Papa Francesco, prima di morire: “La morte non è fine di tutto ma un nuovo inizio, l’eternità..”

 

 

Papa Francesco, diffusa prima immagine salma. Oggi si decide data funerali

 

 

Roma,

Nella foto sopra il Vaticano concede la foto della  salma di Papa Francesco, morto ieri all’età di 88 anni. Il Pontefice, in una semplice bara di legno, indossa la mitra, un rosario tra le mani, la veste liturgica rossa. Accanto al feretro, il cardinale Pietro Parolin, raccolto in preghiera.

Oggi la Congregazione dei cardinali si incontra per decidere la data dei funerali, parte un processo che culminerà nell’elezione di un nuovo Pontefice. “Ora siamo chiamati a discutere di organizzazione, poi si vedrà”,ha detto il card. Fernando Filoni entrando alla prima Congregazione dei cardinali in Vaticano. “La cosa più importante – ha aggiunto – è la preghiera, accompagniamo il Papa con la preghiera . Intanto siamo chiamati a discutere dell’organizzazione poi si vedrà”.

Secondo la Costituzione Apostolica, le esequie dovrebbero tenersi tra il quarto e il sesto giorno dopo la morte, quindi tra venerdì e domenica di questa settimana. Ma i dettagli saranno decisi dai cardinali,   c onvocati per la prima di una serie di congregazioni  generali    dalle 9.00  nell’Aula del Sinodo. I cardinali stabiliranno anche l’esposizione della salma di Francesco che da domani dovrebbe essere traslata a San Pietro per poi essere esposta, fino a venerdì sera, alla devozione della folla di fedeli. Il Papa ha chiesto di essere sepolto nella Basilica di S.Maria Maggiore.

Testo inedito del Pontefice: “La morte non è fine di tutto ma nuovo inizio”

La morte non è la fine di tutto, ma l’inizio di qualcosa. È un nuovo inizio, come evidenzia saggiamente il titolo, perché la vita eterna, che chi ama già sperimenta sulla terra dentro le occupazioni di ogni giorno, è iniziare qualcosa che non finirà. Ed è proprio per questo motivo che è un inizio ‘nuovo’, perché vivremo qualcosa che mai abbiamo vissuto pienamente: l’eternità”, si legge nella prefazione che Papa Francesco aveva scritto il 7 febbraio scorso per il libro del cardinale Angelo Scola, arcivescovo emerito Milano, intitolato ‘Nell’attesa di un nuovo inizio. Riflessioni sulla vecchiaia’. Il volume, della Libreria Editrice Vaticana, sarà nelle librerie da giovedì 24 aprile.

“Angelo Scola ci parla della vecchiaia, della sua vecchiaia, che scrive con un tocco di confidenza disarmante ‘mi è venuta addosso con un’accelerazione improvvisa e per molti aspetti inaspettata’ – scriveva il Papa – Già nella scelta della parola con cui si auto-definisce, ‘vecchio’, trovo una consonanza con l’autore. Sì, non dobbiamo aver paura della vecchiaia, non dobbiamo temere di abbracciare il diventare vecchi, perché la vita è la vita ed edulcorare la realtà significa tradire la verità delle cose. Restituire fierezza a un termine troppo spesso considerato malsano è un gesto di cui esser grati al cardinale Scola. Perché dire ‘vecchio’ non vuol dire ‘da buttare’, come talvolta una degradata cultura dello scarto porta a pensare. Dire vecchio, invece, significa dire esperienza, saggezza, sapienza, discernimento, ponderatezza, ascolto, lentezza… Valori di cui abbiamo estremamente bisogno!”. “È vero, si diventa vecchi, ma non è questo il problema: il problema è come si diventa vecchi – osservava Papa Francesco – Se si vive questo tempo della vita come una grazia, e non con risentimento; se si accoglie il tempo (anche lungo) in cui sperimentiamo forze ridotte, la fatica del corpo che aumenta, i riflessi non più uguali a quelli della nostra giovinezza, con un senso di gratitudine e di riconoscenza, ebbene, anche la vecchiaia diventa un’età della vita, come ci ha insegnato Romano Guardini, davvero feconda e che può irradiare del bene”.

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