Papa Francesco: “Dobbiamo imparare ad essere servi inutili senza pretese di essere ringraziati…”

 

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Nella foto il “Concistoro”: il Papa ordine nuovi cardinali nella Basilica Vaticana,  13  per l’esattezza,per l’imposizione della berretta, la consegna dell’anello e l’assegnazione del Titolo o Diaconia. La celebrazione è iniziata con il saluto, l’orazione e la lettura di un passo del Vangelo secondo Marco (6,30-37a). Quindi il Papa ha pronunciato l’omelia. Il Santo Padre ha poi letto la formula di creazione e proclamato solennemente i nomi dei nuovi Cardinali, annunciandone l’Ordine presbiterale o diaconale.

Nella fede, bisogna essere “servi inutili, cioè senza pretese di essere ringraziati, senza rivendicazioni”.  Papa Francesco, nell’Angelus di oggi  pronunciato a conclusione della messa per l’apertura dell’Assemblea speciale del Sinodo dei Vescovi per la regione panamazzonica ha detto:  “Siamo servi inutili” – ha spiegato  – “è un’espressione di umiltà e disponibilità che fa tanto bene alla Chiesa e richiama l’atteggiamento giusto per operare in essa: il servizio umile, di cui ci ha dato l’esempio Gesù, lavando i piedi ai discepoli”.

“Gesù vuol dire che così è l’uomo di fede nei confronti di Dio: si rimette completamente alla sua volontà, senza calcoli o pretese”, ha commentato il Papa.”Questo atteggiamento verso Dio – ha proseguito – si riflette anche nel modo di comportarsi in comunità: si riflette nella gioia di essere al servizio gli uni degli altri, trovando già in questo la propria ricompensa e non nei riconoscimenti e nei guadagni che ne possono derivare”.

Due le immagini usate da Gesù per spiegare l’attitudine del cristiano: il granellino di senape e il servo disponibile. Con la prima immagine, Gesù, nelle parole di Francesco, “vuole far capire che la fede, anche se piccola, può avere la forza di sradicare persino un gelso; e poi di trapiantarlo nel mare, che è una cosa ancora più improbabile: ma nulla è impossibile a chi ha fede, perché non si affida alle proprie forze, ma a Dio, che può tutto”.

La fede paragonabile al granellino di senape è, invece, “una fede che non è superba e sicura di sé – non fa finta di essere un grande credente, non fa delle figuracce, tante volte – ma che nella sua umiltà sente un grande bisogno di Dio e, nella piccolezza, si abbandona con piena fiducia a Lui. È la fede che ci dà la capacità di guardare con speranza le vicende alterne della vita, che ci aiuta ad accettare anche le sconfitte e le sofferenze, nella consapevolezza che il male non avrà mai l’ultima parola”. “Come possiamo capire se abbiamo veramente fede, cioè se la nostra fede, pur minuscola, è genuina, pura, schietta?”, si è chiesto il Papa: “Ce lo spiega Gesù indicando qual è la misura della fede: il servizio”.

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