Patto per il Sud: gli Ordini tecnici professionali chiedono un intervento finanziario alla Regione Sicilia per avere un incarico di progettazione

 

Catania: Ance, Architetti, Geologi, Geometri e Ingegneri scrivono al sindaco del capoluogo etneo Salvo Pogliese

 

Cantiere Edile - Foto e Immagini Stock - iStock

 

«EDILIZIA,  SBLOCCARE SUBITO PATTO PER IL SUD E PATTO PER CATANIA»

L’appello delle associazioni di categoria: «Ecco lo studio effettuato da Ance: dati allarmanti su risorse inutilizzate»

CATANIA –

«È stato un periodo critico, con lo spettro del fallimento per tante imprese del territorio e per molteplici attività professionali tecniche. La fase 2 si avvicina: è ora di far ripartire la nostra economia sbloccando i finanziamenti e generando lavoro». I presidenti di Ance Catania (Giuseppe Piana),  Geometri (Agatino Spoto), Ingegneri-Architetti (G. Platania); e Ordine dei Geologi di Sicilia (Giuseppe Collura), dopo il tavolo #CataniaSicura – organizzato per trovare nuove exit strategy e salvare il comparto da una crisi ormai annunciata – hanno deciso di scrivere una lettera al sindaco di Catania e metropolitano Salvo Pogliese, per sollecitare la ripresa economica attraverso gli strumenti amministrativi già disponibili e facilmente attivabili.

«Catania e la sua Città Metropolitana hanno già una dotazione di finanziamenti tra Patto per il Sud e Patto per Catania non indifferente – scrivono i rappresentanti di categoria – da uno studio effettuato da Ance Catania (aggiornato a dicembre 2019) emergono però dati allarmanti. Relativamente al Patto per il Sud – firmato a settembre 2016 – nell’area della Città Metropolitana ricadono 206 interventi. Dallo studio su un campione di 72 interventi (valore € 403 milioni circa), risulta che solo l’1,4% riguarda lavori conclusi, mentre il 6% ricade in interventi in fase di esecuzione dei lavoriappena il 2,8% sembrerebbe pronto per essere mandato in gara, mentre per un 5,9% si attende ancora l’esito di gara. Del rimanente 84% o si sono perse le tracce o si è nella fase embrionale della “determina per l’individuazione di tecnici per la redazione del progetto”».

Non meno allarmante il quadro che emerge per il Patto per Catania, firmato il 30 aprile 2016 (circa 747 milioni di euro, di cui 332 milioni a valere su Fondo di Sviluppo e Coesione FSC): «Dall’analisi effettuata su 92 interventi, tutti rientranti nella categoria infrastrutture (importo pari a 374,5 milioni €) risulta che solo il 3,4% riguarda lavori conclusi, mentre solamente il 10,3% è nella fase di esecuzione e solo un 15,3% sembrerebbe pronto per essere mandato in garaIl rimanente 71% è privo di valida progettazione o non si hanno informazioni. La lettura dei dati – delinea una situazione a dir poco preoccupante. Delle risorse assegnate oltre 600 milioni di euro risultano senza progettazione e pertanto non cantierabili».

«Rimane inspiegabile il ritardo nella redazione delle progettazioni e i relativi bandi di gara, non costituendo possibili giustificazioni né lo stato di dissesto in cui versa il Comune, né l’insufficienza numerica dei tecnici – è il contenuto della missiva indirizzata a Pogliese – una soluzione possibile per raggiungere l’obiettivo potrebbe essere l’affidamento ai liberi professionisti per l’intera progettazione e per la direzione dei lavori, chiedendo alla Regione Siciliana un intervento finanziario straordinario per l’esternalizzazione degli incarichi.

Per i progetti più rilevanti la strada più corretta sarebbe quella dei concorsi di progettazione, che consentirebbero un’accelerazione degli iter burocratici e amministrativi, garantendo allo stesso tempo la qualità delle opere. Di fronte alla fragilità economica e sociale in cui versa la Città di Catania servono rimedi e medicine straordinarie, anche a costo di chiedere al Governo la nomina di un Commissario Straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per la gestione delle risorse del Patto per il Sud e del Patto per Catania».

Gli scriventi chiedono a Pogliese di prendere atto dei ritardi finora registrati nella gestione delle risorse dei due Patti e conseguentemente, avendo a cuore i destini di Catania e della Città metropolitana, di richiedere ai Governi Regionale e Nazionale di procedere all’adozione di misure straordinarie tali da consentire l’utilizzo delle risorse stanziate: «Chiediamo un incontro urgente, onde verificare ogni possibile percorso utile per l’accelerazione della spesa».

Edilizia nel SUD: “solo un grande piano di investimenti potrà salvare la filiera”

Appello Ance Catania al presidente della Regione Siciliana e all’assessore Falcone

 

L'Ance sugli incentivi antisismici: "Ora semplificazione e spazio ...

Giuseppe Piana

 

CATANIA –

«Liquidità, procedure semplificate e decisioni urgenti con ricadute concrete: il settore edile dev’essere tra i primi a ripartire nella fase2». Questo l’appello del presidente di Ance Catania Giuseppe Piana al presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e all’assessore al ramo Marco Falcone, per dare un po’ di ossigeno a un comparto «già in difficoltà da oltre dieci anni e che ora è definitivamente in ginocchio a seguito dell’emergenza Covid».

«Aver sbloccato i Sal (Stato Avanzamento Lavori) – prosegue Piana – è stato un primo passo per garantire liquidità alle imprese e per preservare i livelli occupazionali, ma non basta; dobbiamo farci trovare pronti appena scatterà il “semaforo verde” con un grande piano di investimenti pubblici. Ciò non vuol dire soltanto avviare tempestivamente nuove gare, ma anche sbloccare quei cantieri imbrigliati dalla burocrazia. Bene, come dichiarato dal viceministro Cancelleri, dare avvio ai Contratti di programma RFI e ANAS: cifre importanti per la Sicilia, tutti interventi finanziati, per i quali non bisogna aggiungere un solo euro e dove sarà di fondamentale importanza l’azione e il ruolo del presidente Musumeci e dell’assessore Falcone».

«Occorre favorire la spesa e utilizzare al massimo i fondi stanziati per il Mezzogiorno, dando il via a tutti quei lavori dotati di progettazione esecutiva: penso ad esempio ai 403 milioni (pari a 72 interventi) ricadenti nell’area metropolitana di Catania del Patto per il Sud; alla spesa di oltre 223 milioni d’interventi attualmente in fase di progettazione, tra cui la rete fognaria di Catania (213 mln); ma anche ai 57,4 milioni di euro, pari a 33 interventi su 92 monitorati del Patto per Catania, che potrebbero essere già messi in gara».

«Dati che emergono – precisa Piana – da uno studio avviato già lo scorso anno da Ance Catania, in progress e consultabile sul nostro sito specifico Questo tempo dev’essere utilizzato per programmare e avviare la ripresa, intervenendo nella riorganizzazione della pubblica amministrazione. Questo vuol dire, nell’attuale situazione, anche eliminare i sopralluoghi obbligatori per la partecipazione alle gare; ridurre il più possibile la produzione cartacea sviluppando procedure esclusivamente informatiche. Le misure messe in atto per arginare la diffusione del fenomeno epidemiologico stanno avendo un impatto dirompente nel settore delle costruzioni. Tutto questo richiede l’individuazione e il riconoscimento dei costi aggiuntivi che esulano da quelli determinati e preventivati nel contratto. Occorre adeguare i Piani di Coordinamento e Sicurezza (PSC) ai protocolli per il contrasto al Covid19. Chiediamo al Governo siciliano di procedere all’aggiornamento del Prezzario Regionale sia per quanto riguarda i costi della sicurezza, sia per gli aggravi economici derivanti dalle misure adottate per contrastare l’epidemia. È un percorso che dev’essere fatto il più rapidamente possibile: l’edilizia privata va sostenuta, in un momento in cui l’indice di fiducia rischia di essere gravemente compromesso. Occorre pensare da subito a programmi, risorse e strategie da mettere in campo, superata l’emergenza, per ricostruire e rilanciare l’economia. Il settore delle costruzioni è il grande motore dell’economia italiana: ripartiamo dall’edilizia, noi siamo pronti a “batterci” in prima linea».