Per un nuovo potabilizzatore a Cefalù e il potenziamento di quello di Partinico, fiumi di denaro all’AMAP

 

Il Gruppo SEM acquisisce Acqua Claudia - Imbottigliamento
Impianto d’acqua

 

Oltre 47 milioni di euro dal Piano nazionale di ripresa e resilienza sono stati destinati all’Amap, l’azienda che gestisce il servizio idrico integrato in 35 Comuni della città metropolitana di Palermo, per realizzare il nuovo potabilizzatore ‘Presidiana’ a Cefalù e per un profondo ammodernamento e potenziamento del potabilizzatore ‘Cicala’ di Partinico. Un risultato “eccezionale” che per l’amministratore unico di Amap conferma “la capacità della nostra azienda di progettare e trovare risorse utili per il potenziamento del sistema idrico a servizio della città e della provincia di Palermo”. 

Per un terzo progetto, relativo al potabilizzatore ‘Risalaimi‘, che nel comune di Marineo collega gli invasi di Piana degli Albanesi, Rosamarina e Scansano alla città di Palermo, sono ancora in corso le interlocuzioni con il Governo regionale e con quello nazionale per individuare le fonti di finanziamento per circa 40 milioni di euro. L’Amap ha presentato un progetto complessivo di ammodernamento e potenziamento del Sip, il Sistema idrico Palermo, che comprende gli interventi nei tre impianti. I due progetti approvati andranno a risolvere alcuni problemi che si sono manifestati in questi mesi, rendendo l’intero sistema acquedottistico della provincia “più sicuro e più pronto ad affrontare eventuali emergenze”.

In particolare, a Cefalù è prevista la realizzazione di un nuovo potabilizzatore nelle vicinanze della sorgente ‘Presidiana’, in prossimità della Rocca del paese. Questo nuovo impianto renderà potabile l’acqua della sorgente che oggi presenta alti tassi di salinità e ciò aumenterà la disponibilità idrica di almeno 500 litri al secondo, con un beneficio non solo nella città normanna ma in tutti i comuni della fascia costiera sud-orientale fino a Palermo. Il valore di questo progetto è stimato in circa 25 milioni di euro ,di cui 23,9 finanziati dal Pnrr.

I lavori comprendono anche interventi di ammodernamento dei serbatoi e delle condotte, oltre che opere accessorie per la viabilità delle zone interessate. Il secondo progetto che il Governo nazionale ha approvato e finanziato riguarda, invece, il potabilizzatore Jato di Partinico e ha anch’esso un valore di circa 25 milioni di euro, di cui 24,4 a carico del Pnrr. In questo caso, i tecnici dell’Amap sono partiti dalla constatazione del peggioramento della qualità dell’acqua invasata nella diga Poma e dal calo delle sorgenti accessorie che servono i comuni della costa nord-occidentale da Isola delle Femmine fino a Balestrate. Ad accrescere le necessità di intervento è anche il fatto che l’area servita dal potabilizzatore ha visto un enorme aumento delle necessità, per la sopravvenuta piena operatività dell’aeroporto, per gli insediamenti industriali di Carini e per la presenza turistica che nel periodo estivo porta ad un aumento di circa 90.000 persone da servire.

I tecnici sottolineano come i cambiamenti climatici sempre più spesso incidono in modo drastico sulla qualità dell’acqua, o determinandone una eccessiva torbidità che costringe al fermo degli impianti, come avvenuto nelle scorse settimane e come avviene ormai ogni anno dal 2018, o, di contro, in presenza di alte temperature determinando fenomeni di acidificazione e proliferazione di alghe che incidono enormemente sui processi di potabilizzazione. “Occorre garantire – scrivono i professionisti che hanno redatto il progetto – che in qualsiasi condizione l’impianto non si fermi e continui a garantire un minimo di 400 litri di acqua potabile al secondo in uscita verso gli acquedotti.” Le condizioni della diga, costruita alla fine degli anni ‘60 e con una previsione iniziale di uso potabile esiguo rispetto a quello irriguo, sono però oggi tali da richiedere un intervento di “rinnovo funzionale” del potabilizzatore ben più corposo di una semplice manutenzione.

Con il progetto approvato si mira a realizzare “interventi tecnologici già prima del prelievo dell’acqua che permettano più fasi di separazione degli elementi indesiderati, per controllare l’apporto in ingresso e garantire la continuità del servizio”.

Sul fronte dei processi di potabilizzazione veri e propri, i tecnici hanno proposto una serie di interventi per il potenziamento delle procedure, in grado di garantire di “annullare qualsiasi rischio fisico, chimico o microbiologico per il consumatore, adottando i sistemi più tecnologicamente avanzati.”.