Referendum 2025: 23,62 la percentuale degli elettori che hanno votato a Messina alla chiusura definitiva dei seggi

 

 

Referendum 2025: 23,62 la percentuale degli elettori che hanno votato a Messina alla chiusura definitiva dei seggi

Messina,

Il rilevamento dell’affluenza alle urne a Messina, per l’appuntamento referendario abrogativo 2025, oggi alla chiusura definitiva dei seggi ha fatto registrare 41.334 votanti con la percentuale del 23,62 per cento per il Referendum nazionale n.1 (Contratto di lavoro a tutele crescenti – Disciplina dei licenziamenti illegittimi: Abrogazione); 41.337 votanti con la percentuale del 23,62 per cento per il Referendum nazionale n.2 (Piccole imprese – Licenziamenti e relativa indennità: Abrogazione parziale); 41.332 votanti con la percentuale del 23,62 per cento per il Referendum nazionale n.3 (Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi); 41.326 votanti con la percentuale del 23,62 per cento per il Referendum nazionale n.4 (Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni subìti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici: Abrogazione); e 41.081 votanti con la percentuale del 23,48 per cento per il Referendum nazionale n.5 (Cittadinanza italiana: Dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana).

Alla chiusura definitiva delle consultazioni elettorali di domenica 12 giugno 2022, quando ci si recò alle urne un solo giorno, votarono a Messina per l’elezione del Sindaco e del Consiglio comunale 106.878 elettori pari al 55,64 per cento. Per le Circoscrizioni: I, votanti 11.126 pari al 58,57 per cento; II, votanti 14.002 pari al 55,29; III, votanti 24.433 pari al 55,64; IV, votanti 20.845 pari al 50,65; V, votanti 21.096 pari al 56,35; VI, votanti 14.579 pari al 57,75.

Per il Referendum Montemare, votarono 99.083 elettori con una percentuale del 51,59 per cento. Relativamente ai Referendum nazionali, il n.1 (Abolizione del decreto Severino): 94.003 votanti con la percentuale del 52,37 per cento; per il n.2 (Limiti alla custodia cautelare): 93.891 votanti, pari al 52,3 per cento; per il n.3 (Separazione delle funzioni dei magistrati): 94.003 votanti con la percentuale del 52,37 per cento; per il n.4 (Equa valutazione dei magistrati): 93.975 votanti, pari al 52,35 per cento; e per il n.5 (Riforma del CSM): 93.864 votanti con la percentuale del 52,29 per cento.

Per l’appuntamento referendario del 2020, alla chiusura definitiva dei seggi, il rilevamento dell’affluenza alle urne a Messina per il referendum costituzionale 2020 “Approvate il testo della legge costituzionale concernente “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 240 del 12 ottobre 2019?” fece registrare una percentuale del 31,67 per cento con 57.744 votanti (29.270 uomini, 28.474 donne).

All’appuntamento referendario abrogativo del 17 aprile 2016, si registrò una percentuale finale del 24,4 per cento, con 46.122 votanti. In occasione del precedente appuntamento referendario nazionale del 12 e 13 giugno 2011, quando si votò su due giorni, alla chiusura definitiva dei seggi, la percentuale finale fu del 47,98 per cento con un numero di votanti differente per ogni singolo quesito referendario. Nel giugno del 2009, la percentuale fu dell’11,76 per cento, sempre con un numero di votanti differente per ogni singolo quesito referendario. Per i due precedenti referendum costituzionali bisogna risalire al giugno 2006 (percentuale finale alla chiusura dei seggi su due giorni di votazione) 42,05 per cento, pari a 83.187 elettori, e all’ottobre 2001, alla chiusura dei seggi nell’unico giorno di votazione si recarono alle urne 53.529 elettori, pari al 25,95 per cento.

Quorum non raggiunto,Referendum sul lavoro e sulla cittadinanza “bruciati” e condizionati, dal riflesso “mafioso”,comunque non corretto, della parola d’ordine di non partecipare

Reati contro l'ordine pubblico - Scambio elettorale politico-maf - Avvocato Penalista a Trapani

 

 

Sono stati chiusi alle 15 i seggi per la seconda giornata di voto sui cinque quesiti referendari su lavoro e cittadinanza.

Seggi chiusi anche nei 13 Comuni, sopra i 15mila abitanti, dove si vota per i ballottaggi e nei 7 Comuni al primo turno in Sardegna.

Alla chiusura di ieri sera alle 23, appare lontana l’ipotesi di raggiungere il quorum, visto che aveva votato il 22,7% degli aventi diritto, secondo i dati ufficiali dal sito Eligendo del ministero dell’Interno.

Per le amministrative, invece, il dato sull’affluenza alle 23 di ieri sera si è fermato al 37,36% rispetto al 45,81% del primo turno, mentre per le comunali in Sardegna il dato è 43,89% rispetto al precedente, sempre alle stessa ora, che era stato del 45,16%.

In atto il quorum sui cinque quesiti referendari su lavoro e cittadinanza – informa il Ministero dell’Interno non è stato raggiunto. Secondo i dati ufficiali dunque  l’affluenza definitiva, quando mancano meno di  mille delle 61.591 sezioni, è al 30,5%.


I SEGUENTI DATI SONO FORNITI DAL MINISTERO DELL’INTERNO

ITALIA

1 – Reintegro licenziamenti illegittimi  

Sezioni: 5.280 su 61.591

SI
NO
869.364 120.529
87,82 % 12,18 %

Elettori: 45.997.941 | Aggiornamento: 09/06/2025 – 16:10

2 – Licenziamenti e limite indennità

Sezioni: 3.566 su 61.591

SI
NO
509.904 82.555
86,07 % 13,93 %

Elettori: 45.997.941 | Aggiornamento: 09/06/2025 – 16:10

3 – Tutela contratti a termine  

Sezioni: 2.369 su 61.591

SI
NO
286.640 41.917
87,24 % 12,76 %

Elettori: 45.997.941 | Aggiornamento: 09/06/2025 – 16:10

4 – Responsabilità infortuni sul lavoro  

Sezioni: 1.763 su 61.591

SI
NO
180.637 30.837
85,42 % 14,58 %

Elettori: 45.997.941 | Aggiornamento: 09/06/2025 – 16:10

5 – Cittadinanza italiana  

Sezioni: 1.414 su 61.591

SI
NO
95.775 59.275
61,77 % 38,23 %

Elettori: 45.997.941 | Aggiornamento: 09/06/2025 – 16:10

 

 

Referendum abrogativi 2025, ecco i fac-simile delle schede per il voto di domani 8 e poi il 9 giugno

 

8 e 9 giugno: su cosa si vota nei cinque referendum popolari abrogativi

 

Referendum ed elezioni amministrative 2025: la Lombardia al voto -  Lombardia Quotidiano

I Comuni alle urne, il facsmile delle schede per i 5 quesiti referendari e cosa si chiede di abrogare

Domenica 25 e lunedì 26 maggio i cittadini sono chiamati alle urne per le elezioni amministrative nei comuni interessati delle regioni a statuto ordinario.

Domenica 8 e lunedì 9 giugno, in concomitanza con l’eventuale turno di ballottaggio delle amministrative, i cittadini sono chiamati a partecipare ai 5 referendum popolari abrogativi indetti su altrettanti quesiti in materia di disciplina del lavoro e di cittadinanza.

Elezioni amministrative

Domenica 25 e lunedì 26 maggio si vota per le elezioni amministrative nelle Regioni a statuto ordinario: si vota quindi per l’elezione diretta del sindaco e per il rinnovo dei consigli comunali.

‘eventuale turno di ballottaggio si svolgerà domenica 8 e lunedì 9 giugno.

Seggi aperti la domenica dalle 7 alle 23 e il lunedì dalle 7 alle 15.

Al voto anche numerosi comuni delle Regioni a statuto speciale, queste le date:

in Friuli-Venezia Giulia domenica 13 e lunedì 14 aprile, con eventuale turno di ballottaggio domenica 27 e lunedì 28 aprile;
in Sardegna domenica 8 e lunedì 9 giugno, con eventuale ballottaggio domenica 22 e lunedì 23 giugno;
in Sicilia domenica 25 e lunedì 26 maggio, con eventuale turno di ballottaggio domenica 8 e lunedì 9 giugno;
in Trentino-Alto Adige domenica 4 maggio, con eventuale turno di ballottaggio domenica 18 maggio.

I referendum abrogativi dell’8 e 9 giugno

Domenica 8 e lunedì 9 giugno i cittadini italiani sono chiamati a esprimersi sui referendum abrogativi relativi a 5 quesiti in tema di lavoro e cittadinanza.

Possibile votare domenica dalle ore 7 alle ore 23 e lunedì dalle ore 7 alle ore 15.

Il quorum. Per la validità della consultazione referendaria popolare è necessario che si rechino alle urne metà degli aventi diritto al voto più uno (50% più 1).

Questo è quanto stabilisce l’articolo 75, IV comma della Costituzione che testualmente recita: “La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi”. 

Il primo quesito: Jobs Act (scheda verde)

Referendum – Facsimile scheda elettorale quesito 1

1 ) «Contratto di lavoro a tutele crescenti – Disciplina dei licenziamenti illegittimi: Abrogazione»

Il quesito chiede


«Volete voi l’abrogazione del d.lgs. 4 marzo 2015, n. 23, recante “Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183” nella sua interezza?»

 

Il secondo quesito: tutele nelle piccole imprese (scheda arancione)

Referendum – Facsimile scheda elettorale quesito 2

2) «Piccole imprese – Licenziamenti e relativa indennità: Abrogazione parziale»

Il quesito chiede

«Volete voi l’abrogazione dell’articolo 8 della legge 15 luglio 1966, n. 604, recante “Norme sui licenziamenti individuali”, come sostituito dall’art. 2, comma 3, della legge 11 maggio 1990, n. 108, limitatamente alle parole: “compreso tra un”, alle parole “ed un massimo di 6” e alle parole “La misura massima della predetta indennità può essere maggiorata fino a 10 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai dieci anni e fino a 14 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai venti anni, se dipendenti da datore di lavoro che occupa più di quindici prestatori di lavoro.”?»

 

Il terzo quesito: contratti a termine (scheda grigia)

Referendum – Facsimile scheda elettorale quesito 3

3) «Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi»

Il quesito chiede

«Volete voi l’abrogazione dell’articolo 19 del d.lgs. 15 giugno 2015, n. 81 recante “Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell’articolo 1, comma 7, della legge 10 dicembre 2014, n. 183”, comma 1, limitatamente alle parole “non superiore a dodici mesi. Il contratto può avere una durata superiore, ma comunque”, alle parole “in presenza di almeno una delle seguenti condizioni”, alle parole “in assenza delle previsioni di cui alla lettera a), nei contratti collettivi applicati in azienda, e comunque entro il 31 dicembre 2025, per esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva individuate dalle parti;” e alle parole “b bis)”; comma 1 -bis , limitatamente alle parole “di durata superiore a dodici mesi” e alle parole “dalla data di superamento del termine di dodici mesi”; comma 4, limitatamente alle parole “,in caso di rinnovo,” e alle parole “solo quando il termine complessivo eccede i dodici mesi”; articolo 21, comma 01, limitatamente alle parole “liberamente nei primi dodici mesi e, successivamente,”?»

Il quarto quesito: la sicurezza sul lavoro (scheda rosa)

Referendum – Facsimile scheda elettorale quesito 4

4) «Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici: Abrogazione»

Il quesito chiede

«Volete voi l’abrogazione dell’art. 26, comma 4, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, recante “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” come modificato dall’art. 16 del decreto legislativo 3 agosto 2009 n. 106, dall’art. 32 del decreto legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito con modifiche dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, nonché dall’art. 13 del decreto legge 21 ottobre 2021, n. 146, convertito con modifiche dalla legge 17 dicembre 2021, n. 215, limitatamente alle parole “Le disposizioni del presente comma non si applicano ai danni conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici.”?»

 

Il quinto quesito: la cittadinanza italiana (scheda gialla)

Referendum – Facsimile scheda elettorale quesito 5

 

5) «Cittadinanza italiana: Dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana»

Il quesito chiede

«Volete voi abrogare l’articolo 9, comma 1, lettera b), limitatamente alle parole “adottato da cittadino italiano” e “successivamente alla adozione”; nonché la lettera f), recante la seguente disposizione: “f) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica.”, della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza”?»

 

Enti locali in Sicilia, proroga per 97 Comuni: si tornerà al voto in primavera 2026 e 2027

 

immagine

 

Palermo,

Comuni che, a causa del Covid-19, hanno svolto le elezioni per il rinnovo del sindaco e del consiglio comunale nell’autunno del 2020 e del 2021, torneranno alle urne rispettivamente nella primavera del 2026 e del 2027. Si tratta di un rinvio rispetto alla scadenza del mandato che permetterà di riallineare così le tornate elettorali di queste amministrazioni alla “finestra” ordinaria prevista dalla normativa regionale.

Lo dispone un circolare firmata dall’assessore regionale alle Autonomie locali, Andrea Messina, con la quale anche in Sicilia, per la sostanziale coincidenza con la normativa statale in materia di turno elettorale, vengono adottate le disposizioni del ministero dell’Interno contenute nella circolare del 6 novembre scorso.

La circolare spiega che, ad essere interessati dal rinvio, sono 97 Comuni (58 che hanno votato nel 2020 e 39 nel 2021) i cui cittadini saranno chiamati a rinnovare gli organi elettivi tra il 15 aprile e il 15 giugno del 2026 e del 2027, tornando così alla “finestra” individuata con la legge regionale n.16 del 1963.

«La scelta di far votare i Comuni in una tornata elettorale ordinaria durante il periodo primaverile, così come previsto dalla normativa vigente – precisa l’assessore alle Autonomie locali, Andrea Messina – rappresenta un segnale di normalità e di ripresa dopo la deroga necessaria legata all’emergenza sanitaria della pandemia. Questo passaggio istituzionale ha l’obiettivo di informare preventivamente gli enti interessati e l’elettorato, per consentire una doverosa ed essenziale programmazione amministrativa. Il provvedimento permette, inoltre, la pianificazione delle attività elettorali da parte di tutti i soggetti interessati e di riaffermare l’importanza della partecipazione democratica e della stabilità dei processi elettorali, pilastri fondamentali della nostra società».

 

La Circolare della Regione a firma dell’Assessore Andrea Messina:

 

“Si premette che negli anni 2020 e 2021 si sono svolte, come di consueto, le elezioni
amministrative per il rinnovo delle cariche elettive in alcuni comuni della Sicilia e precisamente
in 58 comuni nell’anno 2020 ed in 39 comuni nell’anno 2021.
In entrambi gli anni summenzionati, in conseguenza alla pandemia da CO.VID 19, la data
di indizione dei comizi elettorali ha subito uno slittamento temporale a causa dell’emanazione di
diversi atti normativi nazionali e regionali di tutela della salute pubblica.
Infatti nell’anno 2020, giusto quanto disposto dal comma 1 dell’articolo 1 della L. R. 21
maggio 2020 n° 11 il quale recita: “Allo scopo di contenere i rischi sanitari derivanti dalla
diffusione della pandemia Covid-19, il turno elettorale amministrativo ordinario 2020, –
OMISSIS – è rinviato al secondo semestre dell’anno 2020 e si svolgerà in una data compresa tra
il 15 settembre ed il 15 novembre 2020. – OMISSIS -”. le elezioni per il rinnovo delle cariche
elettive dei comuni interessati al voto dell’anno 2020 anziché svolgersi nell’unico turno
elettorale compreso tra il 15 aprile ed il 30 giugno, giusto articolo 169 della L. R. 15 marzo 1963
n° 16 come modificato dall’articolo 3 della L. R. 16 dicembre 2000 n° 25, si sono svolte nella
data del 4 e 5 ottobre 2020, giusta disposizione della L. R. 11/2020.
Analogamente, per l’anno 2021 è intervenuta la L. R. del 15 giugno 2021 n° 13 che al
comma 1 dell’articolo 1 recita: “Allo scopo di contenere i rischi sanitari derivanti dal perdurare
dell’emergenza epidemiologica dal Covid-19, in deroga a quanto previsto dall’articolo 169,
comma 1, dell’ordinamento degli enti locali nella Regione siciliana approvato con la legge
regionale 15 marzo 1963, n. 16 e successive modificazioni, il turno elettorale amministrativo
ordinario 2021 è rinviato al secondo semestre del 2021 e si svolgerà in una data compresa tra il
15 settembre ed il 15 ottobre 2021.” Anche in questo caso le elezioni per il rinnovo delle cariche

elettive dei comuni interessati al voto dell’anno 2021 anziché svolgersi nell’unico turno
elettorale compreso tra il 15 aprile ed il 30 giugno, giusto il già citato articolo 169 della L. R. 15
marzo 1963 n° 16 come modificato dall’articolo 3 della L. R. 16 dicembre 2000 n° 25, si sono
svolte nella data del 10 e 11 ottobre 2021, giusta disposizione della L. R. 13/2021.
Tanto premesso occorre richiamare quanto disposto dal comma 2 dell’articolo 1 della L. R.
26 agosto 1992 n° 7 “La durata della carica di sindaco e del consiglio comunale è fissata in
cinque anni.” Pertanto, nella considerazione che la durata del mandato decorre dalla data delle
elezioni, il quinquennio della carica dei sindaci e della carica dei consiglieri comunali dei
comuni che hanno rinnovato le proprie cariche elettive negli anni 2020 e 2021 ha termine
rispettivamente il 4 ottobre 2025 e 10 ottobre 2026.
Al riguardo, l’articolo 169 della L. R. 16/1963, summenzionata, recita: “Le elezioni
congiunte degli organi dei comuni e delle province regionali si svolgono in un unico turno
annuale, da tenersi nel periodo compreso fra il 15 aprile e il 30 giugno, se il mandato,
decorrente dalla data della prima domenica di elezione, scade nel primo semestre dell’anno,
ovvero nello stesso periodo dell’anno successivo se il mandato scade nel secondo semestre.”.
Considerato pertanto che il mandato quinquennale dei comuni che hanno rinnovato le
proprie cariche elettive negli anni 2020 e 2021 si esaurisce, rispettivamente, nel secondo
semestre del 2025 e del 2026 ne consegue che il loro rinnovo dovrà svolgersi ai sensi del
succitato articolo 169 della L. R. 16/1963, da applicarsi quale disciplina ordinaria in mancanza di
una specifica disposizione legislativa nelle succitate norme di rinvio delle elezioni degli anni
2020 e 2021, nella finestra temporale ordinaria del 15 aprile e 30 giugno dell’anno successivo al
compimento del quinquennio e quindi nella primavera del 2026 per i comuni che hanno votato
nel secondo semestre 2020 e nella primavera del 2027 per i comuni che hanno votato nel
secondo semestre 2021.
Quanto sopra, avuto riguardo alla sostanziale coincidenza tra la normativa statale e quella
regionale in materia di turno elettorale, conformemente a quanto rappresentato dal Ministero
dell’Interno con propria circolare n° 83/2024 protocollo 0029739 del 06 novembre 2024.
L’Assessore alle Autonomie Locali ed
alla Funzione Pubblica
On.le Andrea Messina

Elezioni: Vince il centrosinistra in Emilia Romagna con Michele De Pasquale e il Pd in Umbria con Stefania Proietti

 

Com’era presumibile il centrodestra in Emilia Romagna e Umbria non è riuscito ad imporsi. La prima Regione resta saldamente nelle mani del centrosinistra, grazie alla vittoria del sindaco di Ravenna Michele De Pascale su Elena Ugolini; la seconda ritorna ‘rossa’ con Stefania Proietti dopo la parentesi degli ultimi cinque anni targati Donatella Tesei, la candidata della Lega e del centrodestra che non è riuscita a bissare il successo del 2019.

Donatella Tesei e Elena Ugolini - Fotogramma
Il centrodestra era rappresentato da Donatella Tesei ed Elena Ugolini, sconfitte dal centro sinistra
Alle 19.09, quando il quadro emerso dalle proiezioni era ormai chiaro, la premier e leader di Fratelli d’Italia  Giorgia Meloni così si esprime: “Desidero rivolgere i miei auguri di buon lavoro ai nuovi presidenti della Regione Umbria, Stefania Proietti, e della Regione Emilia Romagna, Michele De Pascale. Al di là delle differenze politiche, auspico una collaborazione costruttiva per affrontare le sfide comuni e lavorare per il benessere e il futuro delle nostre comunità”, scrive su X la presidente del Consiglio, che rivolge un “ringraziamento sentito” a Donatella Tesei ed Elena Ugolini “per l’impegno, la dedizione e la passione dimostrati in questa competizione elettorale”.

Alle parole di Meloni si aggiungono quelle del segretario di Forza Italia Antonio Tajani, che sottolineava come la sua forza politica abbia “raddoppiato i consensi in entrambe le Regioni” promettendo “un’opposizione costruttiva”. Per il vicepremier e numero uno della Lega Matteo Salvini “gli elettori hanno sempre ragione. Già da domani – assicurava il ministro delle Infrastrutture – sono a disposizione dei nuovi amministratori per portare avanti tutte le opere pubbliche che servono a cittadini e territori”.

Affluenza sempre più bassa anche in Emilia Romagna ed Umbria oggi e domani al voto regionale

 

Comune di Bari - Elezioni 2024: pubblicati gli elenchi degli ...

 

 

 

Emilia-Romagna e Umbria al voto oggi 17 novembre e domani 18 novembre per le elezioni regionali 2024. In entrambe le Regioni le urne saranno aperte oggi dalle 7 alle 23 e domani dalle 7 alle 15.

Affluenza

Secondo i primi dati sull’affluenza, per l’Emilia Romagna , alle 12 si sono recati alle urne l’ 11,5% degli elettori, in calo dal 23,44% rispetto all’affluenza del 2020. Primo dato disponibile anche per l’Umbria: alle 12 l’affluenza registrata è del 9,48%, in calo rispetto al 2019, quando alle 12 si era fermata al 19,55%. Da non perdere di vista che le precedenti elezioni regionali si sono svolte in un’unica giornata.

Sono quattro i candidati alla presidenza dell’Emilia-Romagna: Michele De Pascale per la coalizione di centrosinistra, Elena Ugolini per la coalizione di centrodestra, Federico Serra per Potere al Popolo, Pci e Rifondazione Comunista, Luca Teodori per la lista civica ‘Lealtà Coerenza Verità’.

Le elezioni dell’Emilia-Romagna sono state anticipate di un anno rispetto alla naturale scadenza della legislatura, prevista nel 2025, per l’elezione del presidente uscente Stefano Bonaccini alle ultime elezioni europee.

nove candidati alla poltrona di governatore in Umbria sono Donatella Tesei (centrodestra, presidente uscente), Stefania Proietti (centrosinistra) e, in ordine alfabetico, Elia Francesco Fiorini (Alternativa per l’Umbria), Martina Leonardi (Insieme per un’Umbria resistente), Giuseppe Paolone (Forza del Popolo), Moreno Pasquinelli (Fronte del Dissenso), Fabrizio Pignalberi (Quinto Polo per l’Italia e Più Italia Sovrana), Marco Rizzo (Alternativa riformista e Democrazia Sovrana Popolare), Giuseppe Tritto (Umani Insieme Liberi).

Colpo di scena in Francia Stop all’estrema destra Cosa succederà?

 

 

Colpo di scena in Francia Nessuna maggioranza assoluta  dopo il ballottaggio di ieri. Il Nouveau Front Populaire sarà la più grande forza politica della nuova Assemblea Nazionale, con 182 deputati, ma non potrà governare da sola. Fermata l’estrema destra guidata dal Rassemblement National spetterà al presidente Emmanuel Macron nominare una nuova guida  r dopo le dimissioni di Gabriel Attal.

Ma come sarà possibile governare la Francia? Gli  scenari possibili dopo il risultato delle elezioni legislative anticipate convocate a sorpresa da Macron all’indomani della sconfitta elettorale alle europee del 9 giugno.

Quali sono i principali simboli francesi? Ecco degli esempi | Institut  français Centre Saint-Louis
Cosa succederà?

Il primo scenario è quello che vede un governo guidato dal Nouveau Front Populaire. Nel suo primo discorso a urne chiuse Jean-Luc Mélenchon lo ha detto chiaramente: Macron ha “il dovere di far governare il Nouveau Front Populaire”.

In assenza di una maggioranza assoluta, France Insoumise propone di approvare tramite decreto parte del suo programma, in particolare l’aumento del salario minimo, il blocco dei prezzi, l’abrogazione della riforma delle pensioni. Per evitare di avere contro l’Assemblea Nazionale, però, un governo guidato da Nfp dovrebbe cercare di convincere alcuni deputati di Ensemble a non votare per le proposte presentate dalla destra o dall’estrema destra. E’ possibile essere in minoranza e governare, ricordando come Elisabeth Borne e Gabriel Attal lo abbiano fatto per due anni, senza che i repubblicani abbiano mai votato in blocco contro il governo.

Keir Starner sarà il nuovo primo Ministro (laburista) Adesso si aspetta il “rinnovamento nazionale”

 

 

l partito laburista vince a valanga le elezioni generali nel Regno Unito e Keir Starmer sarà il nuovo primo ministro. Il leader laburista rivolto ai sostenitori in festa nel centro di Londra, ha promesso un “rinnovamento nazionale” dopo 14 anni di governo conservatore.

Keir Starmer  - (Afp)
Parlando pochi istanti dopo che il Primo Ministro Rishi Sunak ha ammesso la sconfitta, Starmer ha detto: “Il nostro compito non è niente di meno che rinnovare le idee che tengono unito questo Paese. Rinnovamento nazionale. Se lavori duro, se giochi secondo le regole, questo Paese dovrebbe darti una giusta possibilità di andare avanti… Dobbiamo ripristinarlo”.

Ha continuato: “Dobbiamo riportare la politica al servizio pubblico, dimostrare che la politica può essere una forza per il bene. Non ci sono dubbi, questa è la grande prova per la politica in questa era. La lotta per la fiducia è la battaglia che definisce la nostra epoca”.

Rishi Sunak : ora riflettere

Il primo ministro Rishi Sunak ha ammesso la sconfitta. “Mi dispiace”, ha detto alle persone presenti allo scrutinio nel suo seggio. “Il partito laburista ha vinto queste elezioni generali”, ha aggiunto, spiegando di aver chiamato Keir Starmer per congratularsi con lui. “Oggi il potere cambierà mano in modo ordinato e pacifico. Il popolo britannico ha emesso un verdetto serio stasera. C’è molto da imparare e su cui riflettere, e mi assumo la responsabilità della perdita

Sunak lascerà Downing Street alle 10.30 ora di Londra, le 11.30 in Italia, per recarsi a Buckingham Palace da re Carlo III, al quale consegnerà le dimissioni. Il nuovo primo ministro laburista Keir Starmer, dopo essere stato nominato dal sovrano, dovrebbe invece entrare al numero 10 alle 13.20 ora italiana.

I seggi ottenuti

Si prevedono per i  laburisti  410 seggi. I conservatori si fermerebbero a 116 su un totale di 650 mentre proseguono le operazioni di scrutinio.

Liz Truss, ex premier britannica conservatrice, ha perso il seggio nella circoscrizione di South West Norfolk, che va ai laburisti, a Terry Jermy. o. Tra le vittime più note figurano Penny Mordaunt, Grant Shapps e Jacob Rees-Mogg

Il mondo guarda la nuova politica della Francia dove Marine Le Pen intende arrivare alla maggioranza assoluta nel 2° turno, g 7 luglio

 

Rassemblement National al 33% nel primo turno delle elezioni legislative in Francia. Marine Le Pen pensa di arrivare alla maggioranza assoluta in vista del secondo turno, in programma domenica 7 luglio. Per fermare la destra, che mira alla maggioranza assoluta di 289 seggi, si lavora a un ‘fronte’ che, secondo i media transalpini, rientra nelle strategie del presidente Emmanuel Macron.

Ecco le ultime foto di Marine Le Pen postate sui social ...
Archivi -SUD LIBERTA

Il presidente francese ha convocato per le 12 di oggi una riunione di governo all’Eliseo . Il primo ministro Gabriel Attal e i suoi ministri si riuniranno, quindi, attorno a Macron per studiare le strategie da mettere in campo per fermare l’avanzata di Le Pen…

”Il primo turno delle elezioni legislative” che si sono svolte ieri in Francia ”segna una sconfitta per la nostra maggioranza, la maggioranza del presidente” Emmanuel Macron. Lo ha dichiarato il ministro delle Finanze Bruno Le Maire. ”Il vero rischio è che il partito di estrema destra Rassemblement National vinca la maggioranza assoluta”, ha aggiunto Le Maire ter. ”Occorre fare di tutto per far sì che Rn non ottenga la maggioranza assoluta. Restano 7 giorni per evitare che questo accada”, ha dichiarato.

Il partito di estrema destra Rassamblement National (Rn) ha raggiunto il 33 per cento dei voti al primo turno delle elezioni legislative anticipate che si sono svolte ieri in Francia. Dato confermato e diffuso dal  ministero degli Interni di Parigi. Al secondo posto la coalizione di sinistra Nouveau Front Populaire (Nfp) con il 28 per cento delle preferenze. Solo terza la coalizione Ensemble del presidente francese Emmanuel Macron che si è fermata al 20 per cento.

E’ la prima volta che Rn ottiene oltre il 20 per cento dei voti in un’elezione legislativa e pone le condizioni perché il partito riesca a formare un governo di estrema destra per la prima volta in Francia.

Parola d’ordine: fermare l’estremista di destra Le Pen

I deputati del parlamento francese vengono eletti con voto a due turni in 577 collegi elettorali, dove le dinamiche locali giocano un ruolo importante. In ogni circoscrizione, se nessun candidato ottiene il 50% dei voti al primo turno, i primi due candidati avanzano al secondo turno, così come qualsiasi altro candidato che abbia ottenuto il sostegno di almeno il 12,5% degli elettori registrati. Il candidato con il maggior numero di voti al secondo turno vince il seggio come membro del Parlamento. E’ evidente che due candidati ‘anti Le Pen’ in un singolo collegio finirebbero per fare il gioco dell’esponente di RN in lizza. Quindi, l’obiettivo degli avversari della destra è limitare il numero di ‘triangolare’ e convogliare i voti verso il candidato in grado di imporsi.

Il capo dello Stato avrebbe per questo chiesto di studiare la situazione di ogni circoscrizione per trovare alleanze, anche con i candidati de La France Insoumise, per bloccare il RN di Le Pen e Jordan Bardella. Secondo l’emittente Bfmtv, nella mattinata di lunedì 1 luglio è prevista una nuova “riunione strategica” all’Eliseo.

A tracciare la linea in maniera esplicita, in una nota, è la coalizione presidenziale Ensemble pour la République, la coalizione presidenziale, che chiede ai propri candidati arrivati terzi nei vari collegi di abbandonare “a vantaggio dei candidati in grado di battere il Rassemblement National. Di fronte alla minaccia di una vittoria dell’estrema destra, chiediamo a tutte le forze politiche di agire con responsabilità e fare lo stesso”.

Basi del  dialogo a sinistra

Le basi del dialogo ‘anti Le Pen’ sono state gettate, a giudicare dalle parole di Luc Mélenchon, leader de La France Insoumise, che fa parte del Nouveau Front Populaire. “Ritireremo la nostra candidatura” in caso di “triangolare” al secondo turno di domenica prossima. La nostra indicazione è semplice – afferma Mélenchon – neanche un seggio in più per il Rassemblement National”.

“Sosterremo il candidato in grado di battere il Rassemblement National”, fa eco Raphaël Glucksmann, leader della Place Publique, rivelazione della sinistra alle elezioni europee del 9 giugno. “Abbiamo sette giorni per evitare alla Francia una catastrofe”.