IL DISCO ROSSO DELLA CORTE DEI CONTI AI DIRIGENTI: POPOLO DIPENDENTE PROSTRATO ED “INDIFESO”

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Raffaele Lanza

Il coro è unanime ormai, la conclusione non poteva che essere univoca: il contratto dei dirigenti  regionali sostanzialmente è privo di copertura finanziaria, dimostrazione ancora una volta che la Classe dirigenziale  della Regione siciliana non è più, da molto tempo, una comunità che svolge interessi generali: è soltanto l’arena in cui combatte per l’ottenimento di vantaggi da parte di piccoli gruppi o addirittura di singoli

Con Deliberazione n.23 del 18 febbraio 2021 la Corte dei Conti per la Regione Sicilia  ha rilasciato parere negativo sull’ accordo quadro del contratto collettivo regionale di lavoro  dell’area della dirigenza per il triennio normativo 2016/2018  e rilascia al pubblico una conferma di incapacità  ed incompetenza che, nella Regione siciliana, non possono essere attribuite solo ad una parte . Cioè come è stato diffuso sindacalmente,all’Aran, dilatazione del governo regionale.

Il male oscuro- non v’è dubbio in un’analisi obiettiva – risiede invero anche nell’incapacità sindacale tipica siciliana    di apportare correttivi tecnici sui verbali depositati all’Aran . E’ qui  che i dipendenti dirigenti devono tirare in ballo il concetto del controllo degli organi governativi come l’Aran posto che sindacati rappresentativi  non hanno posto attenzione al problema ritendendo scontata l’approvazione contrattuale.  Ecco dunque che  la relazione tecnico-finanziaria prodotta alla Corte dei conti  presenta significative lacune informative  in ordine agli elementi necessari per l’espressione di un giudizio di attendibilità dei costi contrattuali …” e che “non appare apprezzabile la copertura finanziaria degli oneri di competenza del periodo 2016/2020 alla luce di un quadro finanziario non aggiornato..”, rilevando altresì la mancanza “di elementi di giudizio in riferimento alla copertura finanziaria degli oneri a carico degli esercizi 2021 e seguenti…”

E’ facile dire come ha fatto un sindacato molto rappresentativo dei dirigenti  -il Cobas-Codir- probabilmente più di quello esclusivo dei dirigenti,”il fallimento dell’Aran che dovrebbe essere commissariata…”   Argomento che apre infatti a tante  riserve. Le riserve sono che, se i sindacati, aggregazioni senza autentico potere in Sicilia  e destinatarie-abbiamo visto al tempo  i rinvìì a giudizio di personaggi comandanti in alcune associazioni sindacali – di cospicui contributi legati alle somme degli iscritti – riuscissero davvero – come pensano i più ingenui – ad esercitare un ascendente sugli Organi e vertici con i quali debbono essi -per legge-  contrattare, l’immagine complessiva dei sindacati -” sarebbe meno squallida.

                         “STA CRESCENDO IL GENERALE CLIMA DI  SFIDUCIA AI SINDACATI DELLA REGIONE”

A chiare lettere: sindacati impotenti e fragili, che narcotizzano i dirigenti solo con un “comunicato scolastico” ma non riescono a raddrizzare le gambe ai cani …           Il Cobas-Codir afferma: l’Aran va commissariata e si invita il Governo a farlo   La categoria dei dirigenti  sconta un blocco contrattuale che dura da oltre 16 anni e che resta a oggi l’unico comparto del pubblico impiego in Italia a non avere avuto il rinnovo del contratto di lavoro e reitera la propria richiesta al Governo”   

   Sarebbe una ipotesi ottima e forse risolutiva la nota del Codir- anche se scaricabarile di fronte alla massa dei dipendenti regionali  Commissariamento dell’Aran.   Ma allora-è proprio indispensabile dire – che i  numerosi gruppi del Cobas-Codir e le loro rappresentanze sindacali sono ancora impotenti ad adottarla nei riguardi dei rispettivi aderenti?

Da questa situazione di marasma generale della Regione siciliana, della quale si fanno interpreti i sindacati, emergono lucidamente tre protagonisti: due perdenti – la popolazione regionale offesa e ignorata- e i sindacati -incapaci di  sottomettere e/o denunciare  il loro bersaglio preferito,l’Aran e ,comunque manifestare una volontà preventiva al governo ed organi ad esso connessi.   Uno trionfante: i rappresentanti sindacali di tutti i sindacati con lievi varianti comportamentali tra uno schieramento sindacale e l’altro. Costoro sono trionfanti perchè lanciati in avventure private, in permessi sindacali, in un rapporto migliore con i capiufficio. Costoro in realtà non hanno interesse vero alle decisioni verticistiche dei segretari generali dei sindacati.Se si guarda alla considerazione nella quale i bistrattati ed indifesi dipendenti li tengono in realtà, pur essendo paradossalmente iscritti, non di trionfo si deve parlare ma di vero e proprio tracollo.

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“Sfiducia” al ministro Bonafede : l’ago della bilancia sarà Renzi che si prepara a ricordare a Conte “la regola italiana del dare-avere”

È il Parlamento più giovane della storia. Ecco l'età media dei ...

Si voterà fra pochi minuti ,alle 9.30 al Senato la sfiducia al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Dopo ascolteremo  la replica del Ministro tirato in ballo da dichiarazioni tardive e/o fantasiose dell’ex Pm Di Matteo come un prestigiatore fantasioso estrae dal proprio cilindro i conigli e che ha causato con l’alibi (ingiusto) di trattare “Affari giudiziari antimafia” tutto questo trambusto ai danni del sorpreso Bonafede che nel 2018 in un primo momento prescelse il magistrato a capo dell’Amministrazione penintenziaria.

Un voto che agita la maggioranza e per molti, una eventuale sfiducia al ministro Bonafede, significherebbe una sfiducia a tutto il governo e a quel punto la crisi sarebbe inevitabile.

Scontro Bonafede-Di Matteo, pm: Mi offrì direzione Dap, poi cambiò ...
Alla fine delle dichiarazioni di voto (e della diretta Rai) si svolgeranno le votazioni. Saranno indette due “chiame”. Ciascun senatore voterà dal posto, con entrata nell’emiciclo scaglionata a gruppi di 50 ogni dieci minuti, secondo l’ordine alfabetico.

Luigi Di Maio.non ha dubbi sulla solidità della maggioranza governativa: “Sono trent’anni che ci chiediamo sempre se il governo tiene, se il governo traballa, anche per dinamiche legate alle maggioranze che lo sostengono. Ciò che posso dire è che il governo è solido e lo dimostrerà.

. Dal canto suo il leader dei pentastellati Vito Crimi, spiega chiaramente che  l‘iniziativa delle opposizioni è “un attacco strumentale” all’esecutivo: “Sono convinto – sottolinea – che la maggioranza voterà compatta”. “Stanca vedere Italia Viva impegnata nella ricerca di visibilità mentre il resto del governo lavora per superare la crisi”, lamenta  il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano. .

Non posso pensare che mettano in scena questa follia. Le opposizioni fanno il loro gioco, quello di Italia Viva, che non ha una golden share, è incomprensibile”, osserva Francesca Businarolo, presidente della Commissione Giustizia di Montecitorio. “È ora di prendersi le proprie responsabilità. 

Antonio Tajani, vicvepresidente di “Forza Italia” ha comunicato che : “Su Bonafede abbiamo presentato un testo di sfiducia come centrodestra, un altro testo con la prima firma della Bonino, è stato presentato, noi voteremo entrambe le mozioni“.

Decisivo sarà l’intervento dei 17 senatori di Italia viva compreso il loro  leader Matteo Renzi. Senza di loro l’attuale maggioranza che sostiene il governo può contare su 151 voti: 96 del Movimento 5 stelle, 7 del Gruppo Misto, 5 di Leu, 2 del Maie e 6 delle Autonomie. Da considerare che Gregorio De Falco si è però astenuto in occasione della fiducia sul decreto legge ‘Cura Italia’.

Secondo fonti di Italia Viva, infatti, il partito di Renzi ha chiesto alcuni impegni al governo, in primis un cambio di passo sulle politiche della giustizia in senso garantista e si aspetta a Palazzo Madama “un segnale da Bonafede”.

Leoluca Orlando alle corde come sul ring: i pentastellati chiedono le dimissioni

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Dodici consiglieri comunali chiedono le dimissioni di Orlando sostenendo che la situazione al Comune di Palermo è disastrosa

PALERMO

Il sindaco Leoluca Orlando sembra un pugile alle corde sul ring . Dopo Enzo Bianco, l’ex sindaco di Catania, condannato dalla Corte dei conti, per bilancio irregolare, anche Orlando rischia di far saltare la contabilità nella città di Palermo.    Il pugile è il Movimento 5 Stelle,che lancia un segnale di cambiamento,di una situazione grave con Leoluca Orlanco sindaco, non è una mozione di sfiducia vera e propria visto che  non sono ancora passati i 24 mesi dall’inizio della consiliatura previsti per legge.

 

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I pentastellati hanno presentato il documento  a Sala delle Lapidi  ricevendo il consenso , oltre alla firma dei cinque componenti del gruppo,  di Alessandro Anello, Marianna Caronia, Fabrizio Ferrandelli, Cesare Mattaliano, Sabrina Figuccia, Igor Gelarda, e Mimmo Russo. Il numero di firme però non è sufficiente per raggiungere il quorum dei due terzi del Consiglio, che servirebbe per sfiduciare il primo cittadino.

Un comunicato stampa del M5 S , pervenutoci, spiega :”Solo Forza Italia, tra le forze di opposizione, continua a dare fiducia al sindaco – . L’auspicio è che Orlando possa finalmente prendere coscienza e ammettere la gravità della situazione dei bilanci del Comune di Palermo, riconoscendo le proprie responsabilità nel disastro in atto, e che possa, con un atto di amore nei confronti della città, regalarle una possibilità di riscatto e di dignità dimettendosi”.

Orlando ha il dovere di informare la popolazione regionale.