Sta per scoppiare la rivoluzione in Iran: 12 morti e 300 feriti per proteste contro la corruzione

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Proseguono proteste antigovernative in Iran, contro il carovita e contro la corruzione del regime. Sale ad almeno 12 il bilancio dei morti. E sono 300 le persone arrestate tra Teheran, Izeh e Arak dove 12 agenti sono rimasti feriti.

Un’appello all’unità tra “governo, parlamento, giustizia e esercito” per tutelare gli “interessi nazionali” contro un “piccolo gruppo che grida slogan illegali, insulta la religione e i valori della rivoluzione islamica”. A lanciarlo è stato il presidente iraniano Hassan Rohani, incontrando un gruppo di parlamentari, mentre il paese è scosso dalle proteste. “Ora – ha detto – dobbiamo concentrarci sull’importanza del sistema, della rivoluzione, degli interessi nazionali, della sicurezza e della stabilità della regione”.

“Il popolo iraniano è libero di manifestare” aveva detto Hassan Rohani nel primo discorso alla nazione da quando sono iniziate le proteste in tutto il paese quattro giorni. Il popolo dell’Iran non si preoccupa solo per l’economia ma anche per la corruzione e e la trasparenza del governo, ha detto il presidente dell’Iran. Rohani ha attaccato Donald Trump per le sue “dichiarazione che interferiscono con l’attività delle autorità dell’Iran”. Nel dare il suo sostegno alle manifestazioni di questi giorni, ha attaccato Rohani, il presidente americano si è dimenticato di quando “definiva gli iraniani terroristi”.

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(Nella foto il Presidente iraniano Hassan Rohani)

Circa 200 dimostranti sono stati arrestati ieri a Teheran “per aver distrutto proprietà pubbliche e per gli scontri”. Lo ha detto il vicegovernatore della capitale iraniana, Nasser Bakht, aggiungendo che altre persone sono invece state rilasciate, compreso un gruppo di studenti. Bakht ha aggiunto che sono stati arrestati anche circa 40 leader delle “manifestazioni illegali”.
Khojastepour ha sottolineato che “nessun proiettile è stato sparato dalla polizia e dalle forze di sicurezza sulla folla”.

Instagram e Telegram sono stati bloccati in Iran ‘per mantenere la pace’ durante le proteste: lo annuncia la tv di stato iraniana, dopo che amministratore delegato di Telegram, Pavel Durov aveva denunciato via twitter il blocco dell’app.
La gente finalmente ha capito che i loro soldi e il loro benessere viene sperperato per il terrorismo”. Così il presidente americano Donald Trump ha commentato su Twitter le manifestazioni in Iran. “Sembra che gli iraniani non ne possano più. Gli Usa vigilano su eventuali violazioni dei diritti umani”, ha aggiunto.

(Agenzia)

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