Omicidio: arrestato presunto responsabile di un’efferato delitto in Sicilia … Ordinanza della Procura della Repubblica di Ragusa

 

Psicodinamica della mafia: attori, psicologia, psicopatologia | Igor Vitale

 

 

 Ragusa – Scicli (RG),

Su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa, il Giudice per le Indagini Preliminari del capoluogo ibleo ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di una persona fortemente indiziata, allo stato degli atti e fatto salvo il principio della presunzione di non colpevolezza sino alla condanna definitiva, di essere l’autore dell’omicidio del quarantenne Giuseppe Ottaviano, commesso lo scorso anno a Scicli.

Il grave evento delittuoso contestato ad A.G., quarantatreenne di Scicli, arrestato questa mattina, risale alla notte di domenica 12 maggio 2024. Il corpo di Giuseppe Ottaviano era stato trovato la sera seguente nella sua abitazione da un amico e da alcuni familiari, che si erano recati presso la sua residenza dopo che non aveva risposto al telefono per diverse ore. Gli amici avevano così forzato il portone d’ingresso della casa di famiglia, nella via Manenti di Scicli, scoprendo il cadavere sporco di sangue al primo piano, all’interno della camera da letto.

I Carabinieri della Tenenza locale erano tempestivamente intervenuti sul luogo dell’evento. Accertata la natura violenta del decesso, le indagini erano state affidate al Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Ragusa. Le operazioni si erano svolte con il supporto della Compagnia di Modica, sotto il coordinamento del Sostituto Procuratore della Repubblica presente sul posto.

L’attività di indagine si era rivelata sin da subito molto complessa. Dal primo esame sul corpo – i cui esiti sarebbero stati confermati in sede di esame autoptico – la morte risaliva alla notte precedente, quando Ottaviano era stato ferocemente picchiato all’interno dell’abitazione. Lo dimostravano le diverse ferite lacero-contuse presenti sul suo corpo, la rottura di alcune costole e il gravissimo trauma cranico riportato, dopo i quali egli era stato lasciato da solo, agonizzante, morire lentamente. Non erano stati riscontrati elementi che facessero pensare a una rapina, poiché non erano state trovate tracce di presenze estranee nell’abitazione; l’ambiente domestico risultava in ordine, senza segni di rovistamento o sottrazioni. Anche i telefoni cellulari e il portafogli della vittima erano presenti.

Secondo le testimonianze, Ottaviano, appartenente a una famiglia benestante e molto nota a Scicli, conduceva una vita da single ed era in contatto con diverse persone, anche per procurarsi le sostanze stupefacenti delle quali faceva uso. Durante i sopralluoghi approfonditi e ripetuti condotti dai Carabinieri del RIS di Messina, era stata confermata l’assenza di tracce riconducibili a presenze estranee all’interno dell’appartamento. Le registrazioni delle telecamere poste nei pressi dell’abitazione non mostravano, in un primo esame, evidenze di movimenti insoliti.

I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Ragusa procedevano allora a una ricostruzione minuziosa dei movimenti e delle abitudini della vittima, dei suoi familiari e delle sue conoscenze, concentrandosi sui mesi e sulle settimane precedenti al brutale omicidio. Non poteva escludersi, infatti, che l’autore o gli autori del feroce pestaggio fossero a conoscenza di dettagli che non potevano essere noti ad estranei: meno di 48 ore prima dell’omicidio, la madre di Giuseppe Ottaviano era andata via da Scicli per recarsi da un’altra sua figlia, in Piemonte, e lui era rimasto solo nella grande casa.

Le serrate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Ragusa consentivano pertanto di delineare il quadro delle abitudini dell’Ottaviano e delle sue frequentazioni, nonché di far emergere progressivamente alcune novità nel suo ultimo periodo di vita. Risaltava, in particolare, il dato di una relazione che la vittima intratteneva da molti anni con andamento altalenante con una ragazza, e che la donna aveva troncato pochi giorni prima della morte violenta di Ottaviano. Inoltre, tra le centinaia di ore di immagini delle telecamere del quartiere visionate dai Carabinieri, spiccava l’inquadratura di una figura, non identificata, che il sabato precedente l’omicidio era passata più volte a piedi nella zona di piazza Matteotti e via Manenti.

Da un ulteriore esame dei tabulati telefonici e da una messa a sistema di tutti i dati disponibili, emergeva un quadro d’insieme inquietante: un forte attrito tra la vittima e il nuovo compagno della sua ex fidanzata, che era sfociato qualche giorno prima della morte in almeno un “chiarimento” in cui quest’ultimo gli aveva senza esitazioni intimato di non cercare più la donna.

I reiterati tentativi di Giuseppe Ottaviano di mettersi in contatto con lei nel fine settimana avevano indotto l’odierno arrestato a predisporre una sorta di spedizione punitiva, dopo aver individuato con l’aiuto di un complice gli occhi elettronici presenti nelle vie adiacenti la casa dell’ucciso. Ma il sistema di videosorveglianza di un esercizio pubblico della zona era sfuggito a questa precauzione e aveva registrato l’avvicinarsi dell’indagato all’abitazione ove si è consumato il delitto.

Il movente era confermato dal contenuto di diverse intercettazioni che coinvolgevano il principale sospettato. L’esito dell’intera attività veniva compendiato nella richiesta di custodia cautelare avanzata dalla Procura della Repubblica nei confronti del presunto assassino, condivisa dal GIP presso il Tribunale di Ragusa, che ha portato all’arresto di stamane.

L’operazione odierna, frutto di complesse e articolate indagini della Procura della Repubblica di Ragusa e dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Ragusa, ha permesso di far luce su un omicidio efferato che aveva destato sgomento e preoccupazione nella comunità sciclitana.

Al quarantatreenne arrestato è contestato il reato di omicidio volontario aggravato.

Tutte le ipotesi accusatorie dovranno trovare conferma allorché verrà instaurato il contraddittorio tra le parti, come legislativamente previsto.

Oggi il sequestro in tutto il territorio nazionale compresa la Sicilia di conti correnti per la maxtruffa da 80 milioni di euro nel fotovoltaico scoperta dalla Finanza

 

 

Funzionamento dei pannelli fotovoltaici - Pronto Roma

 

 

Ragusa,

 Oggi il sequestro di conti correnti e criptovalute per la maxtruffa da 80 milioni scoperta dalla Finanza nel fotovoltaico. La Polizia e la Guardia di Finanza hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.

Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del pm Marco Imperato della Procura di Bologna. Un’azione corale che ha visto impegnate in prima linea anche la Sicilia a Ragusa,  le sezioni operative sicurezza cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della fiamme gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Frosinone, Teramo, Pescara,  e Arezzo.

Pannelli fotovoltaici inesistenti, un numero indeterminato di truffe (6000 le persone offese)

L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo con struttura piramidale tipica del network marketing multi level dedito alla consumazione di un numero indeterminato di truffe, perpetrate in danno anche di persone in stato di minorata difesa, tipicamente attinenti al Schema Ponzi (modello economico di vendita truffaldino che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime della truffa).

La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.

Si apprende anche che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale  manipolate  dai numerosi procacciatori a investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro. .

 

Ragusa, saccheggiavano esercizi commerciali con il metodo della “spaccata” nel cuore della notte. Indagini dei Carabinieri e visione dei filmati: arrestati

 

Noir movie character

 

 Ragusa – Ispica (RG) e Modica (RG),

Su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa, il Giudice per le Indagini Preliminari del capoluogo ibleo ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 3 soggetti gravemente indiziati, a vario titolo, di essersi resi responsabili di una tentata rapina e di svariati furti commessi ai danni di bar e tabaccherie nel territorio di Ispica e Modica.
Gli eventi delittuosi contestati ai tre uomini – tutti indiziati nell’attuale fase del procedimento e ferma restando la loro presunzione di innocenza fino a condanna definitiva – risalgono all’inizio di quest’anno, quando si erano registrati diversi episodi contro esercizi commerciali, che avevano destato allarme, soprattutto nel comune di Ispica.
Gli attacchi avvenivano con il metodo della c.d. “spaccata”, nel cuore della notte, ad opera di alcuni individui, che le indagini hanno poi rivelato essere sempre le stesse persone, i quali servendosi di auto rubate, utilizzate come ariete, sfondavano porte o saracinesche delle rivendite per introdursi al loro interno e sottrarre quanto si poteva arraffare in fretta – dal registratore di cassa con i contanti ai tagliandi del “Gratta e vinci” – e dileguarsi subito, nel giro di pochi minuti.
All’arrivo delle forze di polizia sempre la stessa scena di devastazione: infissi divelti e vetri frantumati sparsi sul pavimento. L’importo trafugato era a volte di alcune decine o centinaia di Euro (nei 6 “colpi” analizzati, in tutto 1.250 Euro in contanti e “Gratta e vinci” per un valore di 700 Euro), ma i danni alle strutture erano ingenti, assolutamente sproporzionati al valore della refurtiva.
L’episodio più grave una tentata rapina nel gennaio di quest’anno. A Ispica, i proprietari di un bar preso di mira alle 4 del mattino erano accorsi dopo il fracasso provocato dai malviventi e questi invece di desistere avevano ingaggiato una colluttazione coi due titolari, che avevano riportato contusioni e dovuto ricorrere alle cure mediche.
L’attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa e portata avanti dai Carabinieri della Compagnia di Modica e della Stazione di Ispica, ha portato a recuperare tutte le tracce lasciate sul luogo delle violente effrazioni e a visionare centinaia di ore di filmati di telecamere poste all’esterno ed all’interno degli esercizi derubati e nei pressi degli stessi.
L’identificazione dei responsabili era resa ancor più complessa dal fatto che gli autori colpivano sempre a volto coperto e con un cappuccio sulla testa per non farsi riconoscere. I Carabinieri, partendo dal modus operandi, sempre simile, hanno scoperto che le auto usate come ariete erano state tutte rubate in provincia di Siracusa e che uno dei responsabili aveva un difetto, appena percettibile, alla mano sinistra.

Altre immagini video delle vie di accesso a Ispica permettevano di individuare anche i percorsi di fuga notturni, attraverso strade di campagna poco frequentate, tutti in direzione di Rosolini (SR), ove il gruppo aveva la base logistica, per nascondere la refurtiva, e ove gli autori si liberavano dei mezzi rubati.
Il cerchio si stringeva ulteriormente e le prove raccolte permettevano di identificare i tre indagati: i primi due destinatari della custodia cautelare in carcere per la tentata rapina e indagati in stato di libertà per i numerosi furti con spaccata, ed uno, per il quale ci sono elementi di prova solo per la partecipazione all’episodio più grave e ad uno dei furti, destinatario della misura degli arresti domiciliari. A uno di loro la misura è stata notificata in carcere, dove si trovava già per altri reati contro il patrimonio.
L’operazione odierna, frutto delle rapide indagini coordinate dalla Procura di Ragusa e condotte nei mesi scorsi dai Carabinieri di Modica e Ispica è stata portata a termine da un dispositivo composto da militari del Comando Compagnia, con il supporto della Stazione di Rosolini e delle unità cinofile specializzate nella ricerca armi provenienti da Catania.
All’arrivo dei Carabinieri presso le loro abitazioni, nelle prime ore del mattino, le persone destinatarie del provvedimento hanno cercato di darsi alla fuga, una provando a dileguarsi sui tetti, l’altra cercando rifugio a casa di un vicino, ma sono state bloccate dai militari che avevano circondato l’intera zona.
I tre dovranno rispondere, a vario titolo, in concorso, di tentata rapina, furto aggravato, tentato furto (tutti aggravati dal fatto di aver agito travisati, riuniti in più persone) e ricettazione.
Tutte le ipotesi accusatorie dovranno trovare conferma allorché verrà instaurato il contraddittorio tra le parti, come legislativamente previsto

 

 

Ragusa, sequestro di un giovane di 17 anni. Si attendono le indagini e le motivazioni

 

Sequestro di persona: fatto di lieve entità può prevalere su recidiva  reiterata

 

Un sequestro di persona è avvenuto ieri sera a Ragusa in una piazzetta del rione Forcone di Vittoria. Un giovane di 17 anni, figlio di un noto commerciante del settore ortofrutticolo della zona, è stato sequestrato  da due sconosciuti col volto coperto arrivati su una Panda nera e portato via.     I sequestratori        avrebbero detto ai presenti  di non intervenire e/o preoccuparsi perchè era soltanto lui l’obiettivo..

Dall’indagine preliminare si è potuto rilevare che i due autori del sequestro  parlavano in italiano, con voce di adulti. Saliti sull’auto con la vittima sono andati via scortati da una Panda bianca. Il giovane non è stato ancora ritrovato. La Polizia indaga .

 

Disco rosso al traffico illegale di specie protette Ragusa –

 

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Intercettati presso il porto di Pozzallo 2.687 volatili appartenenti a diverse specie della fauna selvatica

 

Ragusa,

Nel corso degli ordinari controlli svolti nell’ambito degli spazi doganali del porto di Pozzallo, i militari del Comando Provinciale della Guardia di finanza di Ragusa e ROAN di Palermo, in collaborazione con i funzionari doganali della locale Sezione Operativa, hanno scoperto un traffico illegale di volatili, appartenenti a diverse specie della fauna selvatica protetta, trasportati in precarie condizioni igienico-sanitarie con rischi per la salute pubblica, diretto verso il fiorente mercato maltese.

Nello specifico, i militari della Tenenza di Pozzallo e della locale Sezione Operativa Navale, congiuntamente al personale dell’Agenzia delle dogane, hanno scoperto 2.687 esemplari tra cardellini, verdoni e fringuelli, che avrebbero fruttato oltre 400.000 euro sul mercato dell’isola dei cavalieri, dove le specie rinvenute sono particolarmente apprezzate e ricercate.

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I volatili erano trasportati all’interno di uno scompartimento refrigerato alla temperatura di -2° C al fine di ridurne temporaneamente le funzioni vitali e quindi meglio celare la loro presenza, rinchiusi in anguste gabbie di plastica abilmente occultate all’interno di scatoloni e in condizioni critiche derivanti dallo spazio insufficiente e dalle limitate scorte di acqua e cibo.

Le pessime condizioni di trasporto, unitamente alla giovane età degli esemplari sequestrati, valutata in circa due mesi di vita dai veterinari dell’ASP di Ragusa, avrebbero cagionato in brevissimo tempo la loro morte.

Il tempestivo intervento delle Fiamme Gialle di Pozzallo e dei funzionari doganali, coordinati dalla locale Procura della Repubblica che ha concesso il proprio nulla osta alla liberazione dei volatili previo parere dei veterinari dell’ASP, ha scongiurato la tragica fine degli animali che sono stati restituiti al loro habitat naturale nella splendida cornice dell’area faunistica protetta del “Pantano Cuba-Longarini” di Ispica.

Il soggetto maltese che trasportava gli alati è stato deferito alla locale Autorità Giudiziaria per i reati di furto, ricettazione, abbandono di animali e uccisione, distruzione, cattura, prelievo, detenzione di esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette.

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Le attività svolte testimoniano l’impegno profuso quotidianamente dalla Guardia di finanza e dall’Agenzia delle dogane per la costante vigilanza degli spazi doganali, a tutela della sicurezza e della legalità.

Per il principio di presunzione di innocenza,- informa il Comando della Finanza- la responsabilità dell’indagato sarà definitivamente accertata solo nel caso in cui intervenga una sentenza irrevocabile di condanna.

Ragusa -Droga nascosta in un pacco postale

 

Assunzione di droga in adolescenza - Psicologia e Formazione

 

 Ragusa – Modica (RG),
I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile di Modica, assieme a personale della Stazione Carabinieri di Modica, hanno sottoposto a controllo due conviventi ispicesi, che facevano rientro da una giornata trascorsa lungo il litorale pozzallese i quali, alla vista dei militari, hanno palesato un atteggiamento di insofferenza, suscitando negli operanti sospetto. Per tale ragione, venivano sottoposti a perquisizione personale, veicolare e domiciliare.
L’attività di polizia giudiziaria risultava avere esito positivo, poiché all’interno dell’autovettura era nascosto, al di sotto di un asciugamano e appoggiato sul tappetino del passeggero anteriore, un plico postale che emanava un forte odore di stupefacente. All’interno del pacco postale, avvolti in due felpe, c’erano due confezioni, separate tra loro, di cui una sottovuoto. In quest’ultima, venivano rinvenuti 100 grammi di marijuana, mentre all’interno di un altro involucro era presente sostanza stupefacente di diversa tipologia, esattamente 52 grammi di M.D.M.A., 6 di metamfetamina e 100 di hashish.
Avendo riscontrato questa eccessiva disponibilità di stupefacente, la perquisizione è stata estesa anche all’immobile nel quale domiciliano l’uomo e la donna. Anche in questo caso, venivano trovate dosi di hashish, all’interno di un incavo del vano contatore, e di cocaina, occultata all’interno di un caricatore per telefono.
Oltre alla sostanza, sono stati trovati due bilancini digitali di precisione. I due conviventi, rispettivamente 29enne lui e 26enne lei, domiciliati nella città ispicese, sono stati tratti in arresto perché fortemente indiziati di aver violato la normativa sugli stupefacenti. In attesa dell’instaurazione del contraddittorio e della conferma delle ipotesi accusatorie, il giovane è stato condotto presso la casa circondariale di Ragusa, mentre la ragazza presso il proprio domicilio in regime di arresti domiciliari, entrambi in attesa delle disposizioni dell’Autorità Giudiziaria.

Ancora la truffa del finto carabiniere a Ragusa: arresto dopo il raggiro ad una signora di 81 anni

 

personaggio del film noir - mafia foto e immagini stock

 

Ragusa – Chiaramonte Gulfi (RG),
Nella mattinata di ieri, 15 aprile, i Carabinieri della Stazione di Chiaramonte Gulfi hanno arrestato, in flagranza di reato, N. F., catanese di 38 anni, per concorso in truffa aggravata ai danni di una 81enne del posto.
La vittima, contattata al telefono fisso della sua abitazione da due persone presentatesi come “Marescialli dei Carabinieri”, veniva indotta a pagare una somma di denaro, o a consegnare i suoi monili in oro, per la risoluzione di un problema giudiziario occorso al figlio, rimasto asseritamente coinvolto in un grave incidente stradale.
L’anziana donna, essendosi insospettita, allertava i Carabinieri, mediante chiamata al N.U.E. – 112, consentendo ai militari di organizzare immediatamente un servizio di appiattamento presso la sua abitazione ove, poco dopo, giungeva il truffatore, nel ruolo di “delegato dai Carabinieri”, facendosi consegnare una busta contenente due orologi e diversi monili in oro, per un valore complessivo di circa 16.000 euro.
Gli operanti riuscivano prontamente a bloccare l’uomo e ad accompagnarlo presso gli uffici del Comando Compagnia di Vittoria per gli accertamenti del caso e per le procedure di identificazione. Gli effetti personali sottratti venivano recuperati e riconsegnati alla legittima proprietaria, mentre il fermato, veniva deferito in stato di arresto poiché colto nella flagranza del reato di concorso in truffa aggravata, per poi essere condotto presso la Casa Circondariale di Ragusa in attesa delle determinazioni della competente Autorità Giudiziaria. Tutt’ora in corso le indagini di p.g. volte all’individuazione dei complici dell’arrestato, rimasti ancora ignoti.

Ragusa ,spaccio: 3 persone arrestate e 3 chili di stupefacenti sequestrati  –  

 

Dipendenza da cocaina | Psicoterapia Scientifica

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Ragusa ,

I Carabinieri della Stazione di Ragusa Principale e del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Ragusa hanno tratto in arresto in flagranza di reato tre persone, A.G. un 33enne pregiudicato, S.H. e S.A, due 24enni, uno dei quali irregolare nel territorio dello Stato, per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Nel tardo pomeriggio di ieri, 1° aprile, durante un servizio finalizzato alla prevenzione e alla repressione dei reati in materia di stupefacenti, i militari operanti hanno eseguito una perquisizione all’interno di un’abitazione del centro storico, ove numerose segnalazioni nei giorni precedenti avevano indicato un cospicuo via vai di persone.

All’interno dell’abitazione i Carabinieri hanno rinvenuto complessivamente circa 3 kg di sostanze stupefacenti di ogni tipo, dalla cocaina all’hashish, dalla marijuana alle droghe sintetiche, sequestrando inoltre un bilancino, molto materiale atto al confezionamento, tre machete con lama lunga oltre 35cm e due pistole, una ad aria compressa ed una a salve, prive del tappo rosso.

I tre venivano pertanto tratti in arresto in flagranza di reato per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Esperite le formalità di rito gli arrestati sono stati associati al carcere del capoluogo ibleo, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. In virtù del principio di presunzione di innocenza, il grado di responsabilità degli odierni indagati dovrà essere vagliato in sede giurisdizionale, come legislativamente previsto.

LO SCEMPIO DI VITE UMANE -Operazione “HYPNOS” su maltrattamenti, abbandono di incapaci ed esercizio abusivo della professione

I NAS  RISCONTRANO NUMEROSI CASI DI CONDOTTE OPPRESSIVE E AVVILENTI NEI CONFRONTI DEGLI ANZIANI  : INGIURIE, URLA, STRATTONAMENTI, ABBANDONO, SOMMINISTRAZIONE DI PSICOFARMACI

Anziani maltrattati: inaccettabile scempio di vite umane | Vanna Iori

Archivi -Sud Libertà

 

Ragusa,

Su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa, i Carabinieri del NAS di Ragusa, con la collaborazione dei Carabinieri di quel Comando Provinciale, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale nei confronti otto soggetti, due dei quali destinatari della misura cautelare personale degli arresti domiciliari e sei di misure interdittive, nei confronti dei gestori e di alcuni dipendenti di una struttura impegnata nella cura e custodia di persone anziane e disabili, gravemente indiziati – allo stato degli atti e nella presente fase del procedimento, nella quale non è stato ancora instaurato il contraddittorio con gli indagati – in concorso tra loro del reato continuato di maltrattamenti, abbandono di incapaci ed esercizio abusivo della professione medica ed infermieristica.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Ragusa e condotte dal NAS di Ragusa con servizi di osservazione, pedinamento, ispezioni e mediante attività tecnica di intercettazione telefonica ed ambientali, hanno permesso di approfondire l’illecita condotta degli indagati nel gestire la casa di riposo, all’interno della quale erano ospitate 29 (ventinove) persone, in sovrannumero rispetto alle capacità ricettive della struttura e accudite da personale sottodimensionato e non qualificato che, specie in orario notturno, somministrava in difetto di prescrizione medica farmaci ipnoinducenti, al solo scopo di intorpidire e quindi poter gestire gli ospiti della struttura con un personale ridotto e così limitando le spese di gestione.

L’attività investigativa, ricadente nell’ambito di servizi disposti in campo nazionale dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute di Roma, d’intesa con il Ministero della Salute, finalizzati a monitorare la corretta gestione delle strutture socio – assistenziali dedicate ad ospitare le fasce più deboli della società, è scaturita da una segnalazione pervenuta al Nas di Ragusa da parte di ex dipendenti della struttura e riguardante le indegne condizioni in cui gli anziani erano costretti a vivere.

Dal complesso degli elementi indiziari sarebbero emerse gravi anomalie nella gestione della casa di riposo, improntata alla massimizzazione dei profitti a discapito delle condizioni igienico sanitarie, funzionali e organizzative della struttura, con una inappropriata assistenza sanitaria nei confronti degli ospiti. Sarebbero inoltre stati riscontrati numerosi casi di condotte oppressive e avvilenti nei confronti degli anziani (spesso costretti a dormire in letti pieghevoli e fatiscenti), messe in atto tramite ingiurie, urla, strattonamenti, abbandono, somministrazione di psicofarmaci. Commesso con sistematicità, infine, il reato di esercizio abusivo della professione medica da parte di uno dei titolari della struttura, che arbitrariamente modificava le prescrizioni o inseriva farmaci (spesso ad azione psicoattiva) nelle terapie degli ospiti, così come l’abusivismo infermieristico dei dipendenti che approssimativamente somministravano, benché sprovvisti di specifico titolo professionale, medicinali agli ospiti loro affidati.

Al termine delle attività è stato disposto il sequestro preventivo dell’intera struttura sociosanitaria per anziani e disabili oggetto dell’attività di indagine, con nomina, da parte del G.I.P., di apposito amministratore giudiziario. Tutte le ipotesi accusatorie, allo stato condivise dal G.I.P. in sede, dovranno trovare conferma allorché verrà instaurato il contraddittorio tra le parti, come legislativamente previsto.

Indagini della Procura della Repubblica e provvedimenti restrittivi a carico di persone accusate di sequestro

 

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 Ragusa – Modica ,
Su richiesta delle competenti Procure della Repubblica presso il tribunale ordinario (Direzione Distrettuale Antimafia) e presso il Tribunale per i Minorenni di Catania, che hanno coordinato le indagini, nelle prime ore della mattinata odierna, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Modica – supportati dai Reparti Investigativi dei Comandi Provinciali di Ragusa e Siracusa, che hanno contribuito allo svolgimento delle indagini – hanno dato esecuzione a due distinti provvedimenti restrittivi emessi dai GIP di Catania (sia presso il Tribunale ordinario che presso il il Tribunale per i minorenni) nei confronti di soggetti originari e gravitanti nell’area siracusana che fatta salva la presunzione di innocenza – venivano ritenuti gravemente indiziati , con i ruoli di mandanti, esecutori e carcerieri, dei sequestri di persona di 3 giovani avvenuti, in fasi diverse, a Scicli il 20 giugno dello scorso anno e che hanno suscitato profondo allarme nella città.
Per la liberazione di uno degli ostaggi, non appena localizzato il giorno successivo, è stato necessario l’impiego del Gruppo d’Intervento Speciale (GIS) dell’Arma dei Carabinieri, così da evitare possibili reazioni e ulteriori conseguenze in danno del giovane sequestrato. L’operazione si concludeva con l’arresto in flagranza di uno dei custodi e il sequestro di una pistola, della quale il carceriere era in possesso.
Sotto la direzione della AG Catanese l’Aliquota Operativa della Compagnia di Modica proseguiva le investigazioni in ordine al grave delitto commesso con il fattivo contributo dei Carabinieri di Siracusa.
Le indagini avrebbero quindi consentito di ricostruire il movente del sequestro del giovane, che si è ritenuto sia consistito in una ritorsione per la sottrazione di 4 chili di hashish, del valore di circa 15 mila euro, avvenuta a Modica il 19 giugno 2024 in danno di alcuni delle persone arrestatie già fornitricii di altre partite di droga in favore di giovani spacciatori locali. Il sequestro di persona avrebbe dunque avuto lo scopo di recuperare la somma di denaro a pagamento della droga, condizione per la liberazione del sequestrato.
Il commando, secondo la ricostruzione accusatoria da verificare nel prosieguo del procedimento — un gruppo composto da otto siracusani armati di pistole, giungeva a Scicli per rintracciare coloro che si erano impossessati della droga, bloccando per alcune ore e picchiando selvaggiamente, con la minaccia delle armi, due giovani sciclitani, di cui un minorenne, per poi rilasciarli; subito dopo, ne1 quartiere Jungi di Scicli, il commando avrebbe sequestrato il giovane da loro ricercato che, sempre sotto minaccia armata, sarebbe stato caricato con violenza a bordo di una delle loro autovetture e trasportato a Siracusa. Nel tentativo di difendere il giovane dai suoi aggressori, un cugino del sequestrato veniva attinto ad una gamba da un colpo di arma da fuoco. Anche l’ostaggio durante il tragitto veniva ferito alla spalla con un colpo di pistola, mentre tentava di lanciarsi da1l’autovettura in corsa.
\ Siracusa sarebbe stato poi rinchiuso in un appartamento di via Privitera, nel popolare rione di Santa Lucia, utilizzato quale covo per lo spaccio della droga.
Le indagini, i cui esiti sono stati sin qui convalidati dai giudici, avrebbero permesso anche di delineare le dinamiche del gruppo che risultava dedito allo spaccio di stupefacenti.
Ai risultati investigativi sin qui ottenuti – suscettibili di ulteriori convalide in sede giurisdizionale – si è giunti attraverso l’acquisizione delle informazioni assunte dai testimoni, l’analisi dei dati acquisiti sulla base del vaglio delle immagini di videosorveglianza presenti sui luoghi.
Gli arrestati sono stati condotti presso la Casa Circondariale di Ragusa e presso l’Istituto Penale per i Minorenni di Catania-Bicocca.