"L'Economia italiana è ancora da correggere" sostiene la Commissione europea

Il Mef ha ricevuto la lettera inviata dalla Commissione europea per chiedere un aggiustamento dei conti. La missiva, spiegano fonti del Tesoro, “è all’attenzione degli uffici competenti che la stanno valutando”. La richiesta di aggiustamento avanzata all’Italia è pari allo 0,2% del Pil, confermano le fonti Mef.

“Da novembre dello scorso anno la Commissione europea ritiene che il bilancio dell’Italia per il 2017 possa farci deviare dal percorso pluriennale di riduzione del rapporto debito-Pil e ci ha trasmesso una richiesta di intervento per assicurare la conformità del nostro bilancio. Lo scostamento che secondo la Commissione andrebbe corretto è stimato in due decimi di punto di Pil.

Il Mef afferma che, “nel contesto dell’usuale interlocuzione con la Commissione europea, il Governo esprimerà la propria posizione rispondendo alla lettera e inviando il rapporto sui fattori rilevanti che giustificano la dinamica del rapporto debito pubblico/Pil”.

“Gli argomenti utilizzati dal Governo in passato sono almeno altrettanto validi oggi in un contesto di perdurante e, per certi versi, accresciuta incertezza a livello europeo e internazionale e di inflazione che persiste da troppo tempo a livelli eccessivamente bassi” sottolinea in ministero.

“Grazie ad una strategia di politica economica volta a consolidare gradualmente le finanze pubbliche e, al contempo, a rilanciare la crescita, il rapporto tra debito pubblico e Pil si è sostanzialmente stabilizzato. È un risultato straordinario alla luce della recessione che si è rivelata più severa di quella degli anni Trenta e confrontandolo con la dinamica del debito degli altri paesi dell’Eurozona” sostiene il Mef, annunciando formalmente che il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha ricevuto la lettera del Vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis e del Commissario per gli Affari Economici e monetari, fiscalità e unione doganale, Pierre Moscovici.

Intanto il governo continua a ritenere “surreale” l’approccio della Commissione nei confronti dei conti pubblici italiani. “Nel giorno in cui la May annuncia l’uscita totale dalla Ue, la Commissione ragiona sugli zero virgola e su cosa questo o quel Paese deve rivedere nei propri conti”, ragionano fonti di governo.

Già ieri, la prima reazione del premier Paolo Gentiloni sarebbe stata di “disappunto” e di sopresa per la tempistica scelta dai vertici di Bruxelles.

(Agenzia)

 

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