Quando il destino è davvero crudele: Angela Grignano, ferita nell’esplosione di Parigi,rischia di perdere un arto

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Esplosione di Parigi. Angela Grignano,(Nella foto insieme con il fratello sacerdote) la 24enne di Trapani rimasta gravemente ferita potrebbe perdere un arto La riserva sulla vita non è stata ancora sciolta e più tardi  i chirurghi valuteranno di effettuare un altro intervento per cercare di salvarle l’arto. «E’ rimasta una sola arteria ad irrorare la zona sotto il polpaccio», ha spiegato all’Ansa il fratello, padre Giuseppe Grignano, raggiunto al telefono a Parigi, dove è giunto ieri assieme ai genitori con un volo messo a disposizione dal Consolato italiano.

«Nonostante il lungo intervento chirurgico di ieri –  – i medici non sono riusciti, per le gravissime lesioni all’arto, a ripristinare la circolazione sanguigna. E purtroppo dalla gamba martoriata, Angela continua a perdere sangue». E’ ancora in uno stato di gravità che non consente di esprimersi, certamente «è in atto una forte infiammazione all’arto, che potrebbe avere pesanti ripercussioni sulle condizioni generali della paziente». «Siamo nelle mani di Dio», sono le parole di fede del fratello sacerdote. E più tardi sapremo se Angela verrà miracolata a conservare gli arti ed ad avere una vita sana e normale.

Ricordo di un Miracolo: i medici staccano la spina al bimbo ma il cuore riprende a battere…..

 

 La famiglia del piccolo Dylan ricorda il miracolo di due anni orsono quando  dopo essere stato in coma, il bimbo si è risvegliato nel momento in cui i genitori avevano dovuto prendere la drammatica decisione di staccare la spina delle macchine che lo tenevano in vita.

Quest’anno – in cui il bambino è diventato il protagonista di una campagna dell’organizzazione ‘CLIC Sargent’ (che aiuta le famiglie con bambini malati di cancro) – i suoi genitori hanno voluto ricordare l’incredibile storia di cui sono stati protagonisti.

                                                    IL  MIRACOLO

A Natale 2015 Dylan, che oggi ha 4 anni, viene ricoverato al ‘Royal Hospital’ di Derby, in Gran Bretagna, con problemi respiratori: dalle analisi si scopre che i suoi polmoni sono collassati. Ulteriori test al ‘Queens Medical Hospital’ di Nottingham rivelano che la causa di questo collasso polmonare è la massa di cisti che li ricoprono per l’80%.

E la diagnosi è terrificante: ‘Pulmonary Langerhans cell histiocytosis’ (PLCH). Inoltre, il bimbo contrae una polmonite batterica che sembra senza speranza. Poi il coma. E quando i medici – con il consenso dei genitori di Dylan – decidono di fermare il suo supporto vitale, interrompendo i farmaci e iniziando a sedarlo, miracolosamente il battito cardiaco torna normale.

“Abbiamo subito urlato ‘Fermatevi! Combatte ancora’ ” racconta la madre del bimbo. “I suoi livelli di ossigeno hanno iniziato a salire e lui ha iniziato a tornare da noi. Era la domenica di Pasqua” ha raccontato. “Ero convinta che fosse un miracolo di Pasqua. Non sono molto religiosa, ma ho pensato che fosse un miracolo”.

 (Foto Facebook e d’Ag.)

Che Dio – e S.Rita – aiutino l’equipaggio del sommergibile argentino S.Juan

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(Foto Archivio-Agenzia)

E’ il momento del pianto e della disperazione.Anche della preghiera . Occorre rivolgersi a Dio e ai Santi perchè l’impossibile si avveri. La salvezza cioè  di quegli uomini coraggiosi a salire su un mezzo datato di oltre trenta anni..Sarebbe davvero ora il momento di richiedere l’intercessione della Santa che aiuta nei casi disperati: S.Rita.

Disperati, perché ormai sanno che solo un miracolo potrebbe riportare a casa i loro fratelli, mariti, figli e amici del sottomarino San Juan.. Tutti dispersi. Tutti, forse, già morti nei fondali dell’oceano. Ma c’è anche rabbia.Sono furiosi i famigliari dei 44 membri dell’equipaggio  dopo quasi 10 giorni di ricerche nel Sud Atlantico. Ieri il portavoce della Marina argentina, Enrique Balbi non ha lasciato spazio a dubbi. “Sì, c’è stata un’esplosione” ha detto, confermando la tesi che già da qualche giorno aveva iniziato a rimbalzare sui media dopo il rilevamento dell’anomalia idro-acustica.

I parenti  perdono la calma, fanno domande. Soprattutto vogliono risposte, desiderano conoscere la verità. Come il 34enne Federico Ibañez. Suo fratello Christian è un tecnico e si è imbarcato sul San Juan per occuparsi dei radar. “Ho chiesto spiegazioni alla Marina argentina – ha detto il giovane alla ‘Cnn’ -. Perché continua a dire che il sottomarino potrebbe trovarsi in superficie?E perché i soccorritori hanno impiegato così tanto tempo prima di cominciare a setacciare il fondo dell’oceano?”.

Tutti aspettano il miracolo.

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(Foto Agenzia)

Ma la Marina prosegue le ricerche senza sosta. Gli altri non smettono di sperare. Anche se non fossero morti nell’esplosione, l’ossigeno all’interno del San Juan potrebbe già essere finito da un pezzo. Se così fosse, il destino dei marinai sarebbe già segnato, a meno che non siano stati in grado di raccogliere nuove riserve d’aria in superficie.

Oltre all’Argentina, hanno unito le forze Germania, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Spagna, Stati Uniti, Francia, Norvegia, Perù, Gran Bretagna e Uruguay. E ieri si è aggiunta anche la Russia. Ma del sottomarino, ancora non c’è traccia.

– Gli esperti, nel frattempo, sembrano divisi. Per Peter Layton, visiting professor della Griffith University “se il San Juan è affondato ma è ancora intatto, avrà circa una settimana o 10 giorni di ossigeno”.In questo caso, quindi, il tempo sarebbe già scaduto. Per il capitano e comandante della Marina spagnola, Alejandro Cuerda Lorenzo, invece, se i marinai sono colati a picco ma sono ancora vivi, potrebbero avere ancora quattro giorni d’ossigeno. “Potrebbero sopravvivere fino al 28 novembre” ha spiegato il comandante ai microfoni di ‘Herrera En Cope’, sottolineando che, secondo i calcoli della Marina argentina, le scorte di ossigeno del San Juan avrebbero raggiunto il loro limite ieri.

– Se i marinai sono morti, quello del San Juan sarebbe il disastro sottomarino più letale dopo quello del Kursk, il sottomarino russo affondato 17 anni fa nel mare di Barents, con a bordo 118 membri dell’equipaggio      Che Iddio ora aiuti i sommergibilisti  ( Agenzia).