Lavoro: controlli e denunce in Sicilia nelle aziende Ragusane Otto lavoratori in nero su un totale di 35

Sanzioni violazione Testo Unico Sicurezza sul Lavoro - Selin

 

Ragusa,
Proseguono i controlli dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Ragusa, in quotidiana sinergia con l’Arma territoriale, nei cantieri edili, aziende agricole, bar e ristoranti della città e di tutta la provincia per verificare il rispetto delle normative giuslavoristiche e sull’applicazione delle leggi in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
A finire sotto la lente d’ingrandimento, solo nelle ultime settimane, sono state 7 imprese del territorio ibleo. A seguito di accurate verifiche e mirati accessi ispettivi presso quelle aziende, anche al fine di contrastare lo sfruttamento del lavoro che nasce dallo stato di bisogno proprio delle fasce di cittadini più deboli, i Carabinieri specializzati nella Tutela del Lavoro hanno denunciato, alla Procura della Repubblica di Ragusa, 7 tra committenti e imprenditori, ove il grado di responsabilità dei deferiti verrà successivamente valutato dall’Autorità Giudiziaria, come legislativamente previsto.
Tra le principali violazioni sono state rilevate: • mancata visita medica e formazione specifica; • mancata installazione di dispositivi di protezione contro le cadute dall’alto; • mancata adozione di misure tecniche atte ad eliminare rischi di varia natura; • mancata elaborazione del Piano Operativo Sicurezza e Documento Valutazione dei Rischi; In sede di ispezione è stata accertata anche la presenza di 8 lavoratori in nero su un totale di 35.
Sono state, inoltre, elevate sanzioni amministrative per un totale di € 118.000. In 5 casi su 7 si è provveduto a comminare il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale, impedendo – così – alle ditte di continuare a lavorare in circostanze di massimo pericolo per la sicurezza dei propri operai. I controlli continueranno anche nelle prossime settimane, al fine di garantire la massima osservanza delle norme a tutela del lavoro, di tutti gli imprenditori onesti, dei lavoratori e di tutte le loro famiglie.

Ponte Stretto, Webuild avvia la selezione delle candidature per le assunzioni e le opportunità di inserimento nei cantieri lavoro.

 

 

 

Messina,

Il cantiere più atteso d’Italia avvia le selezioni per assumere migliaia di uomini e donne per costruire il Ponte sullo Stretto di Messina.
In attesa della decisione finale della Corte dei Conti, si accelera sul fronte delle risorse umane, puntando a formazione e assunzioni per costruire una squadra di professionisti e giovani talenti pronti a contribuire a un’opera che cambierà il volto del Mezzogiorno e del Paese intero.
Il Ponte è un progetto strategico per la crescita economica, la logistica, il turismo e la mobilità del Paese. Migliorerà le connessioni tra le due sponde dello Stretto, collegherà la rete ferroviaria ad alta velocità e alta capacità, finalmente in costruzione in Sicilia, con quella del continente, oltre a rafforzare la competitività del Sud e dare impulso a una filiera industriale diffusa e sostenibile – spiega Webuild in una nota -. Per supportare la realizzazione di questo progetto Webuild fa perno sul sistema di scuole di “Cantiere Lavoro Italia” che coinvolge operai e impiegati nei percorsi di inserimento al lavoro, specializzazione e sviluppo delle competenze. Un investimento concreto nella formazione, nel lavoro e nello sviluppo delle comunità”.
Lanciato nel 2023, il programma “Cantiere Lavoro Italia”, che ad oggi ha formato circa 1.700 persone tra operai ed impiegati, ha l’obiettivo di valorizzare il capitale umano e creare occupazione qualificata sul territorio. Rivolto sia a giovani senza esperienza che a risorse da riqualificare, offre percorsi formativi concreti e opportunità di inserimento nei cantieri.
Nel Sud Italia, Webuild – in collaborazione con le Scuole Edili – ha infatti costruito una rete solida e capillare di centri formativi per preparare le nuove generazioni alle sfide delle grandi infrastrutture complesse: dalle scuole di cantiere in Calabria per la formazione specializzata di operai e staff, al centro attivo in Campania, fino al laboratorio formativo di Bovino (Foggia) in Puglia, che rappresentano un punto di riferimento per lo sviluppo delle competenze tecniche nel territorio.
In Sicilia, il Centro di addestramento avanzato di Belpasso (CT), inaugurato nel novembre 2023 in collaborazione con la Regione Siciliana, è oggi il fulcro della formazione sullo scavo meccanizzato. Dotato di simulatori TBM e macchinari all’avanguardia, il centro offre un’esperienza formativa completa, grazie alla docenza di esperti interni e professionisti esterni.
In linea con il protocollo siglato con la Regione Siciliana, la Regione Calabria e la Regione Campania, Webuild ha inoltre promosso numerose iniziative per attrarre nuovi candidati: collaborazioni con scuole e università, recruiting day e attività di orientamento sul territorio. Un investimento concreto nelle persone, per costruire insieme il futuro delle infrastrutture italiane.

Mattarella parla della dinamica salariale negativa dell’ultimo decennio, non ci deve essere sfruttamento, e no ai “contratti pirata”

Cerimonia al Quirinale per la consegna delle Stelle al merito del lavoro 2025. Il capo dello Stato: “Squilibri nelle retribuzioni, ogni persona deve rispettata,questione salariale non può essere elusa

 

Sergio Mattarella (Foto Quirinale)

 

 

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia al Quirinale per la consegna delle Stelle al merito del lavoro 2025 si è così espresso:.

Preziosa l’opera svolta in materia di sicurezza sul lavoro” dai Maestri del lavoro. “Oggi abbiamo consegnato Stelle alla memoria, ai familiari di Angelo Catania, Maurizio Curti, Loris Nadali, caduti sul lavoro. Non ci stancheremo di ripeterlo: lavoro non può significare rischio di vita. Angelo, Maurizio, Loris, oggi dovrebbero essere qui, con noi”.

Il capo dello Stato nel corso del suo intervento ha sottolineato che “una struttura di categorie salariali vede, nei cosiddetti piani alti dell’occupazione, lavoro prestigioso, appagante, ben remunerato e, nei cosiddetti piani bassi, forme di precarietà non desiderate, subite, talvolta oltre il limite dello sfruttamento“.

Ridurre le disuguaglianze

Poi la questione salariale. “La dinamica salariale negativa dell’ultimo decennio vede ora segnali di inversione di marcia. Ben sappiamo come i salari siano stati lo strumento principe nel nostro Paese per ridurre le disuguaglianze, per un equo godimento dei frutti offerti dall’innovazione, dal progresso. È una questione che non può essere elusa – ha detto Mattarella – perché riguarda in particolare il futuro dei nostri giovani, troppi dei quali sono spinti all’emigrazione. Questa strada, spesso sofferta, viene prescelta, talvolta, per la difficoltà di trovare lavoro e, sovente, a causa del basso livello retributivo di primo ingresso nel mondo del lavoro”.

“Richiamano l’attenzione – ha aggiunto il capo dello Stato – i risultati di una recente indagine di Confcommercio che ha posto in luce il preoccupante fenomeno della crescita dei cosiddetti ‘contratti pirata. Oltre mille i contratti collettivi nazionali di lavoro depositati al Cnel: duecentocinquanta nei soli settori del turismo e del terziario. Tra questi, vi sono contratti firmati da rappresentanze sindacali e datoriali scarsamente rappresentative, con vere e proprie forme di dumping contrattuale che hanno l’effetto di ridurre i diritti e le tutele dei lavoratori, di abbassare i livelli salariali, di provocare concorrenza sleale fra imprese”.

“Dinamiche di mercato concorrono – ha detto ancora Mattarella – ad ampliare questi squilibri nelle retribuzioni. Ne nasce un aspetto a cui non si può sfuggire quando tante famiglie rischiano di essere sospinte e talvolta sono effettivamente sospinte sotto la soglia di povertà nonostante il lavoro di almeno uno dei componenti, mentre invece super manager godono di remunerazioni centinaia o persino migliaia di volte superiori a quelle di dipendenti delle imprese“.

L’Organizzazione internazionale del lavoro – – certifica che la quota di reddito da lavoro – ovvero la quota del Pil destinata ai lavoratori – è scesa a livello mondiale in misura significativa dal 2014 al 2024. È un tema che la Banca centrale europea segnala anche per l’Italia: alla robusta crescita dell’economia che ha fatto seguito al Covid, non è corrisposta la difesa e l’incremento dei salari reali, mentre risultati positivi sono stati conseguiti dagli azionisti e robusti premi hanno riguardato taluni fra i dirigenti”.

Quanto alle risorse, “sono le entrate fiscali dai dipendenti pubblici e privati, dai pensionati, a fornire allo Stato, attraverso le imposte, il maggior volume di risorse. Porre riparo – dalle parti sociali alle istituzioni -” alle diseguaglianze salariali “non deve consistere nell’inseguire politiche assistenziali quanto, piuttosto, essere scelta di sviluppo e, quindi, di lungimirante coesione sociale”.

“La ricomposizione del lavoro – ha aggiunto il capo dello Stato – è dunque parte di un processo di equità, che richiede una crescita di consapevolezza, e anche un’opera paziente di carattere culturale. Sembra, talvolta, che non ci si renda appieno conto degli effetti negativi che possono derivarne nel tempo sulla serenità della vita sociale“.

“Il lavoro sta cambiando, inserirsi nei cambiamenti rispettando ogni persona”

Nel corso della cerimonia al Quirinale, Mattarella ha spiegato che “il lavoro sta cambiando. Occorre inserirsi nei cambiamenti. Per governarli e orientarli in direzione della giustizia e del rispetto di ogni persona”. “Il trend positivo dell’occupazione – ha sottolineato il capo dello Stato – mostra una società italiana in movimento, dove non mancano risorse e creatività. E tuttavia, come in tutte le fasi di transizione, si manifestano aspetti problematici ed elementi critici, che vanno regolati, per corrispondere alle finalità dettate dai valori della nostra convivenza civile”.

“Il lavoro oggi procede a velocità diverse – ha concluso  il presidente della Repubblica – Si creano diaframmi tra categorie, tra generazioni, tra lavoratori e lavoratrici, tra italiani e stranieri, tra territori, tra chi fa uso di tecnologie avanzate e chi non è in condizione di farlo. L’unità del lavoro è stato uno dei fattori più potenti della crescita economica, sociale, civile del nostro Paese. Il senso unitario dell’apporto delle cittadine e dei cittadini allo sviluppo del Paese ha avuto una funzione determinante nel generare partecipazione, diritti, benessere”.

Almaviva, disco verde dal ministero della Salute al servizio 116117 per potenziare il reparto tecnologico

 

 

Tamajo Almaviva servizio 116117 Attività produttive

 

 

Palermo,

Il futuro dei lavoratori Almaviva è stato il tema di una riunione nella sala Libero Grassi dell’assessorato regionale delle Attività produttive, a Palermo, con i rappresentanti dei sindacati, del ministero del Lavoro e dell’assessorato regionale della Salute. All’incontro ha partecipato anche l’assessore Edy Tamajo, che ha sottolineato i prossimi passi del percorso.

«Stando alle parole dell’assessorato alla Sanità – ha detto Tamajo – il percorso avviato sul servizio 116117 ha avuto il via libera dal Ministero della Salute e rappresenta una grande opportunità per completare e potenziare il reparto tecnologico, mettendo finalmente a sistema un servizio strategico per i cittadini. L’affidamento della gestione delle centrali e il rispetto del crono-programma approvato ci consentiranno, entro fine ottobre, di consegnare i locali negli ospedali Civico di Palermo e Cannizzaro di Catania e di partire con il programma».

Il progetto del governo Schifani per i lavoratori Almaviva ruota attorno al numero unico europeo 116117, il servizio che servirà ai cittadini per ricevere assistenza sanitaria non urgente, complementare al 118 delle emergenze. L’idea è quella di attivare due centrali operative, una a Palermo e una a Catania, e di impiegare 130 ex dipendenti del call center in esubero, con un investimento complessivo di circa 25 milioni di euro. È previsto l’affidamento del servizio alla Consip.

«Ci troviamo in una fase importante – ha aggiunto l’assessore – in cui stiamo già lavorando per individuare ulteriori risorse economiche, così da garantire continuità e piena operatività del servizio anche tramite il sostegno dell’Assemblea regionale siciliana».

Tamajo ha infine richiamato l’attenzione sul futuro occupazionale dei lavoratori: «La presenza del Ministero del Lavoro è fondamentale. Stiamo chiedendo quale sia lo strumento tecnico in materia di Naspi che possa meglio tutelare il bacino dei lavoratori Almaviva.

Almaviva, l’assessore della Regione Sicilia Tamajo: «Mantenere aperto il tavolo di crisi»

 

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Mantenere aperto il tavolo di crisi sulla vertenza Almaviva. Lo chiede l’assessore regionale alle Attività produttive Edy Tamajo, d’intesa con il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, con una nota ufficiale indirizzata ai ministri delle Imprese e del Lavoro, nonché agli assessori regionali al Lavoro e alla Salute, e ai relativi dipartimenti interessati. 

«L’interruzione del confronto – afferma Tamajo – metterebbe a rischio i progressi sinora raggiunti e interromperebbe un percorso di dialogo e di ricerca di soluzioni condivise per l’occupabilità di questi lavoratori, che finora ha rappresentato un punto di riferimento fondamentale per tutte le parti coinvolte».

Al centro della vertenza i dipendenti di Almaviva Contact che hanno perso il lavoro dal 1° agosto a causa delle procedure di licenziamento collettivo da parte dell’azienda, avviate in seguito al mancato accordo sindacale dello scorso 28 luglio.

«Parliamo di centinaia di famiglie siciliane che rischiano di trovarsi, in tempi brevissimi, in una condizione di emergenza occupazionale e sociale – aggiunge Tamajo –. Per questo, chiedo con forza la prosecuzione dell’impegno istituzionale e la programmazione di un prossimo incontro dedicato alla vertenza».

NASCE IN SICILIA LO SCATTO DEL DIFFERENZIALE STIPENDIALE. BENEFICIARIO IL POPOLO REGIONALE MA I PENSIONATI ATTENDONO…

 

Sedi dell'ARS | ARS

 

 

Nasce in Sicilia il  differenziale stipendiale. Uno scatto di anzianità extra che la Regione sta «offrendo» ai propri dipendenti per compensare i mancati avanzamenti di carriera chiesti dai sindacati in occasione degli ultimi rinnovi contrattuali. Si applica per la prima volta ai regionali e al di là della cifra immediata è il primo atto di una serie di extra che potrebbero essere concessi d’ora in poi ogni tre anni.

Lo scatto extra   non esteso ai  pensionati

L’accordo fra sindacati e Aran, l’Agenzia per la contrattazione nel pubblico impiego, è stato già raggiunto con il placet del governo Schifani e verrà formalizzato a giorni: la bozza concordata con tutte le sigle prevede che ad almeno 2.429 coadiutori (le ex fasce A e B) assegnati 800 euro annui, a 1.435 assistenti (ex fascia C) 1.250 euro e a 1.447 funzionari (la fascia più alta) 2.250 euro.
Si tratta di somme che valgono a tutti gli effetti come uno scatto di anzianità aggiuntivo, slegato dalla maturazione reale del requisito di età ed esperienza professionale.   Non v’è traccia però di questa novità economica per la popolazione dei pensionati regionali che hanno dovuto anticipare la il pensionamento per una legge regionale ad hoc. Staremo a vedere.

 

 

Oggi 1 Maggio sindacati in piazza (tre piazze diverse) pronti alla mobilitazione Landini:” Con la logica del governo non c’è la persona ma il profitto”

 

 

Sindacati in tre piazze diverse oggi, primo maggio, ma uniti nel segno della sicurezza sul lavoro definita “un’emergenza nazionale” e “pronti alla mobilitazione” senza risposte adeguate. A Roma il leader della Cgil Maurizio Landini mentre la segretaria Cisl, Daniela Fumarola e il leader Uil, PierPaolo Bombardieri, scelgono due luoghi simbolo di recenti morti bianche: Casteldaccia, vicino Palermo e Montemurlo, nel distretto di Prato.

Maurizio Landini rieletto segretario generale

Landini: “Con la logica del governo non c’è la persona ma il profitto “

Così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini dal palco della manifestazione di Roma.:    Non è il momento di aumentare la spesa per le armi, la sicurezza non sono le armi. Non abbiamo bisogno di armarci: abbiamo bisogno di tutelare la salute e la sicurezza, dentro e fuori i luoghi di lavoro”. Ed ancora:  “Se non si investe si continuerà a morire. Finché la salute e la sicurezza vengono considerate un costo si continuerà a morire. Al centro con questa logica non c’è la persona ma il profitto”…

Quanto all’incontro in programma con il governo per l’8 maggio, “non può essere il solito incontro – avverte – . E deve essere chiaro che se non ci sono risposte adeguate, se non inizia una vera trattativa si aprirà una fase di mobilitazione e di sostegno della piattaforma unitaria che abbiamo avanzato”.

Non possiamo lasciare a chi verrà dopo di noi un mondo di precarietà e di sfruttamento. E proprio perché la libertà è partecipazione noi abbiamo bisogno di mettere in moto tutti gli strumenti che un sindacato ha a disposizione e dobbiamo usare anche il voto: dobbiamo cancellare quelle leggi balorde che in questi anni sono state fatte”, sottolinea.

Il leader Cgil parla poi anche dei salari. “Non bisogna fare propaganda. Se sono aumentati un po’ i salari in questo anno e mezzo è grazie al rinnovo dei contratti nazionali e delle iniziative di mobilitazione che ha fatto il sindacato. Il governo sta svolgendo in realtà un ruolo di riduzione dei salari, perché in tutti i settori pubblici ha offerto degli aumenti del 6% quando l’inflazione è al 17%”.

Se è aumentato un po’ il salario – insiste Landini – è per l’azione del sindacato. L’azione del governo, se pensiamo al fisco, ha aumentato la tassazione sul lavoro dipendente, sui pensionati. Se tagli la sanità, la scuola, i servizi sociali questo abbassa ulteriormente i salari. Basta con la propaganda, stanno descrivendo un mondo che non c’è. Il tema della salute, della sicurezza si chiama investimenti: se prevale la logica del profitto è chiaro che qualsiasi costo che si fa per migliorare la salute e la sicurezza riduce il profitto. Se salute e sicurezza continueranno a essere considerati dei costi continuerà a esserci gente che muore. Serve un cambiamento culturale”, conclude.

Palermo, Policlinico stabilizzati dal 1 maggio prossimo 34 precari

 

 

Parola d’ordine velocità. il Policlinico Paolo Giaccone ha stabilizzato 34 precari in possesso di 18 mesi di servizio posseduti alla data del 31 dicembre 2024.
Dalla pubblicazione del bando – dice il Policlinico -, avvenuta nel febbraio scorso, sono stati stabilizzati 5 dirigenti professionali tecnici amministrativi (1 dirigente amministrativo, 1 ingegnere civile-edile, 1 ingegnere elettronico, 2 ingegneri gestionale) che hanno preso servizio lo scorso 16 aprile.

Dal prossimo 1 maggio prenderanno servizio a tempo indeterminato quattro fisioterapisti, sei tecnici di radiologia, e 19 medici (due cardiochirurghi, tre cardiologi, un chirurgo plastico, due medici del lavoro, due pneumologi, due medici nucleari, un reumatologo, un chirurgo vascolare, un chirurgo generale, quattro radiologi).

«Il processo di stabilizzazione – afferma la direttrice generale, Maria Grazia Furnari – si è sviluppato con tempistiche eccezionalmente rapide, permettendoci di ampliare il nostro team di professionisti altamente qualificati per garantire ulteriormente la qualità delle cure e l’efficienza dei servizi. L’Aoup resta impegnata nel migliorare continuamente le proprie risorse umane, investendo nella valorizzazione del personale e nella creazione di un ambiente di lavoro stimolante e collaborativo. Ringrazio per l’impegno tutti gli uffici preposti, la direzione amministrativa e la direzione sanitaria».

Eni Versalis, Regione Sicilia firma protocollo per riconversione del Polo di Priolo- Ragusa

 

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«Alla luce degli impegni presi da Eni per il mantenimento degli attuali livelli occupazionali, sia per i propri dipendenti sia per quelli delle aziende dell’indotto, la Regione Siciliana ha deciso che firmerà il protocollo Eni-Versalis per la riconversione del Polo di Priolo-Ragusa».

Lo ha annunciato il presidente Renato Schifani, dopo le interlocuzioni avute con la società e con il ministero delle Imprese. «Ringrazio il ministro Adolfo Urso – ha aggiunto il governatore – per essersi fatto portatore delle nostre istanze per avere maggiori garanzia a tutela di lavoratori e imprese dell’Isola».

Al momento della firma del protocollo d’intesa, infatti, il governo regionale, con l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino, si era riservato di approfondire il testo per verificare che gli impegni assunti dall’impresa fossero contenuti nel testo dell’accordo. La Regione ha, quindi, formulato alcune richieste. In primo luogo, ha chiesto che l’impegno a mantenere i livelli occupazionali fosse assunto già nell’immediato e per tutta la durata dell’investimento in Sicilia. A tal proposito, ha voluto che le tutele sul personale, estese anche all’indotto, riguardassero specificamente la Sicilia e non fossero considerate su base nazionale. Infine, ha chiesto l’attivazione di iniziative di supporto per le imprese dell’indotto, come ad esempio il mentoring, al fine di agevolarne la riconversione.

Le istanze avanzate dalla Regione sono state tutte accolte e raccolte in un addendum al protocollo, nel quale si specifica anche che “nella regione Sicilia gli investimenti previsti saranno complessivamente superiori ai 900 milioni di euro, di cui 800 per la bioraffineria, 100 per la piattaforma circolarità con l’impianto Hoop di riciclo chimico delle plastiche e alcune decine di milioni a Ragusa per i progetti riportati nel protocollo”.

«Su impulso del presidente Schifani – commenta Dagnino – abbiamo lavorato con cura alla formulazione di una richiesta ferma e circostanziata, con l’obiettivo di arrivare a un testo nettamente migliorativo rispetto al protocollo originario e contenente impegni tangibili e puntuali a tutela del tessuto economico e sociale regionale. Siamo riusciti nell’intento e adesso vigileremo perché i contenuti dell’accordo, come modificato secondo le nostre richieste, siano pienamente rispettati dall’investitore».

«Il governo Schifani – aggiunge l’assessore delle Attività produttive Edy Tamajo – segue con la massima attenzione questa vertenza sin dalla prima ora, consapevole dell’importanza strategica che i siti industriali di Priolo e Ragusa rivestono per il sistema imprenditoriale siciliano. Accogliamo positivamente anche la disponibilità di Eni-Versalis a illustrare le modalità attuative del Protocollo nell’ambito di un apposito Tavolo di coordinamento e monitoraggio. È un segnale di apertura e trasparenza che riteniamo indispensabile per garantire un processo di riconversione sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale».

Violazioni nei luoghi di lavoro a Trapani – Denunce e sanzioni

 

personaggio del film noir - mafia foto e immagini stock

 

 Trapani,
I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Trapani hanno effettuato in provincia una serie di controlli all’esito dei quali venivano denunciate 4 persone ed elevate sanzioni amministrative per oltre 25 mila euro.
Durante le fasi del primo accesso in un cantiere istallato nelle Egadi, venivano, infatti, denunciati in S.L. due soggetti per omessa sorveglianza sanitaria e mancata formazione e informazione del personale, mentre nel corso dei controlli effettuati nell’area di Mazara del vallo emergeva anche la posizione di un lavoratore assunto “in nero” sui tre presenti presso l’azienda sottoposta a ispezione.
Per la ditta controllata scattava, inoltre, un provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale efficace fino al corretto collocamento della persona al momento non regolarmente assunta. Nelle prossime settimane, proseguiranno serrati controlli volti sia al contrasto del fenomeno del lavoro nero che alla vigilanza delle norme in materia di igiene e sicurezza sul lavoro.