Sentenza Tribunale Sezione del Lavoro di Messina relativa al ricorso “long list”: ora è tutto chiaro?

 

Archi vi- Sud Libertà  (Messina)

 

Messina

Il Tribunale di Messina, Sezione Lavoro, ha ritenuto legittimo l’operato della Partecipata del Comune, l’Azienda Speciale Messina Social City nel complesso procedimento di gestione delle centinaia di assunzioni attraverso la cosiddetta “long list, rigettando il ricorso proposto da un candidato escluso. È quanto si legge nel provvedimento emesso dal giudice del lavoro lo scorso lunedì 4 luglio 2023.  Il ricorso era stato avanzato dal ricorrente in quanto ritenutosi penalizzato per  la mancata considerazione dei titoli effettivamente posseduti.

Come si ricorderà, all’Avviso di selezione, bandito dalla Messina Social City, finalizzato all’assunzione di personale da adibire a diversi profili professionali, autisti, cuochi, assistenti sociali, asacom e psicologi hanno partecipato oltre 13mila candidati. Dopo la pubblicazione delle graduatorie provvisorie nel settembre del 2022, i controlli analitici da parte dell’Azienda, avevano evidenziato alcune discrasie e omissioni nelle dichiarazioni sostitutive rese dai candidati e, pertanto la stessa Azienda al fine di superare tali criticità adottò una procedura ad hoc di validazione delle domande. Tale scelta attuata attraverso una procedura massiva e generalizzata – su cui si era a suo tempo aperto un dibattito anche in sede di Consiglio comunale – l’Azienda decise di fare ricorso dopo avere acquisito il parere dell’avvocato Santi Delia, in quanto era l’unica a potere garantire il rispetto della par condicio tra i concorrenti e nel contempo il merito dei candidati.

Sulla base delle motivazioni espresso dalla Messina Social City, il Tribunale nel rigettare il ricorso del candidato, ha quindi ritenuto legittima la scelta dell’Azienda di imporre ai candidati di fornire ulteriori chiarimenti rispetto alle loro dichiarazioni, valorizzando la tesi del legale Delia che ha assistito l’Azienda anche in fase giudiziale, il quale ha ritenuto “è chiaro infatti che l’attribuzione del punteggio per il servizio prestato per datori di lavoro privato, anche alla luce della premessa di cui al comma 1 dell’art. 6 dell’avviso di selezione, secondo cui ‘la selezione è finalizzata ad accertare il possesso delle competenze professionali dei candidati in relazione all’incarico da ricoprire’, non può che richiedere lo svolgimento di un servizio in cui il profilo professionale deve essere proporzionato all’attività da svolgere”.

“La sentenza del Tribunale di Messina, Sezione Lavoro  che respinge il ricorso dell’ormai detta long list conferma la correttezza e la legittimità delle scelte e delle azioni effettuate dalla nostra Amministrazione. Abbiamo sempre operato e continueremo ad operare nella ferma applicazione delle leggi proseguendo il nostro cammino amministrativo per  raggiungere gli obiettivi di governo prefissati, basato sui valori della legalità e dell’affermazione del diritto”, ha commentato il sindaco Federico Basile.

Soddisfazione è stata espresso anche dalla presidente della Messina Social City Valeria Asquini che, sulla gestione della long list, era stata chiamata a rispondere in Consiglio comunale. “Come sottolineato in quella sede – chiarisce la Asquini – la procedura che avevamo messo in atto, per quanto complessa e articolata, era l’unica utile alla gestione di una procedura con oltre 13 mila partecipanti, procedura mai gestita prima  da un’Azienda speciale della nostra città. Questa sentenza ci legittima a rafforzare i nostri scopi statutari e la nostra attività volta a garantire il diritto primario all’assistenza dei nostri cittadini nell’ambito dei servizi sociali istituiti, e garantisce altresì il merito dei concorrenti che confidavano in una corretta gestione della procedura concorsuale. Siamo convinti che questa esperienza possa aiutarci anche per il futuro nel centrare tutti gli obiettivi istituzionali”.