Aumentano le famiglie al di sotto della soglia della povertà

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Madri di famiglia rovistano nella spazzatura alimentare dei mercati : a questo siamo arrivati!

 Azione governativa tesa al  contrasto alla povertà incentrata su tre ambiti: il riordino delle prestazioni assistenziali, il rafforzamento e coordinamento degli interventi in materia di servizi sociali e il varo del reddito di inclusione. Quest’ultimo, introdotto con la legge delega sulla povertà approvata nel marzo scorso, rappresenta una misura dedicata alle famiglie in difficoltà. Di cosa si tratta?

 Il reddito di inclusione, detto anche Rei, è una misura varata per assicurare il sostegno economico in modo progressivo a tutte le famiglie che si trovano al di sotto della soglia di povertà assoluta, a partire dei nuclei con bambini. Oggi si stima che le famiglie che vivono in tale condizione siano circa 400mila unità, pari a un milione e 770mila individui.

Il reddito di inclusione andrà a sostituire il Sia (Sostegno per l’inclusione attiva), una misura nazionale di contrasto alla povertà che prevede l’erogazione di un beneficio economico, condizionata all’adesione a un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa, in favore delle famiglie in condizioni di fragilità sociale e disagio economico.

A caratterizzare il disagio economico si dovrebbe considerare un Isee inferiore o uguale a 3.000 euro, oltre all’assenza di altri trattamenti economici rilevanti. Ogni nucleo familiare riceverà mensilmente la somma necessaria a colmare la differenza tra la soglia di povertà e il proprio reddito disponibile

(Agenzia)

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