UN PIANO PER LA STRISCIA DI GAZA MA SUL FUTURO DELLA “PALESTINA” SCONTRI APERTI IN ISRAELE

 

Le divisioni interne al governo israeliano sul futuro della Palestina e del suo status non riconosciuto stanno diventando sempre più polemiche e divergenti .

A quasi tre mesi dall’inizio della guerra ad Hamas nella Striscia di Gaza, le divergenze di opinioni e le divisioni interne al governo israeliano sul futuro dell’enclave palestinese stanno diventando sempre più evidenti e, soprattutto, pubbliche.

Case del campo di Jabaliya distrutte da bombardamenti israeliani nel 2012 foto wikipedia
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Giovedì scorso il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha infatti delineato un programma che non prevede sia il controllo di Hamas sull’enclave sia tantomeno la presenza di cittadini israeliani sul territorio una volta finita la guerra. Ma il piano è stato criticato duramente dal ministro delle Finanze di estrema destra del paese, Bezalel Smotrich, che ha invece sostenuto con forza l’idea di un esodo palestinese da Gaza. Il ministro, in particolare, ha chiesto “la ripresa della costruzione di insediamenti” israeliani nella Striscia e la “migrazione volontaria” dei suoi civili al termine del conflitto.

Nella giornata di ieri si è consumato lo scontro aperto tra alcuni dei principali politici israeliani dopo quella che una fonte ha descritto come una ‘lotta’ in una riunione del gabinetto di sicurezza su come gestire le indagini sugli attacchi di Hamas contro Israele del 7 ottobre scorso. Ma forti disaccordi pubblici si sono registrati anche sul piano postbellico per Gaza.

 Estrema destra contro il piano per Gaza

Giovedì scorso – si apprende -il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha infatti delineato un programma che non prevede sia il controllo di Hamas sull’enclave sia tantomeno la presenza di cittadini israeliani sul territorio una volta finita la guerra. Ma il piano è stato respinto dal ministro delle Finanze di estrema destra del paese, Bezalel Smotrich, che ha invece sostenuto con forza l’idea di un esodo palestinese da Gaza. Il ministro, in particolare, ha chiesto “la ripresa della costruzione di insediamenti” israeliani nella Striscia e la “migrazione volontaria” dei suoi civili al termine del conflitto.