Alessandro Di Battista: “Il M5S nelle mani dell'”accoltellatore” di professione di Italia viva” -Io non ci sto perchè il “numero delle coltellate di Renzi aumenterà”

 

Ritratto di Alessandro Di Battista, piacione che si orgasma appena parla in  pubblico - Il Riformista

 

Pubblichiamo il pensiero espresso pubblicamente da Alessandro Di Battista, simbolo del M5S”Ora il Movimento 5 Stelle apre a Renzi e Italia Viva? Ci ripensi “altrimenti arrivederci e grazie”. Così Alessandro Di Battista riscontra le dichiarazioni rilasciate dalla delegazione pentastellata al termine delle consultazioni al Quirinale.

Il 12 gennaio scorso – afferma Di Battista – condivisi la linea presa dai principali esponenti del Movimento 5 Stelle e scrissi queste parole: ‘Non so quel che farà o meno nelle prossime ore il manipolo di anti-italiani. Mi interessa quel che farà il Movimento. Ebbene io credo che se i renziani dovessero aprire una crisi di governo reale in piena pandemia, nessun esponente del Movimento dovrebbe mai più sedersi a un tavolo, scambiare una parola, o prendere un caffè con questi meschini politicanti’. Prendo atto che oggi la linea è cambiata. Io non ho cambiato opinione“.

Tornare a sedersi con Renzi – prosegue Di Battista – significa commettere un grande errore politico e direi storico. Significa rimettersi nelle mani di un ‘accoltellatore’ professionista che, sentendosi addirittura più potente di prima, aumenterà il numero di coltellate. Ed ogni coltellata sarà un veto, un ostacolo al programma del Movimento e un tentativo di indirizzare i fondi del recovery verso le lobbies che da sempre rappresenta. L’ho sempre pensato e lo penso anche adesso. Se il Movimento dovesse tornare alla linea precedente io ci sono. Altrimenti arrivederci e grazie

MATTARELLA: “USCIRE VELOCEMENTE DA QUESTA CONDIZIONE DI INCERTEZZA

 

Il premier: “L’ho aggiornato sullo stato della coalizione. Avanti solo con il sostegno di tutta la maggioranza”

Colloquio Conte-Mattarella, il Premier: “Crisi? Spero di no”. Il Colle: uscire presto dall’incertezza

««Oggi ho chiesto un colloquio con il Presidente – spiega Conte- per aggiornarlo del fatto positivo dell’approvazione del Recovery e dello scenario creato da Italia viva. La bozza ci consente di andare avanti in questo progetto».

Sto lavorando per un patto di fine legislatura che  al contempo  rilanci anche l’azione governativa. «Sappiate – ha detto Conte ai giornalisti – che fino all’ultimo giorno, all’ultima ora, lavorerò sempre per rafforzare la coesione delle forze di maggioranza. Ma non per una questione personale, per me non lo sarà mai, l’interesse dei cittadini, la loro sofferenza viene prima di tutto». 
Si va avanti«solo con il sostegno della coalizione di maggioranza, di tutte le forze di maggioranza, di ciascuna forza di maggioranza. Io quello che posso auspicare è che tutti quanti si possa lavorare in modo costruttivo, perché sicuramente una crisi non sarebbe compresa dal Paese». Insomma, tutta la maggioranza.  “

 

La politica litiga, Conte lavora giorno e notte e “Renzi appare sempre più un musicista – che continua a suonare – nel ” Titanic” che affonda

 

Il naufragio del Titanic, il transatlantico affondò nel 1912 durante il viaggio inaugurale | E History

 

Normali schermaglie negoziali“, le ha definite il ministro dell’Economia italiano Roberto Gualtieri. E in effetti improbabile che il braccio di ferro tra il Parlamento europeo e la presidenza tedesca del Consiglio sul bilancio Ue 2021-2027 da 1.074 miliardi e il piano Next Generation Eu da 750 miliardi arrivi davvero al punto di rottura. Lo stop ai negoziati dell’Ue punta solo a sollecitare una proposta di compromesso un po’ più approfondita ed analitica da parte dei leader, dopo che quella presentata dalla Germania a nome dei 27 è stata giudicata deludente dai negoziatori. L’eurodeputato francese del gruppo S&D, Pierre Larrouturou, relatore per il bilancio, ha fatto sapere che trascorrerà il weekend al lavoro a Bruxelles perché “vogliamo un accordo in tre settimane“. “Ecco quali sono i nodi su cui le trattative si sono sospese..

Da Dagospia: i rapporti fra Conte, Renzi e Boschi, così come narrati nel libro di Jacoponi. Conte infiltrato renziano

 

I soldi per ricerca, innovazione ed Erasmus – Per raggiungere in extremis un accordo i leader europei “hanno ridotto il supporto che il Recovery fund, nella proposta della Commissione, avrebbe dovuto fornire ad alcuni programmi comunitari” preesistenti. Per esempio “è stata azzerata la dotazione del nuovo programma per la sanità” Eu4Health e “ne ha fatto le spese anche il Just Transition Fund“, oltre al Fondo agricolo per lo sviluppo rurale. “Sparito, poi, il fondo per la ricapitalizzazione delle imprese”.

La proposta di bilancio pluriennale 2021-2027 riduce i fondi per la ricerca e innovazione (programma Horizon) e per il programma Erasmus. “Se vogliamo scommettere sulle nuove generazioni non possiamo tagliare quelle risorse”, aveva commentato il presidente del Parlamento europeo David Sassoli. Ora l’Eurocamera chiede un aumento della dotazione per 15 capitoli di spesa. “Il punto è che il Parlamento vuol farsi sentire sul bilancio perché non ha voce in capitolo sul Recovery, approvato già dal Consiglio dei ministri con l’astensione delle due ministre di Italia viva.

 Eppoi c’è il problema di Renzi che volta le spalle a Conte e pensa di farsi un “nome più pulito” dopo gli insuccessi degli ultimi anni.    Solo che di fronte il leader di Italia viva ha un pistolero con i fiocchi, amatissimo dalla gente e dalla popolazione italiana. Un uomo che lavora con coscienza giorno e notte, come riconosciuto unanimente.

Un siluro del premier: “Renzi non speculi sul numero dei morti di questa pandemia”.          L’intervento di Renzi in un momento in cui si studiano ulteriori misure per arginare la disastrosa pandemia che registra un’impennata appare fuor di luogo ed impertinente.  Afferma il prof. Gallo:”Mi indigna la politica italiana, sembra l’orchestra che continua a suonare mentre il Titatic affonda”  Il riferimento era chiaro e tondo al leader di Italia viva, Renzi.

Fine dello spettacolo per il Clown Renzi campione “Double face” della Politica italiana

 

 

DI  RAFFAELE .LANZA

Roma,

La  formula vista a Palazzo Chigi per  il confronto – atteso da giorni – tra Renzi e Conte non è sembrato  un confronto politico- ma  un match   di pugilato od evento sportivo: E’ finita in parità. Come volevano entrambi gli antagonisti. L’accordo c’è, fiducia a tempo, il disaccordo resta. poco più di 30 minuti bastano a Conte.. “Noi abbiamo detto ‘presidente, se vogliamo andare avanti noi ci siamo con lealtà, se ritieni che quello che proponiamo non va bene, con rispetto per le istituzioni, noi ci alziamo e ci dimettiamo’“. Così Matteo Renzi, protagonista conversatore dei mass-media, è l’occasione del suo rilancio, dopo i guai giudiziari della sua famiglia, e il suo ridimensionamento politico. spiega la posizione di Italia Viva, dopo la Proposte su cui, “il Pd mi pare d’accordo su tutto, M5S deve decidere cosa fare”, spiega l’ex premier.

RENZI E' DAVVERO UN CLOWN - Italia chiama Italia

Non siamo qui per discutere, vogliamo risposte. Ci devi dire se vuoi continuare l’esperienza con noi”.E’ questo il ritornello di Renzi  al premier Un rinvio “condizionato’: il secondo incontro ci sarà dopo il voto sulla manovra e sul decreto ristori, cui i renziani non si sottrarranno per il mantenimento del protagonismo. Insomma: verso la fine dell’anno.   

  Chiarissimo come il sole che l’azione di Renzi è rivolta allo scopo di far sentire la sua voce che, con “tre poltrone” di governo interpreta il ruolo dell’ago della bilancia e persino, in diversi casi, del “dittatore” che, disposto a cedere quei posti, si riserverebbe più in là, di richiederne altri, in maggior numero, nel governo . Double face. Renzi ormai è conosciuto. La sua credibilità non vale un solo centesimo bucato.

Suona bestemmia quel che dice l’ex presidente e promette per quanto si è visto nel decennio passato che col  suo governo  ha lasciato sul lastrico centinaia di migliaia di piccoli risparmiatori e la povertà si è accresciuta..

E’ blasfemo che Renzi neghi  oggi di difendere i “banchieri” e grandi banche e porsi a difesa dei piccoli  azionisti e correntisti dalla grande truffa bancaria di questi anni, che ha rovinato l’Italia, ed è sempre più indecente da parte di Renzi, Boschi & Compagnia farsi ora indesiderati difensori d’ufficio di chi hanno contribuito a rovinare e ergersi a paladini –addirittura e paradossale-. di salvatori della patria

E’ consapevole che una lustratina il suo gruppo l’avrà. Ed anche notorietà. L’equivalente di spettacolo. Un indecente spettacolo aggiungiamo noi in questo momento critico.

Ma le parole di Renzi risuonano in tanti salotti italiani.  E’ l’occasione – sa bene l”ex del Pd- per rispolverare il piccolo movimento che mette in imbarazzo il presidente del Consiglio in lotta quotidiana per le crisi del Paese. “Non vogliamo fare la vecchia politica, punto fondamentale è che ci sono 200 miliardi da spendere, ci sono adesso, poi per 20 anni non vediamo più una lira, ho il dovere di dirlo, dico: spendiamoli bene, dire questo non è lesa maestà”

Dire che Draghi sta dando indicazioni corrette non significa provocare”, ha poi affermato l’ex premier che parlando del Covid dice: “”Siamo il Paese al mondo con il più alto numero di morti, qualcosa non ha funzionato”. “Il presidente di Consiglio – sottolinea, riferendosi alle proposte di Iv – ci faccia sapere, tutto il resto del mondo corre, ditemi sulle cose che abbiamo scritto, se siete d’accordo o no”.

 

 

Fibrillazione creata da Renzi, che pensa ad un posto di comando e da protagonista, ma l’intesa sul Mes si raggiunge

Parlamento, in 46 giorni Camera e Senato hanno lavorato finora 70 ore - Il  Sole 24 ORE

OGGI COMUNICAZIONI DEL PREMIER GIUSEPPE CONTE ALLA CAMERA     -ORE 9 E QUESTO POMERIGGIO ALLE 16

MES– L’incontro dei capigruppo sul Mes, sarebbe stato caratterizzato da una acceso dibattito tra M5S e Pd. I capigruppo di Italia Viva firmeranno la risoluzione di maggioranza solo dopo aver ascoltato le comunicazioni del presidente del Consiglio oggi in Aula.  Matteo Renzi lancia un’altra carta del protagonismo del suo gruppo con un pensiero così alle poltrone di comando. Il suo intento è creare tuttavia una fibrillazione generale.

Nel M5S ci sono anime diverse ma alla fine prende il sopravvento un’idea comune della politica. Pena l’espulsione dal movimento. Ma nel Movimento Cinque Stelle c’è comunque un pò di dissenso. riforma o non riforma del Mes? e  chi non voterà a favore della risoluzione di maggioranza. Le comunicazioni del presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre si terranno questa mattina alle 9 alla Camera e nel pomeriggio alle 16 al Senato.

 

RECOVERY PLAN – La netta opposizione di Italia Viva alla cabina di regia per gestire i soldi del Recovery Fund stata ribadita ieri da Renzi sulle determinazioni contenute nel decreto sul Recovery Fund ci può essere “la rottura di Iv con il governo Conte? “Spero proprio di no ma temo di sì – ha detto pubblicamente  il leader  – perché insistere su una misura che sostituisce il governo c on una task force, la seduta del Parlamento con una diretta Facebook e che, addirittura, pretende di sostituire i Servizi segreti con una fondazione privata voluta dal premier, è una follia. Noi abbiamo mandato a casa Salvini per non dargli i pieni poteri, ma non è che i pieni poteri li diamo a Conte”. Per Renzi, il decreto di attuazione del Recovery Fund “pensa alla moltiplicazione delle poltrone ma non va a dare una mano ai disoccupati, ai negozi chiusi alle persone che soffrono. Se le cose rimangono come sono, noi di Iv voteremo contro. Per noi un’ideale vale più di una poltrona”.

“Non abbiamo nessuna voglia di far cadere il governo. Semplicemente, un governo è fatto da una maggioranza politica che decide insieme e porta avanti un progetto condiviso” ha detto a ‘Un giorno da pecora’ Ettore Rosato, presidente di Italia Viva. “Non possiamo sempre leggere sui giornali le cose che si vogliono fare. E’ una questione di contenuto, poi c’è anche il principio. Il contenuto è assolutamente inaccettabile”..

La verità è – secondo il premier e diversi della maggioranza- che Renzi che si dichiara legato ad un’idea di interesse generale vuol infastidire Conte proprio per avere il comando del Paese

IL SOSPETTO – LE OMISSIONI E LE “VIOLAZIONI” DELL’EX PM “ANTIMAFIA”NINO MATTEO

  UNA CERTEZZA: IL GIUDICE NINO DI MATTEO, A CUI PIACE APPARIRE,  HA SUPERATO “IL PERIMETRO ISTITUZIONALE CONSENTITO” E HA PARLATO, CON LOGICA DI PERSONALE CONVENIENZA, A DISTANZA DI DUE ANNI.   COMPORTAMENTO CHE STRIDE CON L’ANTIMAFIA

Una Torre di babele. L’ex pm Nino Di Matteo , consigliere togato, vi è dentro fino al collo  visto che la sua “denuncia” televisiva  sul fatto che il ministro della Giustizia,Bonafede, non lo abbia nominato al Dap nel 2018 dopo averglielo proposto ha spostato l’asse delle attenzioni e delle accuse ad un ministro che già aveva mostrato interesse alla sua competenza,oggi bersaglio strumentalizzato delle opposizioni.

.Seguono trasmissioni e dibattiti condotti da giornalisti documentati.  Una cosa sfugge a tanti. E’ sfuggita anche ai  i tre consiglieri laici indicati in Parlamento da M5S – Alberto Maria Benedetti, Filippo Donati e Fulvio Gigliotti – che ,com’è noto hanno reso ufficiale il loro  dissenso.. 

di    Raffaele   Lanza

Giudice Nino Di Matteo: -Cosa sappiamo di lui? Nato a Palermo nel 1961 . È entrato in magistratura nel 91 come sostituto procuratore presso la DDA di Caltanissetta. Divenuto pubblico ministero nel 1999 a Palermo, ha iniziato a indagare sulle stragi di mafia  per l’omicidio Chinnici ha rilevato nuovi indizi sulla base dei quali riaprire le indagini e ottenere in processo la condanna anche dei mandanti, riconosciuti in Ignazio e A.Salvo, mentre per l’omicidio Saetta otteneva l’irrogazione del primo ergastolo per Totò Riina.

 Nel corso del processo “Trattativa -Stato-Mafia “veniva resa pubblica la minaccia di morte da parte del boss Totò Riina, intercettata dalla magistratura durante una conversazione privata in carcere con un altro recluso: «A questo ci devo far fare la stessa fine degli altri»  Dopo le  minacce ricevute Di Matteo è stato sottoposto a eccezionali misure di sicurezza

    In relazione alle indagini sulla trattativa Stato-Mafia, essendo indagato l’ex senatore ed ex Ministro dell’interno Mancino intercettando le sue utenze telefoniche alla fine del 2011 si venne a registrare anche una o più telefonate da questi intrattenute con l’allora capo dello stato Giorgio Napolitano, verosimilmente ignaro del controllo in corso sull’altro politico. Di Matteo, aveva ammesso in specie, l’esistenza di queste registrazioni, affermando però “che non fossero di alcuna utilità processuale e pertanto non sarebbero state utilizzate in dibattimento”. Una uscita diplomatica.

Una vibrata tensione e polemica si scatenò in ordine alla richiesta del Quirinale  di distruggere le registrazioni, che evolse nella sollevazione di un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato dinanzi alla Corte Costituzionale  presto ammesso e che si sarebbe poi concluso con sentenza di accoglimento delle inusitate richieste della presidenza della Repubblica, cui seguì nell’aprile 2013 la paradossale materiale distruzione dei supporti    Un atto ancora oggi di dubbia liceità e giustizia.

Andiamo ora alla questione della nomina di Di Matteo, sulla quale aleggiano ombre e sospetti

Sulla vicenda, dal vertice del Csm, dal vice presidente David Ermini e tantomeno dal presidente Sergio Mattarella, non è trapelato nulla solo un documento pacato  dei tre giuristi grillini.      In esso si dice:  “togati e laici dovrebbero, più di chiunque altro, osservare continenza e cautela nell’esprimere, specialmente ai media, le proprie opinioni, proprio per evitare di alimentare speculazioni e strumentalizzazioni politico-mediatiche che fanno male alla giustizia e minano l’autorevolezza del Consiglio”. E ancora: “Chi ha l’onore di ricoprire un incarico di così grande rilievo costituzionale deve sapersi auto-limitare.   Questo non significa rinunciare a esprimere le proprie opinioni, ma vuole dire farlo nelle forme e nei modi corretti”.
 Ricorderemo le recenti affermazioni di Renzi secondo il quale il caso aperto da Di Matteo potrebbe sbocciare in  un clamoroso caso giudiziario) e “Per noi -comunicò il suo gruppo -la separazione dei poteri è un principio irrinunciabile ed è intollerabile un processo in piazza da parte di un magistrato, membro del Csm, nei confronti di un politico, qualsiasi maglietta indossi”. 

Quel che resta incomprensibile sul Giudice che dell’Antimafia ne ha fatto un mestiere è perchè un Pm, osannato da tanti per l’esame di tanti fascicoli sulla Mafia, vuol abbandonare l’attività prerogativa dei veri giudici Antimafia modello “Falcone e Borsellino” , al servizio della comunità e ricercare incarichi direttivi ,come quello della Direzione generale Penitenziaria,ben renumerati che fanno rima  con potere e burocrazia?    Perché Di Matteo?         

Altro spunto: perchè l’ex pm non ha parlato a tempo debito delle “pressioni” (dice lui: noi non non gli crediamo perchè è  sprovvisto di prove ed è tardivo in ogni caso) subite dai boss mafiosi” dal ministro Bonafede?    Perchè si parla a convenienza?  Che modo di agire tiene questo giudice, che ama tanto apparire, che spiega il suo declassamento alla volontà dei mafiosi “che avrebbero avuto terrore di Di Matteo” visto che “butterebbe le chiavi delle celle nel pozzo”     

Non avrebbe dovuto essere tempestivo Di Matteo nel riferire oggi dichiarazioni “fuorvianti”  ?  E perchè l’attenzione si è spostata sul politico del Ministero che, in fin dei conti è qui solo di passaggio e non sul giudice tardivo ed omissivo (se fossero vere le sue chiacchere) ?

Ma non facciamo ridere.  Di Matteo non solo ha detto illazioni ,come ha riferito alla Camera Bonafede, ma ha detto autentiche stupidaggini. E’ lui fra l’altro il professionista della Giustizia non il componente pentastellato contestato dopo due anni.

  E’ lui che si è comportato in maniera puerile e ora  dovrebbe dimettersi dall’incarico di consigliere del Csm se questo Organo vuol continuare ad avere una credibilità.  E lasci in  pace quei mafiosi -non si toglie la dignità di uomo neppure al peggior nemico, è un principio evangelico che dovrebbe apprendere il Giudice Di Matteo. perchè  mai avrebbero potuto incidere sulle scelte dell’esponente pentastellato.        E’anche un comportamento bambino oltre che antideontologico.    Altro che Antimafia.   C’è da vergognarsi.

 


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RIPARTE LA GIUSTIZIA CON LE MODIFICHE ALLA RIFORMA SULLA PRESCRIZIONE

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Proposta di legge delega sul processo penale approvata ieri dal governo Conte   Nel testo è stato alla fine inserito anche il Lodo Conte bis, con le modifiche alla riforma della prescrizione, che prevede lo stop dopo della prescrizione solo dopo la sentenza di primo grado di condanna e una ‘prescrizione lunga’ per gli assolti. Ma se il condannato viene assolto in secondo grado potrà ‘recuperare’ la prescrizione bloccata.

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– Cambio di velocità causa il dissidio creato da Renzi   – che si è imposto all’attenzione dei mass-media. Come annunciato Italia Viva non ha partecipato con i suoi ministri alla riunione del Consiglio dei ministri.”Si minaccia la crisi di governo e poi si accusa gli altri di fare ricatti, si crea instabilità e si vota ormai quotidianamente con le opposizioni. Le iniziative di Iv si commentano da sole. Ma gli italiani li prendiamo in giro? Ma gli italiani sanno ragionare…” ha detto il presidente del Consiglio in conferenza stampa a Palazzo Chigi.

– La durata delle indagini preliminari varia a seconda dei reati, e va da sei a 18 mesi. Se entro tre mesi dalla scadenza dei tempi il pm non notifica l’avviso di conclusione delle indagini o non chiede l’archiviazione deve depositare gli atti e avvisare l’indagato e la difesa, che possono prenderne visione e averne copia. Il mancato rispetto di questo obbligo, se dovuto a negligenza inescusabile, costituisce un illecito disciplinare. Saranno i procuratori a stabilire quali notizie di reato hanno la precedenza in base a criteri stabiliti nei progetti organizzativi dell’ufficio. Dopo la prima udienza il giudice, se non si esaurisce il dibattimento, deve comunicare alle parti il calendario delle udienze.

Riduzione dei tempi dei processi fino a una durata di 4-5 anni per i tre gradi di giudizio, ma nessun limite per i reati di mafia e terrorismo e per quelli più gravi di corruzione. Ma il Consiglio superiore della magistratura può modificare la previsione dei tempi secondo le situazioni degli uffici, con cadenza biennale e sentito il ministro della Giustizia. Nel nuovo testo è stata ‘ammorbidita’ la parte relativa alle sanzioni per i magistrati. I tempi previsti sono un anno per il primo grado, due per il secondo, uno per la Cassazione, quindi 4 anni, per i processi davanti al giudice monocratico, due anni per il primo grado, due per il secondo e uno per la Cassazione, in tutto 5 anni, per i processi davanti al giudice collegiale. Il “dirigente dell’ufficio” è tenuto a “vigilare sul rispetto delle previsioni e segnalare all’organo titolare dell’azione disciplinare la mancata adozione delle misure organizzative quando imputabile a negligenza”.

Nuove regole riguardano i riti alternativi e sono fissati paletti per la possibilità di ricorrere in appello. Il deposito degli atti in tutti i processi può essere fatto per via telematica. Sulla digitalizzazione c’è l’impegno di investimenti così come sull’assunzione di magistrati e personale amministrativo.

Tour di Salvini nelle spiagge della Sicilia

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Foto d’Archivio -Sud Libertà-    La Cattedrale di Catania

Sembra indifferente a tutto il ministro Matteo Salvini, a Catania dove assorbe  dure contestazioni all’esterno del municipio , dove centinaia di persone si sono radunate per esprimere il dissenso al vicepremier “Io chiamo a raccolta il popolo del sì”afferma candidamente.     Sa bene il leader della Lega che il governo Conte però non accetta “la narrativa” del no. “Abbiamo salvato il Comune di Catania, senza essere degli eroi. Ora gli autobus a Catania funzionano e i dipendenti sono al lavoro. Io rispondo coi fatti. In democrazia è giusto contestare”.  Il ministro dell’interno prosegue il suo tour e più tardi sarà a Siracusa al “Ponte Lucia”- Una battuta su Renzi che vuol ritardare le elezioni: “E’ ridicolo e un politico finito nel Pd”

 

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IL M5S: “SALVINI NON SFRUTTI CATANIA PER LA SUA VETRINA PERSONALE”

“Mi risultano-numerose telefonate all’insegna della poltrona, per una ammucchiata per non mollare la poltrona. E’ una certezza. C’era il patto della crostata, questo è il patto della poltrona. Per carità, io non faccio il santo però è veramente di uno squallore imbarazzante l’appello di Renzi ai 5 Stelle”. “Io non ho fretta, è l’Italia che ha fretta. Ogni giorno perso è un danno per l’Italia. Renzi dice ‘prendiamoci tempo’, ma come, c’è una manovra ambiziosa d fare in autunno, sembra davvero surreale questo discorso”. “L’appello di Renzi – aggiunge – è fondato sulla paura, paura di ascoltare il popolo, cosa c’è di più bello che non fare decidere i cittadini”.  Renzi però si copre di ridicolo, abbiamo visto tutti come il M5S abbia giudicato e trattato Renzi: un sostenitore delle banche che nel passato è andato avanti solo con i decreti legge governativi”

Ma l’arrivo del leader della Lega, inevitabilmente, risulta indigesto anche al M5S siciliano.    Abbiamo una nota informativa: “Alla luce della crisi di governo voluta da Matteo Salvini appare assolutamente fuori da qualsiasi grammatica politica e di bon ton istituzionale la sua visita prevista nel municipio di Catania per incontrare sindaco e giunta. Un incontro che, sotto la patina istituzionale, è una vera e propria passerella elettorale e che sancisce, di fatto, l’apertura della sua campagna elettorale”.

“Cosa deve fare Salvini? –  Scambiare quella che è nella sua visione la ‘cambiale’ del salvataggio della città per raccattare voti? Non glielo permetteremo – prosegue la nota – Catania è stata aiutata nel periodo più critico della sua storia dal Movimento Cinque Stelle, dal vice ministro Castelli e dai suoi parlamentari. La Lega aveva poi bloccato sia gli aiuti a Roma sia quelli a Catania. Salvini rimanga dov’è più abile: nelle spiagge a mettere musica. Non sfrutti la città per le sue vetrine personali”.

 

 

 

 

 

Decreto Genova è legge: la città “si rialza” – Dissidenti M5S: Gregorio De Falco la punta di diamante,amato dall’Italia

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Il decreto Genova è legge. Il  Senato approva dopo la battuta d’arresto legata al caso di Ischia. Caos in Aula, duro attacco di Renzi.

ROMA – A tre mesi di distanza dal crollo del Ponte Morandi, il decreto Genova è legge. Il provvedimento è stato approvato dal Senato. Il testo del decreto ha ricevuto 167 voti a favore e 49 contrari In 53 si sono astenuti dalla votazione.

Approvato il decreto Genova, è caos in Aula Dopo l’approvazione del decreto Genova, la seduta è stata interrotta per alcuni minuti a causa del clima di tensione creatosi in Aula. Duro l’attacco del Pd, con Matteo Renzi che ha puntato il dito contro Di Maio e Salvini. “Votiamo no a questo decreto per scelta delle opposizioni: di fronte alle tragedia o si chiede alle opposizioni un patto, o si fa in modo che l’opposizione sia l’alibi per coprire le proprie incapacità. Nelle ore successive alla tragedia avete gettato fango sulle opposizioni, dicendo il falso. Di Maio sappia che non abbiamo approvato la concessione ad Autostrade, quello l’ha fatto il giovane deputato Matteo Salvini. Poi è falso che il Pd abbia preso soldi da Autostrade, che invece ha finanziato la Lega nord per l’Indipendenza della Padania“. “Ricordo quanto fu indecoroso il comportamento di Rocco Casalino, il portavoce di Palazzo Chigi, quando mandò ai giornalisti un messaggio in cui chiedeva di mettere in evidenza i fischi al Pd: quanta demagogia di fronte a 43 vittime“, ha proseguito Renzi ricordando il giorno dei funerali organizzati dallo Stato per le vittime della tragedia del crollo del Ponte Morandi.  Insomma un insultarsi a vicenda dai banchi dell’Aula con i pentastellati che accusano il Pf il male peggiore dell’Italia

Decreto Genova, reintrodotto l’articolo 25 su Ischia Il Senato nelle scorse ore aveva posto rimedio al primo passo falso della maggioranza in Commissione. Palazzo Madama aveva infatti bocciato l’emendamento proposto da Forza Italia e reintrodotto l’articolo 25 nel decreto Genova. Si ritorna quindi alla base dell’accordo con il condono per Ischia che resta per le istanze pendenti su immobili che sono stati danneggiati un anno fa. 

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 Salgono a sette i dissidenti . Dopo il voto a favore del pentastellato Gregorio De Falco(nella foto d’archivio il capitano),il famoso Comandante della Marina che sgridò Schettino, la situazione nel partito continua ad essere sempre più grave. Sono ben cinque i senatori che hanno deciso di lasciare l’aula senza appoggiare la reintroduzione dell’articolo 25. Oltre a Paola Nugnes, si sono astenuti anche Bogo Deledda, Ciampolillo, Fattori, Giarrusso, Turco e Vaccaro. Saranno giorni decisivi per il futuro degli esponenti del M5s. 

CONCESSIONI VOTATE: ACCUSE A SALVINI, RENZI, BERLUSCONI CHE SOSTENEVANO CON IL VOTO “I POTERI FORTI” – QUANTO MARCIUME….

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E’ il ponte delle maledizioni. Adesso i partiti politici si scaricano le responsabilità sulle concessioni dei ponti e i veleni affiorano.La prima cannonata è rivolta al vicepremier Matteo Salvini accusato di aver votato al tempo a favore delle concessione ad Autostrade nel 2008.     La maggiore accusatrice è  Debora Serracchiani che mostra lo screenshot dell’elenco dei voti, e pubblicamente afferma : “Salvini votò a favore del cosiddetto ‘Salva Benetton’,  diede al gruppo le concessioni molto vantaggiose per Autostrade”.  . “La convenzione con le autostrade – ha rincarato la dose l’ex premier Renzi  – è stata fatta dal governo Berlusconi: nessuno dice che il deputato Matteo Salvini votò a favore e il Pd contro. I soldi da Autostrade – ha aggiunto – li hanno presi la Lega come contributo elettorale e il premier Conte nella veste di avvocato”. La replica di Salvini non è mancata e anche questa è innegabile come l’accusa rivoltagli: e cioè che il Pd ha governato, per anni, firmato, approvato e verificato queste concessioni”.

Signori, è innegabile anche questo. Questa politica è davvero marciume, osserviamo noi di SUD LIBERTA’

La tendenza del governo- si apprende – è di essere  favorevole alla proposta avanzata dal ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, per una nazionalizzazione delle autostrade. “Se Autostrade – ha osservato Salvini- l’anno scorso ha incassato tre miliardi e seicento milioni di euro dai pedaggi degli italiani, senza far nulla, perché ha il casello, ha il telepass, significano notevoli incassi per lo Stato. E’ una di quelle realtà che all’estero sono gestite in maniera pubblica, addirittura gratuite in alcuni Paesi”. “