Rafah, Usa fermano consegna bombe- 827 milioni di dollari di armi – a Israele senza un piano per proteggere i civili. Riaperto valico di Kerem Shalom

Costruzione del molo di Gaza

Si completa la ostruzione del molo di Gaza

 

Gli Stati Uniti  stoppano l’ordine dell’invio  di bombe ed armi a Israele visto che Israele ha annunciato l’operazione di terra a Rafah.

La spedizione, trattenuta la settimana scorsa, comprende 1.800 bombe da 910 chili e 1.700 bombe da 225 chili.

Si apprende che Israele vuol chiudere la partita con Hamas alla sua maniera e ha riaperto il valico di Kerem Shalom con la Striscia, chiuso domenica a seguito dell’attacco nel quale erano rimasti uccisi quattro militari. Il Coordinatore delle attività governative nei Territori ha dichiarato che il valico è stato riaperto questa mattina ai camion per l’ingresso a Gaza, secondo le “direttive adottate a livello politico”.

Gli Usa hanno comunicato nuovamente  la loro contrarietà  ad  un attacco senza un piano per proteggere i civili e  causare  una tragedia umanitaria di proporzioni immani nell’enclave palestinese.

Gli Stati Uniti hanno avuto un paio di incontri virtuali con alti funzionari israeliani negli ultimi mesi per esprimere le loro preoccupazioni riguardo a una potenziale operazione a Rafah e per presentare alternative su come Israele potrebbe colpire Hamas nella città senza ricorrere ad un’invasione su larga scala. I colloqui proseguiranno, ma la Casa Bianca ha ritenuto che non fossero sufficienti a tranquillizzare gli Stati Unitiio. “Quando il mese scorso i leader israeliani sembravano avvicinarsi ad una decisione sull’operazione, abbiamo iniziato a rivedere attentamente i trasferimenti proposti di particolari armi a Israele che avrebbero potuto essere utilizzate a Rafah”

Gli Stati Uniti-si apprende pure – avrebbero ritardato un trasferimento a Israele di JDAM, Joint Direct Attack Munition, sistemi in grado di trasformare bombe a caduta libera in bombe guidate, chiarendo però che questo è avvenuto molto prima rispetto alla spedizione ritardata la scorsa settimana. “Per alcuni altri casi, presso il Dipartimento di Stato – e questo include i kit JDAM – stiamo continuando la revisione. Nessuno di questi casi riguarda trasferimenti imminenti. Si tratta di trasferimenti futuri”    Siamo impegnati a garantire che Israele riceva ogni dollaro stanziato nel supplemento”,  gli Stati Uniti hanno appena approvato altri 827 milioni di dollari di armi e attrezzature per Israele.

Israele controlla il valico di Rafah

Ieri Israele ha effettuato quella che gli Stati Uniti hanno descritto come un’operazione “limitata” a Rafah, chiudendo il valico di frontiera con l’Egitto  dalla quale passano gli aiuti umanitari per la popolazione. “Questa sembra essere un’operazione limitata, ma ovviamente molto dipende da ciò che verrà dopo”, ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato Matt Miller. “Hanno detto chiaramente che vogliono condurre lì una grande operazione militare. Abbiamo chiarito che siamo contrari a tale operazione”.

Israele, “accordo entro una settimana o scatterà l’operazione a Rafah”- Monito degli Stati Uniti

Soldati israeliani a Gaza - Fotogramma /Ipa

Fotogramma

 

Una delegazione di Hamas si sta recando nella capitale egiziana per ulteriori negoziati e ribadirà le richieste  per un accordo, principalmente un impegno israeliano a porre fine alla guerra scatenata dall’assalto del 7 ottobre. La delegazione  dovrebbe essere guidata da Khalil al-Hayya e includerà anche Zaher Jabarin e Ghazi Hamad.

Secondo un alto funzionario israeliano, citato da Kan, “se Hamas non risponderà in modo totalmente negativo, si può ottenere una svolta”.

Ultimatum Israele: “Accordo entro 7 giorni o scatterà operazione a Rafah”

Scatta intanto l’ultimatum di Israele ad Hamas per un accordo sul cessate il fuoco nella Striscia. Tel Aviv ha dato una settimana di tempo, altrimenti avvierà l’operazione militare a Rafah, dove sono rifugiati circa 1,4 milioni di palestinesi. L’Egitto, secondo le news riportate dal Wall Street Journal e attribuite a fonti del Cairo, ha lavorato con Israele sulla nuova proposta di cessate il fuoco presentata ad Hamas lo scorso weekend. La leadership politica dell’organizzazione avrebbe dovuto consultarsi con quella militare a Gaza e tornare con una risposta.

I danni di un’operazione miliare israeliana a Rafah “andrebbero oltre l’accettabile” senza un piano per proteggere i civili palestinesi. E’ l’avvertimento rilanciato dal segretario di Stato americano Antony Blinken, che ha parlato al McCain Institute’s Sedona Forum in Arizona. “Assente un piano del genere, non possiamo sostenere una grande operazione militare a Rafah, perché i danni che farebbero andrebbero oltre quello che è accettabile”,

E’ Hamas “l’unico ostacolo” ad un accordo, ha poi ribadito il segretario di Stato americano, mentre è attesa oggi al Cairo una delegazione del gruppo per i negoziati. “Aspettiamo di vedere se, in effetti, possono accettare un sì come risposta sul cessate il fuoco e sul rilascio degli ostaggi – ha dichiarato Blinken al Forum di Sedona del McCain Institute in Arizona –

“Qatar pronto di accettare la proposta degli Stati Uniti di espellere la leadership di  Hamas”

Se non si dovesse arrivare ad un accordo di pace, il Qatar sarebbe intanto pronto ad accettare la richiesta degli Stati Uniti di espellere la leadership di Hamas da Doha, espulsione che potrebbe avvenire presto. Il segretario di Stato americano Blinken  ha significato questo scenario al premier del Qatar Mohammed Al Thani che Doha dovrebbe espellere la leadership del gruppo se Hamas continuerà a respingere le proposte sul cessate il fuoco ed il rilascio degli ostaggi.