Virus Killer: a rischio nel Sud Napoli e Catania per l’estensione del commercio cinese

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Chi pensa che la fine del mondo predetta e scritta nella Bibbia possa avvenire con un gigantesco sutnami o l’impatto con un enorme asteroide dovrà ricredersi e mettere in conto anche il rischio di Virus Killer.  Il rischio di importazione di almeno un caso di coronavirus 2019 nCoVn Europa in 2 settimane va dal 33% al 70%. E sembra che i maggiori rischi siano concentrati nel  Regno Unito (dal 9% al 24% a seconda dello scenario) e Germania (8-21%), seguite da Francia (5-13%), Italia (5-13%) e Spagna (4-11%). Intanto l’intero pianeta è in allarme, gli scienziati alla ricerca di un vaccino.Tante le città in quarantena..

E’ la stima contenuta in uno studio preliminare dell’Istituto nazionale francese di salute e ricerca medica (Inserm), della Sorbonne Université e del Pierre Louis Institute of Epidemiology and Public Health, che hanno  analizzato la situazione in presenza di alcuni elementi

L’Europa occidentale, secondo gli esperti, corre un rischio maggiore rispetto all’Europa orientale e settentrionale. E per i primi 5 Paesi a maggior rischio di importazione, gli istogrammi mostrano anche una ripartizione del contributo di rischio per aeroporto di arrivo: in Italia, secondo le proiezioni, sarebbe più a rischio Milano,  Roma, Venezia e Bologna.

Il rischio di importazione in Europa è stimato come la probabilità che almeno un caso venga portato dalle province infette in Europa in un periodo di 2 settimane. Il lavoro presenta due scenari: uno ‘a bassa esportazione’, per cui il tasso di esportazione di casi dalla Cina resterebbe di 7 ogni due settimane, lo stesso osservato prima del blocco dei voli da Wuhan; l’altro ‘ad alta esportazione’, compatibile con un aumento del numero di infezioni in Cina, e pari a circa 3 volte il tasso di base.

E’ possibile pure- che importazioni avvengano in aeroporti multipli (ad esempio Germania e Italia), mentre in altri il rischio si concentra principalmente negli aeroporti che servono la capitale (ad esempio nel Regno Unito, dove Londra contribuisce al 75% del rischio, e in Francia, dove Parigi contribuisce all’89%).    Da considerare i trasporti con furgoni e camion carichi di merce e di operai cinesi. Fra le città commerciali più a rischio oltre Milano e Roma vi sarebbero anche Napoli e Catania dove il commercio cinese è in vetta alla classifica.