La Francia ha un nuovo premier Gabriel Attal, il più giovane primo ministro della V Repubblica francese

 

 

Il ministro dell’Istruzione, Gabriel Attal, è nuovo primo ministro in Francia. Sostituisce Elisabeth Borne, che si è dimessa ieri. Attal, 34 anni, diventa il più giovane primo ministro della V Repubblica in Francia.

Gabriel Attal - Afp
Il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ha dato ad Attal  nella foto sopra – l’incarico di formare il governo

Attal ha superato l’ex premier socialista Laurent Fabius che era stato nominato a Matignon all’età di 37 anni nel 1984 dall’ex presidente François Mitterrand. Nato a Clamart, nel dipartimento degli Hauts de Seine, alla periferia di Parigi, Attal ha già un curriculum impressionante nonostante la sua giovane età ed è attualmente uno dei politici francesi più popolari con il 40% di giudizi positivi.

L’attuale ministro dell’Istruzione (è stato nominato a luglio del 2023), è stato già ministro con delega ai Conti pubblici tra maggio del 2022 e luglio del 2023, portavoce del Governo tra luglio 2020 e maggio 2022 e segretario di Stato all’Istruzione tra ottobre 2018 e luglio 2020. In precedenza è stato portavoce di La République en Marche, il partito fondato da Emmanuel Macron nel 2016 ed è stato successivamente eletto deputato a giugno 2017 dopo la vittoria del partito alle legislative (e rieletto a giugno del 2022).

Quindi ha annunciato: “Lo dico subito porterò con me a Matignon la causa della scuola. Ribadisco che è la madre di tutte le nostre battaglie e come primo ministro, una delle mie priorità alla guida del governo, sarà proprio la scuola. Con le mie decisioni sull’Abaja quando ero ministro dell’Istruzione e a favore della laicità mi sono impegnato per l’uguaglianza”, ha sottolineato Attal.

“Riceverò già questa settimana le ‘forces vives’ del paese”, ossia i soggetti che lavorano per migliorare la società, e l’opposizione, ha affermato ancora il neo premier francese, promettendo “di ascoltare e di rispettare sempre le opposizioni che rappresentano milioni di francesi”.

Rilancio dell’esecutivo con la nomina di due nuovi ministri

“Azzolina ministro Scuola, Manfredi a Ricerca e Università

Conte: Azzolina ministra Scuola, Manfredi a Ricerca e Università /LIVE

Obiettivi raggiunti, rilancio dell’azione di governo e l’annuncio della creazione del ministero dell’Università e della Ricerca. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, fa il punto sulle priorità dell’esecutivo e le novità parlando alla conferenza stampa di fine anno a Villa Madama.

Occorre “separare il comparto scuola dal comparto ricerca e università. Hanno logiche diverse – osserva il premier – Mi farò latore della creazione di un nuovo ministero dell’Università e della Ricerca. Ho pensato, avendo conosciuto già l’operato della sottosegretaria Azzolina, di nominarla ministra della Scuola” mentre Gaetano Manfredi sarà il nuovo ministro dell’Università e della Ricerca annuncia il presidente del Consiglio  ringraziando “il ministro Fioramonti per l’attività sin qui prestata. Abbiamo la necessità di rilanciare il comparto della ricerca e dell’università, non è vero che non abbiamo compiuto passi in avanti. Nel 2020 introdurremo l’Agenzia nazionale per la ricerca. Dobbiamo fare qualche sforzo in più, dovremo rilanciare un Piano straordinario per i ricercatori, migliorare i Fondi per il diritto allo studio”.

 – “Abbiamo avanti a noi una maratona di tre anni, marceremo spediti. Questo spazio temporale ci consentirà di programmare meglio le nostre iniziative di governo” dice Conte. “Siamo stati costretti in questi primi giorni a correre i cento metri – spiega il presidente del Consiglio – addirittura è stato uno sprint a ostacoli  Dovevamo mettere il Paese in sicurezza, occorreva una manovra economica seria, responsabile, non dimentichiamo mai che avevamo il compito improbo di reperire ben 23 miliardi per quanto riguarda l’Iva da disinnescare. Sono orgoglioso di aver raggiunto, insieme a tutti i ministri, insieme a tutte le forze politiche che sostengono questo governo, gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Addirittura siamo andati oltre, perché non ci siamo limitati a disinnescare l’incremento dell’Iva, ma abbiamo già iniziato a realizzare alcuni degli impegni per i quali abbiamo chiesto la fiducia” . Conte aggiunge che “gennaio sarà l’occasione per fermarsi un attimo a riflettere, a confrontarsi con le varie forze politiche per rilanciare l’azione di governo”. A tal proposito sarà definito un ”cronoprogramma”, “abbiamo presenti le priorità”, sottolinea il presidente del Consiglio.

Non vogliamo promettere delle cose irrealizzabili, nei nostri 29 punti non ci sono promesse irrealizzabili – osserva-ci sono degli obiettivi molto chiari, programmatici, che a gennaio verranno declinati sulla base delle priorità. Vogliamo lavorare per rendere un servizio utile al Paese, riscoprire il senso di comunità, lavorare come una squadra e vogliamo rivolgerci a tutti i cittadini sollecitando fiducia nei confronti della politica”, che “non deve promettere cose che non può mantenere, deve essere credibile”. “Se la politica si presenta credibile, determinata, convinta nel perseguire obiettivi alla portata, le riforme che i cittadini attendono da anni – aggiunge il premier – la politica farà il suo compito, senza proclami, senza gesti eclatanti, senza lasciarsi distrarre da polemiche. La politica non ha bisogno di conflitti e nessuna forza politica alimenta il consenso con le polemiche. Non possiamo sprecare questa occasione d’oro, le polemiche e i distinguo non ci fanno bene”. “Il metodo di lavoro di questo governo – sottolinea ancora – si basa sul confronto che io rivendico. Un dialogo anche acceso, ma mai dei litigi fini a se stessi”. ”Ho visto la stampa che ironizza su di noi: chiama questo governo, il governo delle riunioni e dei vertici – rileva poi – I vertici servono per alimentare il confronto, i vertici non sono litigi. Io non sono mai stato a litigare su poltrone o altro”.

– Conte aggiunge anche  che “in questo momento una frammentazione delle forze politiche che sostengono la maggioranza non fa bene neppure all’azione di governo”.      Il  premier lancia un appello ai deputati , se ci sono parlamentari in dissenso con il proprio partito, “rimanete nelle rispettive forze politiche, non alimentate questi passaggi che non contribuiscono alla stabilizzazione del quadro politico. Se ci sono manifestazioni di dissenso lavorate all’interno” dei partiti. Il presidente del Consiglio richiama “tutti a un senso di responsabilità”. Quanto alla possibile nascita di gruppi ‘contiani’ in Parlamento, “non ho velleità di avere un partito o un gruppo di riferimento – mette in chiaro – non è nelle mie corde e sarebbe una missione diversa da quella che ho assunto con i cittadini italiani”.

 

– “Vogliamo agire per abbassare la pressione fiscale. Sul fisco puntiamo a semplificare, rimodulare o ridurre le aliquote – spiega Conte – Se non vogliamo mandare il Paese in bancarotta e non vogliamo esporre il Paese a una procedura di infrazione dobbiamo lavorare in modo serio e credibile. L’unica prospettiva seria e credibile è combattere contro l’evasione fiscale”. Quanto alla rimodulazione dell’Iva, questa “non è all’ordine del giorno”. “Dobbiamo valutare l’impatto che avranno le misure anti-evasione”, dice il premier, aggiungendo che “arriveremo all’inizio dell’anno successivo al 2021 a restituire ai singoli cittadini anche 2.000 euro di superbonus”. Mentre “sulla flat tax riteniamo che una articolazione ci debba essere e che debba essere anche rispettato il principio della progressività dell’imposizione”. E poi ”dobbiamo mettere mano in modo organico e sistematico alla giustizia tributaria”.

CONTI PUBBLICI troppo elevatii– “Il nostro debito pubblico è elevato sicuramente ma ricordiamo che i nostri fondamentali sono molto saldi e che il nostro debito pubblico è per la maggior parte nelle nostre mani. E questo fa la differenza. Abbiamo un cospicuo risparmio privato” afferma il presidente del Consiglio, sottolineando la necessità di “governi credibili, coerenti che parlino con voce univoca” per evitare un innalzamento dello spread “come è stato già sperimentato”. Il problema, aggiunge, “non è un problema di risorse che abbiamo anche incrementato. Ormai la diagnosi è molto chiara. Il problema è riuscire a spenderle. Da gennaio ci concentreremo su come spendere bene ed efficacemente intervenendo sui centri di spesa, snellendo la burocrazia e semplificando il quadro regolatorio“.

– “Se riusciremo a innovare sul piano tecnologico la pubblica amministrazione”, soprattutto sul piano della ”digitalizzazione”, si potrà fornire un “volano” per la crescita economica, osserva Conte. E, ancora, “vogliamo snellire la macchina burocratica. Nessuno può illudersi che questa riforma sia facile, ecco perché occorre un orizzonte temporale minimamente ampio”, rimarca il premier, che avverte: “Sarà una riforma che scontenterà molti”.

“E’ nel nostro programma l’intervento sui decreti sicurezza, per recepire le preoccupazioni espresse dal presidente Mattarella. Il decreto sicurezza bis è stato varato dal Cdm in una versione diversa. La versione originaria teneva ben conto delle premure del presidente Mattarella” dice Conte nel corso della conferenza stampa di fine anno. “Cento giorni son pochi, adesso però potremo lavorare” e “sarà uno dei temi del confronto di gennaio”, assicura il presidente del Consiglio.

– Riguardo all’immigrazione, “il problema non è porto aperto o porto chiuso. Diciamolo francamente al di là della propaganda: i nostri porti non sono mai stati chiusi, la differenza era tenere” i migranti “più o meno giorni in mare” spiega il premier. “Non sono solito sottrarmi alle responsabilità. Anche io commetto degli errori ,il problema non è tutti contro Salvini, puntualizza – Ho commesso anche io degli errori e sono disponibile ad ammetterli. Però quando dico che in materia di immigrazione non sono mai stato favorevole allo schema ‘porto aperto porto chiuso’, questo l’ho detto in tutte le occasioni – rimarca – Se ho commesso errori me ne assumo le conseguenze. Però se lo spread è salito, non lo ha fatto per le mie dichiarazioni”.

Sulla vicenda della nave Gregoretti “sto completando le verifiche, perché mi occupo contemporaneamente di tantissimi dossier. Con il massimo scrupolo, con la massima correttezza verificherò il ruolo che ho avuto”. “Ho fatto già una verifica – aggiunge – per quanto riguarda i messaggi anche sul cellulare, sto facendo fare una verifica per quanto riguarda le mail, sicuramente dal primo riscontro c’è stato un coinvolgimento della presidenza, come è sempre avvenuto, per la ricollocazione”. “In questo momento non ho avuto ancora riscontri sul mio coinvolgimento per quanto riguarda invece lo sbarco, però non ho ancora sciolto la riserva – prosegue – voglio completare tutte le verifiche. Se troverò un frammento di coinvolgimento sarò il primo a dirlo, perché è giusto che sia così, però permettetemi di completare l’istruttoria”.

Poi, rispondendo a chi, durante la conferenza stampa a Villa Madama, gli chiede se la Lega e Salvini possano mettere a rischio la stabilità democratica del Paese, il premier replica: ”Io considero la Lega una forza pienamente legittimata a partecipare al gioco democratico”, ma ”secondo me è insidiosa la modalità con cui Salvini interpreta la sua leadership…”.

– Poi il cancro  della prescrizione. “Ritengo che una prescrizione che sia sospesa in corrispondenza della sentenza di primo grado, sia essa di assoluzione che di condanna, non è un obbrobrio giuridico, c’è in Germania, c’è in Francia, in altri Paesi” rileva il presidente del Consiglio. “Sicuramente – aggiunge – il problema è abbinare dei meccanismi che assicurino la durata ragionevole del processo. Quando a gennaio entrerà in vigore questa norma, gli effetti non si avranno subito, occorreranno 3-4 anni”. “E’ ovvio che le varie forze politiche su questo tema hanno delle differenti sensibilità ma credo che su questo obiettivo ci ritroveremo tutti – prosegue – Sono a conoscenza del disegno di legge presentato dal Pd, lo capisco, ma siamo in dirittura d’arrivo per accelerare i tempi della giustizia penale e introdurre garanzie per la durata ragionevole del processo penale”.

INFRASTRUTTURE – “Dobbiamo lavorare per incrementare le infrastrutture, migliorarle e manutenerle in modo efficace: quello che abbiamo visto fino a qui non ci piace affatto. Serve una manutenzione più efficace, ordinaria e straordinaria” dice Conte sottolineando la necessità di salvaguardare il territorio e di puntare anche al Mezzogiorno. “Stiamo lavorando a un piano strutturale per il Sud, anche con le Ferrovie dello Stato e di altri soggetti coinvolti”, spiega.

. “Alitalia è una compagnia in difficoltà ma con asset che fanno gola a molti. Non vogliamo regalarla – mette in chiaro – Per questo stiamo cercando di ristrutturarla per offrirla a soluzioni di mercato”. “Stiamo interloquendo con l’Ue” per quanto riguarda il prestito ponte per Alitalia. “L’interlocuzione è sempre preventiva ed è costante. Non voglio ipotecare l’esito ma confidiamo di non aver difficoltà” afferma il presidente del Consiglio.

– Per la questione delle concessioni ad Autostrade per l’Italia “il procedimento è in corso. Confidavo di poter completare l’istruttoria entro il mese, slitteremo di un po’ ma siamo in dirittura finale” dice il premier che comunque non si sbilancia sull’esito di questo procedimento. “In questo momento – rileva – non mi sento di dire che esito sarà ma deve essere ben chiaro che non vogliamo fare sconti a nessun privato. Tuteliamo l’interesse pubblico”. E ricorda che nel decreto legge Milleproroghe “abbiamo introdotto una norma che non riguarda solo Aspi ma tutti i concessionari. Abbiamo eliminato privilegi inaccettabili, perché c’era una sperequazione nelle convenzioni e alcune erano sproporzionate nei vantaggi ai privati rispetto agli svantaggi al pubblico”. Conte rileva inoltre che il rapporto della Corte dei Conti “è stato scioccante e inaccettabile”.

– Sulla Libia “c’è stata e c’è un’incessante attività diplomatica da parte dell’Italia spesso non visibile” dice Conte, ricordando di aver sentito nei giorni scorsi “il presidente Erdogan e il presidente Putin”. “C’è un costante dialogo per esortare tutti e indirizzare tutti verso una soluzione politica“, aggiunge il premier. E per cercare di ottenere un cessate un fuoco in Libia è necessario, ribadisce, “convincere tutti e indirizzare tutti e creare una grande pressione”. “Ecco perché si è intensificata la nostra iniziativa diplomatica, ecco perché il ministro Di Maio è stato di recente in Libia – aggiunge – ecco perché ci torneremo, stiamo lavorando anche con gli altri Paesi dell’Ue per tornare subito a farci risentire anche a livello di ministri degli Esteri e con la conferenza di Berlino”.

Favorevole ad una rielezione del Capo dello Stato.  Conte rileva: “E’ l’opinione della stragrande maggioranza degli italiani, c’è la massima riconoscenza per come il presidente Mattarella sta interpretando il suo magistero, con equilibrio, con saggezza, è veramente il presidente di tutti gli italiani. La fase politica ha attraversato momenti molti difficili e lui ha dimostrato delle grandi qualità e di saper interpretare con spirito condiviso quello che è il ruolo del Presidente della Repubblica, dando un’alta testimonianza di quello che è un senso di responsabilità e di rispetto delle istituzioni”. “Non spetta a me votare il nuovo presidente della Repubblica, sarei ben favorevole” a una rielezione di Sergio Mattarella, dice il presidente del Consiglio, “ma sono decisioni che non passano dalla mia volontà”.

 

“Re Bibi”, Netanyahu, nuovo Capo del governo d’Israele, più longevo e più discusso

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Foto  Israele -Archivio Sud Libertà

 Primo ministro per 4 volte, di cui tre successive negli ultimi dieci anni, Benyamin Netanyahu , 69enne sta per diventare il capo di governo più longevo e discusso  della storia d’Israele.
Leader del partito conservatore Likud, è arrivato alle elezioni con  una possibile incriminazione per corruzione, ma si proclama innocente e vittima di una campagna di “caccia alle streghe” da parte dei media di sinistra. Nato a Tel Aviv nel 1949, Netanyahu ha trascorso parte della giovinezza negli Stati Uniti, dove suo padre Benzion ha ricoperto incarichi accademici. All’età di 18 anni, il giovane ‘Bibi’ è tornato in Israele per servire nell’esercito, ma dopo cinque anni da militare ha completato gli studi al Mit di Boston. Nel 1976, suo fratello maggiore Jonathan morì durante il raid per gli liberare gli ostaggi israeliani all’aeroporto di Entebbe, in una vicenda che segnò profondamente il futuro primo ministro.

Netanyahu è in piena sintonia con D.Trump

Nel 1982 Netanyahu diventò numero due dell’ambasciata israeliana a Washington e poi rappresentante presso l’Onu nel 1984. Spesso invitato in televisione negli Stati Uniti, era già un personaggio noto quando ritornò in Israele nel 1988 e scelse di entrare in politica. Vice ministro degli Esteri accanto al suo mentore Moshe Arens, fu eletto leader del Likud nel 1992. Diventò primo ministro nel 1996, sconfiggendo il laburista Shimon Peres dopo l’assassinio di Yitzhak Rabin. Critico degli accordi di Oslo, firmò tuttavia l’intesa per la cessione ai palestinesi dell’80% di Hebron. Il suo governo durò solo 17 mesi. Sconfitto alle elezioni dal laburista Ehud Barak, Netanyahu si dimise dalla guida del Likud. Ministro degli Esteri e delle Finanze nel governo di Ariel Sharon, Netanyahu si dimise nel 2005 per protesta contro la decisione del ritiro unilaterale da Gaza. Tornato alla guida del Likud quando Sharon fondò il partito centrista Kadima, Bibi diventò primo ministro nel 2009 e da allora ha mantenuto l’incarico, vincendo di nuovo le elezioni nel 2013 e nel 2015..sfidare “     L’altro numero due, sfidante di Netanyahu, è Benyamin, l’ex capo di Stato maggiore Benny Gantz, che accusa Netanyahu di una deriva di potere sempre più personalistica, autoritaria e corrotta, sull’esempio dell’attività dubbia di  Erdogan in Turchia.

PRONTI A PARTIRE, MATTARELLA TASTA IL POLSO AL “FALSIFICATORE” G.CONTE ,PREMIER “GIA’ CONTESTATO”

SUD LIBERTA’ ai lettori: ecco il Video

 Il presidente Mattarella dovrebbe formalizzare  l’incarico di formare il nuovo governo M5 stelle e Lega. La convocazione ha comprensibilmente suscitato soddisfazione in casa Lega, con fonti di via Bellerio che assicurano: “Siamo pronti a partire”. Il leader grillino Luigi Di Maio esprime soddisfazione noncurante delle pesanti critiche piovute su Conte: ”  Finalmente è iniziata la Terza Repubblica, una Repubblica in cui i cittadini fanno un passo avanti e la politica un passo indietro. Il presidente del Consiglio verrà incaricato su indicazione di due forze politiche che si sono messe insieme. Questo è un governo votato che non si regge sui voltagabbana”.

“Sarà il governo più politico di tutti. Giuseppe Conte, se sarà incaricato, sarà il presidente del Consiglio più politico che abbiamo mai avuto”, sottolinea Di Maio. “I ministri? Li sceglie il Presidente della Repubblica, non c’è nessuna discussione in atto, non fate retroscena su questo”.

Potrebbe esserci già martedì o mercoledì la seduta del Senato per la votazione di fiducia al nuovo governo, mentre il voto sul Def a Palazzo Madama si terrà dopo quello di fiducia al nuovo governo.

Intanto le critiche arrivano anche dall’estero su G. Conte che non sarebbe un politico ma un “mistificatore”, un tecnico come Monti, uno degli artefici del disastro Italia