VITTORIO FELTRI,LE “DIMISSIONI”, LA PROPOSTA-CONDIVISA DI SUD LIBERTA’ – DI SOPPRIMERE L’ORDINE DEI GIORNALISTI

Vittorio Feltri: "Non sono razzista, detto verità sul Sud. Pronto ...

 

 

 

di   RAFFAELE   LANZA

 

Vittorio Feltri forse tra poco non  figurerà più nell’elenco Professionisti dei Giornalisti .  Ha consegnato le dimissioni all’Ordine che gli stava da tempo alle calcagne ma adesso è arrivato.  Le sue uscite -spesso infelici sulla Sicilia e diversità dei siciliani sudisti, e le sue dubbie posizioni anche in occasione della pandemia Covid 19 con le sue difese prioritarie sulla Lombardia rispetto alla Sicilia, non scalfiscono tuttavia la produzione e il talento fuoriclasse del giornalista che rappresenta , checchè se ne dica, ed appartenenza geografica a parte, indiscutibilmente figura come  una delle migliore penne d’Italia dal dopoguerra ad oggi

Come si sa già il  direttore del “Giornale”, Alessandro Sallusti. che ha condiviso con Feltri le stesse idee politiche dell’imprenditore cavaliere proprietario dei giornali ha scritto nel suo pezzo così: “Immagino che sia una scelta dolorosa per sottrarsi una volta per tutte all’accanimento con cui da anni l’Ordine dei giornalisti cerca di imbavagliarlo e limitarne la libertà di pensiero a colpi di processi disciplinari per presunti reati di opinione e continue minacce di sospensione e radiazione”, scrive Sallusti, ricordando non senza critiche le regole che governano l’Ordine dei Giornalisti e sottolineando che “per potere continuare a scrivere, Vittorio Feltri immaginando di essere di qui a poco ghigliottinato, penso io – ha dovuto rinunciare al suo mestiere”.

Non è un bel giorno per la categoria -aggiunge il direttore del ‘Giornale’ – che formalmente perde uno dei giornalisti che – piaccia o no -hanno scritto la storia di questo mestiere, successo dopo successo, da trent’anni a questa parte sia come penna sia come direttore. Feltri non è una voce ingabbiabile dentro regole ipocrite e convenzionali? Certo, è per questo che piace. Ogni tanto va sopra le righe? Sì, ma non più di altri ai quali, essendo di sinistra, mai nulla viene contestato. Ha un brutto carattere? Di più, ne sono testimone, ma ben vengano uomini di carattere”.

“……. mi auguro che i suoi oppositori aguzzini si vergognino della loro squallida miseria culturale e professionale; mi auguro che Carlo Verna, presidente dell’Ordine – quindi di tutti i giornalisti, non solo di quelli di sinistra – abbia la forza di rifiutare le dimissioni e garantire a un grande collega la libertà che merita, perché se così non fosse da oggi nessuno di noi potrà sentirsi al sicuro. E auguro a Vittorio Feltri di scrivere liberamente, anche da non giornalista, fino a che Dio gliene darà la forza
A Vittorio Feltri- è il pensiero di  SUD LIBERTA’ – potranno togliere la qualifica di “giornalista” ma che importanza potrà avere -Vittorio- dopo mezzo secolo di successi?    Recentemente aveva formato coppia fissa con Vittorio Sgarbi per offrire prodotti spettacolari , di divertimento puro, stanco probabilmente di parlare di Cultura.. Amava, ama oggi il ruolo dell’opinionista dei salotti televisivi e -sì- non ama essere contraddetto.    Dell’Ordine dei giornalisti Vittorio Feltri pensa che sia meglio sopprimerlo e non solo perchè gli Ordini professionali servono solo a far fare carriera a pochi eletti ma soprattutto perchè sono centri di controllo dei giornalisti “liberi” ed indipendenti.      Ecco le ragioni per cui Vittorio Feltri era perseguitato-come afferma Sallustri- da procedimenti disciplinari inventati per reati di opinione o altre stupidaggini uscite come conigli dal cilindro di un prestigiatore fantasiaso…      Tanti giornalisti lo hanno preso di mira, penso per farsi un nome e autoaffermarsi capipopolo di una regione    Non è l’iscrizione all’Ordine professionale che dà al giornalista l’arte di saper scrivere e saper vivere da uomo libero..  Anzi, anche noi siamo dell’idea che questi organi professionali siano da togliere subito perchè organismi che non rappresentano affatto interessi generali  e sono poi costosissimi (con il contributo degli iscritti).
   Noi, caro  Feltri, pensiamo che le tue dimissioni non possano essere discusse dal Consiglio dei giornalisti della Lombardia e ,giuridicamente- non vi sono scelte od alternative – debbono essere accettate perchè non esse non rappresentano la volontà di abbandonare una carica politica o sindacale. Ma solo il desiderio di non essere più pugnalato alla schiena da invidiosi “colleghi” senza cultura e senza onore e  scrivere ancora come per magia, sai fare certamente tu-Vittorio-con la classe e sapienza che ti distingue.

 

Sanremo 2019: brutto ricordo di un festival di dilettanti

 

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di   Raffaele Lanza

Sanremo

Sanremo 2019 da dimenticare, alla svelta. L’ultima serata vede una conduzione -costituita da Baglioni, Bisio e Raffaele – corretta , più disinvolta e professionale. Non si ripetono gli errori tecnici di presentazione delle precedenti serate -richiesta continua ad es. di applausi- e Bisio si esibisce in una gag da varietà riabilitativa rispetto alle precedenti esibizioni.   Ma si avverte sempre la mancanza di  un  faro centrale sul palcoscenico, l’emozione travolge anche un cantante esperto come Baglioni che si sforza con sorrisi stretti di nascondere il disagio di “presentare” un festival come Sanremo.    Dove sono i fiori colorati  attorno al palco, segni visibili della tradizione floreale di Sanremo?

       L’impegno – sì- c’è stato, i contenuti espressi nella serata finale sono anche buoni- è innegabile – manca tuttavia la disinvoltura e la spontaneità. E  questo il pubblico lo ha subito percepito. Spiace ribadirlo perchè Baglioni è persona sensibile e tiene molto al suo lavoro.  Come dire: un grande lottatore messo di fronte ad un mastino napoletano che avverte la paura e i timori dell’uomo. Quindi a rischio la persona.         Solo un ricordo bello portiamo da Sanremo: l’immagine del giornalista Mollica, che visibilmente travolto dalla malattia, con le mani tremolanti, gli occhi quasi chiusi, riesce egualmente a trovare il vigore fisico, il sorriso  e l’entusiasmo di sempre nelle sue belle interviste a Baglioni e cantanti affermati come Eros Ramazzotti.  

  Dopo la chiusura della serata finale del Festival di Sanremo 2019, che ha visto Mahmood -egiziano/italiano- vincere questa edizione, Ultimo si è presentato in conferenza stampa visibilmente alterato. Su di lui si sta scatenando una bufera. Sembra infatti che “I tuoi particolari” abbia delle sonorità che ricordano chiaramente una canzone di Marco Masini del 2015. Si sente massacrato dai giornali.   Come fosse un cantante affermato ha dichiarato ai giornalisti in Sala: “Avete questa settimana per sentirvi importanti e dovete rompere il cazzo. Tanto qualsiasi cosa io dico troverete qualcosa da ridire”. 

Non poteva mancare l’opinione di Matteo Salvini: : “Mahmood? La canzone italiana più bella?!? Io avrei scelto Ultimo” – 

Indifferenza di  Vittorio Feltri su Sanremo 2019? Mi interessa come il sesso tra scarafaggi” – Più di 10 milioni di italiani guardano la “festa della canzone italiana”, ma il direttore di Libero commenta il Festival durante il programma “I Lunatici” su Rai Radio2. “Non mi importa un c……..” conclude Feltri

 Don Mazzi critica Baglioni e la sua scelta di portare all’Ariston Achille Lauro – Il servizio pubblico sceglie di mettere nella competizione  una canzone che non solo inneggia alla droga, ma che contiene una frase che mi sconvolge perché va al di là della droga in sé, parla della fine che provoca. Ma la cosa che mi meraviglia di più è che un uomo di grande cultura, un conduttore come Claudio Baglioni, si sia lasciato scappare una cosa del genere”. Don Antonio Mazzi, su Sanremo 2019, esprime un voto altamente negativo così sulla conduzione ritenendola dilettantistica.
  “Manca la satira, si vede il peso delle pressioni politiche”- tuona il giornalista Giletti – Il conduttore sempre più in odor di Rai ha espresso all’Agi il suo giudizio negativo quasi a sollecitare una inchiesta, sul Festival di Sanremo. “Non c’è satira, che è invece necessaria al Festival. Si vede che hanno subito delle pressioni politiche”.
Voltiamo pagina, e ascoltiamo questa insulsa e stupida canzonetta “Soldi” in coerenza con la recessione che l’Italia sta vivendo e le sofferenze degli italiani ad arrivare alla fine del mese. Che indecenza signori!