Catania,corruzione e peculato , dipendenti Interporti denunciano, e la Procura indaga l’assessore regionale Falcone, l’ex vicepresidente Armao e arrestato l’ex deputato D’Asero

 

 

 

L’assessore regionale all’Economia, in qualità di ex assessore alle infrastrutture, Marco Falcone, l’ex vicepresidente del governo siciliano Gaetano Armao sono indagati dalla Procura di Catania in un’inchiesta sulla Società degli Interporti siciliani Spa, azienda a totale partecipazione pubblica.

Nell’ambito della stessa indagine i carabinieri hanno arrestato e posto ai domiciliari l’ex deputato regionale Nino D’Asero, di Biancavilla, di 71 anni, l’imprenditore Luigi Cozza, catanese di 70 anni, l’amministratore unico della società, Rosario Torrisi Rigano, catanese di 69 anni e una dipendente dell’azienda, Cristina Sangiorgi, catanese di 52 anni. Tra i reati ipotizzati, a vario titolo, peculato e corruzione. Le misure sono state firmate dal gip del Tribunale di Catania. I quattro arrestati sono accusati a vario titolo di induzione indebita a dare o promettere utilità, peculato, corruzione per un atto contrario ai propri doveri d’ufficio e contraffazione e uso di pubblici sigilli.

L’indagine ha preso il via dopo un esposto, redatto da diversi dipendenti con funzioni apicali della “Società degli Interporti Siciliani S.p.a.”, circa le false attestazioni e le dichiarazioni prodotte da una dipendente, Cristina Sangiorgi, finita ai domiciliari, in merito al possesso di un titolo di laurea.

Le indagini hanno messo in luce le interferenze illecite che avrebbe esercitato l’ex deputato Nino D’Asero, su Rosario Torrisi Rigano, amministratore Unico della Società, attraverso alcuni politici regionali, finalizzate prima alla revoca del licenziamento della Sangiorgi e poi a garantirle una posizione lavorativa alla stessa gradita nell’ambito dell’azienda e, infine, ad omettere l’avvio di doverose procedure disciplinari dopo il rifiuto di svolgere gli incarichi affidatile, così come per il rifiuto della donna di lavorare in smart-working durante la prima fase della pandemia da Covid 19.

Secondo gli investigatori  D’Asero si è rivolto a Marco Falcone, attuale assessore regionale all’Economia e all’epoca dei fatti assessore regionale delle infrastrutture e della mobilità a Gaetano Armao, ex assessore regionale all’Economia e vicepresidente della Regione, Giuseppe Li Volti, ex assistente parlamentare e coordinatore della segreteria particolare di Marco Falcone, i quali avrebbero esercitato pressioni su Torrisi Rigano per far revocare il licenziamento della dipendente.

Si è pure scoperto un accordo corruttivo che sarebbe intercorso tra Torrisi Rigano e Luigi Cozza, titolare della “LCT”, società operante nel settore dei trasporti titolare dell’affidamento in concessione della gestione funzionale, operativa ed economica oltreché della manutenzione ordinaria per nove anni del Polo Logistico dell’Interporto di Catania.

Torrisi Rigano avrebbe concesso l’area in questione alla “LCT S.p.a.” in uso gratuito per svariati mesi prima che venisse formalizzato il contratto, avvisando Cozza e altri manager e dipendenti della società dei controlli che la medesima avrebbe potuto subire da parte dell’Ispettorato del Lavoro e dei Vigili del Fuoco e della necessità di ottenere le varie certificazioni essenziali per poter occupare gli spazi e i locali del Polo Logistico e stipulare il contratto di concessione. Torrisi Rigano, avrebbe omesso o comunque ritardato l’invio di diffide ufficiali alla “LCT S.p.a.” concernenti la liberazione e sgombero o la regolarizzazione della documentazione prima della stipula del contratto di concessione, e avrebbe consentito alla predetta società di concludere un contratto con una terza società in violazione della concessione stessa. In cambio Torrisi Rigano avrebbe ottenuto da Cozza l’assunzione della propria nuora nella LCT, e accettato la promessa di ulteriori utilità.

 

 

 

Bilancio, la Regione siciliana ci riprova e revoca la delibera disapprovata dalla Corte dei conti

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Revocata la delibera di ottobre sul rendiconto generale della Regione per il 2017 tanto contestata dall’Organo contabile della Regione siciliana.Il Presidente Musumeci esprime il suo malumore anche nei confronti degli esperti economici della Regione    autori del documento contabile disapprovato dai giudici

La Corte dei conti aveva rilevato che con quella delibera era stato stravolto sostanzialmente  il rendiconto esaminato  nel luglio scorso, innestato in un disegno di legge comprendente  il bilancio consolidato e già pronto per la discussione in Assemblea regionale.

Ora l’assessore all’Economia, Gaetano Armao,comunica che  presto la Giunta regionale  trasmetterà all’Assemblea un nuovo provvedimento legislativo con il  rendiconto parificato dalla Corte dei conti.

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La Regione approva il Defr, condanna il peso burocratico degli Uffici e riconosce con Musumeci che la Sicilia è ‘ senza futuro”

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MUSUMECI : “E’ IN CORSO UNA STRAGE GENERAZIONALE, I GIOVANI ABBANDONANO LA SICILIA RITENENDOLA SENZA FUTURO..

 

Approvato l’aggiornamento del Defr, il Documento di Economia e Finanza regionale  per le previsioni di entrate della Regione e dunque per la predisposizione del nuovo bilancio del prossimo anno e della Legge di stabilità . Il def regionale parte dalle previsioni nazionali e conclude con riflessioni di condanna del peso burocratico ereditato dalle passate gestioni. 

Il pensiero dell’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao :“Sulla base del dato previsionale che emerge dall’aggiornamento del documento di economia e finanza dello Stato appena approvato dalle Camere, ne scaturisce un quadro pro grammatico di crescita del Pil reale corrispondente a 1,7% nel 2018, 1,5% nel 2019, 1,5% nel 2020 e 1,2% nel 2021, tendenza che si fonda sull’attivazione della spesa di sviluppo (fondi regionali, europei e statali), secondo il profilo temporale e gli importi previsti nei programmi di investimento del governo regionale e di quelli operati dalle imprese: solo per Enel e Terna gli investimenti programmati nel triennio dovrebbero superare il miliardo di euro” 

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“E cosi superati i 90 miliardi di euro nel 2021 si potranno raggiungere i 100 miliardi di valore nominale del Pil – Il 2021, da qui una flessione delle previsioni di crescita, sarà anche l’anno di avvio della nuova programmazione per la quale dovrà essere evitata la stasi iniziale di investimenti registrata nel periodo 2014-2020, sopratutto concentrando la spesa di fondi extra-regionale di fonte statale”. Nel quadriennio, rispetto alla ricchezza perduta nel periodo della crisi 2008-14 (quando il Pil regionale é sceso del 15,3%) “si recupererà così il 5,9%, circa il 40%, che si aggiunge al meno robusto 20% recuperato nel periodo 2015-17 (2,4%)”.

  “Come per l’approvazione del Defr a giugno scorso anche questa volta i tempi sono stati rispettati in linea con gli impegni assunti dal governo Musumeci – afferma l’assessore – Il Documento potrà adesso entrare in Parlamento per le valutazioni di rito, dopo l’approvazione del rendiconto generale, dell’assestamento, dei debiti fuori bilancio già calendarizzati”.

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Il presidente Musumeci esprime un assunto : “E’ in corso una ‘strage generazionale’: decine di migliaia di giovani abbandonano annualmente la Sicilia ritendola una terra senza futuro. Diplomati e laureati, il meglio delle nuove generazioni alle quali dovremmo affidare le possibilità di sviluppo, dopo esser stati educati e formati in Sicilia, con grandi sacrifici per le famiglie, affidano le speranze di lavoro all’emigrazione senza ritorno”.

Di più : “sembra ormai prevalere un’irrimediabile percezione della decrescita che tracima in una vera e propria frattura del sistema del diritti di cittadinanza che si misura nel livello dei servizi pubblici i quali, nonostante la pur lievissima ripresa del Pil e occupazione, rimane drammaticamente più basso del centro-nord ed analoghe tendenze hanno riguardato vivibilità, ambiente, dotazione infrastrutturale, standard di istruzione, università e ricerca, efficienza dei trasporti locali, ed in particolare qualità dei servizi sanitari e cura per adulti ed infanzia”.

Nel Mezzogiorno la pressione della burocrazia comprime le possibilità di crescita con un’intensità doppia, pari al 48,2% in più, rispetto al Centro Nord”, prosegue il documento della Giunta Musumeci.

E “così tempi della giustizia civile e tributaria, tempi di pagamento della Pa, lunghezza delle code negli uffici pubblici, pratiche on line gestite dai comuni, durata delle opere pubbliche, corruzione, qualità di governo, assenteismo per malattia dei dipendenti pubblici e creazione di valore delle società partecipate dagli enti territoriali, sono tutti elementi che militano in senso negativo sulla competitività del Sud e della Sicilia e che occorre urgentemente riformare, ed in questo si esplica l’impegno del governo regionale, si vedrà di seguito, per consentire una ripresa economica”.

Musumeci rincara la dose nel suo aggiornamento: “In questo contesto costo del credito, carenza di misure di incentivazione fiscale, arretratezza e costi di trasporto, concorrenza sleale da parte del sommerso e inerzia burocratica – scrive il governo nella nota di aggiornamento del Defr – costituiscono gli ostacoli allo sviluppo che il governo intende aggredire con una decisa politica di riforme strutturali unita all’aumento della capacità di tempestivo impiego delle risorse finanziarie extraregionali. Un rilievo peculiare va riconosciuto alla riforma delle generali procedure amministrative da accompagnare con riforme di settore (urbanistica ed edilizia, appalti, contributi, controlli, organizzazione). E’ infatti proprio la Sicilia – sottolinea il documento – che una recente ricerca rileva avere il più alto tasso di peso burocratico con effetto oppressivo per cittadini ed imprese e disincentivo per gli investimenti”.

LAVORO.    “Il complesso quadro macroeconomico impone alla Regione, senza che tuttavia questa possa sostituire le troppo timide misure di perequazione infrastrutturale e di compensazione della condizione di insularità, uno straordinario sforzo legislativo ed amministrativo. Sul primo il governo può contribuire attraverso una serrata attività propositiva di iniziative legislative di riforma, che sono state declinate nel programma illustrato al Parlamento”.

Con riguardo alle riforme legislative, oltre ad alcune prime misure inserite nella legge di stabilità del 2018 e nella legge ad essa collegato sono state intraprese molteplici iniziative nei settori ritenuti strategici, alcune delle quali già avviate. In taluni casi – prosegue il documento – in materie particolarmente complesse ed articolate, si è fatto ricorso con successo alla delegificazione attraverso una demoltiplicazione regolativa tra legge e regolamento”. Per il governo “questa tecnica normativa pur lasciando impregiudicato il ruolo del Parlamento, consente mediante l’utilizzo della fonte regolamentare la compiuta disciplina della fattispecie”. “Ed in tal senso –sono cadute nel vuoto le perplessità di chi riteneva incostituzionale tale forma innovativa di regolazione che troverà ampia applicazione in futuro”.

Il documento del governo è ben studiato, tocca importanti tematiche sociali come il lavoro,vedremo adesso le valutazioni dei partiti politici siciliani