La Corte d’Appello di Catania rinvia al 7 gennaio l’udienza finale -e sentenza- su Raffaele Lombardo per Mafia e Corruzione

Raffaele Lombardo al processo per mafia: «Ai boss ho fatto solo danni» | La  Sicilia

AGGIORNAMENTO

Rinvio com’era presumibile. Rinviata al prossimo 7 gennaio l’ultima udienza del processo di secondo grado all’ex presidente della Regione Siciliana  Raffaele Lombardo, per concorso esterno all’associazione di tipo mafioso e corruzione elettorale aggravata.

 La Procura, con i Pm Sabrina Gambino e Agata Santonocito, ha chiesto la condanna dell’ex governatore a sette anni e quattro mesi di reclusione. Al centro del processo, che si celebra col rito abbreviato, i presunti contatti di Raffaele Lombardo con esponenti dei clan etnei che l’ex leader del Mpa ha sempre negato sostenendo di avere «nuociuto alla mafia come mai nessuno prima di me.  Sotto i riflettori anche il coinvolgimento di esponenenti del mondo della politica e degli affari. 

Gli avvocati Maria Licata e il professore Vincenzo Maiello, – informano -hanno chiesto l’assoluzione    di Raffaele Lombardo  con la formula«perché il fatto non sussiste».

Oggi processo all’On Raffaele Lombardo …Sentenza finale o rinvio Effetti collaterali: classe dirigenziale in mano agli ex governatori

Archivi-Sud Libertà – Video Processo bis a carico dell’On Raffaele Lombardo-  Esposizione  P.M. Dottssa Agata Santanocito

Nel video la ricostruzione dei fatti avvenuti e le accuse a Raffaele e all’on Angelo Lombardo. Il ruolo di Santapaola e l’organizzazione che opera nel territorio.     I Pm chiariscono le fonti di prova. Gli incontri con i mafiosi dell’ex presidente della Regione. Rapporti personali confermati da testimoni.      Naturalmente c’è anche il problema “lombardismo”, cioè tutta la classe dirigenziale nominati dai delfini politici e dirigenti generali dell’ex presidente della Regione. Un contenzioso senza fine, di uomini che hanno utilizzato il potere massimo , secondo le accuse, per fini personali e mafiosi, che ha distrutto l’immagine della Sicilia

Oggi la Corte d’appello di Catania si pronuncerà -o rinvierà-  sul processo a carico dell’ex Presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione elettorale aggravata dal metodo mafioso. Un procedimento aperto dopo l’annullamento con rinvio della Suprema Corte di Cassazione della sentenza di secondo grado che aveva visto il politico catanese assolto dall’accusa di concorso esterno e condannato a due anni, con pena sospesa, per corruzione elettorale aggravata ma senza intimidazione e violenza. Una sentenza, quella di secondo grado, che a sua volta aveva riformato quella emessa il 19 febbraio 2014, col rito abbreviato, dal Gup Marina Rizza che lo aveva condannato a sei anni e otto mesi.
Al termine della requisitoria, le due rappresentanti dell’accusa, Agata Santonocito e Sabrina Gambino, dopo avere ripercorso i passaggi più importanti delle sentenze che si sono fin qui alternate, hanno chiesto per Lombardo, che è sempre stato presente alle udienze, la condanna a sette anni e 4 mesi.

La Procura generale si è soffermata nelle valutazioni sul capo di imputazione sottolineando come “il concetto di rafforzamento dell’associazione, può trovare sotto il profilo plastico un esempio guardando al mondo della finanza. Pensiamo a cosa accade nel mondo della finanza alle quotazioni in borsa ogni qual volta vengono diffuse notizie su alleanze, fusioni o separazioni. Lo scorso anno, quando si diffuse la notizia della fusione dell’alleanza tra Fiat e Peugeot, le azioni facenti capo al gruppo Fiat Chrysler volarono. Quell’accordo, che poi non è avvenuto, ha avuto l’effetto di far volare le azioni. Questo è quello che riteniamo sia accaduto in concreto in riferimento a un gruppo criminale che si trova a giocarsi, dalla sua, un patto sinallagmatico. E questo è l’effetto che questo patto può avere per l’associazione Cosa nostra“.

Riordiamo che i guai per l’ex presidente della Regione siciliana iniziarono nel 2010 allorchè il rapporto con l’attuale presidente dell’Ars si deteriora.. Quello che era il PdL Sicilia si spacca in Futuro e libertà (nuova formazione politica guidata a livello nazionale da G.Fini e nel gruppo di ex Forza Italia che annunciano la nascita di un nuovo partito Forza del Sud.

Il 21 settembre 2010 viene presentato il quarto Governo della Presidenza

Il 31 luglio 2012 si dimette dinanzi l’Assemblea regionale siciliana dalla carica di presidente con alcuni mesi di anticipo rispetto alla scadenza naturale del mandato prevista per l’aprile 2013. Lombardo ha dichiarato all’ARS di essersi dimesso per affrontare meglio le vicende giudiziarie che lo vedono coinvolto del reato gravissimo Concorso esterno in associazione mafiosa e per evitare il voto regionale in contemporanea con quello per il rinnovo del parlamento nazionale.

Resta in carica per l’ordinaria amministrazione fino alla proclamazione del nuovo presidente, dopo le elezioni anticipate  svoltesi il 28 ottobre 2012, elezioni nelle quali non si è candidato, eleggendo però il figlio Salvatore deputato regionale, tra le file del Partito dei Siciliani-MPA, che porta all’ARS 10 rappresentanti.

Mafia, dissequestrati i beni dell'editore Mario Ciancio - Rai News

Archivi-Sud Libertà- L’Editore dr. Mario Ciancio

Il risultato delle elezioni politiche del 20123 è negativo per l’MpA-Partito dei Siciliani, che non elegge nessun parlamentare. Lombardo, candidato come capolista al Senato in Sicilia, non viene eletto.

Lombardo nel maggio 2017, dopo la condanna in appello a due anni per voto di scambio e l’assoluzione dall’accusa di concorso esterno alla mafia, torna a una convention del suo partito

Del giovane medico pulito che voleva rivoluzionare la Regione resta ben poco.  Se si fa un passo indietro, si ricorderà come  nell’prile del 1992 nell’ambito di un’inchiesta riguardante irregolarità in un concorso pubblico all’Asl 35 di Catania, venne arrestato con l’accusa di interesse privato in atti d’ufficio  (“telefonate galeotte”)  e abuso d’ufficio] e condannato in primo grado.

Dimessosi da assessore , Lombardo venne poi assolto in appello. Ma l ‘attrazione per i reati gravi prosegue suo malgrado.

Il 23 luglio  è nuovamente arrestato per associazione a delinquere finalizzata a commettere reati contro la pubblica amministrazione per lo scandalo di un appalto da 48 miliardi di lire per i pasti all’ospedale Vittorio Emanuele II di Catania: secondo l’accusa, un comitato d’affari composto da Rino Nicolosi, Salvo Andò, Nino Drago  e lo stesso Lombardo avrebbe garantito l’appalto all’azienda dell’ex presidente dell’Inter Ermesto Pellegrini , in cambio di una tangente di 5 miliardi di lire e condannato in primo grado. Dimessosi da assessore  per tale condanna, Lombardo venne poi assolto in appello.

Un giorno prima dell’arresto viene sospeso  dalla carica di deputato e ciò fino al 29 settembre dello stesso anno

. Il 17 marzo 2000  Pellegrini concorda per il patteggiamento , procedura giudiziaria più veloce ma con ammissione di colpa,  confessando infatti di avere versato denaro ad alcuni politici, tra cui Lombardo, ma i giudici finiscono per considerare quel versamento solo un regalo: il reato venne derubricato a finanziamento illecito ai partiti, reato che per gli imputati risultava ormai prescritto.. I giudici, in sostanza, non riconoscono nelle attività relative all’ospedale Vittorio Emanuele l’esistenza di un vero e proprio comitato d’affari: per questa ragione, gli imputati sono assolti dall’accusa di associazione mafiosa o a delinquere inizialmente ipotizzata insieme alla corruzione. Dai giudici alla fine gli viene riconosciuto un indennizzo di 33 000 euro per ingiusta detenzione.

Mafia, Raffaele Lombardo condannato a 6 anni e 8 mesi per concorso esterno  - Il Fatto Quotidiano

Nel procedimento odierno che scaturisce dalle accuse orginarie dei pentiti  Giuseppe e Paolo Mirabile, Santo La Causa, Eugenio Sturiale e Francesco Ercole Iacona nonché intercettazioni telefoniche ed ambientali che documentano contatti con i boss di Cosa Nostra catanese  Vincenzo Aiello, Rosario Di Dio e Francesco La Rocca nonché con l’avvocato Raffaele Bevilacqua (esponente di primo piano della mafia ennese.

Lombardo dichiara il 12 aprile all’Assemblea regionale siciliana di non aver ancora ricevuto alcun avviso di garanzia. Il 3 novembre del 2010 la Procura di Catania conferma il coinvolgimento del Presidente della Regione Siciliana in una indagine, anche se non ha richiesto alcun provvedimento nei suoi confronti

Il 13 gennaio 2011 nuovo coinvolgimento di Lombardo in una vicenda giudiziaria, infatti risulta indagato insieme ad alcuni amministratori catanesi in un’inchiesta su promozioni facili e avanzamenti di carriera illeciti di dipendenti comunali a Catania. Secondo la Procura etnea Lombardo e gli altri indagati avrebbero favorito tali promozioni ed avanzamenti alla vigilia delle elezioni amministrative in modo da favorire il voto di scambio . Il 9 aprile 2011 , la Procura di Catania, nell’ambito della Inchiesta Iblis, comunica l’avviso di chiusura delle indagini per concorso esterno in associazione mafiosa, di 56 indagati tra cui il presidente Raffaele Lombardo

Il 13 giugno la Procura comunica l’intenzione di archiviare la posizione di Lombardo e di altri indagati (fra cui il fratello), poiché alla luce degli elementi emersi “l’accusa sarebbe insostenibile”

Il 29 marzo del 2012 il Giudice delle indagini preliminari dr Luigi Barone ha disposto l’imputazione coatta per il governatore siciliano per concorso esterno in associazione di titpo mafioso,  nell’ambito dell’Inchiesta Iblis.

Il rituale si ripete. Dimissioni il  28 luglio 2012  come Presidente della Regione siciliana restando in carica per l’ordinaria amministrazione fino al 10 novembre dello stesso anno.

Il 19 febbraio 2014 Raffaele Lombardo venne condannato in primo grado con rito abbreviato per Mafia (concorso esterno) alla pena di 6 anni e 8 mesi di reclusione  all’interdizione perpetua dai pubblici uffici  e ad un anno di libertà vigilata Nelle motivazioni di Marina Rizza, il giudice con 325 pagine etichettò l’ex governatore come “l’arbitro” o il moderatore” nei rapporti con la Mafia, un intreccio con la politica ma anche con potenti imprenditori coinvolti come l’editore – e fino al momento dell’accusa direttore responsabile del quotidiano del mattino etneo, “La Sicilia”, Mario Ciancio Sanfilippo

Il 31 marzo 2017la Corte d’Appello di Catania lo assolve dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, condannandolo a 2 anni di reclusione per voto di scambio. L’anno successivo la Corte di Cassazione  annullò la sentenza di assoluzione, disponendo la celebrazione di un nuovo processo d’appello.

Il processo per voto di scambio in favore del figlio Toti 

Il 17 dicembre 2020 viene assolto insieme al figlio Toti dalla Corte di Cassazione dall’accusa di voto di scambio in favore dell’elezione del figlio all’Arspoiché il fatto non sussiste, annullando così la sentenza d’appello emessa, il 10 luglio del 2019, dalla Corte d’appello di Catania che li condannava ad un anno ciascuno   Oggi ,forse. pomeriggio, la sentenza finale, e il ricordo della requisitoria della dottssa Agata Santanocito che nel video superiore prova e documenta come i contatti con i mafiosi dell’ex Presidente della Regione vi siano effettivamente stati.

SICILIA CORROTTA : LA CORTE DEI CONTI CONDANNA GLI EX GOVERNATORI LOMBARDO E CROCETTA E RINVIA A GIUDIZIO 14 EX ASSESSORI PER LA NOMINA ILLECITA DI PATRIZIA MONTEROSSO

La corruzione, fenomeno ancora molto diffuso nel nostro Paese - Il Faro  Online

Archivi Sud Libertà

I giudici d’appello della Corte dei Conti, presieduta da Valter Camillo Del Rosario, hanno confermato la condanna per due ex presidenti della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo e Rosario Crocetta e 12 ex assessori regionali a risarcire le casse della Regione per la nomina e la successiva riconferma di Patrizia Monterosso, (nella foto sotto) a segretario generale dell’ente perché ritenute “illecite”.

 

 

La nomina di Patrizia Monterosso illegittima", il procuratore Albo chiede  un risarcimento di un milione di euro | BlogSicilia - Ultime notizie dalla  Sicilia

La Procura della Corte dei Conti aveva citato in giudizio gli amministratori al pagamento di 893.942 euro. Il procuratore regionale della Corte dei conti, Gianluca Albo, ha disposto la citazione in giudizio per i 14 ex amministratori regionali. Con Lombardo gli ex assessori Alessandro Aricò, Accursio Gallo, Beppe Spampinato, Daniele Tranchida, Amleto Trigilio, Marco Venturi; con Crocetta anche Mariella Lo Bello, Vania Contrafatto, Giovanni Pistorio, Bruno Marziano, Baldo Gucciardi e Luisa Lantieri. Parte della richiesta è andata in prescrizione circa 576 mila euro. Alla fine per Lombardo dovrà risarcire 52 mila euro, Crocetta 106 mila euro. Gli ex assessori della giunta Lombardo: Aricò, Gallo, Spampinato, Tranchida, Trigilio, Venturi dovranno pagare a testa 8 mila e 600 mila euro. Gli ex assessori di Crocetta: Lo Bello, Contrafatto, Pistorio, Marziano, Gucciardi e Lantieri, a testa 17.750 euro.

Patrizia Monterosso non fu confermata nell’incarico dal governatore Nello Musumeci e ora è direttore della Fondazione Federico II, articolazione della presidenza dell’Assemblea regionale siciliana.

Verdetto Cassazione: c’è la prova che “Raffaele Lombardo strinse un patto con la Mafia e fece favoritismi”-

Foto d’archivio  “Problemi di Mafia”: a destra l’ex presidente della Regione Sicilia dr.Raffaele Lombardo
di        Raffaele     Lanza

                           SI  APRONO LE PORTE  DELL’INFERNO  PER I MAFIOSI  ECCELLENTI SICILIANI

La vecchia Sicilia politica e mafiosa sta per  entrare per sempre in un girone dell’Inferno e qui seppellita. I favoritismi istituzionali, i rapporti con i boss, le amicizie interessate, gli appalti di comodo, i dirigenti simpatizzanti per la carriera fulminea, hanno ciascuno un prezzo da pagare alla Società . Ci pensano i Supremi Giudici a Catania .

Proprio la Cassazione non fa dormire sonni tranquilli all’ex governatore della Sicilia Raffaele Lombardo  tanto da giudicare  “illogica” la Sentenza che in appello ha assolto dal concorso esterno il  Lombardo – nonostante affermi che strinse un “patto” con la mafia per essere eletto “rapportandosi direttamente” con i boss – sostenendo che manca la prova dell’oggetto del “patto”.

Tale prova  invece “ragionevolmente”, secondo la Suprema Corte, si può individuare in “favoritismi nell’aggiudicazione” di appalti. Sono queste le  motivazioni della Suprema Corte che ha accolto il ricorso del Pg di Catania.

La Cassazione inoltre afferma che  “si impone l’annullamento” della condanna emessa in appello – il 31 marzo 2017 – che aveva ridotto a due anni di reclusione (pena sospesa) e 2400 euro di multa per corruzione elettorale, la pena stabilita in primo grado dal gup di Catania che, il 19 febbraio 2014, aveva condannato l’ex leader del Mpa a sei anni e otto mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione elettorale. “E’ illogico” – “avere conclusivamente attribuito valore dirimente al presunto mancato accertamento dell’oggetto specifico del patto, che tra l’altro, per essere stato necessariamente stipulato ex ante, non poteva riguardare vicende specifiche, ma solo una generica accondiscendenza del politico alle mire del sodalizio, che i quattro settori oggetto d’indagine(vicenda parchi commerciali, vicenda Safab, rapporti don Di Dio Rosario, rapporto con il Bevilacqua) potevano ragionevolmente lasciare individuare in favoritismi riguardanti l’aggiudicazione di opere pubbliche o l’esecuzione di opere private”.
Il  ricorso di Lombardo  è stato valutato dal Tribunale inammissibile per  “incompatibilità logica” perchè con esso il Lombardo tendeva  ad ottenere “una modifica in melius delle statuizioni” che invece sono “suscettibili di essere modificate in peius all’esito del giudizio di rinvio”. Adesso si attende la Sentenza finale. 

 

 

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