Agrigento: giorno 20 ricordo del giudice Rosario Livatino ucciso dalla mafia

 

Alla cerimonia sarà presente il Giudice Luigi Patronaggio

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Agrigento-

Evento antimafia giovedì 20 settembre alle ore 10.00 nel cortile dell’Accademia di Belle Arti di Agrigento (via Bac Bac)  a ricordo del giudice Rosario Livatino ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990. 

 La figura del giudice verrà ricordata dall’ex presidente di Corte d’Appello, Salvatore Cardinale che lavorò fianco a fianco del giovane magistrato Livatino alla Procura della Repubblica di Agrigento, da padre Giuseppe Livatino, postulatore della causa di canonizzazione oltre che dal sindaco Lillo Firetto, dal Presidente del Tribunale, Pietro Maria Falcone e dal Procuratore della Repubblica di Agrigento, Luigi Patronaggio balzato agli onori della cronaca per la vicenda della “nave Diciotti”.

Scende in campo l’avv. G. Arnone ,l’ambientalista autore di denunce contro i poteri forti, arrestato, assolto e scarcerato per un eclatante abuso di potere della magistratura

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Arnone:    “Voglio difendere io Matteo Salvini perchè so cosa vuol dire stare in cella da innocente e combattere i poteri forti  ….”

di   Raffaele Lanza

Sugli articoli e servizi di SUD LIBERTA’ , inerenti la battaglia in corso tra magistratura e politica, l’avv. Arnone ha diffuso la sua eclatante vicenda dell’arresto benedetto dal Procuratore Luigi Patronaggio e comunica che nel suo caso vi era stato un vero e proprio abuso di potere da parte della Magistratura . Ma non tutti i magistrati perchè il Tribunale del Riesame e la Cassazione hanno dato ragione all’Avv. Arnone , personaggio stranoto in Sicilia tanto per le sue battaglie ambientaliste e antimafia quanto per il carattere irruente ed estroverso: a lungo tessera del Pci, poi del Pd, oggi dichiarato dalla parte dei 5 Stelle benché «berlingueriano e latorriano».  Dopo la vicenda di Matteo Salvini abbiamo ragione di credere che Arnone passerà dalla parte della Lega o, comunque del leader spontaneo e  scravattato Salvini  un vero fiume in piena e per questo forse adesso in testa a tutte le classifiche di preferenza.

Il 12 novembre 2016 la Procura lo fece arrestare in” flagrante per estorsione”, all’uscita dello studio di un collega “con due assegni in tasca per un totale di 14mila euro. La prima tranche ottenuta in seguito a un ricatto bello e buono”, per la Procura. Una normale transazione, condotta alla luce del sole per conto di una cliente, secondo Arnone ( tesi riconosciuta dal Riesame e dalla Cassazione).

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Il gip conferma l’arresto. E in difesa del pm che ha disposto la cattura di Arnone interviene Luigi Patronaggio

Fantasmi e veleni. si agitano dietro Arnone dal carcere fa sapere di ritenere il suo arresto conseguenza diretta delle numerose denunce da lui fatte ai politici potenti e poteri forti connessi di cui secondo Arnone farebbero parte a pieno titolo anche pezzi della magistratura

La tesi della Procura viene smantellata” i giudici scrivono che una estorsione come quella teorizzata dai pm, passata da avvocati ad avvocati e pagata alla luce del sole, non si è mai vista: «Una condotta così veicolata e una richiesta di denaro avanzata e soddisfatta con assegni circolari, per altro posta in essere da un avvocato penalista, non appare certo univocamente sintomatica» né del reato di estorsione e nemmeno di quello assai più blando di «esercizio arbitrario delle proprie ragioni». Patronaggio non si arrende, e ricorre in Cassazione: il 6 aprile 2017, nuova batosta per la Procura, che anzichè archiviare  – con riconoscimento dei propri errori giudiziari- seppellisce il fascicolo in un’aula del Tribunale.