La disparità tra Nord e Sud, i poveri -3 milioni di famiglie- risiedono di più al Sud- Cosa prevede la Manovra 2024

 

Il numero dei poveri in Italia negli ultimi dieci anni è triplicato

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Sappiamo che in Italia, una persona su dieci vive in condizione di «povertà assoluta»: è il 9,4 % della popolazione. Tale dato, attestato dall’Istat, indica che i “poveri” superano i 5 milioni e mezzo di persone.

Negli ultimi dieci anni, il tasso di minori in povertà assoluta è quasi triplicato, raggiungendo il 14,2 % (quasi 1,4 milioni di persone). Inoltre, sono più di 3 milioni le lavoratrici e i lavoratori che vivono nell’indigenza, sebbene abbiano un’occupazione (la disoccupazione giovanile è al 22 %, quella delle donne è al 10,2 %).

Se si osserva il dilemma dell’esclusione sociale, ovvero le famiglie che hanno difficoltà a procurarsi beni e servizi essenziali, le persone in difficoltà aumentano in gran numero. Nel 2022, la crescita del Pil si è attestata in discesa (+3,7 % a fronte del +7 % del 2021) e l’inflazione al consumo ha raggiunto i suoi massimi livelli da quasi trent’anni. I contraccolpi economici e sociali conseguenti alla pandemia da Covid-19 ed agli avvenimenti internazionali continuano a produrre conseguenze, soprattutto a carico dei soggetti fragili, accentuando le disparità economiche tra le famiglie benestanti e le meno abbienti, e tra Nord e Sud. Su due milioni di famiglie povere, circa 775mila risiedono al Sud; inoltre, su 5,6 milioni di individui in condizioni di povertà, 2,3 milioni si trovano al meridione.

 

La manovra 2024 che approda lunedì in Consiglio dei ministri si presenta con diversi temi posti all’attenzione del pubblico.Cuneo, taglio aliquote, famiglie, settore Sanità. Lunedì il Cdm varerà il documento programmatico di bilancio, incluso lo schema della manovra da trasmettere alla Commissione Ue e al Parlamento; l’articolato della Finanziaria vera e propria approderà alla Camera entro fine mese per iniziare l’esame e poi il passaggio al Senato.

Con il  Bilancio in Cdm dovrebbero essere varati anche due decreti legislativi in materia fiscale, primo passo della riforma fiscale: un dlgs sulle aliquote Irpef e le misure per le imprese e un secondo provvedimento sulla global tax.

Conferma cuneo, fino a 100 euro in busta paga
Ricorrendo alla leva dell’extra-deficit, il governo finanzierà il taglio del cuneo fiscale anche per il 2024 per 14 milioni di lavoratori. La misura, avviata dai governi precedenti prevede una riduzione di 6 punti delle tasse sul lavoro per i redditi fino a 35mila euro e fino a 7 punti per quelli entro i 25mila euro, riconoscendo in busta paga fino a 100 euro in più.

Global tax e taglia tasse in Dlgs-Altre misure di carattere fiscale dovrebbero essere contenute in due dlgs che rappresentano il primo step della riforma fiscale. Il primo decreto accorperebbe le prime due aliquote Irpef portando l’aliquota minima del 23% dai redditi fino a 15mila euro a quelli fino a da 28mila euro lordi all’anno. L’intervento verrebbe finanziato con una riduzione delle deduzioni/detrazioni fiscali, attraverso un taglio orizzontale della soglia di accesso portandola a 120mila euro, visto la difficoltà a depennare tout court certi ‘sconti’. Questo snellimento della platea produrrebbe 1 mld di risorse.

Mini-Ires imprese che assumono
Taglio Ires ridotta dal 24% al 15% per le imprese che assumo. Un secondo dlgs dovrebbe recepire l’accordo per la global minimum tax internazionale per contrastare l’elusione fiscale delle multinazionali, high tech in testa (gettito atteso sui 2 mld) e un pacchetto di norme per attrarre gli investimenti con 5 anni di incentivi fiscali per le imprese che riportano le attività in Italia.

Contrasto denatalità
lotta alla denatalità. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha parlato di misure a sostegno delle famiglie, con redditi medi e bassi, con più di due figli. Si ragiona anche a misure per aiutare le mamme a conciliare lavoro e famiglia.

Pubblica amministrazione e Sanità
Previsto  il rinnovo del contratto ma le risorse forse sono  esigue. Entro fine anno dovrebbe arrivare il cosiddetto decreto Anticipi per la rivalutazione delle pensioni e aumento dello stipendio statali a dicembre con un dell’1,5% sulle retribuzioni. Nell’avvio del percorso per rinnovo dei contratti del pubblico impiego relativo al triennio 2022-2024 Giorgetti aveva detto che particolare attenzione riservata al personale medico-sanitario.

Pensioni
Il pacchetto pensioni a causa delle scarse risorse non prevede novità di rilievo prevedendo probabilmente solo la conferma anche per il 2024 di Quota 103 e dell’Ape sociale.

 

Landini, leader Cgil, “occorrono 200 euro nette in più al mese per ogni famiglia, altro che una tantum”

 

Finalmente ascoltiamo ragionamenti ed osservazioni pieni di serietà da parte di un sindacalista di spicco.Con il caro prezzi “la gente non ce la fa” ad arrivare a fine mese, “ha già perso l’equivalente di una tredicesima”.        Si esprime così il leader Cgil, Maurizio Landini nel corso del convegno “Il lavoro interroga” organizzato dalla confederazione di Corso Italia. “Tutti parlano del prossimo autunno, ma siamo già ora nell’autunno caldo. Bisogna, quindi, aumentare il netto in busta paga, serve far crescere i salari. Il governo ha deciso per una tantum di 200 euro mentre per poter reggere questa situazione, tra inflazione e costi di energia, ai lavoratori servirebbero che nei rinnovi i contratti prevedessero un aumento di almeno di 200 euro nette al mese. Non è più il momento di una tantum“.

Foto di Maurizio Landini
Maurizio Landini grida al governo: occorrono 200 euro in più a famiglia….”

– “Bisogna aumentare i salari e il netto in busta paga” aggiunge. “Ma serve capire con quale tipo di riforma: se si fa con il taglio del cuneo fiscale i benefici del taglio devono andare tutti ai lavoratori: non è più il momento del ‘dividere un pochino’ e senza abbassare la guardia sul sistema pensionistico” sottolinea. “Se tagliare il cuneo per aumentare i salari finisce con il tagliare anche i contributi che servono a una pensione di dignità è un problema da non sottovalutare“.

 – “Dopo il no dei quella ragazza alla proposta detta di lavoro, 70 euro al giorno per 10 ore al giorno, 280 euro al mese avrei voluto che ci fosse stata una sollevazione popolare, altro che come qualcuno ha detto ‘non avete voglia di lavorare’: da quello che gli ha offerto quel posto e che si fa chiamare imprenditore , a proposito di lavoro nero, è comportamento inaccettabile”.

“Se ci sono tante persone costrette a lavorare in nero è perché in tanti costringono i lavoratori a lavorare in nero altrimenti non ci sarebbe. E’ questa che dovrebbe essere una battaglia comune di dignità, di qualità del lavoro. Perché serve superare il fatto che il lavoro sia considerata solo una merce di scambio, comprata e venduta. E non sto pensando al superamento del capitalismo ma chiedo che almeno ci sia pari dignità tra lavoro e imprese”, prosegue rivolto alla folta platea di politici presenti al dibattito sul lavoro.

Manovra bilancio e Tasse: fra poche ore sapremo se sarà ridotto il “cuneo fiscale”

 

Fra poche ore il premier Giuseppe Conte darà il beneplacito al Documento programmatico della manovra.   Fra poco anche una riunione preliminare di Cdm per la sintesi e l’esposizione del Documento finanziario da inviare a Bruxelles.

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Alcuni punti non hanno trovato consenzienti gli alleati del governo. Le imposte sulle schede Sim ad es. – nei giorni scorsi già argomento polemico  tra il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e la viceministra Laura Castelli – la cancellazione retroattiva della detraibilità del 19% sull’Irpef e la volontà di rivedere quota 100 od alcune finestre del pensionamento anticipato.

“In questa cornice, è evidente che l’esecutivo non potrebbe mai sostenere un aumento delle tasse e men che meno un altro colpo ai pensionati con l’abrogazione di Quota 100. Non è neanche immaginabile mettere i pensionati contro i lavoratori, sostenendo che bisognerebbe creare esodati per ridurre il cuneo fiscale. Abbiamo la responsabilità di unire il paese e non di dividerlo”, ha dichiarato dal canto suo il capo politico del M5S Luigi Di Maio. Che mette in guardia: “Non si inneschi una guerra tra poveri”.

Si discute anche sul taglio del cuneo alle imprese, che i 5 Stelle vorrebbero introdurre : obiettivo creare nuovi posti di lavoro, spiegano fonti grilline. Altro nodo da sbrogliare, la riforma di quota 100 voluta dal primo governo Conte. Fonti di governo M5S sostengono che il Pd avrebbe messo in piedi un asse con i renziani di Italia Viva per modificarla almeno in parte, intervenendo sull’ultima finestra con una dote di circa 500 milioni: “per noi non esiste”, mettono in chiaro i 5 Stelle.

La legge di bilancio  entro oggi a mezzanotte dovrà essere inviata all’Europa. Il decreto fiscale e l’articolato complessivo della manovra dovrebbero essere approvati in un successivo incontro dei componenti governativi.

Conte: “Sterilizziamo l’aumento dell’Iva e tagliamo il cuneo fiscale ai lavoratori”

 

Giuseppe Conte si sofferma con la stampa sul problema Iva.E afferma: ” sterilizziamo l’aumento dell’Iva, neutralizziamo le clausole di salvaguardia, dunque i 23 miliardi ci sono, li abbiamo trovati. Ora stiamo completando perché c’è ancora qualche copertura che ci manca ma siamo molto ambiziosi”. 

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Il mio obiettivo- prosegue il premier – è quello addirittura di consentire di abbassare l’Iva. Stiamo lavorando e a me piacerebbe portare le bollette, a beneficio di tutti gli italiani, dal 10 al 5%, mi piace che le famiglie meno abbienti abbiano la possibilità di comprare pasta pane, frutta fresca, latte, che adesso è al 4%, all’1. Per fare questo dobbiamo incrementare l’utilizzo di mezzi di pagamento alternativi al contante”

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“Per fare questo dobbiamo fare un piano, io ho parlato di un patto con gli italiani, e per fare questo dobbiamo dare possibilità a tutti, anche chi non può permettersi una carta di crediti o un bancomat, a chi non ha un conto corrente  di poter accedere a questi mezzi di pagamento, quindi a costo zero e senza provvigioni, alla portata di tutti”.

“Il meccanismo e la logica a cui stiamo lavorando è di incentivare, l’obiettivo è indurre gli italiani a utilizzare un sistema” di pagamento “che ci consenta di contrastare l’evasione, il grande obiettivo è pagare tutti per pagare meno” …..E’ anche  giusto che in questa congiuntura economica ci sia il taglio al cuneo fiscale a favore dei lavoratori, lo abbiamo scritto nel nostro programma economico”.  Vedremo nei prossimi giorni cosa decreterà il Consiglio dei ministri.

Proposta del vicepremier Di Maio : Rivedere il salario del lavoratore e ridurre il cuneo fiscale

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Riceviamo e pubblichiamo:

“In Italia 2,5 milioni di italiani sono registrati come lavoratori, ma nessuno ha il coraggio di dire che sono poveri anche loro. Nessuno ha la forza di dire che sei povero, oggi, anche con un lavoro sottopagato.
Ieri sul salario minimo ho lanciato una messaggio semplice e chiaro: facciamolo!

Facciamolo perché è giusto. Facciamolo perché è inaccettabile che ci siano ancora migliaia di giovani, donne, madri e padri di famiglia che percepiscono anche 3 euro l’ora.
Con 3 euro l’ora non ci arrivi alla fine del mese. Con 3 euro l’ora odi il tuo lavoro, sei insoddisfatto, non puoi progettarti un futuro. E non è questa la nostra idea di Paese.

Di Maio: La proposta del MoVimento 5 Stelle prevede che un lavoratore non possa percepire meno di 9 euro lordi l’ora. Entro fine mese, questa proposta, la porteremo in Parlamento. E vedremo chi c’è. Sono pronto ad aprire un tavolo con tutte le forze parlamentari, gli imprenditori, i sindacati e altre parti sociali per portare a casa questo risultato. Non ho preclusioni, non ho pregiudizi, ma il solo obiettivo di portare a casa il risultato, che affiancheremo a una proposta concreta sulla riduzione del cuneo fiscale”

Luigi   Di Maio