Oggi, 21 Marzo, la Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime di mafie

Oggi 21 marzo, in Italia, la primavera accompagna numerosi eventi simbolici antimafia. Tra questi, la Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie.
L’evento è organizzato e promosso da Libera, la rete di associazioni antimafia fondata nel 1995, con l’obiettivo di liberare la società dalla criminalità organizzata e per propugnare la giustizia sociale, la ricerca della verità e la legalità democratica fondata sull’uguaglianza.
Un impegno continuo, che negli anni ha costantemente proposto iniziative volte alla sensibilizzazione della cittadinanza italiana e alla sua unione sociale e culturale, che nel 2017 ha portato al riconoscimento istituzionale della Giornata nazionale della memoria.

Ogni anno Libera sceglie una città principale per ospitare la manifestazione nazionale.Quest’anno la prescelta, per la ventisettesima edizione e la prima post-pandemica, è Napoli.
Un corteo lunghissimo partito da piazza Garibaldi fino a piazza del Plebiscito  . Il nome di ogni vittima della mafia viene ricordato fino all’intervento rituale di  Luigi Ciotti, presidente dell’associazione.

mafia
Il presidente di Libera don Luigi Ciotti 

La Giornata del 2022 è la prima celebrata in presenza dopo due anni di pandemia. “

Don Ciotti guida la popolazione contro le Mafie: “Ognuno deve fare la propria parte..”

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(Archivi Sud Libertà)

             – RICORDATE LE VITTIME INNOCENTI DELLE MAFIE –

Tutti in corteo, da Padova a Palermo, per ricordare le vittime della mafia e ribadire l’impegno della memoria. Tante le adesioni alla manifestazione promossa da Libera e da Don Ciotti contro tutte le mafie che ha chiamato a raccolta migliaia di persone da Nord a Sud. A Padova la manifestazione ha visto la partecipazione di 50 mila persone secondo gli organizzatori, 30 mila secondo le forze dell’ordine.

“Abbiamo un debito di riconoscenza nei confronti di chi è stato ammazzato, di chi non c’è più e di chi è rimasto solo. Loro sono morti ma per noi sono ancora vivi, e le loro speranze devono camminare con noi. E’ da 163 anni che parliamo di mafia, non è possibile in un Paese civile. Come non è possibile che l’80 p.c. dei familiari delle vittime non conosca la verità o parte di essa” ha detto il presidente di ‘Libera’ don Luigi Ciotti aprendo il suo intervento a conclusione della manifestazione a Padova.

“Oggi un caro pensiero va ai ragazzi della scuola media di San Donato Milanese, e un pensiero a padre Dall’Oglio di cui da lungo tempo non abbiamo notizie, e a Silvia Romano una stupenda ragazza di 30 anni cooperante in Africa. Così come non dobbiamo dimenticare Giulio Regeni, Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. La nostra gente ha bisogno di verità” ha sottolineato don Ciotti.

“C’è gente che ha deciso di metterci la faccia e far capire da che parte sta. In questo momento nel nostro Paese dobbiamo alzare la voce mentre tanti scelgono un prudente silenzio” ha aggiunto don Ciotti. “Le mafie sono presenti in tutto il territorio nazionale come dice il rapporto che è stato fatto dal parlamento, e si sono rese più flessibili e reticolate, sono loro che fanno rete e crescono nelle alleanze – ha ammonito ancora -. Soprattutto sono diventate imprenditori e imprenditrici e non possiamo dimenticare questa area grigia di commistione tra legale e illegale”.

E ancora: “La mafia è un avversario difficile da scoprire, ma dobbiamo essere riconoscenti al lavoro di magistratura e forze di polizia. Non dobbiamo lasciarli soli e la politica deve dare strumenti: ci vogliono meno leggi e più legge nel nostro paese. Ci vogliono leggi più forti e categoriche. Ci vuole una risposta di cittadini responsabili che si assumano la loro pare di responsabilità. La democrazia chiede a ciascuno di noi di fare la sua parte”, ha sottolineato.

 

In Sicilia.  sventolano le bandiere di Libera . Da ogni scuola della città e della provincia dicono in coro:  “La mafia uccide, il silenzio pure”  Tra loro anche Vincenzo Agostino, per la prima volta senza la moglie Augusta Schiera recentemente scomparsa. Indossa una maglia bianca con il ritratto di Augusta e del figlio Antonino, il poliziotto ucciso con la moglie Ida Castelluccio nel 1989. “Oggi sono qui anche per lei – dice -. Augusta è morta senza avere verità e giustizia, ma non si può vivere sperando che la giustizia arrivi nell’aldilà”.

Oltre 10mila i partecipanti a Palermo, spiegano dall’organizzazione, che in un lungo serpentone hanno raggiunto piazza Verdi, per la lettura di circa 1.000 nomi di vittime innocenti delle mafie, semplici cittadini, magistrati, giornalisti,reporter italiani uccisi all’estero pure, appartenenti alle forze dell’ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici assassinati dalle  mafie solo perché, con rigore, hanno compiuto il loro dovere.