Rai indecente: ognuno vuol comandare e obbedisce al padrino politico

Carlo Verdelli dimostrazione vivente di come “funziona” la RaI

L’ex direttore editoriale per l’informazione Rai, Carlo Verdelli si sfoga con i giornalisti:consiglieri di amministrazione, la direzione generale e la presidenza, tutti alla Rai avevano il piano per l’informazione che presentai il 22 dicembre 2016. Due volumi: il primo di 90 pagine, il secondo di 120. Non erano linee guida sommarie. Era un autentico piano per la riforma dell’informazione Rai, dettagliato al millimetro, nei particolari delle singole rubriche dei telegiornali”. Verdelli   vuol smentire così le dichiarazioni del consigliere d’amministrazione di Viale Mazzini, Franco Siddi, che ieri nel corso dell’audizione in Vigilanza, riferendosi al piano di Verdelli, aveva detto: “Se la Vigilanza considera piano una bozza ritirata ne prendo atto e ubbidisco. Ma una bozza ritirata rimane tale”.

Una bozza c’è stata, ed era quella presentata nelle sue linee guida ad agosto. Ma il piano esiste, c’è – rimarca Verdelli – ed è stato discusso una prima volta il 22 dicembre 2016 e una seconda il 3 gennaio 2017″. E parla dei tre capisaldi della proposta di riforma: “Creazione di una Newsroom Italia con la fusione tra Rainews 24 e la Tgr, capace di attraversare tutte le reti, con l’embrione di un canale Rai in lingua inglese, come tutti i network internazionali”; “Nascita di Rai24, la nuova testata che avrebbe riassunto tutta l’informazione prodotta dalla Rai trasportandola nel mondo digitale”; il contestato spostamento del Tg2 a Milano.

 La prima bocciatura del piano, racconta Verdelli, arrivò nel cda del 22 dicembre quando “tutti i consiglieri, tranne Guelfo Guelfi, che era assente, infilarono una sfilza di no.. In piena riunione uscirono a raffica dichiarazioni dei consiglieri: piano Verdelli affondato e bocciato. Chiesi una smentita dall’azienda, che non arrivò mai. E io venni costretto così dopo tutto quel lavoro a dimettermi”.

Carlo Verdelli- osserviamo noi – è la dimostrazione vivente di come alla Rai ognuno vuol comandare per obbedire al referente politico – e solo a lui – che lo ha messo su quella poltrona pubblica. E’ un’altra indecenza.

  

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