Ucraina: morire in nome della libertà

 

Archivi -SUD LIBERTA’

 

L’Ucraina si è indebolita e ha necessità immediata di soldati esperti e di armi per progettare la controffensiva di primavera nella guerra con la Russia. Dopo 13 mesi di conflitto, il quadro è cambiato. La qualità delle forze militari ucraine, un tempo considerata un punto di forza sostanziale rispetto alla Russia, si è degradata nel corso di un anno di guerra, di feriti e vittime, che ha ridotto il numero dei più esperti presenti sul campo di battaglia. Tanto da far dubitare alcuni funzionari ucraini dell’immediata capacità di Kiev di organizzare la tanto attesa offensiva primaverile.

L’analisi americana, sottolinea che secondo le stime di “funzionari statunitensi ed europei, fino a 120mila soldati ucraini sono stati uccisi o feriti dall’inizio dell’invasione della Russia, rispetto ai circa 200mila da parte russa. Mosca ha un esercito molto più numeroso e una popolazione circa tre volte più grande alla quale attingere per richiamare i coscritti. L’Ucraina mantiene il massimo riserbo sul numero delle sue vittime, anche ai suoi più fedeli sostenitori occidentali”.

“Cifre a parte – l’afflusso di coscritti inesperti, introdotti per colmare le perdite, ha modificato il profilo delle forze ucraine, che soffrono anche di una carenza di munizioni di base, dai proiettili di artiglieria alle bombe di mortaio, secondo il personale militare sul campo”.

La cosa più preziosa in guerra è l’esperienza di combattimento”,  citando un comandante di battaglione della 46a brigata d’assalto aereo, identificato con il solo indicativo di chiamata, Kupol, in linea con il protocollo militare ucraino. “Un soldato sopravvissuto a sei mesi di combattimento e un soldato uscito da un poligono di tiro sono due soldati diversi. Come cielo e terra. E ci sono solo pochi soldati con esperienza sul campo“, ha aggiunto Kupol. “Purtroppo sono già tutti morti o feriti”.

Un pessimismo palpabile, anche se per lo più tacito, che dalle linee del fronte ha raggiunto le stanze del potere a Kiev, la capitale. L’incapacità dell’Ucraina di eseguire una controffensiva tanto pubblicizzata alimenterebbe peraltro nuove critiche verso gli Stati Uniti e i loro alleati europei, in particolare “per aver aspettato troppo a lungo, fino a quando le forze non si erano deteriorate, per approfondire i programmi di addestramento e fornire veicoli corazzati da combattimento, inclusi i carri armati Bradley e Leopard”.