Centenario di Pasolini,Venerdì 18 a Palermo, Palazzo Abatellis letture e musiche con il duo Coen

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Palermo,

In occasione del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, poeta, scrittore, regista, sceneggiatore, attore e drammaturgo, la galleria regionale di Palazzo Abatellis, diretta da Evelina De Castro, promuove e ospita la performance letteraria e musicale del duo Coen. Venerdì 18 novembre alle ore 21, in via Alloro 4 a Palermo, avrà luogo “L’insistere del canto amoroso”, recital di letture e musiche affidate al duo formato dal pianista Andrea Coen e dall’attore Edoardo Coen.
La serata sarà modulata sulle musiche di Johann Sebastian Bach che Pier Paolo Pasolini ebbe modo di scoprire poco più che ventenne, rimanendone profondamente colpito, tanto da scrivere, tra il 1944 e il 1945, un breve e poco conosciuto saggio intitolato “Studi sullo stile di Bach”. Del suo incontro con la musica del compositore tedesco, Pasolini scrisse: «Bach rappresentò per me in quei mesi la più forte e completa distrazione: rivedo ogni rigo, ogni nota di quella musica; risento la leggera emicrania che mi prendeva subito dopo le prime note, per lo sforzo che mi costava quell’ostinata attenzione del cuore e della mente».
«Centri di promozione dell’arte, i musei della Regione Siciliana sempre più assumono centralità come luoghi di divulgazione della cultura – sottolinea il dirigente generale del dipartimento dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Franco Fazio – La profonda bellezza della musica di Bach è, in occasione del centenario della nascita di Pasolini, un modo per celebrare la creatività dell’Uomo nel luogo in cui essa si esprime al massimo livello. Far dialogare tra loro pittura, musica e poesia in un contrappunto che mette in relazione antico e moderno è il canone su cui è orientata l’attività dei nostri musei, sempre più aperti alle suggestioni della contemporaneità».
Il centenario della nascita di Pasolini è l’occasione per tentare un’esplorazione del profondo legame tra la drammaticità di alcuni contesti poetici e letterari dello scrittore e l’opus magnum di Bach, ovvero la Passione secondo Matteo che Pasolini utilizzò a più riprese in alcuni dei suoi film tra i quali Accattone (1961), Il Vangelo secondo Matteo (1964) e La sequenza del fiore di carta (1969). Riguardo ad alcune scelte è Pasolini stesso a indicarci le ragioni della sua scelta; a proposito di Accattone, ad esempio, riferisce: «Lo sapevo, sentivo, che dentro questa degradazione c’era qualcosa di sacro, qualcosa di religioso, un senso vago e generale della parola, e allora questo aggettivo, ‘sacro’, l’ho aggiunto con la musica [di Bach]».

La versione della Passione scelta per questa esecuzione è quella di Salomon Jadassohn, che ne rende possibile una fruizione cameristica, o per meglio dire intimista, con la sua splendida trascrizione per pianoforte solo; quest’ultima rappresenta un cimento di grande interesse sia dal punto di vista compositivo che da quello esecutivo oltreché un validissimo strumento didattico, un vero e proprio laboratorio sperimentale per quanto attiene alla difficile arte dell’arrangiamento.

 
Andrea ed Edoardo Coen, padre e figlio, hanno dato vita a un inedito duo che da alcuni anni, basando la propria espressione artistica sull’interazione di musica e parola, si è fatto apprezzare a livello internazionale in molteplici occasioni, spesso legate alla celebrazione di importanti ricorrenze culturali.
Andrea Coen svolge sin dagli anni Ottanta attività concertistica e musicologica a livello internazionale come clavicembalista, organista e fortepianista. Considerato uno dei maggiori esperti del periodo storico di passaggio dal clavicembalo al pianoforte, ha al suo attivo decine di incisioni discografiche come solista e continuista, oltre a numerosissime edizioni di opere inedite o rare dei secoli XVII e XVIII.

Edoardo Coen si è formato all’accademia d’arte drammatica Silvio d’Amico di Roma e ha cominciato a recitare in teatro sin da giovanissimo diretto, tra gli altri, da Lorenzo Salveti, Massimiliano Civica, Enrico Maria Lamanna, i Muta Imago, Lorenzo Lavia, Massimo di Michele, Marco Lucchesi, Giancarlo Sepe e Carlo Cecchi.

Oggi la camera ardente in Campidoglio del regista Bernardo Bertolucci

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Oggi, dalle 10 alle 19,  allestita la camera ardente nella Sala della Protomoteca in Campidoglio del regista Bernardo Bertolucci morto ieri nella sua abitazione roman

Il regista, classe 1941, nato a Parma, è stato un figlio del secondo dopoguerra capace sia di proiettarsi verso il futuro come gran parte della sua generazione, sia di mantenere costante il legame con il passato e la necessità di ‘leggerlo’, capace di guardare a passaggi storici da un punto di vista intimista, come in ‘Novecento‘ (1976) e, all’opposto, di creare epos privati, come in ‘La Luna‘ (1979).

Bertolucci è figlio del poeta Attilio Bertolucci, cugino del produttore cinematografico Giovanni e fratello del regista cinematografico Giuseppe. La poesia sembra la sua prima vocazione, inizia gli studi di lettere alla Sapienza di Roma. L’amore per la parola trova una nuova declinazione quando il giovane Bertolucci accetta di collaborare con Pier Paolo Pasolini, all’inizio della sua carriera, fra le tante altre, nel cinema. Bertolucci è assistente nel primo film di Pasolini ‘Accattone’ (1961).

La filmografia di Bertolucci comprende 17 titoli, firmati nell’arco di cinquant’anni esatti, da ‘La commare secca‘ del 1962 a ‘Io e te‘ del 2012, titoli legati da un fil rouge letterario, comune a tanta parte della sua produzione, l’origine letteraria: ‘La commare secca’ è su soggetto e sceneggiatura di Pier Paolo Pasolini, ‘Io e te’ è tratto, non pedissequamente, dall’omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti.

Fra questi due estremi ci sono, fra gli altri, titoli quali ‘Il conformista‘ (1970) dal romanzo di Alberto Moravia, lo scandaloso ‘Ultimo tango a Parigi‘ (1972), con Marlon Brando e Maria Schneider, che lo rende noto in tutto il mondo Non a caso, infatti, il film seguente, ‘Novecento‘ (1976) vanta un cast stellare e internazionale con Robert De Niro, Gérard Depardieu, Donald Sutherland, Sterling Hayden, Burt Lancaster, Dominique Sanda, Stefania Sandrelli, Alida Valli, Laura Betti, Romolo Valli, Francesca Bertini.

Un capitolo a parte quello rappresentato da ‘L’Ultimo imperatore‘ (1987), tratto dal ‘Sono stato imperatore’, l’autobiografia di Pu Yi (1906-1967), undicesimo esponente della Dinastia Qing e ultimo imperatore cinese. Film biografico ed epico, ‘L’ultimo imperatore’ piacque moltissimo ai componenti dell’Academy Award ed incassò ben nove Oscar, due dei quali direttamente destinati a Bertolucci, quello per la miglior regia e quello, insieme a Mark Peploe, per la migliore sceneggiatura non originale.

(Ag)