermo
I Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo nel corso della notte hanno eseguito i provvedimenti cautelari emessi dall’Ufficio del G.I.P. del Tribunale di Palermo su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della locale Procura della Repubblica, a carico di 29 persone, delle quali 13 già detenute per altra causa, ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per  delinquere  di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsioni, esercizio abusivo del gioco d’azzardo, reati contro la persona, contro il patrimonio e in materia di armi, tutti aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose e altro.
I provvedimenti restrittivi sono l’esito delle indagini dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo e condotte dal Nucleo Investigativo di Palermo tra il 2023 e il 2025 in direzione delle articolazioni territoriali di “cosa nostra” palermitana, e riguardano soggetti intranei al mandamento mafioso di Palermo Porta Nuova, storicamente uno dei più potenti e pericolosi della città di Palermo.
Gli indagati, di cui 16 destinatari di misure custodiali e 13 di obbligo di dimora e presentazione alla P.G., non erano stati inclusi nei provvedimenti restrittivi che lo scorso 11 febbraio, nell’ambito dell’operazione convenzionalmente denominata “Grande Inverno”, avevano colpito 181 persone e la cui posizione è stata oggetto di valutazione successiva.
IL PROVVEDIMENTO RESTRITTIVO
Le indagini in continuità con le risultanze di Grande Inverno hanno confermato come “cosa nostra” sia un’associazione criminale vitale e al “passo coi tempi”: se infatti essa è fortemente legata alle regole dei “padri fondatori”, ai suoi antichi riti e al compimento delle “classiche” condotte illecite, come le estorsioni, il traffico  di droga e il controllo delle scommesse clandestine online, dall’altro è emersa la capacità degli affiliati di ricorrere ai moderni mezzi di comunicazione per cercare di sfuggire alla pressione investigativa.
Il quadro che emerge dalle investigazioni restituisce una “cosa nostra” che, nonostante le numerose operazioni coordinate dalla Magistratura palermitana e portate avanti dai Carabinieri e dalle altre forze di polizia, continua a mantenere la sua presa: un’associazione coesa, violenta e vitale, che può contare su un’allarmante disponibilità di armi, strenuamente rispettosa del modello organizzativo e delle regole storiche, ben ancorata al proprio territorio sul quale esercita un costante controllo, incidendo significativamente sul tessuto economico attraverso le tradizionali attività illecite – quali l’imposizione della “protezione mafiosa” agli operatori economici e la gestione delle più remunerative piazze di spaccio – ma che trae i propri ingenti guadagni dal traffico di sostanze stupefacenti, prevalentemente cocaina e droghe sintetiche,nonché dal gioco clandestino online.

L’attuale segmento investigativo ha confermato, il ruolo centrale riconquistato  da parte dei mandamenti cittadini rispetto a quelli della provincia, nell’ambito delle dinamiche criminali.

Tra le attività criminali più remunerative per l’organizzazione criminale emerge ancora una volta il traffico di stupefacenti che oltre a garantire importanti proventi da reinvestire o da utilizzare per il sostentamento di affiliati e famiglie dei detenuti, consente all’organizzazione, attraverso il controllo delle piazze di spaccio, di esercitare una pressante azione di controllo del territorio. I pusher possono approvvigionarsi dal canale autorizzato e controllato dal mandamento oppure utilizzarne un altro, pagando all’organizzazione mafiosa una “tassa”. La non osservanza di tali imposizioni viene punita dagli esponenti mafiosi anche con violente ritorsioni.

Analogamente il gioco digitale, al pari del traffico di stupefacenti, rappresenta una delle attività più remunerative dell’organizzazione che, oltre al controllo del territorio attraverso l’imposizione mafiosa dei “pannelli di gioco”, può contare su importanti introiti che consentono di rimpinguare le casse.

E’ emerso altresì come la consorteria in linea con quanto registrato sugli altri mandamenti cittadini, può contare su una buona disponibilità di armi da fuoco, non limitandosi solo a detenerle ma in alcuni casi sono stati registrati episodi di cessione e vendita.

Ulteriormente è emerso che “cosa nostra” non disdegna di fare uso della forza per la risoluzione dei problemi, facendo registrare e documentare numerosi pestaggi violenti.