Quella del censimento nei campi rom non è una priorità”. Retromarcia di Matteo Salvini a seguito di un dialogo/chiarimento con Giuseppe Conte e Luigi Di Maio che non ha condiviso l’osservazione sui Rom. ” Qui nessuno ha in mente di fare schedature o censimenti su base etnica, che sarebbero peraltro incostituzionali in quanto palesamente discriminatori avverte il premier Giuseppe Conte, che congela l’ ipotesi ventilata dal titolare del Viminale, spiegando che la posizione del governo è chiara, con l’obiettivo esclusivo “di individuare e contrastare tutte le situazioni di illegalità e di degrado ovunque si verifichino, in modo da tutelare la sicurezza di tutti i cittadini”.
“Per quanto riguarda le comunità rom – ha spiegato il capo del governo rivelando quindi la sua piena autonomia dai due leader politici vicepremier – ben vengano iniziative, peraltro già sperimentate negli anni in varie città italiane, mirate a verificare l’accesso dei bambini ai servizi scolastici, alla luce del fatto che non di rado vengono tenuti lontani dai percorsi obbligatori di istruzione e formazione cui ogni minore ha diritto”. Parole, messe nere su bianco, che sono un’altolà al vicepremier Salvini che nel pomeriggio aveva rilanciato sul censimento. Eppure, ancora all’ora di pranzo, Salvini non arretrava di un passo: “Io non mollo e vado dritto! Prima gli italiani e la loro sicurezza” twittava sul censimento. Alla fine, la precisazione. Complice anche il pressing del vicepremier 5 stelle Luigi Di Maio: “Sono cose che su base razziale non si possono fare”.