Oggi alle 9.30 si rivota sul decreto elezioni- Convocati i senatori “assenti”

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Stamane alle 9.30, sarà ripetuta la procedura al Senato di fiducia sul decreto visto che non si è raggiunto il numero legale di 150 senatori a fronte di 149 votanti

Il mistero dei senatori a vita, quasi sempre assenti o in missione ...

Nella foto sopra “i senatori a vita” quasi sempre assenti al Senato

Il voto al provvedimento – che era passato con 145 sì, 2 contrari (Emma Bonino e Matteo Richetti) – aveva provocato le assenze per protesta del centrodestra, mentre il senatore Riccardo Nencini, pur presente, non aveva partecipato al voto. Se non convertito in legge, il provvedimento decadrà oggi.

 – In ordine  alle suppletive, il decreto ne fissa il termine per lo svolgimento per i seggi dichiarati vacanti alla Camera e al Senato entro il prossimo 31 luglio, in 240 giorni dalla dichiarazione della vacanza, rispetto ai 90 previsti dalla legge elettorale. Attualmente è stato dichiarato vacante il 18 marzo scorso il seggio del Senato del collegio 3 della Sardegna. Senza l’emanazione del decreto legge si sarebbe quindi dovuto votare entro domenica scorsa. A questa vacanza potrebbe aggiungersi, sempre a palazzo Madama, quella del collegio 9 del Veneto, dopo la morte ieri del senatore di Fdi Stefano Bertacco.

Elezioni regionali:  viene prolungata di tre mesi la durata in carica dei consigli regionali, il cui rinnovo era previsto entro il prossimo 2 agosto 2020 e si stabilisce che le elezioni si svolgano nel periodo tra 15 e 60 giorni successivi al termine della nuova scadenza del mandato o nella domenica-lunedì compresi nei 6 giorni ulteriori. Le elezioni potranno perciò svolgersi nel periodo dal 15 settembre al 5 novembre, con la prima data utile il 20-21 settembre e l’ultima il primo-2 novembre. In pratica la legislatura che in Liguria, Veneto, Toscana, Marche, Campania e Puglia scadeva lo scorso 31 maggio è stata prolungata al 31 agosto.

Comunali:  il turno annuale ordinario del 2020 viene spostato ad una domenica compresa tra il 15 settembre e il 15 dicembre, anziché tra il 15 aprile e il 15 giugno. Nello stesso periodo si voterà anche per l’elezione dei consigli comunali e circoscrizionali che devono essere rinnovati per motivi diversi dalla scadenza del mandato, se le condizioni che rendono necessarie le elezioni si sono verificate entro il 27 luglio 2020. Si stabilisce tuttavia che quest’ultima disposizione non si applica alle elezioni degli organi circoscrizionali nei Comuni, come ad esempio Roma, dove il Consiglio comunale rimarrà in carica fino alla scadenza naturale prevista nel 2021.

Provinciali –  le elezioni dei presidenti di Provincia e dei Consigli provinciali in scadenza nel 2020 si svolgeranno entro 90 giorni dalle elezioni dei Consigli comunali, con la conseguente proroga della durata del mandato fino al rinnovo degli organi.

Per l’emergenza sanitaria è stato ridotto ad un terzo il numero minimo di sottoscrizioni richieste per la presentazione delle liste e candidature per le elezioni comunali e regionali, salvo diversa disposizione adottata, per queste ultime, dalle Regioni. Viene poi stabilita l’applicazione delle norme sulla par condicio.

Maggiore attenzione è stata riversata  nell’esame del decreto legge  relativo all’election day e conseguentemente alla data in cui si svolgeranno le elezioni, considerando che in alcuni Comuni potrebbe essere necessario il ballottaggio.

Già a marzo il cosiddetto decreto ‘Cura Italia’ aveva prorogato il termine di indizione del referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari portandolo da 60 a 240 giorni dalla comunicazione di ammissibilità. Quindi il governo avrà tempo fino al 19 settembre, ma la consultazione dovrà svolgersi in una data compresa tra i 50 e i 70 giorni successivi. Per votare il 20 settembre occorrerebbe perciò indire il referendum tra il 12 luglio e il 2 agosto.

Il decreto legge prevede infatti l’applicazione del principio dell’election day anche per lo svolgimento del referendum -e sarà valutata l’opera del comitato promotore -e l’orientamento del governo sarebbe appunto quello di votare per regionali e amministrative il 20 e 21 settembre. Due questioni che come detto sono oggetto di polemica, con componenti del comitato referendario che contestano l’accorpamento, mentre in generale sulla data del voto le opposizioni, in particolare Fratelli d’Italia, hanno manifestato contrarietà, unitamente ad alcune Regioni.