Zero, tre… via!” nei quartieri con servizi dedicati a prima infanzia e genitorialità

Presentazione

Foto Ufficio Stampa

Librino, San Giovanni Galermo, Nesima/ Monte Po e Villaggio Dusmet  sono i quattro quartieri di Catania che accoglieranno le attività del progetto “Zero, tre… via!” con  poli integrati di servizi di cura e educativi per minori sino ai tre anni,  attività di sostegno a genitorialità e maternità, conciliazione famiglia-lavoro.
L’iniziativa di rete, promossa dall’assessorato alle Politiche sociali retto da Giuseppe Lombardo, è stata selezionata dall’impresa sociale “Con i Bambini”  tra le  35 vincitori del bando “Comincio da zero” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile nato da un’ intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Arci, il Forum nazionale del Terzo settore e il Governo.
Il progetto è stato illustrato nella sede dell’associazione Talità Kum, in viale Moncada, alla presenza dell’assessore Giuseppe Lombardo e del presidente del VI Municipio Alfio Allegra. Sono intervenuti i principali referenti della rete guidata dal capofila del progetto, Talità Kum onlus (presidente Giuliana Gianino), in sinergia con il Comune e con il coinvolgimento di diversi partner: Asp di Catania (presente con MariStella Fardella), coop. Tommaso Moro (Carmelo Marzà), Associazione Costruiamo Ponti (Naomi Puglia), Associazione culturale Inperformat (Marika Greco), Associazione Oratorio San Filippo Neri nuovo (Lorenzo Barletta), CESVI Fondazione Onlus (Anna Catinotto), Cooperativa Centro Orizzonte Lavoro (Alberto Anzalone), Cooperativa Marianella Garcia (Filippa Giugno), Cooperativa Prospettiva (Glauco Lamartina).
“Il progetto – ha detto l’assessore Giuseppe Lombardo – nasce come risposta alla necessità riscontrata dai servizi sociali del Comune nei quartieri riguardo al fabbisogno di risorse da dedicare alla prima infanzia, a servizi di supporto alla genitorialità e a nuclei familiari in situazione di forte disagio e difficoltà dal punto di vista socio-economico e relazionale (famiglie povere, monogenitoriali, con problemi con la Giustizia). Situazioni che sommate al continuo impoverimento di ampie fasce della popolazione del quartiere producono malessere e disorientamento nelle famiglie e ricadute negative a livello della comunità locale. Si rivela dunque un bisogno concreto di azioni che siano di supporto alla genitorialità”.

L’iniziativa intende implementare azioni sinergiche su territori che rilevano problematiche comuni, la realizzazione di spazi educativamente attrezzati per il supporto alla genitorialità e all’infanzia (bambini 0-3 anni) mirando in particolare all’accoglienza e presa in carico di bimbi (e loro genitori) in situazione di povertà educativa oltre che socio-economica. Questi spazi si configureranno come centro di incontro, facilitatore dell’inserimento e integrazione sociale precoce, attraverso “il gioco” considerato non soltanto un diritto fondamentale del bambino ma strumento indispensabile per lo sviluppo e la crescita.
Importante punto di forza è la rete ampia costituita territorialmente che permetterà una presa in carico della famiglia nella sua interezza stimolando forme di coinvolgimento attivo e partecipato di tutta la comunità.
Il progetto, della durata di tre anni,  intende offrire servizi integrati in una logica di welfare comunitario, che vede il coinvolgimento e la collaborazione di tutta la comunità educante e delle famiglie, in un processo di empowerment e responsabilizzazione, seguendo un approccio multidimensionale: servizi educativi, sanitari, socio-culturali, legali, orientamento al lavoro.
Pilastro della proposta è l’integrazione con altri servizi mirati a sostenere le situazioni vulnerabili e a rafforzare le risorse dei nuclei familiari nello svolgere il compito genitoriale, compresi i servizi di patronato e assistenza legale, l’accompagnamento al lavoro, i servizi dell’Asp di Catania. E inoltre, la collaborazione consolidatasi con l’Ufficio P.O. Programmazione del Comune di Catania che  ha permesso negli anni di calibrare interventi mirati per l’individuazione di famiglie e minori in situazione di fragilità.

 

Riparte il servizio doposcuola e di sostegno ai ragazzi svantaggiati

 

 

Scuole

 

Nel distretto socio sanitario di Catania è ripartito il servizio doposcuola, attività di sostegno ai ragazzi delle scuole dell’obbligo svantaggiati, promosso alla fine dello scorso anno scolastico, attività quando le norme anticovid lo hanno consentito, per l’assistenza alla didattica extrascolastica di oltre trecento ragazzi, quale attività di supporto allo studio e assistenza agli alunni che presentano difficoltà nell’apprendimento.

Il progetto  è quello di consolidare i metodi di studio già acquisiti in ambito scolastico e migliorare così progressivamente l’autonomia personale riguardo le capacità in maniera specifica agli alunn, con difficoltà scolastiche, sostegni realizzati con il contributo di istruttori, educatori, accompagnatori e psicologi.

Il Servizio di sostegno educativo scolastico ed extrascolastico parte dalla consapevolezza che il mancato accesso alla didattica, alle attività educative e ricreative per bambini e adolescenti che vivono nei contesti più svantaggiati e periferici, si possa tradurre in un isolamento che facilmente può portare all’aumento della dispersione scolastica.

L’intervento costituisce pertanto un tassello della più ampia strategia adottata dal Comune capofila del Distretto  3 che comprende anche Catania e Motta Sant’Anastasia, che in questi mesi è stato in prima linea per sostenere anche materialmente i nuclei familiari e i minori maggiormente a rischio, con un aiuto immediato per esempio buoni spesa, tablet per la fruizione della DAD e servizi di accompagnamento nel medio periodo.

Un progetto sostenuto dall’assessore ai servizi sociali Giuseppe Lombardo, avviato nei mesi successivi al lockdown “Con la ripresa delle attività scolastiche -ha detto Lombardo- abbiamo ripreso il percorso già avviato con un impegno congiunto dei servizi sociali, del mondo della scuola (insegnanti e dirigenti scolastici) nonché degli attori sociali ed educativi, i quali malgrado le restrizioni dovute alla pandemia hanno cercato di dare continuità allo sviluppo e all’apprendimento dei bambini e ragazzi, anche attraverso l’utilizzo delle tecnologie e la didattica a distanza, al fine di garantire il rispetto del diritto all’istruzione. Tra mille difficoltà, disagio economico, difficoltà organizzative imposte dalle restrizioni,  dalla demotivazione i bambini e i ragazzi sono stati sostenuti da personale educativo e psicologi delle Cooperative affidatarie del servizio che hanno accompagnato i ragazzi sia per lo studio da remoto che nel rientro tra i banchi di scuola. Un lavoro che prosegue e di cui siamo orgogliosi, in una città che ha tante sacche di marginalità e inaccettabili livelli di dispersione scolastica”.

Un piano d’intervento finalizzato a riequilibrare le opportunità di partenza per ragazzini a “rischio” esclusione,  che ha tra i “motori”  Giusi Delfa e Lucia Leonardi, rispettivamente Dirigente responsabile e Posizione Organizzativa Gestione fondi extracomunali dei servizi sociali etnei del capoluogo: “Garantire il diritto all’istruzione dei bambini e degli adolescenti più svantaggiati e contrastare gli effetti della emergenza sulla povertà educativa e sull’aumento delle diseguaglianze nell’apprendimento. Questa è la finalità del Servizio di sostegno educativo scolastico ed extra-scolastico”.

La durata del servizio lo scorso anno è stata di 24 settimane per un massimo di 120 ore suddivise in 4 ore. Dodici sono stati gli enti che hanno preso parte: Team, Fondazione Cirino La Rosa, Prospettiva, Marianella Garcia, Associazione Sacro Cuore, societa Cooperativa Delfino, I Girasoli, Solidarietà che passione, Società cooperativa Euroservice, Iride, Media Hospes, Società cooperativa Penelope.

Al progetto anche quest’anno  sono coinvolti i minori residenti nei tre comuni del distretto socio sanitario, compresi nella fascia di età dell’obbligo scolastico che presentano problemi di marginalità sociale, disturbi del comportamento e a rischio di dispersione scolastica. Accanto all’aiuto scolastico individualizzato, è  attivo uno spazio di ascolto psicologico presso le strutture scolastiche finalizzato alla comprensione dei problemi dei minori che vanno dall’autismo alla logopedia attraverso figure specializzate.

 

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