arresto
Tre minori ospiti di un Istituto di cura vittime di atti sessuali anche tentati Arrestato l’uomo di 59 anni, aveva i bambini in “custodia”
Archivi-Sud Libertà
Si sa fino adesso che sono almeno tre bambini ospiti di un istituto di cura vittime di una “persona malata” – non può che definirsi così l’autore di questi reati – dove lavorava da quasi 30 anni. La Squadra mobile di Catania su ordine del gip del Tribunale di Catania che ha accolto la richiesta della Procura Distrettuale etnea, ha arrestato P.A. di 59 anni. L’uomo è accusato di atti sessuali, anche nella forma tentata, nei confronti di tre minori, a lui affidati per ragioni di vigilanza e di custodia.
Le indagini condotte dalla Squadra Mobile provano che P.A. si sia reso responsabile di comportamenti censurabili ed amorali nei confronti di minori, affetti da patologie, frequentanti un istituto di cura, nell’hinterland etneo. Le indagini, basate su testimonianze dei tre minori coinvolti, sentiti nella forma dell’audizione protetta, corroborate anche alcune chat rinvenute sui cellulari di due delle persone offese, hanno delineato un quadro – spiega la Procura – particolarmente allarmante. Nel dettaglio l’indagato, in servizio nell’istituto di cura sin dal 1993, avrebbe compiuto atti sessuali con un minore, di soli 13 anni e la denuncia della madre ha fatto scattare la delicata inchiesta.
Gli abusi sessuali e tentativi
Al ragazzino l’indagato si sarebbe approcciato attraverso regali di vario genere (caramelle, patatine, lattine di coca-cola ed un paio di occhiali da sole) nonché tramite la promessa di somme di danaro per l’imminente onomastico e compleanno e con comunicazioni su WhatsApp a chiaro sfondo sessuale. Il tentativo di compimento di atti sessuali è stato accertato nei confronti anche di un altro minore, al quale più volte l’indagato avrebbe elargito somme di danaro tra 15 e 20 euro e doni di vario tipo (caramelle e un bracciale), chiudendosi a chiave da solo con il ragazzo all’interno di stanze della struttura.
Il 13 aprile scorso dopo che il ragazzo aveva cessato di frequentare per motivi di cura l’istituto, P.A. avrebbe posto in essere atti idonei diretti in modo non equivoco al compimento di un rapporto sessuale. Atti sessuali sarebbero stati compiuti anche ai danni di un altro minorenne. P.A., è stato rintracciato a casa sua e posto agli arresti domiciliari. Si è proceduto anche ad una perquisizione personale, locale e informatica, sequestrando il telefono cellulare ed altro materiale informatico in uso all’indagato, i cui contenuti verranno analizzati al fine di individuare ulteriori reati connessi a quelli già ipotizzati dal magistrato.
Tenta di abusare di una donna russa che faceva il bagno da sola a Catania ,fra gli scogli, ma i Carabinieri lo bloccano mentre aggrediva la vittima
Catania
Un sessantanovenne che ha tentato di abusare di una donna russa, da tempo residente a Catania, che stava facendo il bagno nella scogliera di Aci Castello, è stato arrestato per violenza sessuale dai carabinieri della locale stazione. I militari dell’Arma, intervenuti dopo la segnalazione al 112 di un passante, lo hanno bloccato mentre stava aggredendo la vittima, che si era ribellata e urlava, chiedendo aiuto.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la donna si era recata ad Aci Castello da sola per un bagno nel mare della scogliera. Quando è uscita dall’acqua, intorno a mezzogiorno, sarebbe stata sorpresa dall’uomo, che, completamente nudo, l’avrebbe scaraventata a terra, gettandosi su di lei e cercando prima di bloccarla e poi di toglierle di dosso il costume da bagno. La vittima, però, nel disperato tentativo di difendersi, ha afferrato un sasso e ha colpito al capo l’aggressore, riuscendo, così, a liberarsi per il tempo sufficiente ad alzarsi e tentare di scappare. Ma l’uomo è riuscito a riafferrarla e ha iniziato a colpirla con schiaffi e pugni.
Proprio in quel momento un passante, notata la scena, ha chiamato il 112. I carabinieri, che erano già in zona, sono arrivati in pochi istanti e, seguendo le urla della vittima, sono riusciti a interrompere l’aggressione, chiedendo l’intervento dei medici del 118.
GIP TRIBUNALE DI CATANZARO, ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE PER 14 PERSONE ARRESTATE IN CALABRIA PER MAFIA..
Nella mattinata odierna, 21 giugno 2024, i Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Vibo Valentia con il supporto in fase esecutiva dei militari dei Comandi Provinciali Carabinieri di Reggio Calabria, Pescara, Chieti e Torino, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, nei confronti di 14 indagati, sulla base della ritenuta sussistenza di gravi indizi in ordine ai delitti, rispettivamente ipotizzati nei loro confronti, di associazione di tipo mafioso armata, omicidio plurimo, concorso esterno in associazione mafiosa, e altri gravi reati, aggravati dalle modalità e finalità mafiose, quali estorsione, coltivazione di sostanze stupefacenti, concorrenza illecita, turbata libertà degli incanti, rapina, reati in materia di armi.
In particolare, dei 14 indagati, n. 13 sono raggiunti dalla misura di custodia cautelare in carcere e n. 1 è destinatario della misura degli arresti domiciliari.
L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e condotta dai Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Vibo Valentia, si è sviluppata mediante attività tecnica, servizi di OCP per i riscontri “sul campo”, acquisizioni e analisi di dichiarazioni di collaboratori di giustizia, corroborate dai relativi riscontri, e anche con l’attivazione degli strumenti della cooperazione internazionale, tra cui la Squadra Investigativa Comune con le autorità elvetiche, e con il coordinamento di EUROJUST e quello di EUROPOL.
Gli elementi indiziari acquisiti hanno consentito di delineare (nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) il protrarsi, nonostante precedenti provvedimenti giudiziari, dell’operatività, nell’area delle “Preserre” vibonesi, della cosca di ‘ndrangheta ricompresa nel “locale dell’Ariola”, con proiezioni economico-criminali in Piemonte, Abruzzo, Svizzera e Germania.
La gravità indiziaria ha riguardato l’attuale assetto del sodalizio, determinatosi all’esito di un cruento scontro con altro gruppo, nell’alternanza degli equilibri criminali, anche con riti di affiliazione avvenuti durante lo stato di detenzione, dimostrando in tal modo la perseverante capacità di penetrazione della ‘ndrina all’interno degli istituti carcerari.
In tale contesto, la gravità indiziaria conseguita, allo stato, sul piano cautelare, attraverso gli articolati e complessi approfondimenti investigativi, ha riguardato anche il triplice omicidio di mafia, commesso il 25 ottobre 2003 a Gerocarne (VV) e noto come “Strage dell’Ariola”, inserito all’interno di una lunga faida sanguinosa tra famiglie rivali che si contendevano l’egemonia criminale sul territorio.
Nell’ordinanza cautelare, nei confronti degli indagati, attinti dalle misure adottate, è stata ritenuta, allo stato, la gravità indiziaria, tra l’altro, con riferimento, rispettivamente, a plurime condotte illecite di estorsione, coltivazione di sostanze stupefacenti, concorrenza illecita, turbata libertà degli incanti, rapina, reati in materia di armi, aggravati dalle modalità e finalità mafiose.
Contestualmente all’esecuzione della ordinanza cautelare, si è dato esecuzione a plurimi decreti di perquisizione nei confronti di ulteriori soggetti per i quali si è ipotizzato il coinvolgimento nelle vicende illecite investigate, alcuni dei quali dimoranti in altre regioni del territorio nazionale (Abruzzo e Piemonte) e taluni anche in Svizzera, procedendosi per questi ad attivare gli strumenti della cooperazione internazionale.
Il procedimento per le fattispecie di reato ipotizzate è attualmente nella fase delle indagini preliminari.
In ginocchio i clan mafiosi che dominavano tra le province di Ragusa e Catania: arrestate 16 persone
I finanzieri del Gico del Nucleo di Polizia Economico e Finanziaria della Guardia di Finanza di Catania e dei carabinieri del Comando provinciale di Ragusa hanno posto in stato di fermo sedici persone nell’ambito di una inchiesta sui clan attivi sul territorio tra le provincia di Ragusa e Catania. Tutti sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, tentato omicidio, illecita concorrenza con minaccia o violenza. L’inchiesta è stata coordinata dalla Dda di Catania e i provvedimenti cautelari sono stati firmati dal Gip del Tribunale etneo.
Palermo, arresto di un uomo di 35 anni per rapina
I Carabinieri della Compagnia di Bagheria hanno arrestato un uomo di 35 anni, di origini Palermitane ma da tempo residente in provincia, già noto alle forze dell’ordine, con l’accusa di rapina. In particolare, il 35enne, mentre si trovava su una delle vie principali di Altavilla Milicia, dopo aver strattonato la sua ex convivente 23enne le asportava il telefono cellulare danneggiando, altresì, i tergicristalli dell’autovettura di una donna in transito che, avendo assistito alla scena, accorreva in aiuto della vittima.
Da qui l’immediato intervento dei Carabinieri della locale Stazione che hanno arrestato l’uomo, il quale, durante il tragitto verso gli uffici della Compagnia di Bagheria, con un calcio, sfondava il finestrino posteriore dell’autovettura di servizio. L’arrestato, pertanto, è stato anche denunciato in stato di libertà anche per il reato di danneggiamento aggravato.
L’arresto è stato convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Termini Imerese che ha disposto per l’indagato la misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. È doveroso rilevare che l’odierno indagato è, allo stato, solamente indiziato di delitto, seppur gravemente, e che la sua posizione- informa il Comando – verrà vagliata dall’Autorità Giudiziaria nel corso dell’intero iter processuale e definita solo a seguito dell’eventuale emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza.
Roma, al semaforo uno straniero vagabondo si introduce nell’auto di una donna, l’afferra per il collo e la minaccia. Intervento di un Carabiniere libero dal servizio , arresto e custodia in carcere
Archivi -Sud Libertà
Nello specifico, in via Rhodesia, una donna alla guida della propria autovettura e con a bordo un uomo che la stava minacciando, si è diretta verso un gruppo di persone, chiedendo loro aiuto. Ragion per cui, un Carabiniere libero dal servizio e in borghese, facente parte del gruppetto di persone, appurata sin da subito la gravità della situazione, dovuta dalla forte agitazione della donna, ha immediatamente bloccato l’uomo, per poi chiedere i rinforzi ai colleghi dell’Eur.
Per questo motivo, l’indagato è stato arrestato e condotto presso le aule di piazzale Clodio, dove il Tribunale di Roma ha convalidato l’arresto e disposto per lui la misura della custodia cautelare in carcere.
Ragusa: nuovo scacco allo spaccio di droga. Carabinieri arrestano altre 9 persone
Operazione antibracconaggio con impiego del cane “Africa” dell’Unità cinofila antiveleno – Due arresti
Si è appena conclusa ad Ischia un’importante operazione mirata al contrasto del fenomeno del bracconaggio che ha visto protagonisti, oltre che i militari del Raggruppamento CITES di Roma (SOARDA) ed i carabinieri forestali del Nucleo di Casamicciola, anche l’Unità Cinofila Antiveleno e Antibracconaggio di Frosolone (IS), dipendente dal Gruppo CC di Isernia.
L’operazione ha portato all’arresto di due persone, già note alle Forze dell’Ordine e particolarmente attive da anni nella pratica dell’uccisione illecita di specie di avifauna migratoria tutelata dalla normativa in materia. L’importante risultato è stato raggiunto, per il secondo anno consecutivo, anche grazie all’impiego del cane “Africa” dell’Unità Cinofila Antiveleno e Antibracconaggio – che ha sede presso il Nucleo cc Forestale di Frosolone (IS) – addestrata non solo al rinvenimento di esche e bocconi avvelenati pericolosi per gli animali domestici e selvatici, ma anche per la ricerca di armi e munizioni.
Determinante, quindi, nell’ambito di operazioni antibracconaggio come questa appena conclusa, è l’ausilio fornito dai cani antiveleno ed antibracconaggio dell’Arma essendo in grado di rinvenire armi e cartucce anche se occultate sottoterra. L’Unità Cinofila Antiveleno e Antibracconaggio di Frosolone (IS) opera a supporto degli altri Reparti dell’Arma in tutta Italia per contrastare i fenomeni criminosi del bracconaggio e dell’avvelenamento degli animali, rendendosi protagonista di importanti risultati nel contrasto di queste attività illecite e dannose per la tutela della biodiversità e dell’ambiente e della collettività in generale.
Catania: fermato un 39enne per rapina impropria, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni
Catania,
Gli agenti delle Volanti dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della questura di Catania hanno arrestato un uomo per rapina impropria, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e porto di oggetti atti ad offendere. L’uomo stava cercando di fuggire dopo che aveva tentato di rubare alcuni prodotti in un supermercato del quartiere Nesima, ma era stato fermato dai dipendenti del negozio.
Resosi conto che era stata chiamata la Polizia, il ladro si è dato alla fuga disfacendosi della refurtiva.
In quel momento passava un poliziotto della questura di Catania che, libero dal servizio, si è accorto di quanto stava accadendo. Il ladro era salito su un’auto e si stava dileguando, ma il poliziotto, che nel frattempo si era qualificato, si è fermato davanti al veicolo. Nonostante questo, l’uomo non ha fermato la sua marcia, investendo il poliziotto che, benché ferito, è riuscito ad annotare il numero di targa che ha permesso di ritrovare l’auto che nel frattempo si era allontanata.
Il veicolo, risultato intestato ad una società di autonoleggio, è stato rintracciato dagli investigatori delle Volanti che lo hanno localizzato e bloccato. A bordo del mezzo i poliziotti hanno trovato due grossi coltelli.
L’analisi delle immagini del sistema di videosorveglianza del supermercato ha permesso di ricostruire le diverse fasi del ferimento. A quel punto gli operatori delle Volanti, insieme al poliziotto ferito, hanno eseguito l’arresto dell’uomo, un 39enne di Catania.