Colpo di scena in Francia Stop all’estrema destra Cosa succederà?

 

 

Colpo di scena in Francia Nessuna maggioranza assoluta  dopo il ballottaggio di ieri. Il Nouveau Front Populaire sarà la più grande forza politica della nuova Assemblea Nazionale, con 182 deputati, ma non potrà governare da sola. Fermata l’estrema destra guidata dal Rassemblement National spetterà al presidente Emmanuel Macron nominare una nuova guida  r dopo le dimissioni di Gabriel Attal.

Ma come sarà possibile governare la Francia? Gli  scenari possibili dopo il risultato delle elezioni legislative anticipate convocate a sorpresa da Macron all’indomani della sconfitta elettorale alle europee del 9 giugno.

Quali sono i principali simboli francesi? Ecco degli esempi | Institut  français Centre Saint-Louis
Cosa succederà?

Il primo scenario è quello che vede un governo guidato dal Nouveau Front Populaire. Nel suo primo discorso a urne chiuse Jean-Luc Mélenchon lo ha detto chiaramente: Macron ha “il dovere di far governare il Nouveau Front Populaire”.

In assenza di una maggioranza assoluta, France Insoumise propone di approvare tramite decreto parte del suo programma, in particolare l’aumento del salario minimo, il blocco dei prezzi, l’abrogazione della riforma delle pensioni. Per evitare di avere contro l’Assemblea Nazionale, però, un governo guidato da Nfp dovrebbe cercare di convincere alcuni deputati di Ensemble a non votare per le proposte presentate dalla destra o dall’estrema destra. E’ possibile essere in minoranza e governare, ricordando come Elisabeth Borne e Gabriel Attal lo abbiano fatto per due anni, senza che i repubblicani abbiano mai votato in blocco contro il governo.

Elezioni presidenziali in Russia: Putin mira all’85% dei voti I dipendenti pubblici saranno controllati con un software

Ucraina. Il tragico errore di Putin - Tempi

 

Urne aperte in Russia per le elezioni presidenziali da oggi  a domenica. Nell’arco di tre giorni e non in uno solo e per la prima volta, , saranno usati software per geo localizzare gli aventi diritto al voto, per controllare che alcune fasce di russi, i dipendenti pubblici in particolare, si siano effettivamente recati a votare. Sarà attivo anche il voto elettronico. L’obiettivo del Cremlino è  di avere il massimo dei voti: la vittoria di Vladimir Putin con l’80-85 per cento dei voti, con una affluenza alle urne di almeno il 70 per cento.

C’è un’altra novità:   Le urne sono già aperte nei territori occupati dell’Ucraina, lo saranno, solo domenica, nella regione della Transnistria, inclusa entro i confini della Moldova, malgrado le proteste di Chisinau, e nelle sedi diplomatiche dei Paesi stranieri, anche se in un primo momento il ministero degli Esteri aveva spiegato che si stava valutando l’opportunità di non consentire il voto nei Paesi che Mosca considera come non amici. In Italia ci saranno 4 seggi elettorali (in Ambasciata a Roma e nei Consolati di Milano, Genova e Palermo), aperti però solo il 18. Vi potranno votare tutti i cittadini russi che si troveranno in Italia, quindi anche i turisti.

Marco Marsilio riconfermato alla presidenza della Regione Abruzzo

Marco Marsilio appoggiato dai partiti del centro destra è stato riconfermato alla presidenza della Regione Abruzzo. Candidato di Fratelli d’Italia, ha avuto il sostegno di Lega Nord, Forza Italia, Noi Moderati, Udc e dalla lista civica “Marsilio presidente”. Marsilio è un esponente storico della destra romana, vicino a Giorgia Meloni.

 

Il candidato del centrodestra: “Mai nei 30 anni precedenti una amministrazione uscente era stata riconfermata per un secondo mandato”.

Marco Marsilio | Regione Abruzzo
Marco Marsilio – (Fotogramma)
“Il campo largo non è il futuro dell’Abruzzo – ha aggiunto – perché era il suo triste passato, e non sarà il futuro dell’Italia. Il mio impegno sarà ancora più intenso”. “Possiamo annà a ballà”, ha scherzato quindi Marsilio, festeggiando con i suoi sostenitori, al comitato elettorale, la vittoria. “Ha vinto la verità contro la menzogna e la calunnia, sparse a piene mani. Hanno vinto i fatti e il principio di realtà contro le narrazioni fumose e le chiacchiere vuote. Il popolo abruzzese vuole guardare al futuro e ha dimostrato di non avere nessuna nostalgia di un triste passato che si è gettato alle spalle già 5 anni fa”, ha detto anora. Così Marco Marsilio, commentando la sua vittoria alle regionali in Abruzzo presso il comitato elettorale.

. La coalizione che sosteneva Luciano D’Amico, il professore universitario alla guida di un campo molto largo, si è fermata a una decina di punti distanza dal centrodestra del governatore uscente.  domenica sera, i dati dell’affluenza non erano incoraggianti: 52,19%, in lieve calo sul 2019. D’Amico, al contrario, aveva scommesso su un dato in crescendo, considerato indispensabile per colmare il gap della vigilia con Marsilio.

 

È stato deputato alla Camera dal 29 aprile 2008 al 14 marzo 2013 per Popolo della Libertà e senatore della Repubblica  dal 23 marzo 2018 al 19 marzo 2019 per Fratelli d’Italia.

 

È stato, al pari del suo collega di partito Fabio Rampelli  docente a contratto di estetica, museologia e marketing  applicato ai Beni culturali  presso l’Università Campus. È sposato e ha una figlia.

In ribasso l’affluenza alle urne in Sicilia e votano ancora -soprattutto – “gli amici degli amici”

 

 

I  41 comuni che al primo turno delle elezioni comunali 2023 del 14 e 15 maggio scorsi sono andati al ballottaggio, si profila una vittoria del centrodestra. Tra i 7 capoluoghi al voto (Vicenza, Massa, Pisa, Siena, Terni, Ancona e Brindisi), sono già 4 (Ancona, Brindisi Massa e Siena) le città che vanno al centrodestra mentre il centrosinistra si aggiudica per ora la sola Vicenza. Spoglio in corso anche per il primo turno dei comuni al voto di Sardegna e Sicilia. I cittadini coinvolti sono complessivamente 1 milione 340mila 688.

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Archivi – Sud Libertà

 

 

In calo l’affluenza che, secondo i dati definitivi del Viminale si è attestata al 49,64%, l’8,75% dei votanti in meno rispetto al primo turno (58,39%).

 – Affluenza definitiva: Catania al 52,65%, contro il 53,13% delle amministrative del 2018. Hanno votato 137.484 elettori su 261.109 aventi diritto. Maggiore l’affluenza tra gli uomini (53,77%) rispetto alle donne (51,66%).

17.27 – Si ipotizza  ballottaggio le elezioni comunali a Trapani. Stando ai dati della seconda proiezione (Noto sondaggi ) -, il sindaco uscente Giacomo Tranchida, candidato del centrosinistra, è al 38,7%, poco distante dal candidato del centrodestra Maurizio Miceli, fermo al 37,7%.

 

– Alle elezioni comunali di Catania il candidato del centrodestra Enrico Trantino è al 64,3  delle preferenze, secondo i primi dati delle proiezioni. Seconda piazza, con il 25,1, per il candidato del centrosinistra Maurizio Caserta. che assommai voti del Movimento 5 stelle

 

 

 

– A Ragusa il sindaco uscente Giuseppe Cassì – candidato di cinque liste civiche – è avanti negli exit poll (Noto sondaggi ) con una forbice compresa tra il 59% e il 63%. Segue al secondo posto il candidato del centrosinistra Riccardo Schinnà con una forbice tra il 18% e il 22%.

– A Siracusa il candidato del centrodestra Ferdinando Messina è avanti negli exit poll (Noto sondaggi ) con una forbice compresa tra il 24% e il 28%. Segue al secondo posto la candidata del centrosinistra e del M5s, Renata Giunta, con una forbice tra il 23% e il 27%. Terza piazza per il sindaco uscente Francesco Italia, candidato di alcune liste civiche, con il 20-24%.

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15.01 – Stop al voto in Sicilia. Dalle 15 i seggi sono chiusi ed è cominciato lo scrutinio per le elezioni amministrative. Sono 128 i comuni coinvolti per il rinnovo dei sindaci e dei Consigli comunali. Quattro i capoluoghi di provincia chiamati alle urne: Catania, Ragusa, Trapani e Siracusa. Ci sono anche altri 11 grossi centri: Licata, Aci Sant’Antonio, Acireale, Belpasso, Biancavilla, Gravina di Catania, Mascalucia, Piazza Armerina, Comiso, Modica, Carlentini. Cinque i Comuni attualmente commissariati: Catania, Aidone (En), Trabia (Pa), Modica (Rg) e Priolo (Sr). Al voto anche Barrafranca (En), che nell’aprile del 2021 è stato sciolto per mafia.

Trapani    In base alla II proiezione , con una copertura del campione del 30%, alle elezioni comunali di Trapani, è in testa l’attuale sindaco Giacomo Tranchida, in corsa per il centrosinistra per il secondo mandato, con il 38,7%, segue il candidato di centrodestra Maurizio Miceli al 37,7%.

Modica .In base al primo exit poll delle ore 15 %, alle elezioni comunali di Modica, è in testa Maria Monisteri Caschetto, candidato sindaco del centrodestra e di alcune liste civiche, con una forchetta tra il 56 e il 60%, mentre Maurizio Caserta, candidato di centrosinistra, sostenuto anche dal Movimento 5 Stelle e da liste civiche, è tra il 27,5 e il 31,5%.

Svolta a Taormina. Cateno De Luca, leader del movimento ‘Sud Chiama Nord’, candidato a sindaco di Taormina, nel messinese, è in vantaggio sui suoi competitor con il 63,3% dopo quasi 700 voti scrutinati. Segue con il 28,1% il sindaco uscente Mario Bolognari.

Affluenza in netto calo in Sicilia, comunali 2023, ballottaggi e primo turno

 

 

Affluenza in netto ribasso. I dati delle 12 rispetto alla prima tornata e alle precedenti consultazioni. Seggi aperti fino alle 23.00, si vota anche domani lunedi, dalle 7 alle 15

 

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Fotogramma
Cala l’affluenza ai ballottaggi per le elezioni comunali 2023 secondo i dati pervenuti dal portale del ministero dell’Interno, Eligendo, da 1.1595 su 1.595 sezioni. L’affluenza si attesta al 12% contro il 13,86% del primo turno.

A Catania, alle ore 12, in base ai dati  forniti dall’assessorato regionale delle autonomie locali e della funzione pubblica, la percentuale dei votanti è all’11,13%. Il dato generale in Sicilia, con tutti i 128 comuni chiamati alle urne è del 12,55%.

Affluenza in calo alle 12 anche alle comunali anche in Sardegna. Secondo i dati di Eligendo relativi a 171 sezioni su 171 sezioni, l’affluenza è al 17,17% contro il 22,93% delle precedenti consultazioni.

I ballottaggi si  sono aperti dalle 7.00 i seggi nei 41 comuni che al primo turno del 14 e 15 maggio sono andati ai ballottaggi per l’elezione del sindaco e il rinnovo del consiglio comunale. Tra questi ci sono anche 7 capoluoghi: Vicenza, Massa, Pisa, Siena, Terni, Ancona e Brindisi. I seggi rimarranno aperti fino alle 23 di oggi per poi riaprire domani dalle 7 alle 15. I cittadini coinvolti sono complessivamente 1 milione 340mila 688.

Erdogan al ballottaggio con lo sfidante il 28 maggio ma con “2,6 milioni di voti di vantaggio sul rivale”

Archivi -Sud Libertà

 

Elezioni in Turchia: il presidente Recep Tayyip Erdogan non ha superato il 50 per cento dei voti  e non ha vinto al primo turno.    Adesso, il  28 maggio, ci sarà il ballottaggio con lo  sfidante Kamal Kilicdaroglu, leader di una coalizione dell’opposizione di sei partiti…

Esattamente ompletato lo spoglio, Erdogan si è fermato al 49,24 per cento di voti mentre Kilicdaroglu ha ottenuto il 45,06 per cento delle preferenze.

Ha affermato Erdogan : “E’ una ”affluenza record” quella che si è registrata alle elezioni presidenziali e parlamentari che si sono svolte ieri in Turchia dove c’è stato un ”trionfo della democrazia”, e ”abbiamo avuto una delle più alte affluenze elettorali della nostra storia. Questo equivale a un ”trionfo della democrazia”, ha aggiunto Erdogan che ha -ha precisato-  ”2,6 milioni di voti di vantaggio sul  rivale più vicino”, il leader dell’opposizione Kilicdaroglu.

Elezioni, tensioni sia a destra che a sinistra, i seggi disponibili sono ora ridotti per il taglio dei parlamentari

Conte torna a minacciare la crisi. Letta: 'Così si va al ...

 

C’è fibrillazione nel Pd dopo l’approvazione delle liste dei candidati per le prossime elezioni del 25 settembre. Il taglio dei parlamentari riduce i seggi disponibili e aumenta i malumori degli esclusi. “Escluso per scelta politica, no a scuse vigliacche”, il commento di Luca Lotti, mentre Monica Cirinnà accetta in extremis la candidatura: “Farò la mia battaglia”.

PD –  il segretario dem Enrico Letta sarà capolista alla Camera in Lombardia e Veneto. Carlo Cottarelli sarà invece candidato capolista per il Senato a Milano, Fanceschini al Senato a Napoli, Casini e l’ex sindaco Merola a Bologna, l’ex segretaria della Cisl Furlan in Sicilia, Zingaretti nel Lazio. Il microbiologo Andrea Crisanti sarà capolista in Europa.

Nuovamente in corsa con il Pd Alessandro Zan, relatore della proposta di legge contro l’omotransfobia: sarà candidato alla Camera sempre nel collegio di Padova. Tra tante conferme, infine, da segnalare la scelta anche della linea verde, con la decisione di Letta di indicare gli under 35 Rachele Scarpa, Caterina Cerroni, Raffaele La Regina e Marco Sarracino come capilista in Veneto, Molise, Basilicata e Campania.

Tensioni anche in casa pentastellata – Gli iscritti hanno intanto approvato il listino proposto da Giuseppe Conte nell’ambito delle parlamentarie Hanno risposto Sì in 43.282 pari all’86,54% dei voti espressi, mentre i No sono stati 6.732 pari al 13,46%. Alla consultazione hanno partecipato 50.014 persone, il dato più alto di sempre.

Il leader pentastellato spiega: “Ho proposto una piccola squadra di 15 persone, ma non è questione di fedelissimi… Sono persone che possono contribuire a realizzare le nostre battaglie”, prosegue l’ex premier, sottolineando come il listino servirà a garantire “un nucleo essenziale per una continuità d’azione”. Sui social il senatore Danilo Toninelli però critica la decisione del presidente M5S  “I listini bloccati lasciamoli alla Meloni o a Letta. Una candidata come Chiara Appendino merita di essere eletta perché ha preso più voti dagli iscritti grazie al suo eccellente lavoro da sindaca, non perché è blindata da una scelta che non ha nulla a che vedere con la democrazia diretta”.

Elezioni regione Sicilia: delibera della giunta, si andrà al voto il 25 settembre prossimo

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Palermo,

Le elezioni regionali per il Presidente della Regione e l’Assemblea regionale siciliana per la diciottesima legislatura si svolgeranno il prossimo 25 settembre, in concomitanza con le consultazioni nazionali, come deciso dal presidente Nello Musumeci con le dimissioni appositamente rassegnate.
Lo ha stabilito la giunta regionale approvando stamane, su proposta dello stesso Musumeci, la delibera di convocazione dei comizi elettorali: il decreto di indizione dei comizi e quello di ripartizione dei seggi nei vari collegi saranno emanati dalla Segreteria generale della Presidenza della Regione e pubblicati sulla Gazzetta ufficiale della Regione entro giovedì prossimo, 11 agosto.
Le urne saranno aperte nell’unica giornata di domenica, dalle 7 alle 23.
La ripartizione dei 70 seggi dell’Assemblea nell’ambito dei collegi elettorali, è elaborata sulla base della popolazione residente nell’Isola (5.002.904 abitanti), secondo l’ultimo censimento disponibile. Nel dettaglio, 62 seggi sono così distribuiti nei collegi provinciali: 6 ad Agrigento, 3 a Caltanissetta, 13 a Catania, 2 ad Enna, 8 a Messina, 16 a Palermo, 4 a Ragusa, 5 a Siracusa, 5 a Trapani. 

Degli otto seggi residui, sette andranno alla lista regionale del candidato presidente vincente (il cosiddetto “listino”) e uno al candidato presidente secondo classificato.  

POLITICI ITALIANI D’ACCORDO SUL NULLA, PENSANO A DISTRIBUIRSI IL POTERE- GRAVISSIMA LA PIAGA DELLA DISOCCUPAZIONE NEL SUD DOVE I GIOVANI PARTONO ALL’ESTERO

La disperazione dei giovani disoccupati della Sicilia. Costretti a partire all’estero per un lavoro qualsiasi

 

E’ chiaro a tutti: vogliono l’ingresso in una coalizione o l’altra per la distribuzione del potere in Italia. Un potere che ha determinato finora disoccupazione gigantesca, divario tra Nord e Sud, arricchimento dei già ricchi, la scelta dei giovani disoccupati  siciliani di trovare un lavoro, di qualsiasi livello, in Germania, o Gran Bretagna, seppellimento della trasparenza e della lealtà, favoritismi ed illeciti dei Comuni e Enti  locali,una classe dirigenziale ingorda e turpe che affianca la Mafia del Sud e, in particolare della pubblica amministrazione siciliana.     I  politici italiani?  I politici dell’Ars?    Poche le eccezioni, ma fanno davvero schifo. I lettori ne sono informati e saranno informati.

 

R.  Lanza

 

 

Carlo Calenda non ci sta più  con il Pd in vista delle elezioni politiche del 25 settembre 2022. “L’unico alleato possibile per Calenda sia Calenda”, è la replica del segretario dem Letta .  Il leader di Italia Viva Renzi apre a un dialogo con Azione nel nome del Terzo Polo che lui definisce “opportunità straordinaria”.

    • Chiamatelo "Federatore", Enrico Letta: "Calenda magnete per ...

“Calenda commenta : “Non mi sento a mio agio, non c’è dentro coraggio, bellezza, serietà e amore a fare politica così, ho comunicato ai vertici del Pd che non intendo andare avanti con questa alleanza”.

“A Letta – spiega Calenda – ho detto che se avesse firmato un patto antitetico al nostro sarebbe stata una confusione totale, ieri ho avuto la sensazione di un Pd in mezzo e tante altre forze, che dovevano essere Bonelli e Fratoianni, poi si sono aggiunti Di Maio e altri. Dal momento successivo al nostro accordo hanno attaccato l’agenda Draghi, ci doveva essere una coerenza di linguaggio che è saltata subito”.

“E’ la decisione più sofferta che ho preso da quando ho cominciato a fare il politico –  – Ed è questo l’elemento che mi fa decidere, ho deciso di fare politica nel 2018 quando il Pd prese il minimo storico, e l’ho fatto per contrastare il populismo becero, pensavo che il Pd fosse l’unico argine, poi il Pd ha preso una strada differente”.

Questa coalizione di sinistra è fatta per perdere, c’era l’opportunità di farne una per vincere, per questo eravamo disposti a cedere su tutto, anche i collegi, la scelta è stata fatta dal Pd”, insiste. In ogni caso “c’è delusione per Letta, non animosità. Letta ha fatto quello che hanno fatto tutti i leader dem prima di lui”, dice ancora Calenda aggiungendo: “Solo mi aspettavo un pochino di più”.

La reazione di Letta è immediata :”Ho ascoltato Carlo Calenda. Mi pare da tutto quel che ha detto che l’unico alleato possibile per Calenda sia Calenda”Noi andiamo avanti nell’interesse dell’Italia”, aggiunge …

Il segretario dem dice: “Gli italiani hanno visto benissimo, c’è stato un patto sottoscritto e una parte ha deciso di non onorare la parola data. Secondo me in politica, come nella vita, è abbastanza grave: che promesse puoi fare agli italiani se sanno che già con gli alleati rompi la parola data?”.

Il mio stato d’animo dopo lo strappo? “Molto determinato, adesso si parte in campagna elettorale. Le alleanze sono definite. Quello che è fondamentale adesso è parlare di lavoro, di pensioni, di giovani, di ambiente. Queste sono le cose che interessano agli italiani”. Il Pd, assicura, sarà “ancora più determinato rispetto a prima, perché è chiaro che gli italiani, con questa legge elettorale, potranno scegliere se essere governati da Meloni e dalle destre o da noi. E’ una scelta netta e Calenda ha deciso di aiutare la destra facendo quello che ha fatto”.

Accordi Elezioni 2022, il Pd aspetta la Sinistra italiana, Calenda “vede retroscena complicati”

Calenda-Letta, ecco l'accordo: agenda Draghi e ius scholae

 

L’assemblea nazionale di Sinistra Italiana  fornirà  il suo parere dopo il beneplacito dei   Verdi sull’accordo nel centrosinistra in vista delle elezioni politiche del 25 settembre.

Le posizioni non sembrano incontrarsi  “La politica non è testimonianza“,  spiega Enrico Letta,  tessitore e federatore di un’alleanza complicata che ieri ha messo i leader – davanti a una scelta:  o andare divisi e assegnare una vittoria praticamente a tavolino alla destra. E sulle tensioni via social richiama tutti alla responsabilità: “Basta dare spettacolo al Paese in questo modo”.

Questa mattina Carlo Calenda, leader di Azione, lancia una affermazione: “Vedo retroscena complicati. Il punto è semplice. Si vince con una proposta credibile di Governo, molto chiara nel patto firmato con il Pd. Si perde se si aggiunge un patto contraddittorio rispetto al primo con gente che ha sfiduciato Draghi. Li eravamo, li siamo rimasti”.

  All’unanimità -si è stabilito -che “l’unica alleanza che possa contrastare efficacemente la destra estrema in Italia sia quella, pur con tutte le differenze che sono note, di un fronte democratico a partire dal Pd”, come si legge nel dispositivo mettendo in chiaro che viene chiusa la strada di una possibile intesa con i 5 Stelle per nel “rammarico” che non si sia riusciti ad allargare l’alleanza anche i pentastellati.

Alcuni hanno solleato l’interrogayi  se la Sinistra Italiana e  dovesse consultare gli iscritti sull’alleanza con i dem. “E’ una modalità prevista dalla Statuto …”