Marsala, associazione per delinquere,scommesse sportive on line, illecite, la Procura indaga sedici persone. Chi sono

Il Tribunale di Marsala

fOTO :  Il Tribunale di Marsala

La Procura di Marsala ha indagato sedici persone per il reato associazione per delinquere finalizzata alle scommesse sportive on line illegali.  Gli indagati avrebbero accettato, raccolto, o comunque favorito l’accettazione o in qualsiasi modo la raccolta, direttamente o tramiti siti web esteri (quelli diversi dall’estensione «.it») non autorizzati, per via telefonica e telematica, di scommesse sportive per almeno 200 mila euro.

L’indagine è stata coordinata dal sostituto procuratore Calogero Roberto Piscitello. L’arco temporale dei fatti contestati va da febbraio ai primi di giugno 2021. Le scommesse illegali sarebbero state raccolte a Marsala, Alcamo e Castellammare del Golfo.

GLI INDAGATI DALLA PROCURA

L’avviso conclusione indagini preliminari è stato notificato a Giovanni Cannatella, di 29 anni, Dario Cottone, di 31, Maria Angela Di Bernardo, di 48, Giovanni Marchese, di 41, Marica Genco, di 39, Giuseppe Guida, di 59, Giovanni Santo Guida, di 28, Rosario Guida, di 34, Matteo Montalbano, di 45, Eros Giuseppe Pizzo, di 46, Giuseppe Safina, di 25, Enrico Salvatore Valenti, di 53, tutti di Marsala, Luca Amantini, di 48, originario di Sant’Angelo in Vado (PS), ma residente a Mazara del Vallo, Alex Barresi, di 28, Giuseppe Messina, di 56, entrambi di Castellammare del Golfo, e Andrea Melfi, di 28, di Vittoria (RG). Parte offesa nel procedimento è il ministero delle Finanze. Giovanni Marchese e Marica Genco, marito e moglie, gestori di un centro scommesse on line nella borgata di Strasatti, erano rimasti coinvolti in una precedente inchiesta della Procura di Marsala, poi trasferita alla Procura di Trapani per competenza territoriale.

Ndrangheta,Catanzaro: 44 arresti in 4 regioni, in manette anche un Sindaco

 

personaggio del film noir - mafia foto e immagini stock

 Catanzaro – Territorio Nazionale,
Nella mattinata odierna, in varie località della costa soveratese, nonché in Lazio, Piemonte e Lombardia, i Carabinieri del Comando Provinciale di Catanzaro e del ROS hanno eseguito un provvedimento cautelare emesso dal G.I.P. del citato capoluogo, a carico di 44 persone (15 in carcere e 29 agli arresti domiciliari), ritenute responsabili, a vario titolo, di “associazione di tipo mafioso”, “procurata inosservanza di pena”, “furto”, “estorsione”, “minaccia”, “traffico, anche internazionale, di armi”, tutti aggravati dalle finalità mafiose, nonché “scambio elettorale politico mafioso” e “coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente”.
L’indagine – condotta anche attraverso complesse attività tecniche – ricostruisce, a livello di gravità indiziaria (salvo il vaglio nel contraddittorio tra le parti), l’operatività della locale di ‘ndrangheta di Guardavalle (CZ), attiva nel soveratese e con ramificazioni al Centro-Nord Italia, dedita a estorsioni, danneggiamenti, traffico di armi, violazioni in materia di stupefacenti, nonché al condizionamento della P.A..
Nel corso delle investigazioni, sono stati rintracciati e arrestati 3 latitanti, tra cui Cosimo Damiano GALLACE, 64enne, vertice della citata locale e bloccato il 7 ottobre 2021 in un bunker realizzato all’interno di un impianto di calcestruzzo di Isca sullo Ionio (CZ).
Le indagini hanno quindi ricostruito, anche grazie all’analisi delle chat emerse dai criptofonini (tecnologia SkyECC) in uso ai sodali, il ruolo di una famiglia di imprenditori edili di Badolato (CZ) nella “gestione” della latitanza del GALLACE, al quale venivano garantiti vitto e alloggio in bunker, realizzati ad hoc e dotati di   videosorveglianza/allarme, nonché il trasporto negli spostamenti suoi e degli stretti familiari.
Gli investigatori dell’Arma hanno ricostruito, sul piano cautelare, le attività delittuose del sodalizio dedito al controllo del territorio e dell’economia locale attraverso estorsioni e furti, nonché la detenzione di marijuana, la coltivazione di cannabis, la detenzione e il porto in luogo pubblico di armi e il traffico di armi, anche da guerra, provenienti da Serbia, Montenegro e altri Paesi.
È stato altresì ricostruito, a livello di gravità indiziaria, lo scambio elettorale politico-mafioso in occasione delle elezioni comunali di Badolato tenutesi nell’ottobre 2021 e l’ingerenza della cosca e della citata famiglia imprenditoriale nelle decisioni di quell’amministrazione.
È emersa, infine, l’intestazione fittizia delle aziende dei fiancheggiatori e le cointeressenze della locale nei loro affari imprenditoriali, tra cui l’interesse della cosca alla realizzazione di un metanodotto nel foggiano.
Contestualmente all’esecuzione della suddetta Ordinanza, infatti, i militari del Comando Provinciale di Catanzaro e del ROS stanno eseguendo un decreto di sequestro preventivo d’urgenza delle quote e dei beni mobili/immobili (tra cui 2 cave) di 2 società (calcestruzzi e trasporto inerti), riconducibili alla citata famiglia imprenditoriale, oggetto d’intestazione fittizia.

Il procedimento per le fattispecie di reato ipotizzate è attualmente nella fase delle indagini preliminari. 

Catania, un Tir ribalta sulla rampa di accesso alla tangenziale

 

Un camion  articolato , molto lungo, si è ribaltato sulla rampa di accesso alla tangenziale di Catania dall’autostrada A19, in direzione Messina. Incolume l’autista. L’incidente è avvenuto tra i km 15,800 e 15,700, all’altezza dello svincolo di Misterbianco. Si indaga sui motivi che hanno causato l’incidente. L’autista ne è uscito incolume.

I vigili del fuoco sono intervenuti per la perdita di carburante dal serbatoio del tir, che trasportava materiale edile. La tangenziale è stata chiusa, con deviazioni temporanee.

 

LO SCEMPIO DI VITE UMANE -Operazione “HYPNOS” su maltrattamenti, abbandono di incapaci ed esercizio abusivo della professione

I NAS  RISCONTRANO NUMEROSI CASI DI CONDOTTE OPPRESSIVE E AVVILENTI NEI CONFRONTI DEGLI ANZIANI  : INGIURIE, URLA, STRATTONAMENTI, ABBANDONO, SOMMINISTRAZIONE DI PSICOFARMACI

Anziani maltrattati: inaccettabile scempio di vite umane | Vanna Iori

Archivi -Sud Libertà

 

Ragusa,

Su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa, i Carabinieri del NAS di Ragusa, con la collaborazione dei Carabinieri di quel Comando Provinciale, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale nei confronti otto soggetti, due dei quali destinatari della misura cautelare personale degli arresti domiciliari e sei di misure interdittive, nei confronti dei gestori e di alcuni dipendenti di una struttura impegnata nella cura e custodia di persone anziane e disabili, gravemente indiziati – allo stato degli atti e nella presente fase del procedimento, nella quale non è stato ancora instaurato il contraddittorio con gli indagati – in concorso tra loro del reato continuato di maltrattamenti, abbandono di incapaci ed esercizio abusivo della professione medica ed infermieristica.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Ragusa e condotte dal NAS di Ragusa con servizi di osservazione, pedinamento, ispezioni e mediante attività tecnica di intercettazione telefonica ed ambientali, hanno permesso di approfondire l’illecita condotta degli indagati nel gestire la casa di riposo, all’interno della quale erano ospitate 29 (ventinove) persone, in sovrannumero rispetto alle capacità ricettive della struttura e accudite da personale sottodimensionato e non qualificato che, specie in orario notturno, somministrava in difetto di prescrizione medica farmaci ipnoinducenti, al solo scopo di intorpidire e quindi poter gestire gli ospiti della struttura con un personale ridotto e così limitando le spese di gestione.

L’attività investigativa, ricadente nell’ambito di servizi disposti in campo nazionale dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute di Roma, d’intesa con il Ministero della Salute, finalizzati a monitorare la corretta gestione delle strutture socio – assistenziali dedicate ad ospitare le fasce più deboli della società, è scaturita da una segnalazione pervenuta al Nas di Ragusa da parte di ex dipendenti della struttura e riguardante le indegne condizioni in cui gli anziani erano costretti a vivere.

Dal complesso degli elementi indiziari sarebbero emerse gravi anomalie nella gestione della casa di riposo, improntata alla massimizzazione dei profitti a discapito delle condizioni igienico sanitarie, funzionali e organizzative della struttura, con una inappropriata assistenza sanitaria nei confronti degli ospiti. Sarebbero inoltre stati riscontrati numerosi casi di condotte oppressive e avvilenti nei confronti degli anziani (spesso costretti a dormire in letti pieghevoli e fatiscenti), messe in atto tramite ingiurie, urla, strattonamenti, abbandono, somministrazione di psicofarmaci. Commesso con sistematicità, infine, il reato di esercizio abusivo della professione medica da parte di uno dei titolari della struttura, che arbitrariamente modificava le prescrizioni o inseriva farmaci (spesso ad azione psicoattiva) nelle terapie degli ospiti, così come l’abusivismo infermieristico dei dipendenti che approssimativamente somministravano, benché sprovvisti di specifico titolo professionale, medicinali agli ospiti loro affidati.

Al termine delle attività è stato disposto il sequestro preventivo dell’intera struttura sociosanitaria per anziani e disabili oggetto dell’attività di indagine, con nomina, da parte del G.I.P., di apposito amministratore giudiziario. Tutte le ipotesi accusatorie, allo stato condivise dal G.I.P. in sede, dovranno trovare conferma allorché verrà instaurato il contraddittorio tra le parti, come legislativamente previsto.

Indagini della Procura della Repubblica e provvedimenti restrittivi a carico di persone accusate di sequestro

 

Noir movie character

 

 

 Ragusa – Modica ,
Su richiesta delle competenti Procure della Repubblica presso il tribunale ordinario (Direzione Distrettuale Antimafia) e presso il Tribunale per i Minorenni di Catania, che hanno coordinato le indagini, nelle prime ore della mattinata odierna, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Modica – supportati dai Reparti Investigativi dei Comandi Provinciali di Ragusa e Siracusa, che hanno contribuito allo svolgimento delle indagini – hanno dato esecuzione a due distinti provvedimenti restrittivi emessi dai GIP di Catania (sia presso il Tribunale ordinario che presso il il Tribunale per i minorenni) nei confronti di soggetti originari e gravitanti nell’area siracusana che fatta salva la presunzione di innocenza – venivano ritenuti gravemente indiziati , con i ruoli di mandanti, esecutori e carcerieri, dei sequestri di persona di 3 giovani avvenuti, in fasi diverse, a Scicli il 20 giugno dello scorso anno e che hanno suscitato profondo allarme nella città.
Per la liberazione di uno degli ostaggi, non appena localizzato il giorno successivo, è stato necessario l’impiego del Gruppo d’Intervento Speciale (GIS) dell’Arma dei Carabinieri, così da evitare possibili reazioni e ulteriori conseguenze in danno del giovane sequestrato. L’operazione si concludeva con l’arresto in flagranza di uno dei custodi e il sequestro di una pistola, della quale il carceriere era in possesso.
Sotto la direzione della AG Catanese l’Aliquota Operativa della Compagnia di Modica proseguiva le investigazioni in ordine al grave delitto commesso con il fattivo contributo dei Carabinieri di Siracusa.
Le indagini avrebbero quindi consentito di ricostruire il movente del sequestro del giovane, che si è ritenuto sia consistito in una ritorsione per la sottrazione di 4 chili di hashish, del valore di circa 15 mila euro, avvenuta a Modica il 19 giugno 2024 in danno di alcuni delle persone arrestatie già fornitricii di altre partite di droga in favore di giovani spacciatori locali. Il sequestro di persona avrebbe dunque avuto lo scopo di recuperare la somma di denaro a pagamento della droga, condizione per la liberazione del sequestrato.
Il commando, secondo la ricostruzione accusatoria da verificare nel prosieguo del procedimento — un gruppo composto da otto siracusani armati di pistole, giungeva a Scicli per rintracciare coloro che si erano impossessati della droga, bloccando per alcune ore e picchiando selvaggiamente, con la minaccia delle armi, due giovani sciclitani, di cui un minorenne, per poi rilasciarli; subito dopo, ne1 quartiere Jungi di Scicli, il commando avrebbe sequestrato il giovane da loro ricercato che, sempre sotto minaccia armata, sarebbe stato caricato con violenza a bordo di una delle loro autovetture e trasportato a Siracusa. Nel tentativo di difendere il giovane dai suoi aggressori, un cugino del sequestrato veniva attinto ad una gamba da un colpo di arma da fuoco. Anche l’ostaggio durante il tragitto veniva ferito alla spalla con un colpo di pistola, mentre tentava di lanciarsi da1l’autovettura in corsa.
\ Siracusa sarebbe stato poi rinchiuso in un appartamento di via Privitera, nel popolare rione di Santa Lucia, utilizzato quale covo per lo spaccio della droga.
Le indagini, i cui esiti sono stati sin qui convalidati dai giudici, avrebbero permesso anche di delineare le dinamiche del gruppo che risultava dedito allo spaccio di stupefacenti.
Ai risultati investigativi sin qui ottenuti – suscettibili di ulteriori convalide in sede giurisdizionale – si è giunti attraverso l’acquisizione delle informazioni assunte dai testimoni, l’analisi dei dati acquisiti sulla base del vaglio delle immagini di videosorveglianza presenti sui luoghi.
Gli arrestati sono stati condotti presso la Casa Circondariale di Ragusa e presso l’Istituto Penale per i Minorenni di Catania-Bicocca.

Palermo , contrasto allo spaccio di droga. In manette due persone

 

Gratis Immagine gratuita di a base di erbe, benessere, canapa Foto a disposizione

Archivi-Sud Libertà

Palermo,
I militari della Stazione San Filippo Neri hanno arrestato un 23enne, palermitano, già noto alle forze dell’ordine, per spaccio di sostanze stupefacenti. I militari, nell’ambito di un servizio di controllo del territorio nel quartiere “Zen 2” finalizzato alla prevenzione e al contrasto dello spaccio di droga hanno notato il giovane che cedeva alcuni involucri ad alcuni avventori. Immediato l’intervento dei Carabinieri che hanno bloccato l’uomo che, perquisito, è stato trovato in possesso di 13 dosi tra cocaina e hashish ingegnosamente occultate all’interno del doppio fondo di una bottiglietta d’acqua che i militari hanno recuperato nei pressi del luogo dove il presunto pusher è stato osservato intento a cedere la sostanza. Inoltre l’attività di ricerca ha permesso di rinvenire nella disponibilità dell’indagato quasi 150 euro in banconote di piccolo taglio, verosimilmente provento dell’illecita attività di spaccio.
Il Tribunale di Palermo – Quarta Sezione ha convalidato l’arresto.
Nell’ambito di un’altra attività effettuata sempre nel quartiere “Zen 2,” la Stazione della San Filippo Neri ha arrestato, in flagranza di reato con l’accusa di detenzione illecita ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, un palermitano, di 36 anni, già noto alle forze dell’ordine. Anche in questa circostanza, gli insoliti movimenti del presunto pusher, non sono sfuggiti allo sguardo attento dei militari che hanno osservato il 36enne intento a spacciare.
L’uomo è stato immediatamente fermato e perquisito dai Carabinieri che hanno rinvenuto nella sua disponibilità quasi 30 dosi di cocaina nascoste sotto un vaso di plastica poggiato per terra in prossimità del punto dove l’indagato era stato poco prima notato mentre cedeva lo stupefacente. Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Palermo ha convalidato l’arresto.
La droga sequestrata è stata trasmessa al Laboratorio di Analisi delle Sostanze Stupefacenti del Comando Provinciale di Palermo per gli accertamenti di rito. È obbligo rilevare- informanoi Carabinieri in un Comunicato –  che gli odierni indagati sono, allo stato, solamente indiziati di delitto, seppur gravemente, e che la loro posizione verrà vagliata dall’Autorità Giudiziaria nel corso dell’intero iter processuale e definita solo a seguito dell’eventuale emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato, in ossequio ai principi costituzionali di presunzione di innocenza.

Catania, duro colpo ai Clan mafiosi, 21 persone arrestate

di  ALESSIO  EVANGELISTA    (Comunicato )

Catania,

I poliziotti della Squadra mobile di Catania e del Commissariato di P.S. di Adrano hanno arrestato 21 persone accusate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti, porto e detenzione di armi da sparo, tutti aggravati dalla finalità di agevolare l’associazione mafiosa di appartenenza.

Gli investigatori, proseguendo filoni di precedenti indagini, dal luglio 2021 hanno evidenziato come uno dei componenti di alto livello nella gerarchia del clan Scalisi, una volta scarcerato, si sia subito posto ai vertici del gruppo criminale, diventandone il reggente.

Dalle analisi dei poliziotti si è potuto ricostruire l’organigramma del clan, portando alla luce le numerose estorsioni che commercianti e imprenditori locali subivano, costretti a versare mensilmente il “pizzo”, con il timore di subire danni alle loro imprese se non avessero pagato.

Dalle indagini, infatti, sono emersi diversi episodi di danneggiamento e intimidazione nei confronti di quelli che non avevano ceduto al pagamento del dovuto agli emissari del clan.

I poliziotti hanno dimostrato che l’estorsione non era la sola fonte di guadagno dell’associazione mafiosa. Il clan, infatti, gestiva un esteso traffico di cocaina e marijuana, dopo essersi inserito prepotentemente nel mercato degli stupefacenti grazie alla debolezza dell’altro clan adranita, colpito negli anni da numerosi arresti.

Proprio per difendere questo predominio, presidiare il loro territorio e preservare i loro affari dalle interferenze dei rivali, i membri dell’organizzazione criminale si erano dotati di numerose armi, pronti a sostenere il confronto con gli altri gruppi mafiosi.

L’operazione, su delega della Direzione distrettuale antimafia, si è conclusa con il supporto operativo degli equipaggi del Reparto prevenzione crimine, Reparto mobile, Polizia scientifica, nonché con la supervisione dall’alto di un elicottero del Reparto volo etneo.

 

Contrasto alla criminalità organizzata di stampo mafioso Palermo – Notificate dalla Finanza 18 misure cautelari personali

personaggio del film noir - mafia foto e immagini stock

 

Palermo,

Nelle prime ore di questa mattina, i finanzieri del Comando Provinciale Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo, su richiesta della locale Procura della Repubblica – D.D.A., nei confronti di 18 soggetti, di cui 7 in carcere, 10 ai domiciliari e 1 destinatario dell’obbligo di dimora nel comune di residenza.

Contestualmente, sono in corso di svolgimento perquisizioni presso le abitazioni e gli altri luoghi nella disponibilità degli indagati, nei cui confronti si procede, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, porto abusivo d’armi, turbata libertà degli incanti, estorsione, rapina e favoreggiamento personale.

Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo, hanno permesso di far luce sulle trame illecite poste in essere dalla famiglia mafiosa di Mazara del Vallo (TP), disvelando i rapporti verticistici esistenti tra gli affiliati.

In particolare, sono state ricostruite le fasi che hanno portato all’ascesa di un soggetto, attivo nel settore dell’allevamento di ovini, che, agendo quale braccio operativo del capo mandamento (attualmente detenuto), è divenuto, nel tempo, il punto di riferimento per lo svolgimento delle più diverse attività criminali (tra cui riscuotere crediti insoluti, dirimere controversie e organizzare un traffico di stupefacenti tra Palermo e i territori ricadenti nel mandamento).

In tale contesto è stata riscontrata l’esistenza di un penetrante potere di controllo economico del territorio, esercitato mediante la gestione mafiosa delle aree di pascolo e delle aste fallimentari.

Al riguardo, le investigazioni hanno consentito di documentare anche diversi episodi di violenza legati al mancato rispetto di accordi presi per la spartizione di alcuni immobili.

Parallelamente, è stato possibile ricostruire le dinamiche criminali che hanno favorito lo sviluppo, in territorio trapanese, di una capillare rete di supermercati riconducibile a un noto imprenditore mazarese; questi, forte di un rapporto diretto con il vertice storico del mandamento mafioso di Mazara del Vallo sin dalla metà degli anni 2000, ha potuto espandere la propria sfera di affari in diversi settori merceologici, acquisendo la proprietà e la gestione di numerose società.

In cambio del sostegno garantitogli dall’associazione, il medesimo imprenditore avrebbe assicurato a Cosa nostra l’assunzione di affiliati e di loro parenti, aiuti finanziari per l’avvio di nuove attività economiche, nonché l’acquisto di beni posti in asta e riconducibili a soggetti contigui, così che gli stessi ritornassero nella loro disponibilità.

L’odierna attività di servizio, che ha previsto l’impiego di oltre 150 fiamme gialle, testimonia la costante attenzione e il perdurante impegno della Guardia di Finanza, nell’ambito delle indagini delegate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, al fine di contrastare ogni possibile tentativo di infiltrazione mafiosa nel tessuto economico-produttivo, nell’ottica di garantire al mercato le necessarie condizioni di legalità e competitività…..

 

Siracusa, stop ad una fiorente piazza di spaccio

 

 

Droga: caratteristiche, definizione ed effetti | Studenti.it

Archivi -Sud Liberta’

 

 

Siracusa – Solarino (
I Carabinieri della Compagnia di Siracusa hanno arrestato 10 persone, 7 uomini e 3 donne, di età compresa tra i 18 e i 62 anni, in esecuzione di ordinanza su richiesta di misura cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Siracusa, ritenute responsabili, a vario titolo, di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
L’attività d’indagine, condotta dai Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Siracusa e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il locale Tribunale, ha avuto inizio a settembre dello scorso anno dopo che nel comune di Solarino era stata individuata una fiorente piazza di spaccio.
L’attività investigativa, sviluppata attraverso attività tecnica di intercettazione, servizi di osservazione controllo e pedinamento e diversi sequestri di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e crack, ha consentito di smantellare la piazza di spaccio dopo avere ricostruito le fasi dell’attività di vendita al minuto, le modalità operative e i luoghi di stoccaggio dello stupefacente. In particolare la base logistica era situata nell’appartamento di uno degli arrestati, a Solarino, dove l’uomo viveva con la moglie e il figlio e, proprio nei pressi dell’abitazione, avvenivano   quotidianamente le cessioni.
È inoltre emerso che gli spacciatori sfruttavano due diversi canali di approvvigionamento, uno siracusano e l’altro catanese. Nel corso dell’indagine sono stati identificati e segnalati alla Prefettura diversi assuntori di sostanze stupefacenti e due uomini sono stati arrestati in flagranza di reato, è stato stimato che, in media, venivano effettuate circa 60/70 cessioni giornaliere per un guadagno superiore ai mille euro al giorno.
Due uomini di 50 e 31 anni ed una 62enne sono stati associati rispettivamente alla casa circondariale “Cavadonna” di Siracusa e di “Piazza Lanza” di Catania, a un 57enne è stata notificata la misura della custodia cautelare in carcere presso la casa circondariale di Caltagirone ove si trovava già ristretto per altra causa, un 31enne ed una 45enne sono stati sottoposti agli arresti domiciliari con il presidio del braccialetto elettronico per l’uomo, un 40enne è stato sottoposto a obbligo di dimora e di presentazione alla P.G., una 33enne e un uomo di 43 anni sono stati sottoposti a obbligo di dimora e un 19enne all’obbligo di presentazione alla P.G..
È obbligo rilevare- informa il Comando -che gli odierni indagati sono, allo stato, solamente indiziati di delitto, seppur gravemente, e che la loro posizione verrà vagliata dall’Autorità Giudiziaria nel corso dell’intero iter processuale e definita solo a seguito dell’eventuale emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato, in ossequio ai principi costituzionali di presunzione di innocenza.

Polizia postale: operazione contro il falso trading online, due arresti , società di comodo, truffe

 

 

Trading online

 

di   Alessio   Evangelista

Attiravano le loro vittime inserendo in alcuni siti internet dei banner pubblicitari di inesistenti società di investimenti finanziari e successivamente le convincevano a effettuare investimenti con la falsa promessa di lauti guadagni le due persone arrestate dai poliziotti della Polizia postale di Torino.

L’operazione “Trade scam” condotta dagli investigatori della Postale si è conclusa a Tirana, in Albania, e ha visto il coordinamento internazionale di Eurojust e la collaborazione della Spak albanese, la Procura speciale deputata al contrasto della corruzione e della criminalità organizzata.

Le indagini condotte dal   Cosc  (Centro operativo per la sicurezza cibernetica) di Torino e coordinata dal    Servizio polizia postale e per la sicurezza cibernetica, hanno ricostruito, grazie al rilevante sequestro di materiale informatico, l’organigramma preciso, risalendo al ruolo che ognuno aveva all’interno del gruppo criminale che agiva anche grazie alla creazione di società di comodo necessarie per il riciclaggio dei proventi delle truffe.

È seguendo i flussi finanziari che i poliziotti hanno delineato il modus operandi degli indagati che, dopo aver raggirato le vittime, le convincevano a versare le somme da investire. Questo denaro veniva poi immediatamente trasferito su conti stranieri per aggirare i controlli antiriciclaggio e convertito in criptovalute.

La fase finale dell’operazione, conclusasi con l’arresto dei due indagati e il sequestro preventivo di 4 milioni di euro, si è svolta sul territorio albanese con la collaborazione degli organi di Giustizia e di Polizia locali grazie al supporto del Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia (Scip), che, per la diffusione internazionale dei mandati di cattura, ha attivato la sede centrale Interpol,  in stretto contatto con l’Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza italiano in Albania, distaccato  all’Ambasciata di Tirana  ( Comunicato)…

 

 

Translate »
Warning: file_get_contents(https://gooolink.com/somefile.php?domain=sudliberta.com): Failed to open stream: HTTP request failed! HTTP/1.1 521 in /customers/c/2/5/sudliberta.com/httpd.www/wp-content/plugins/gutenberg-addon/function.php on line 32