Un autorevole Draghi mette al tappeto il centro destra (che lo vuole ora sul patibolo) e Mattarella dovrà sciogliere il nodo

Il Presidente Mattarella respinge le dimissioni di Draghi | Il Friuli

l premier Mario Draghi oggi alla Camera per un nuovo passaggio della crisi di governo, dopo la giornata cruciale andata in scena al Senato. “Draghi andrà alla Camera solo per dimettersi. Game over”,  confermando che all’inizio della discussione generale -alle 9 a Montecitorio- il premier annuncerà le proprie dimissioni per poi salire al Quirinale e riferire al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il passaggio ieri in Senato ha di fatto sancito la fine dell’esecutivo guidato dall’ex numero 1 della Bce.   Draghi ha fatto valere tutta la sua autorevolezza e posto le condizioni per governare in coerenza ” con la volontà dell’Italia”  Ha posto l’accento anche sul principio giusto del Reddito della cittadinanza, strumento nato per combattere la povertà ed aiutare i giovani . Esso non va penalizzato o cancellato, ma solo migliorato ha specificato Draghi.

Risoluzione Casini

Non considerata la risoluzione del Centro destra che prevedeva un governo senza il M5S. L’attenzione del premier è stata posta invece sulla risoluzione Casini su cui  aveva posto la fiducia, passata al Senato con soli 95 voti a favore, senza il sostegno di Forza Italia, Lega e M5S che non hanno partecipato al voto. I voti contrari sono stati 38 e nessun astenuto. Molto basso il dato sulla presenza in aula: solo 192 senatori, mentre i votanti sono stati 133. Il quorum è stato garantito dalla presenza in aula dei senatori 5Stelle che, tuttavia, non hanno votato. Sono invece usciti dall’Aula i senatori di Lega e Forza Italia.

Dopo il passaggio alla Camera, solo al termine dei lavori dell’Assemblea di Montecitorio, Draghi deciderà di recarsi a riferire al Presidente della Repubblica. Il Capo dello Stato avrà tutti gli elementi per decidere come procedere. Se aprire eventuali consultazioni oppure se e quando sentire i presidenti del Senato, Elisabetta Casellati, e della Camera, Roberto Fico, per procedere poi allo scioglimento delle Camere.

“Una decisione folle, assurda, una giornata di follia”. . “Tre grandi partiti di questa maggioranza, in forme diverse, hanno deciso di mettere fino a questa esperienza” e “in particolare Berlusconi e Salvini, che hanno seguito la scelta di M5S di una settimana fa di aprire di fatto la crisi”, ha spiegato il segretario del Pd parlando di “un giorno triste e drammatico per l’Italia”.

“Gli italiani guardano sgomenti a quello che è accaduto nelle loro istituzioni” e in “alcuni partiti”. “Se penso ai 19 mld del Pnrr che non arriveranno e alle riforme che non si faranno…”, ha aggiunto.