Olimpiadi, Papa Francesco:” Lo sport e’ capace di unire persone di cultura diverse…”

Papa Francesco

 

 

Papa Francesco in occasione dell’Angelus domenicale a Piazza San Pietro ha invitato  a ricercare la pace nei vari conflitti

 

Questa settimana inizieranno i Giochi Olimpici di Parigi che saranno seguiti dai Giochi Paralimpici. Lo sport ha anche una grande forza sociale, è capace di unire pacificamente persone di culture diverse. Auspico che questo evento possa essere segno del mondo inclusivo che vogliamo costruire e che gli atleti con la loro testimonianza sportiva siano messaggeri di pace a validi modelli per i giovani e in particolare secondo l’antica tradizione le Olimpiadi siano occasione per stabilire una tregua nelle guerre, dimostrando una sincera volontà di pace”.

 “Preghiamo per la pace, ha aggiunto il Pontefice. Non dimentichiamo la martoriata Ucraina, la Palestina Israele, il Myanmar e i tanti altri paesi che sono in guerra. Non dimentichiamo che la guerra è una sconfitta” ha concluso il Santo Padre.

Mons.Viganò, già scomunicato per scisma, accusa ancora Papa Francesco di “usurpazione della sacra autorità” e continua persino a celebrare messa

 

 

Monsignor Carlo Maria Viganò, scomunicato già per scisma dall’ex Sant’Uffizio, mantiene la sua posizione accusatoria  e continua a celebrare messa nell’eremo di Viterbo, dove sorge la sua fondazione Exsurge Domine. L’ex nunzio negli Stati Uniti, tramite X informa: “Come tutti i primi sabati del mese, oggi offro il Santo Sacrificio della Messa secondo le intenzioni degli amici e benefattori della Fondazione Exsurge Domine e di tutti coloro che mi hanno espresso la loro vicinanza spirituale e materiale in questi frangenti”.

Carlo Maria Viganò (Fotogramma)

Monsignor Viganò, che il Sant’Uffizio nel decreto di scomunica ha messo in guardia dal rischio di spretamento, tira dritto: “Invito tutti ad unirsi a me nella fiduciosa preghiera al Cuore Immacolato di Maria, affinché il Signore conceda alla Santa Chiesa di trionfare ancora sui suoi nemici che oggi la eclissano e usurpano la sua sacra autorità”.

La misericordia di Papa Francesco, nomina mons Georg (che lo aveva “criticato”) Nunzio Apostolico in Lituania, Estonia e Lettonia

 

 

Il Vaticano comunica che il Papa ha nominato Nunzio Apostolico in Lituania, Estonia e Lettonia mons. Georg Gänswein, Arcivescovo titolare di Urbisaglia, Prefetto emerito della Casa Pontificia.  Il  caso dell’ex segretario particolare di Ratzinger si trascinava da oltre un anno dopo che il Pontefice aveva deciso il suo allontanamento dal Vaticano rimandandolo in Germania, nella sua diocesi di Friburgo, senza un incarico.

Padre Georg - Fotogramma
Mons Georg si sa è molto amato dalla popolazione italiana e non solo per la sua prestanza fisica e simpatia nella parte femminile ma anche per le sue osservazioni ed opinioni che hanno rivelato saggezza ed acutezza di  pensiero   Ma con Papa Francesco
qualcosa non è andata per il verso giusto…

Il presule tedesco aveva fatto conoscere il suo disappunto ma sembrava una vicenda  chiuso.

Don Georg aveva reso le “cose difficili a Papa Francesco”

Quest’anno, però, Papa Francesco è tornato su quell’episodio con un libro-intervista che ha fatto clamore, “El  Sucesor”, dedicato a Benedetto XVI (pubblicato in spagnolo con il giornalista Javier-Martinez Brocal, con traduzione italiana  con Marsilio). Nel volume, Bergoglio  dicendo apertamente che don Georg gli aveva reso “le cose difficili” l’operazione editoriale con la quale Gaenswein aveva dato la sua lettura della coabitazione tra i due Papi quando Benedetto XVI non era ancora stato seppellito. Ad un primo sguardo, il giudizio di Francesco sembrava la parola definitiva sui destini dell’arcivescovo tedesco. Ma non era così.

Il gesto di misericordia di Papa Francesco

Il Papa aveva deciso di dare a Gaenswein un incarico di nunzio apostolico. Segno che la misericordia, per il Pontefice argentino, non è solo una parola. In realtà, già quando a fine anno tornò a Roma per commemorare il primo anniversario della morte di Benedetto XVI, l’arcivescovo tedesco, 67 anni, fece presente al Papa, nell’udienza che Francesco gli concesse, il suo desiderio di non restare con le mani in mano. Da lì a poco il Pontefice gli avrebbe prospettato la possibilità di inviarlo quale suo rappresentante diplomatico in una di tre nunziature collocate in tre punti molto diversi del mappamondo.

Un’operazione verità voluta per preservare l’istituzione stessa del papato dai conflitti neppure tanto latenti tra conservatori e progressisti che attraversano la Chiesa cattolica.  Bergoglio ha deciso di non tenere per sé alcuni giudizi  nei confronti di don Georg: per puntiglio istituzionale. Altro è il presente e il futuro: archiviato il passato, per Francesco si possono lasciare alle spalle i dissapori del passato, e Gänswein può ben diventare il suo nunzio apostolico ai confini dell’Unione europea.

rapporti tra Papa Francesco e padre Georg sono sempre stati problematici. Nel libro intervista El Sucesor, Bergoglio, parlando di don Georg, ha detto che “c’è stata una mancanza di nobiltà e di umanità” riferendosi all’avere deciso di pubblicare dopo la morte di Benedetto XVI un libro di memorie nel quale don Georg criticava Francesco .

Mi hanno provocato un grande dolore: che il giorno del funerale venisse pubblicato un libro che mi ha messo sottosopra, raccontando cose che non sono vere, e’ molto triste. Mi ha fatto male che Benedetto sia stato usato”, disse Bergoglio nel libro intervista.

Dopo la decisione del Papa di allontanare don Georg – già da tempo congelato dal ruolo di prefetto della Casa Pontificia – dal Vaticano, l’ex segretario di Ratzinger, in un incontro con il pontefice, aveva fatto presente che per lui era umiliante non fare più nulla. Quindi, la decisione del Papa di usare misericordia nei confronti di padre Georg. Oggi la ufficializzazione della nomina come suo ambasciatore in Lituania.

FESTA DI S.RITA :” ALZATE VERSO IL CIELO LE ROSE PER LA BENEDIZIONE E…PORTATELE A CASA ALLA FAMIGLIA E ALLE PERSONE PIU’ CARE”

 

Una festa del popolo che, in tutto il mese di maggio, si reca al Santuario di Cascia da ogni angolo della Terra per partecipare agli eventi ritiani, fermarsi accanto all’urna della Santa e trovare la comprensione, il raccoglimento e l’ascolto di cui ognuno di noi ha bisogno.   Ma anche nelle altre città d’Italia e in Sicilia si festeggia la Santa, con calendari e programmi diversificati per la disponibilità dei sacerdoti, e la  Supplica che ricade giorno 22 Mercoledì Maggio. A Catania la Supplica si svolgerà alle ore 12.

Calendario eventi ritiani a Cascia


1a domenica di maggio

Giornata della vocazione familiare.
A ricordo della vita familiare di Rita, vissuta cristianamente con semplicità e laboriosità, numerose famiglie partecipano alla festa, ricevendo in dono una pergamena ricordo ed una rosa.

A ricordo della vita familiare di Rita, vissuta cristianamente con semplicità e laboriosità, numerose famiglie partecipano alla festa, ricevendo in dono una pergamena ricordo ed una rosa.

12-20 maggio

Novena.
Nove giorni per prepararsi alla festa del 22 maggio. Al termine di ogni celebrazione in Basilica, i fedeli possono avvicinarsi all’urna d’argento e cristallo che custodisce il corpo di Rita.

La domenica di maggio che precede la festa – Processione dello Stendardo
La processione, oggi chiamata “dello Stendardo”, fu istituita dal Comune di Cascia nel 1731 per ringraziare l’allora beata Rita della sua protezione sulla città in occasione del terremoto del 1730. Nel tempo, nella processione fu portato anche lo “Stendardo processionale”, fatto dipingere dal Comune di Cascia nel 1614, che si portava in processione il 22 maggio festa della Santa. In questo, è raffigurato l’ingresso di Rita nel monastero agostiniano di Santa Maria Maddalena, in un lato, e la santa in atto di ricevere la stimmate, nell’altro.

20-22 maggio – Festa di Santa Rita


20 Maggio

Presentazione Riconoscimento Internazionale Santa Rita.
Ogni anno, un importante personaggio dell’informazione mediatica presenta alla comunità, le donne protagoniste del Riconoscimento, che mira a individuare le donne di oggi “portatrici del messaggio ritiano nel mondo”.

21 Maggio

Riconoscimento Internazionale Santa Rita.
Le donne protagoniste del prestigioso riconoscimento ricevono una pergamena che attesta la loro opera di donne ritiane, che si sono distinte, cioè, per aver contribuito a portare il dialogo e la pace, ai nostri giorni. Il Riconoscimento Intemazionale Santa Rita da Cascia è stato istituito nel 1988 dal Comune di Cascia per mettere in risalto il fatto che anche oggi vi sono persone che vivono i valori del perdono, di pace, di solidarietà, di dedizione, di fede, di amore, già incarnati dalla umile donna di Roccaporena di Cascia.

Transito di Santa Rita.
La cerimonia liturgica del Transito ricorda la morte di Rita: il momento in cui la sofferenza della donna si trasforma in pace e il suo nome entra nella storia.

Fiaccola.
Ogni anno Cascia rivive la tradizione della sera in cui furono in tanti, ad accorrere al monastero per accompagnare Rita nel suo ritorno al Padre. Migliaia di fiammelle accese creano uno spettacolo unico, mentre un atleta giunge con la fiaccola sul sagrato della Basilica. La fiaccola viene così consegnata al rappresentante della Città gemellata con Cascia, che accende il tripode votivo.

22 Maggio

Corteo Storico.
Si tratta della rievocazione in costume della vita di Rita e della gente del suo tempo. Ogni pellegrino sembra riconoscersi in uno dei figuranti che rappresentano Rita, nelle vesti di figlia, moglie, madre, vedova e suora, ma anche il popolo di Rita, la gente comune, la stessa che tutti gli anni inonda i portici, i vicoli e le piazze di Cascia.

Pontificale.
Solenne Celebrazione liturgica in onore di Santa Rita.

Santa Rita 160 cm vetroresina colorata occhi di vetro - Foto 1 di 1

Benedizione delle rose.
A chiusura del Pontificale, i numerosi pellegrini presenti alzano verso il cielo le rose, quasi a voler raccogliere quanta più grazia possibile dalla benedizione fatta dal celebrante, così da condividerla, al ritorno a casa, con la famiglia e le persone più care.

Tra i progetti sostenuti, l’Alveare, struttura di accoglienza per minori con situazioni di disagio creata a Cascia (PG) dalla Beata Fasce, è il primo progetto sostenuto dalla Fondazione fin dalla sua origine. Invece, l’Auditorium di Cuzco ospiterà eventi educativi e di promozione e sensibilizzazione sociale, quali seminari, laboratori, incontri di formazione e gruppi di mutuo aiuto, a beneficio degli oltre 300 studenti e dei 32mila membri della comunità locale, colpita da gravi problemi socio-economici, come povertà, abuso di alcol e droga, violenza sulle donne, prostituzione.

STORIA    DI  S-RITA

Il vero nome della Santa è Margherita Lotti, figlia di Antonio Lotti e Amata Ferri.
La piccola Margherita di Roccaporena, frazione a 5 chilometri da Cascia, sboccia nel 1371, altri ritengono la data del 1381. Le ipotesi sono due: per la nascita 1371 o 1381, per il trapasso (rispettivamente) 1447 o 1457. Le date 1381-1457 sono state riconosciute come ufficiali da Papa Leone XIII quando proclamò Rita Santa

 Antonio e Amata svolgono la funzione di “pacieri”. I genitori di Rita sono particolarmente stimati e gli statuti del libero comune di Cascia affidano loro l’arduo incarico di pacificare i contendenti o almeno evitare stragi cruenti tra famiglie in conflitto.

  Affetti ed Amore.   Il giovane che s’innamora di lei, e che lei ricambia, si chiama Paolo di Ferdinando di Mancino. Non è un giovane violento, come alcuni descrivono, ma un ghibellino risentito . Rita, quindi, non “ammansisce” affatto Paolo, piuttosto lo aiuta a vivere con una condotta più autenticamente cristiana. Sarà questo il frutto di un amore incondizionato e reciproco illuminato dalla benedizione divina.
Il Signore benedice l’amore dei giovani con la grazia di due bambini, probabilmente gemelli o venuti al mondo a breve distanza tra loro: Giangiacomo e Paolo Maria.

Con la nascita di due figli si richiede sicuramente una condotta più consona e responsabile per Paolo, già uomo d’armi, ma anche una sistemazione domestica. È in questo momento che, probabilmente, la famiglia di Mancino si trasferisce al “Mulinaccio” (di proprietà di Paolo), dove hanno una dimora più grande e la possibilità di gestire un’attività di macinazione del grano direttamente e responsabilmente.

Paolo di Ferdinando di Mancino viene assassinato nei pressi del “Mulinaccio”, dove si era trasferito con Rita e i suoi due figli. La tradizione colloca l’accaduto intorno al 1406.
Rita se ne accorge, accorre ma non le resta che cogliere il rantolo finale del marito e affrettarsi a nascondere la camicia insanguinata, per non far alimentare la sete di vendetta ai figli..
Rita perdona di cuore e mai rivelerà il nome degli assassini, anche se  le costerà il risentimento e l’incomprensione della famiglia del marito ucciso

Un pensiero  affligge Rita: che i suoi ragazzi possano diventare vittime o protagonisti di quella spirale d’odio che s’è innescata. Si spiegano così le preghiere a Dio, perché non si macchino di simili atrocità e allontanino da loro il desiderio di vendicare il padre. Ma i  due giovani, Giangiacomo e Paolo Maria, per destino avverso, muoiono molto presto l’uno dopo l’altro, probabilmente di peste o a causa di qualche altro malanno.
Rimasta sola, tra il 1406 e il 1407, Rita si avvicina sempre più a Cristo sofferente. Secondo la tradizione, risalgono forse a quel momento le inerpicate sulla cima dello Scoglio di Roccaporena.

Dopo l’assassinio del marito e la tragica morte dei suoi due figli, Rita vive un immenso dolore, indescrivibile, è una donna  sola e, non più madre,   si rifugia nella preghiera. È in questo momento che deve aver maturato con forza il desiderio di elevare il suo amore ad un altro livello, ad un altro sposo  Dio, Gesù Cristo e Spirito Santo.

All’età di circa 36 anni, Rita bussa alla porta del Monastero di Santa Maria Maddalena. Superate le mille difficoltà, con l’aiuto della preghiera ai suoi tre protettori Sant’Agostino, San Nicola Da Tolentino e San Giovanni Battista, finalmente  il suo desiderio si realizza.
Nel 1407, inizia la sua nuova vita nel Monastero di Santa Maria Maddalena. Qui riceve l’abito e la Regola di Sant’Agostino, che professa e vive nei suoi quarant’anni di permanenza nel Monastero fino alla morte.

Nell’inverno precedente la sua scomparsa, gravemente malata, Rita trascorre lunghi periodi nella sua cella. Probabilmente la nostalgia per la sua Roccaporena, il ricordo di Paolo e dei figli che restano incaccellabili e vivi. Forse Rita, che ha sempre pregato per le loro anime, ora che sente avvicinarsi la fine, avverte una pena in cuore: sapere se il Signore abbia accolto le sue sofferenze e preghiere in espiazione dei peccati dei suoi cari. Chiede un segno all’Amore e il cielo le risponde.

Vivrà dunque  un fioretto di profonda tenerezza umana. Ad una sua parente, che era venuta a trovarla, chiede di passare nel suo orto di Roccaporena e cogliere una rosa e due fichi. È un gennaio nevoso e freddo. La parente si reca all’orto e trova – un pò sorpresa per la fioritura delle rose in quel periodo invernale-  le due rose e i due fichi richiesti, che coglie e porta a Rita. Le sue preghiere sono state esaudite: il marito, morto ammazzato e i due figli, morti uno dopo l’altro, sono stati accolti da Dio in paradiso.

Con un fisico ormai provato dalle tante sofferenze, Rita giunge all’alba dell’incontro celeste la notte tra il 21 e il 22 maggio dell’anno 1457. In questo momento, la tradizione vuole che le campane del Monastero, mosse da mani invisibili, si siano messe a suonare, richiamando la cittadinanza che, come per ispirazione celeste, si è recata in Monastero per venerare la suora Santa.

Se tra i concittadini la venerazione è stata rapida, non altrettanto rapido è il cammino di ascesa agli altari. Il processo di beatificazione ha inizio il 19 ottobre 1626, sotto il pontificato di Urbano VIII, che ben conosce la Santa essendo stato vescovo di Spoleto fino al 1617.
Fra i principali sostenitori della causa di beatificazione, oltre alla famiglia Barberini, c’è il cardinale Fausto Poli, nativo di Usigni, villaggio del territorio casciano. È lui a interessarsi anche dei luoghi ritiani di Roccaporena, trasformando nel 1630 la casa-domuncola in capella.

Il processo si svolge a Cascia, nella chiesa di San Francesco, con capillarità minuziosa. In seguito al processo casciano, il 2 ottobre 1627, Urbano VIII concede alla diocesi di Spoleto e ai religiosi agostiniani la facoltà di celebrare la messa in onore della beata Rita. Il 4 febbraio 1628 dispone che tale messa possa essere celebrata nelle chiese agostiniane anche dal clero secolare. Con queste iniziative che autorizzavano il culto, si sanciva la beatificazione anche se non nella forma solenne e canonica tradizionale.

Nel 1737 gli agostiniani e il comune di Cascia intendono premere per la canonizzazione. Per una lunga serie di vicissitudini, il processo canonico viene più volte interrotto e ripreso, fino alla riapertura del 1853 e alla svolta rappresentata dal miracolo ottenuto da Cosma Pellegrini di Conversano del 1887.

Il 25 febbraio 1896, viene finalmente redatto il decreto sulle virtù eroiche. Nel 1899, dopo aver preso in esame i vari miracoli, stimati utili per la canonizzazione, tra questi si approvano: il profumo che si diffonde dal corpo della santa, la guarigione della piccola Elisabetta Bergamini e quella di Cosma Pellegrini, che viene guarito da una malattia incurabile.
Finalmente il 24 maggio 1900, Leone XIII proclama Santa la Margherita di Cascia.

Giovanni Paolo II, nel grande giubileo del 2000, il 20 maggio concede udienza generale a una pellegrina speciale e ai suoi fratelli. Rita da Cascia giunge di nuovo a Roma,  l’arcivescovo diocesano Monsignor Riccardo Fontana, il rettore Padre Bolivar Centeno e Padre Giovanni Scanavino, il giorno 19 maggio.

È subito scortata presso i suoi confratelli in Sant’Agostino in campo Marzio. L’intera giornata trascorre in preghiera, fino a notte fonda. Il giorno dopo, accompagnata da un tripudio di gente, mentre già i devoti l’attendono in piazza San Pietro, accorsi da ogni parte del mondo, si realizza l’incontro tra il Vicario di Cristo, l’umile Santa di Cascia ed i suoi fratelli; testimoniando al mondo che il messaggio d’amore e di pace deve ancora oggi trionfare. Da quest’incontro, per volontà del Sommo Pontefice, Santa Rita viene di fatto inserita nell’edizione tipica latina del messale romano del 2001.

Il corpo di Rita, dal 18 maggio 1947, riposa nella Basilica a Cascia, dentro l’urna d’argento e cristallo realizzata nel 1930. Indagini mediche hanno accertato la presenza di una piaga ossea (osteomielite) sulla fronte, a riprova dell’esistenza della stigmata. Il viso, le mani e i piedi sono mummificati, mentre sotto l’abito di suora agostiniana c’è l’intero scheletro (così ridottosi dalla prima metà del ’700). Il piede destro ha segni di una malattia sofferta negli ultimi anni, forse una sciatalgia, mentre la sua statura era di 1,57 metri.

Papa Francesco: “Oggi ricorre la Giornata mondiale dell’acqua, dalla nostra capacità di condividere l’ uso dell’acqua ,dipende il futuro dell’umanità”

 

Ecco l'Angelus integrale di papa Francesco di oggi

 

Cari fratelli e sorelle,

in questa Quinta Domenica di Quaresima, l’evangelista Giovanni attira la nostra attenzione con un particolare curioso: alcuni “greci”, di religione ebraica, venuti a Gerusalemme per la festa di Pasqua, si rivolgono all’apostolo Filippo e gli dicono: «Vogliamo vedere Gesù» (Gv 12,21). Nella città santa, dove Gesù si è recato per l’ultima volta, c’è molta gente. Ci sono i piccoli e i semplici, che hanno accolto festosamente il profeta di Nazaret riconoscendo in Lui l’Inviato del Signore. Ci sono i sommi sacerdoti e i capi del popolo, che lo vogliono eliminare perché lo considerano eretico e pericoloso. Ci sono anche persone, come quei “greci”, che sono curiose di vederlo e saperne di più sulla sua persona e sulle opere da Lui compiute, l’ultima delle quali – la risurrezione di Lazzaro – ha fatto molto scalpore.

«Vogliamo vedere Gesù»: queste parole, come tante altre nei Vangeli, vanno al di là dell’episodio particolare ed esprimono qualcosa di universale; rivelano un desiderio che attraversa le epoche e le culture, un desiderio presente nel cuore di tante persone che hanno sentito parlare di Cristo, ma non lo hanno ancora incontrato. “Io desidero vedere Gesù”, così sente il cuore di questa Gente.

Rispondendo indirettamente, in modo profetico, a quella richiesta di poterlo vedere, Gesù pronuncia una profezia che svela la sua identità e indica il cammino per conoscerlo veramente: «E’ giunta l’ora che il figlio dell’uomo sia glorificato» (Gv 12,23). È l’ora della Croce! È l’ora della sconfitta di Satana, principe del male, e del trionfo definitivo dell’amore misericordioso di Dio. Cristo dichiara che sarà «innalzato da terra» (v. 32), un’espressione dal doppio significato: “innalzato” perché crocifisso, e “innalzato” perché esaltato dal Padre nella Risurrezione, per attirare tutti a sé e riconciliare gli uomini con Dio e tra di loro. L’ora della Croce, la più buia della storia, è anche la sorgente della salvezza per quanti credono in Lui.

Proseguendo nella profezia sulla sua Pasqua ormai imminente, Gesù usa un’immagine semplice e suggestiva, quella del “chicco di grano” che, caduto in terra, muore per portare frutto (cfr v. 24). In questa immagine troviamo un altro aspetto della Croce di Cristo: quello della fecondità. La croce di Cristo è feconda. La morte di Gesù, infatti, è una fonte inesauribile di vita nuova, perché porta in sé la forza rigeneratrice dell’amore di Dio. Immersi in questo amore per il Battesimo, i cristiani possono diventare “chicchi di grano” e portare molto frutto se, come Gesù, “perdono la propria vita” per amore di Dio e dei fratelli (cfr v. 25).

Per questo, a coloro che anche oggi “vogliono vedere Gesù”, a quanti sono alla ricerca del volto di Dio; a chi ha ricevuto una catechesi da piccolo e poi non l’ha più approfondita e forse ha perso la fede; a tanti che non hanno ancora incontrato Gesù personalmente…; a tutte queste persone possiamo offrire tre cose: il Vangeloil crocifisso e la testimonianza della nostra fede, povera, ma sincera. Il Vangelo: lì possiamo incontrare Gesù, ascoltarlo, conoscerlo. Il crocifisso: segno dell’amore di Gesù che ha dato sé stesso per noi. E poi una fede che si traduce in gesti semplici di carità fraterna. Ma principalmente nella coerenza di vita tra quello che diciamo e quello che viviamo, coerenza tra la nostra fede e la nostra vita, tra le nostre parole e le nostre azioni. Vangelo, crocifisso, testimonianza. Che la Madonna ci aiuti a portare queste tre cose.

Dopo l’Angelus:

Cari fratelli e sorelle,

nonostante il brutto tempo siete venuti in tanti, complimenti. Siete stati molto coraggiosi, anche i maratoneti sono coraggiosi, li saluto con affetto. Ieri sono stato a Napoli, voglio ringraziare per la calorosa accoglienza tutti i napoletani, tanto bravi. Grazie tante!

Oggi ricorre la Giornata Mondiale dell’Acqua, promossa dalle Nazioni Unite. L’acqua è l’elemento più essenziale per la vita, e dalla nostra capacità di custodirlo e di condividerlo dipende il futuro dell’umanità. Incoraggio pertanto la Comunità internazionale a vigilare affinché le acque del pianeta siano adeguatamente protette e nessuno sia escluso o discriminato nell’uso di questo bene, che è un bene comune per eccellenza. Con san Francesco d’Assisi diciamo: «Laudato si’, mi’ Signore, per sora aqua,/la quale è molto utile et humile et pretiosa et casta» (Cantico di frate Sole).

Saluto tutti i pellegrini presenti, in particolare il Coro del “Conservatorio Profesional de Música” di Orihuela (Spagna), i giovani del Collège Saint-Jean de Passy di Parigi, i fedeli dell’Ungheria, e i gruppi musicali del Canton Ticino (Svizzera). Saluto l’Ordine Francescano Secolare di Cremona, l’UNITALSI della Lombardia, il gruppo intitolato al Vescovo martire Oscar Romero, che sarà presto proclamato Beato; come pure i fedeli di Fiumicino, i Bambini della Prima Comunione di Sambuceto, i ragazzi di Ravenna, di Milano e di Firenze che hanno ricevuto da poco la Cresima o stanno per riceverla.

Ed ora ripeteremo un gesto già compiuto l’anno scorso: secondo l’antica tradizione della Chiesa, durante la Quaresima si consegna il Vangelo a coloro che si preparano al Battesimo; così io oggi offro a voi che siete in Piazza un regalo, un Vangelo tascabile. Vi sarà distribuito gratuitamente da alcune persone senza fissa dimora che vivono a Roma. Anche in questo vediamo un gesto molto bello, che piace a Gesù: i più bisognosi sono coloro che ci regalano la parola di Dio. Prendetelo e portatelo con voi, per leggerlo spesso, ogni giorno portarlo nella borsa, in tasca e leggerne spesso un passo ogni giorno. La Parola di Dio è luce per il nostro cammino! Vi farà bene fatelo!

Auguro a tutti una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!

SOLO IL PAPA POTRA’ PRONUNCIARSI SULLA NATURA SOPRANNATURALE DELLE “APPARIZIONI”, NO IL VESCOVO LOCALE

Possono rilevarsi  «delle criticità molto serie a danno dei fedeli»

mappa apparizioni mariane nel mondo

Tutte le apparizioni mariane nello studio della mappa sopra riportata

 

La novità più eclatante è d’ora in poi di norma, né il vescovo locale né il Vaticano si pronunceranno per definire la natura soprannaturale del fenomeno, limitandosi ad autorizzare e promuovere devozione e pellegrinaggi. Salvo che il Papa decida altrimenti. È inoltre esplicitato il ruolo centrale del Dicastero per la Dottrina della Fede nell’affrontare questi casi. Invece viene ribadito, secondo tradizione, che i fedeli non sono obbligati a credere a questi fenomeni, seppure “approvati”.

Lo stabilisce il nuovo documento del Dicastero per la Dottrina della Fede, approvato da Papa Francesco, pubblicato oggi e che entrerà in vigore domenica prossima, Solennità di Pentecoste.

Il cardinale prefetto Victor Manuel Fernández nella presentazione ha spiegato che presunti fenomeni soprannaturali come le apparizioni mariane tante volte «hanno provocato una grande ricchezza di frutti spirituali, di crescita nella fede, di devozione e di fraternità e servizio, e in alcuni casi hanno dato origine a diversi santuari sparsi in tutto il mondo che oggi sono parte del cuore della pietà popolare di molti popoli».

D’altra parte però esiste anche la possibilità che «in alcuni casi di eventi di presunta origine soprannaturale» si rilevino «delle criticità molto serie a danno dei fedeli». Ad esempio i casi in cui dai presunti fenomeni si trae «lucro, potere, fama, notorietà sociale, interesse personale», arrivando addirittura, e questo è «particolarmente grave», a «esercitare un dominio sulle persone o a compiere degli abusi». Inoltre vi possono essere «errori dottrinali, indebiti riduzionismi nella proposta del messaggio del Vangelo, la diffusione di uno spirito settario».

Ci possono essere poi casi in cui «i fedeli siano trascinati dietro a un evento, attribuito ad un’iniziativa divina», ma che è solo frutto di fantasia, mitomania o della tendenza alla falsificazione da parte di qualcuno.

Secondo le nuove norme la Chiesa potrà discernere: «se sia possibile scorgere nei fenomeni di presunta origine soprannaturale la presenza dei segni di un’azione divina; se negli eventuali scritti o messaggi di coloro che sono coinvolti nei presunti fenomeni in parola non vi sia nulla che contrasti con la fede e i buoni costumi; se sia lecito apprezzarne i frutti spirituali, o risulti necessario purificarli da elementi problematici o mettere in guardia i fedeli dai pericoli che ne derivano; e sia consigliabile una loro valorizzazione pastorale da parte dell’autorità ecclesiastica competente».

Il Papa incontra i partecipanti al Meeting organizzato dalla "Fratelli Tutti"

Poi «in via ordinaria, non si dovrà prevedere un riconoscimento positivo da parte dell’autorità ecclesiastica circa l’origine divina di presunti fenomeni soprannaturali». Di norma quindi «né il Vescovo diocesano, né le Conferenze episcopali, né il Dicastero dichiareranno che i fenomeni sono di origine soprannaturale, e solo il Santo Padre può autorizzare una procedura in tal senso».

Nel documento precedente che trattava questa tematica – risalente al pontificato di Paolo VI (le vecchie Norme vennero approvate nel 1978 e sono state rese pubbliche nel 2011) – il giudizio finale della Chiesa poteva essere positivo (“constat de supernaturalitate”) o negativo (“non constat de supernaturalitate”). Ora invece si stabilisce che alla fine del discernimento ci siano 6 gradi di giudizio.

Eccoli:

Nihil Obstat: non viene espressa certezza sull’autenticità soprannaturale, ma si riconoscono segni di un’azione dello Spirito. Si incoraggia il vescovo a valutare il valore pastorale e a promuovere la diffusione del fenomeno, compresi i pellegrinaggi.

Prae oculis habeatur: si riconoscono segni positivi, ma ci sono anche elementi di confusione o rischi che richiedono discernimento e dialogo con i destinatari. Potrebbe essere necessaria una chiarificazione dottrinale se ci sono scritti o messaggi associati al fenomeno.

Curatur: sono presenti elementi critici, ma c’è una diffusione ampia del fenomeno con frutti spirituali verificabili. Si sconsiglia un divieto che potrebbe turbare i fedeli, ma si invita il vescovo a non incoraggiare il fenomeno.

Sub mandato: le criticità non sono legate al fenomeno stesso, ma all’uso improprio fatto da persone o gruppi. La Santa Sede affida al vescovo o a un delegato la guida pastorale del luogo.

Prohibetur et obstruatur: nonostante alcuni elementi positivi, le criticità e i rischi sono gravi. Il Dicastero chiede al vescovo di dichiarare pubblicamente che l’adesione non è consentita e di spiegare le ragioni della decisione.

Declaratio de non supernaturalitate: il vescovo è autorizzato a dichiarare che il fenomeno non è soprannaturale basandosi su prove concrete, come la confessione di un presunto veggente o testimonianze credibili di falsificazione del fenomeno.

Riguardo alle norme procedurali da rispettare per arrivare a questo discernimento le nuove Norme spiegano che spetta al vescovo esaminare i casi e sottoporlo al Dicastero per l’approvazione. Al presule coinvolto è chiesto di astenersi dal fare pubbliche dichiarazioni relative all’autenticità o soprannaturalità, e anche di vigilare affinché non vi sia confusione e non si alimenti il sensazionalismo. Nel caso gli elementi raccolti «sembrino sufficienti», il vescovo costituirà una commissione d’indagine annoverando tra i suoi membri almeno un teologo, un canonista e un perito scelto in base alla natura del fenomeno.

Le nuove Norme spiegano che tra i criteri positivi c’è «la credibilità e buona fama delle persone che affermano di essere destinatarie di eventi soprannaturali o di essere direttamente coinvolte in tali fatti, così come dei testimoni ascoltati… l’ortodossia dottrinale del fenomeno e dell’eventuale messaggio ad esso connesso, il carattere imprevedibile del fenomeno da cui appare chiaramente che non sia frutto dell’iniziativa delle persone coinvolte, i frutti di vita cristiana».

Mentre tra i criteri negativi ci sono la «presenza di un errore manifesto circa il fatto, eventuali errori dottrinali…, uno spirito settario che genera divisione nel tessuto ecclesiale, una ricerca evidente di lucro, potere, fama, notorietà sociale, interesse personale collegata strettamente al fatto, atti gravemente immorali…, alterazioni psichiche o tendenze psicopatiche nel soggetto, che possano aver esercitato un’influenza sul presunto fatto soprannaturale, oppure psicosi, isteria collettiva o altri elementi riconducibili a un orizzonte patologico».Infine viene stabilito che qualunque sia la determinazione finale approvata, il vescovo «ha il dovere di continuare a vigilare sul fenomeno e sulle persone coinvolte».

Decreto dei Vescovi di Sicilia su “Esorcismi e preghiere di liberazione”. Il ministero deve esercitato da un sacerdote esorcista perchè il Maligno può entrare nell’anima di qualunque persona

 

 

La Conferenza Episcopale siciliana ha promulgato un decreto su “esorcismi e preghiere di guarigione e liberazione”. Secondo i Vescovi di Sicilia “se è oggettivo che la pratica dell’esorcismo in tempi recenti è diminuita rispetto al passato, anche a motivo di una crescente diagnostica di carattere psichico e psicologico, è altresì vero che sono comunque in molti coloro che ricorrono a tale esercizio”.

“Anche nelle diciotto Diocesi di Sicilia, come avviene ormai in tutta Italia – sottolineano -, si è diffusa la prassi da parte di alcuni sacerdoti di indire riunioni periodiche nelle quali si svolgono preghiere atte ad ottenere la guarigione dagli influssi e dai disturbi procurati dal Maligno. Le stesse sono spesso associate a celebrazioni liturgiche che vengono di riflesso definite impropriamente Messe di guarigione”. “Affinchè queste celebrazioni siano svolte è però necessario che siano illuminate da una normativa giuridico-pastorale puntuale che ben delinei le possibilità di azione.

Inoltre – secondo i Vescovi siciliani -, è fondamentale che chi guida questi momenti, se vissuti nella fiducia allo Spirito Santo, sia da conforto per l’anima tormentata, e sappia anche circoscrivere la preghiera a tale compito senza scadere nella concitazione di isterismo, artificiosità, teatralità o sensazionalismo”.
Il Canone 1171 del Codice di Diritto Canonico parla degli esorcismi mettendoli in relazione con gli “ossessi”, quei casi di possessione diabolica vera e propria. In questo caso ad agire deve essere un sacerdote esorcista. Ciò non toglie che si possa agire a beneficio di coloro che sono “disturbati” anche con preghiere di liberazione attraverso le quali chiedere l’intercessione di Dio affinchè il “disturbato” sia liberato.

La Congregazione per la Dottrina della Fede ha già emanato, nel settembre del 2000, delle norme da seguire. Il testo si oppone ad “esorcismi fai da te” e traccia un riferimento preciso per coloro che esercitano il ministero, ma anche a chi prima di indirizzare un fedele dall’esorcista è chiamato a fare un sano discernimento tra reale disturbo e mera suggestione. A questo, dopo ventiquattro anni, si affianca il decreto firmato dai vescovi di Sicilia. Nel documento si evidenzia una situazione per la quale il numero dei fedeli che cercano liberazione da presunte possessioni è ampio. Le stesse sono causate, a loro dire, da malefici e fatture. A rispondere a questa richiesta sono i sacerdoti che, animati da slancio pastorale e desiderio di confortare il proprio gregge, accolgono e benedicono chi chiede loro aiuto. Nonostante la buona volontà a loro riconosciuta alcuni sacerdoti non agiscono conformemente alle linee guida.

Per monsignor Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e Presidente della CESi:Queste linee guida sono emesse per affrontare questioni di interesse generale all’interno della comunità ecclesiale. Le pratiche religiose sono importanti per esprimere e mantenere una prassi unitaria all’interno delle comunità di fede. Attraverso la preghiera comune, la partecipazione ai sacramenti e l’osservanza dei rituali religiosi, i fedeli vivono la comunione con gli altri credenti”.

Monsignor Giuseppe La Placa, vescovo di Ragusa e delegato Cesi per la Pastorale Esorcistica, aggiunge: “In questo decreto, che viene emanato da parte dei Vescovi di Sicilia, è centrale la cura, l’attenzione e la premura nei confronti di questi nostri fratelli che sono posseduti o vessati dal demonio. Si tratta di un servizio reso agli esorcisti, a coloro che si occupano di questi nostri fratelli con fragilità, ma nello stesso tempo si rivolge a tutto il popolo di Dio. Questo è possibile coltivando una vita spirituale intensa, nutrendosi dei sacramenti e mettendosi in docile ascolto della Parola di Dio”.

Secondo i Vescovi di Sicilia “fin troppo spesso si rischia di spettacolarizzare la preghiera di liberazione. Recitare le preghiere in adunanze pubbliche davanti all’Eucarestia solennemente esposta e benedicendo con il Santissimo Sacramento fa sì che si verifichino urla, parolacce se non addirittura bestemmie che possono turbare i fedeli presenti, in special modo quelli più deboli. Ancor peggio alcune volte tali preghiere avvengono in case private a cura di laici, a volte anche assistiti da sacerdoti. In questo clima di approssimazione è necessario per la Conferenza Episcopale Siciliana chiarire la prassi e ribadire l’insegnamento che la Chiesa ha già dato, fornendo disposizioni che ribadiscano i punti cardine già stabiliti”.

“Non bisogna alimentare la curiosità morbosa verso la preghiera di liberazione. Bisogna avere cura anche dei fratelli più fragili e non sottoporre nessuno a preghiere di liberazione comunitarie. Ecco perchè i Vescovi, giustamente, intervengono a regolare questi punti. E’ chiaro che bisogna obbedire, come ci insegna il Vangelo, anche a queste indicazioni che ci vengono date per il bene di tutti”…

PAPA FRANCESCO ENTRA NELLA STORIA DEL MONDO PER LA SUA PROSSIMA PARTECIPAZIONE AI LAVORI DEL G7

Il Papa con Giorgia Meloni

Foto -Vatican Media

 

Il G7 a presidenza italiana del 13-15 giugno entra nella storia del mondo e del Vaticano per la partecipazione annunciata di Papa Francesco, nella sessione dedicata all’Intelligenza artificiale….

La premier Giorgia Meloni ne ha dato l’annuncio in un video pubblicato ieri sui canali social personali e del governo.   Il  Vaticano precisa che l’intervento di Papa Bergoglio sarà in presenza e che la sua partecipazione si inserisce nel percorso avviato dalla Pontificia accademia per la Vita con monsignor Vincenzo Paglia.

«Sono onorata – ha detto la  Meloni – di annunciare la partecipazione di Papa Francesco ai lavori del G7 nella sessione dedicata all’intelligenza artificiale. Ringrazio di cuore il Santo Padre per aver accettato l’invito dell’Italia. La sua presenza dà lustro alla nostra Nazione e all’intero G7. È la prima volta nella storia che un pontefice partecipa ai lavori del Gruppo dei Sette e il Santo Padre lo farà nella sessione outreach, quella aperta anche ai Paesi invitati e non solo ai membri del G7. Sono convinta che la presenza di Sua Santità darà un contributo decisivo alla definizione di un quadro regolatorio, etico e culturale all’intelligenza artificiale»…

La celebrazione della veglia pasquale Superare le paure, in questo momento critico del mondo, come la grande pietra che chiudeva la tomba di Gesù

 

Nella veglia pasquale presieduta nella Basilica di San Pietro, Papa Francesco invita a non lasciarsi imprigionare nel sepolcro delle paure e delle amarezze e a fare in modo che le sofferenze e “gli aneliti di pace spezzati dalla crudeltà dell’odio” non blocchino la via verso la gioia. Durante la celebrazione battezzati otto catecumeni

“Ecco la Pasqua di Cristo, ecco la forza di Dio: la vittoria della vita sulla morte, il trionfo della luce sulle tenebre, la rinascita della speranza dentro le macerie del fallimento. È il Signore, il Dio dell’impossibile che, per sempre, ha rotolato via la pietra e ha cominciato ad aprire i nostri cuori, perché la speranza non abbia fine. Verso di Lui, allora, anche noi dobbiamo alzare lo sguardo.

Nella notte della veglia pasquale, le parole di Papa Francesco che annunciano la risurrezione di Gesù rompono il silenzio del sabato santo e infondono gioia, la “gioia inaudita della Pasqua”. . Il Papa pronuncia l’omelia  dopo il lucernario – il rito con la benedizione del fuoco e del cero pasquale e il canto dell’Exultet che proclama la vittoria della luce sulle tenebre – e la lunga liturgia della Parola che ripercorre la storia della salvezza e incoraggia ad alzare lo sguardo, come hanno fatto le donne recatesi al sepolcro di Cristo per ungerne il corpo, all’alba del terzo giorno dalla morte

Superare le paure come la pietra posta a chiusura della tomba di Gesù

Con il cuore “rimasto ai piedi della croce”, “annebbiate dalle lacrime”, “paralizzate dal dolore, rinchiuse nella sensazione che ormai sia tutto finito”, Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Salomè sono preoccupate della pietra posta a chiusura della tomba di Gesù e si chiedono chi potrà farla rotolare. Papa Francesco spiega che “quel masso, ostacolo insormontabile, era il simbolo di ciò che le donne portavano nel cuore, il capolinea della loro speranza: contro di esso tutto si era infranto”.

A volte sentiamo che una pietra tombale è stata pesantemente poggiata all’ingresso del nostro cuore, soffocando la vita, spegnando la fiducia, imprigionandoci nel sepolcro delle paure e delle amarezze, bloccando la via verso la gioia e la speranza. Sono “macigni della morte” e li incontriamo, lungo il cammino, in tutte quelle esperienze e situazioni che ci rubano l’entusiasmo e la forza di andare avanti.

 

 

 

 

Prosegue il programma della Settimana Santa a Messina – Oggi la processione delle Barette – La viabilità.

Prosegue il programma della Settimana Santa a Messina

 

 

Messina,

Sino a domenica 31 marzo, giorno di Pasqua, proseguirà il programma di iniziative della Settimana Santa, promosse e patrocinate dal Comune di Messina, in collaborazione con le storiche Confraternite del Santissimo Crocifisso e della Chiesa della Madonna della Mercede in San Valentino. Oggi la secolare processione delle Barette, a partire dalle ore 18. Gli appuntamenti sono organizzati d’intesa con l’Amministrazione del sindaco Federico Basile.

VENERDÌ SANTO (29 MARZO)

Basilica Cattedrale

ore 17 – Passione del Signore;

Nuovo Oratorio della Pace – ore 18

Secolare Processione delle Barette alla quale prenderanno parte i tamburi dell’Associazione culturale “Rione Panzera” di Motta Sant’Anastasia, Gruppi storici, le Biancuzze, i Babbaluci e le sei Bande di Santo Stefano Briga, Camaro, Salice, Faro Superiore, Santo Stefano Medio e Contesse.

Le Confraternite e le Associazioni religiose della Città illumineranno tutto il percorso con le torce a vento, facendo ala ai gruppi statuari.

Itinerario: uscita dalla Chiesa Nuovo Oratorio della Pace, vie XXIV Maggio, Sant’Agostino, corso Cavour, Tommaso Cannizzaro, Garibaldi, I Settembre, piazza Duomo (sosta per ricevere la Benedizione impartita da S.E. l’Arcivescovo Mons. Giovanni Accolla), Oratorio San Francesco (a ‘nchianata di Varetti), XXIV Maggio e rientro in chiesa.

DOMENICA 31 MARZO – PASQUA DI RESURREZIONE

Chiesa della Mercede in San Valentino

ore 7.30 Santa Messa

A seguire, Solenne processione di Maria e Gesù Risorto per le vie della città con il seguente itinerario: vie Tommaso Cannizzaro, Centonze, Nino Bixio, Ghibellina, Santa Cecilia, Antonio Martino, Cernaja, Cesare Battisti e I Settembre;

ore 10.15 – Piazza Duomo (solenne incontro dei due Simulacri e lancio delle colombe), corso Cavour, vie Antonio Martino, ingresso dei due Simulacri nella chiesa del Carmine, XXIV Maggio, Felice Bisazza, Borelli, Nicotra, viale Principe Umberto, Pietro Castelli, Tommaso Cannizzaro e rientro in chiesa con tradizionale incontro;

ore 12 Santa Messa;

ore 18 Messa Solenne.

Al termine replica dell’incontro dei due simulacri davanti la chiesa, seguito dalla tradizionale distribuzione dei fiori delle Barette e spettacolo pirotecnico.

La viabilità di oggi per la processione delle Barette.

Dalle ore 15 alle 20 di oggi, venerdì 29 marzo, vigerà il divieto di sosta, con zona rimozione coatta, sul corso Cavour, lato ovest, nel tratto compreso tra piazza Antonello e via Tommaso Cannizzaro; nell’area destinata alla fermata autobus, compresa tra piazza Duomo e corso Cavour; via XXIV Maggio, entrambi i lati, nel tratto compreso tra via della Zecca e 10 metri a nord di via Sant’Agostino; entrambi i lati di via Oratorio San Francesco; entrambi i lati di via Sant’Agostino, nel tratto compreso tra piazza Antonello e via XXIV Maggio; e lato sud di via I Settembre, nel tratto compreso tra le vie Cesare Battisti e Garibaldi. Sarà inoltre vietato il transito nell’area destinata alla fermata degli autobus tra piazza Duomo e corso Cavour.

Dalle 16 sino al termine della processione, saranno istituiti i divieti di transito e le direzioni obbligatorie a destra di via Peculio Frumentario, all’intersezione con via San Giovanni Bosco; a sinistra sul corso Cavour all’intersezione con via San Camillo/via della Munizione; a destra in via Cesare Battisti all’intersezione con via Maddalena; a sinistra in via Cesare Battisti all’intersezione con via Nicola Fabrizi; e a sinistra in via Romagnosi all’intersezione con via San Cristoforo. Sempre oggi, dalle 16 per il tempo necessario al passaggio del corteo della processione delle Barette, sarà anche vietato il transito nella carreggiata ovest di via Garibaldi, tra largo San Giacomo e via I Settembre, e vigerà il doppio senso di circolazione nella carreggiata est di via Garibaldi tra largo S. Giacomo e via I Settembre.

Interdetto infine l’accesso, dalle 16 alle 24, tramite idonea transennatura, in tutte le strade di immissione al percorso impegnato dalla processione delle Barette, che, con partenza alle 18 dalla chiesa Nuovo Oratorio della Pace, sita in via XXIV Maggio al numero civico 58, si snoderà lungo le vie XXIV Maggio, Sant’Agostino, piazza Antonello, corso Cavour, Tommaso Cannizzaro, Garibaldi (carreggiata lato monte), I Settembre, piazza Duomo, Oratorio San Francesco, XXIV Maggio e rientro in chiesa.