Mediazione di Conte sulla Giustizia ,difficile ma possibile ma il reale desiderio resta il rientro a Palazzo Chigi

 

Cartabia tira dritto e replica a Conte e Gratteri: "Dal calesse al  Frecciarossa, la giustizia ripartirà da Napoli" - Il Riformista

L’ex premier Giuseppe Conte vuol mantenere il “patto provvisorio” con Draghi per una  mediazione sulla giustizia.  Conte intanto al fine di evitare equivoci , informa “di non aver  rilasciato interviste, né dichiarazioni, né virgolettati. Conte tornerà a vedere i parlamentari M5S a inizio settimana, dopo l’assemblea congiunta di martedì scorso”. –    Saranno due giornate dedicate – così da fare il punto sui vari provvedimenti in esame e sulla strategia dei pentastellati sui diversi fronti

Ritorno in sella, anche per frenare i malumori interni,  sul dibattuto tema della riforma della giustizia.
Prosegue la mediazione di Conte con Palazzo Chigi – in particolare col premier Mario Draghi e la Guardasigilli Marta Cartabia – che dovranno accettare le condizioni del Movimento pentastellato fra le quali l’esclusione dei reati di Mafia ed appartenenza ad associazione mafiosa.     In caso contrario Conte chiederà probabilmente le dimissioni del presidente protempore Draghi.

Conte interviene sul caso Diciotti e “salva” Matteo Salvini dagli artigli delle toghe divise sulla vicenda

 

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Sulla vicenda Diciotti il premier Giuseppe Conte interviene per assumersi la piena responsabilità politica . Questa vicenda, “se l’avessi ritenuta illegittima, sarei intervenuto”., “rientra nella linea politica sull’immigrazione seguita dal Governo. Sicuramente non mi sento estraneo a questa vicenda. La linea politica è quella del governo. Non può essere estranea alla logica e all’azione concreta perseguita dal Governo”.

CONTE – Una vicenda che “si inquadra nell’ambito della politica sulle migrazioni perseguite dal Governo. Io sono la massima autorità di Governo – ha detto Conte – e quindi sono responsabile di questa politica. Mi sento e mi devo assumere la piena responsabilità politica di quello che è stato fatto”.     Ma  “non sarò io a suggerire ai senatori come devono votare, anche perché dal punto di vista tecnico, date le premesse, mi sento in conflitto di interessi. Mi sento e mi assumo la piena responsabilità politica della vicenda Diciotti: non possono giudicare me stesso. Saranno i senatori che giudicheranno la linea politica del Governo”.
Una cosa è certa: se i senatori del M5s non appoggeranno il Ministro dell’Interno respingendo la richiesta dei magistrati etnei di “Autorizzazione a procedere”, il leader della Lega non sosterrà più il governo che andrebbe subito allo sfascio non avendo più i numeri e gli uomini per governare il Paese. V edremo.