(Foto di archivio digitale)
Nascono dibattiti sulla pensione anticipata e l’Ape.
L’Ape, battezzato definitivamente ‘Anticipo finanziario a garanzia pensionistica’ nella Legge di Stabilità 2017, non è stato varato in forma solitaria ma accompagnato da Rita, che persegue le medesime finalità dell’Ape ma con una diversa dinamica di finanziamento. Sono due misure temporanee (il cui accesso sperimentale si chiuderà alla fine del 2018) che agiscono in modo complementare rispetto alle misure di sostegno al reddito già vigenti (in particolare la Naspi, Assicurazione Sociale per l’Impiego, la cui durata massima è di 24 mesi).
Ai lavoratori pubblici e privati con più di 63 anni, dal 1° maggio sarà quindi possibile richiedere tre diverse prestazioni che garantiranno un reddito ponte fino alla decorrenza della pensione di vecchiaia: reddito che potrà essere costituito da un vero e proprio prestito sulla futura pensione con tassi e condizioni agevolate e con la partecipazione dello Stato degli oneri finanziari a essi collegati (Ape volontario); da una indennità finanziata dallo Stato (Ape sociale) per soggetti che versano in uno stato di difficoltà (causato da prolungata disoccupazione, disabilità); da una nuova prestazione erogata dalle forme di previdenza complementare (Rita) che permetta di godere prima dei requisiti tradizionali già accantonati presso il proprio fondo.
L’Ape privato registra anche una propria variante, aziendale, che consentirà alle imprese di partecipare all’anticipo pensionistico riducendo il peso del piano di ammortamento fino a neutralizzarlo, in accordo con il lavoratore. Vediamo ora, attraverso una serie di domande e risposte sul tema, la natura, il funzionamento e la convenienza delle due misure.
(Agenzia)