Sicilia: Ordinanza del governatore Musumeci “Niente più sport all’aperto, neppure da solo”

Risultato immagini per foto di nello musumeci

 

Palermo 

Stretta in Sicilia per gli sportivi. Entra in vigore oggi  la nuova ordinanza firmata ieri sera dal Presidente della Regione Nello Musumeci per contenere il contagio del coronavirus nell’isola.

E’ un  provvedimento per prevenire e gestire l’emergenza epidemiologica del Covid-19 nell’Isola. Niente sport all’aperto,neppure da solo, chiusura domenicale dei negozi e uscita solo una volta al giorno “ma solo per le emergenze”.

Le Disposizioni riguardano la “pulizia” di strade e uffici pubblici, gli esercizi commerciali, le rivendite di tabacchi, il trasporto urbano, le attività sportive, le uscite da casa per gli acquisti. Ecco alcune delle novità. Viene sancito l’obbligo, da parte dei Comuni, di provvedere, qualora non lo abbiano già fatto, alla sanificazione delle strade del centro abitato, degli uffici pubblici e degli edifici scolastici. Attività che verranno cofinanziate dalla Regione. Aree a verde pubblico e parchi-gioco verranno chiusi.    

Nel commercio “non sarà ammesso l’ingresso nel territorio comunale dei venditori ambulanti al dettaglio provenienti da altri Comuni. Tutti gli esercizi commerciali attualmente autorizzati, a eccezione di farmacie di turno ed edicole, dovranno restare chiusi la domenica.
I sindaci potranno disporre la riduzione dell’orario di apertura al pubblico dei negozi, tranne di quelli che vendono prodotti alimentari e farmacie. Nelle rivendite dei tabacchi è vietato l’uso di apparecchi da intrattenimento e per il gioco”. .

 

Corte dei conti: “Manovra con orientamento tendenzialmente espansivo”

La Corte dei conti parla di futuro economico in espansione e afferma: “La condizione dei conti del nostro Paese, pur in un contesto di tassi di interesse assai più favorevole di quello prefigurato nel Def dello scorso aprile, “appare fragile ed esposta a rischi, nel breve come nel medio termine”. La nuova manovra approvata dal Parlamento per l’intero triennio 2020-2022, punta ad un orientamento tendenzialmente espansivo“.

Immagine correlata

 

E ancora: “Nonostante il miglioramento del quadro tendenziale, infatti, soprattutto per la minore spesa per interessi (l’indebitamento scenderebbe all’1,4 per cento del Pil nel 2020 rispetto al 2 per cento del Def e l’avanzo primario crescerebbe di 3 decimi di punto nel 2020 sempre rispetto al Def) continua a risultare determinante l’aumento delle imposte indirette legato alle ‘clausole di salvaguardia’.     Per la Corte dei conti  il disavanzo si pone di poco al di sotto del 3 per cento e le scelte operate con la legge di bilancio per il 2019 assottigliano ancora i margini di manovra per nuovi interventi”

Anche l’esercizio 2020 si preannuncia dunque impegnativo per il governo dei conti pubblici. “La situazione economica – si spiega – è caratterizzata dalle crescenti incertezze che pesano sul quadro macroeconomico internazionale, anche per l’acuirsi delle pressioni protezionistiche, che si traducono in un deciso rallentamento delle principali economie europee”.

A riflesso di una negativa dinamica del commercio internazionale (con il volume degli scambi che nella prima metà dell’anno si è contratto dell’1,4 per cento in termini tendenziali) e di un sensibile rallentamento delle attività nell’Area dell’euro, la crescita è rimasta debole. Le prospettive dell’economia italiana, già largamente al di sotto della media europea, ne risentono ulteriormente. Le difficoltà interessano ampi comparti della domanda aggregata e in particolare le componenti interne. I consumi delle famiglie sono in decelerazione, nonostante l’ancora buona intonazione del mercato del lavoro e il benefico effetto che la bassa inflazione esercita sul reddito disponibile reale”.

Gli investimenti, pur mostrando una maggiore vivacità, non sembrano nel complesso in condizione di dare un impulso adeguato all’esigenza sempre più vitale di aumentare lo stock di capitale della nostra economia. Le insufficienti aspettative di domanda inducono le imprese a ridimensionare i piani di produzione e decumulare le scorte di magazzino. Il rallentamento – sottolinea la Corte dei Conti – deriva, innanzitutto, dalle difficoltà dell’industria manifatturiera su cui più pesano le incertezze che ancora permangono sul disegno da perseguire nel medio termine per adeguati investimenti in ricerca e innovazione, istruzione e formazione di capitale umano, infrastrutture e salvaguardia del territorio, energie rinnovabili e green economy”.

Mitiga l’insoddisfacente dinamica della domanda interna – spiegano ancora i magistrati contabili – l’andamento della bilancia commerciale, con le esportazioni nette che, stando agli ultimi dati disponibili, continuano a fornire un contributo positivo, ma sono fortemente esposte agli effetti delle guerre commerciali in corso e ai fattori di rischio geopolitico”…