Papa Francesco:” Chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede “

Angelus

Immagine Vaticano

Gesù stabilisce due cardini essenziali per i credenti di tutti i tempi. Due cardini essenziali della nostra vita. Il primo è che la vita morale e religiosa non può ridursi a un’obbedienza ansiosa e forzata, ma deve avere come principio l’amore. Il secondo cardine è che l’amore deve tendere insieme e inseparabilmente verso Dio e verso il prossimo.

Le parole di Francesco si riconducono all’episodio in cui  Matteo racconta come Gesù risponde alla provocazione di un dottore della Legge su quale sia “il grande comandamento, cioè il comandamento principale di tutta la Legge divina”, mettono in luce il rapporto indissolubile che esiste tra l’amore a Dio e al prossimo. Gesù affermando “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”, e aggiungendo, come secondo comandamento, “Amerai il tuo prossimo come te stesso”, stabilisce, spiega Francesco, “due cardini essenziali per i credenti di tutti i tempi”.

“Chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede”

Come in un gioco di specchi in cui l’amore verso Dio e verso il prossimo si riflettono l’uno nell’altro e non esiste l’uno senza l’altro, l’immagine che emerge rivela a noi stessi come viviamo – concretamente – l’essere cristiani:

Gesù conclude la sua risposta con queste parole: ‘Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti’. Ciò significa che tutti i precetti che il Signore ha dato al suo popolo devono essere messi in rapporto con l’amore di Dio e del prossimo. Infatti, tutti i comandamenti servono ad attuare ad esprimere quel duplice indivisibile amore.

Cura per gli altri

“L’amore per Dio si esprime soprattutto nella preghiera” e “in particolare nell’adorazione” che noi “trascuriamo tanto”, prosegue il Papa:

L’amore per il prossimo, che si chiama anche carità fraterna, è fatto di vicinanza, di ascolto, di condivisione, di cura per l’altro. Tante volte noi lasciamo passare l’altro perchè è noioso o mi prende tempo. Non abbiamo tempo per consolare gli afflitti ma tanto tempo per chiacchierare. Scrive l’apostolo Giovanni: ‘Chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede’ . Così si vede l’unità dei due comandamenti

La Comunione con Dio, “dono da invocare ogni giorno” è quindi anche impegno personale “perché la nostra vita non si lasci schiavizzare dagli idoli del mondo” e si orienti verso le necessità dei fratelli:

La verifica del nostro cammino di conversione e di santità è sempre nell’amore del prossimo. Se io dico amo Dio e non amo il prossimo, non vale. Finché ci sarà un fratello o una sorella a cui chiudiamo il nostro cuore, saremo ancora lontani dall’essere discepoli come Gesù ci chiede.