La Regione approva il Defr, condanna il peso burocratico degli Uffici e riconosce con Musumeci che la Sicilia è ‘ senza futuro”

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MUSUMECI : “E’ IN CORSO UNA STRAGE GENERAZIONALE, I GIOVANI ABBANDONANO LA SICILIA RITENENDOLA SENZA FUTURO..

 

Approvato l’aggiornamento del Defr, il Documento di Economia e Finanza regionale  per le previsioni di entrate della Regione e dunque per la predisposizione del nuovo bilancio del prossimo anno e della Legge di stabilità . Il def regionale parte dalle previsioni nazionali e conclude con riflessioni di condanna del peso burocratico ereditato dalle passate gestioni. 

Il pensiero dell’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao :“Sulla base del dato previsionale che emerge dall’aggiornamento del documento di economia e finanza dello Stato appena approvato dalle Camere, ne scaturisce un quadro pro grammatico di crescita del Pil reale corrispondente a 1,7% nel 2018, 1,5% nel 2019, 1,5% nel 2020 e 1,2% nel 2021, tendenza che si fonda sull’attivazione della spesa di sviluppo (fondi regionali, europei e statali), secondo il profilo temporale e gli importi previsti nei programmi di investimento del governo regionale e di quelli operati dalle imprese: solo per Enel e Terna gli investimenti programmati nel triennio dovrebbero superare il miliardo di euro” 

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“E cosi superati i 90 miliardi di euro nel 2021 si potranno raggiungere i 100 miliardi di valore nominale del Pil – Il 2021, da qui una flessione delle previsioni di crescita, sarà anche l’anno di avvio della nuova programmazione per la quale dovrà essere evitata la stasi iniziale di investimenti registrata nel periodo 2014-2020, sopratutto concentrando la spesa di fondi extra-regionale di fonte statale”. Nel quadriennio, rispetto alla ricchezza perduta nel periodo della crisi 2008-14 (quando il Pil regionale é sceso del 15,3%) “si recupererà così il 5,9%, circa il 40%, che si aggiunge al meno robusto 20% recuperato nel periodo 2015-17 (2,4%)”.

  “Come per l’approvazione del Defr a giugno scorso anche questa volta i tempi sono stati rispettati in linea con gli impegni assunti dal governo Musumeci – afferma l’assessore – Il Documento potrà adesso entrare in Parlamento per le valutazioni di rito, dopo l’approvazione del rendiconto generale, dell’assestamento, dei debiti fuori bilancio già calendarizzati”.

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Il presidente Musumeci esprime un assunto : “E’ in corso una ‘strage generazionale’: decine di migliaia di giovani abbandonano annualmente la Sicilia ritendola una terra senza futuro. Diplomati e laureati, il meglio delle nuove generazioni alle quali dovremmo affidare le possibilità di sviluppo, dopo esser stati educati e formati in Sicilia, con grandi sacrifici per le famiglie, affidano le speranze di lavoro all’emigrazione senza ritorno”.

Di più : “sembra ormai prevalere un’irrimediabile percezione della decrescita che tracima in una vera e propria frattura del sistema del diritti di cittadinanza che si misura nel livello dei servizi pubblici i quali, nonostante la pur lievissima ripresa del Pil e occupazione, rimane drammaticamente più basso del centro-nord ed analoghe tendenze hanno riguardato vivibilità, ambiente, dotazione infrastrutturale, standard di istruzione, università e ricerca, efficienza dei trasporti locali, ed in particolare qualità dei servizi sanitari e cura per adulti ed infanzia”.

Nel Mezzogiorno la pressione della burocrazia comprime le possibilità di crescita con un’intensità doppia, pari al 48,2% in più, rispetto al Centro Nord”, prosegue il documento della Giunta Musumeci.

E “così tempi della giustizia civile e tributaria, tempi di pagamento della Pa, lunghezza delle code negli uffici pubblici, pratiche on line gestite dai comuni, durata delle opere pubbliche, corruzione, qualità di governo, assenteismo per malattia dei dipendenti pubblici e creazione di valore delle società partecipate dagli enti territoriali, sono tutti elementi che militano in senso negativo sulla competitività del Sud e della Sicilia e che occorre urgentemente riformare, ed in questo si esplica l’impegno del governo regionale, si vedrà di seguito, per consentire una ripresa economica”.

Musumeci rincara la dose nel suo aggiornamento: “In questo contesto costo del credito, carenza di misure di incentivazione fiscale, arretratezza e costi di trasporto, concorrenza sleale da parte del sommerso e inerzia burocratica – scrive il governo nella nota di aggiornamento del Defr – costituiscono gli ostacoli allo sviluppo che il governo intende aggredire con una decisa politica di riforme strutturali unita all’aumento della capacità di tempestivo impiego delle risorse finanziarie extraregionali. Un rilievo peculiare va riconosciuto alla riforma delle generali procedure amministrative da accompagnare con riforme di settore (urbanistica ed edilizia, appalti, contributi, controlli, organizzazione). E’ infatti proprio la Sicilia – sottolinea il documento – che una recente ricerca rileva avere il più alto tasso di peso burocratico con effetto oppressivo per cittadini ed imprese e disincentivo per gli investimenti”.

LAVORO.    “Il complesso quadro macroeconomico impone alla Regione, senza che tuttavia questa possa sostituire le troppo timide misure di perequazione infrastrutturale e di compensazione della condizione di insularità, uno straordinario sforzo legislativo ed amministrativo. Sul primo il governo può contribuire attraverso una serrata attività propositiva di iniziative legislative di riforma, che sono state declinate nel programma illustrato al Parlamento”.

Con riguardo alle riforme legislative, oltre ad alcune prime misure inserite nella legge di stabilità del 2018 e nella legge ad essa collegato sono state intraprese molteplici iniziative nei settori ritenuti strategici, alcune delle quali già avviate. In taluni casi – prosegue il documento – in materie particolarmente complesse ed articolate, si è fatto ricorso con successo alla delegificazione attraverso una demoltiplicazione regolativa tra legge e regolamento”. Per il governo “questa tecnica normativa pur lasciando impregiudicato il ruolo del Parlamento, consente mediante l’utilizzo della fonte regolamentare la compiuta disciplina della fattispecie”. “Ed in tal senso –sono cadute nel vuoto le perplessità di chi riteneva incostituzionale tale forma innovativa di regolazione che troverà ampia applicazione in futuro”.

Il documento del governo è ben studiato, tocca importanti tematiche sociali come il lavoro,vedremo adesso le valutazioni dei partiti politici siciliani

 

Fondi della Regione Sicilia per interventi nei porti di sette comuni siciliani

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  • Un intervento di 16,3 mln di euro tramite il fondo comunitario della pesca, il Feamp, per interventi in 62 comuni costieri, che beneficeranno di interventi nei porti ma anche di infrastrutture immateriali. Sono quelli presentati questa mattina nel corso di una conferenza stampa a Palazzo d’Orleans dal presidente della Regione, Nello Musumeci, dall’assessore all’agricoltura Edi Bandiera e dal dirigente regionale per la pesca, Dario Cartabellotta. “Un segnale forte per fare pesca e per essere competitivi”, ha spiegato Musumeci, “servono infrastrutture portuali qualificate e competitive. Capaci di offrire servizi alla flotta di oltre 2700 imbarcazioni in Sicilia che occupa quasi 10 mila addetti e speriamo alla fine del mandato di arrivare a 13 mila. Sarebbe un sogno stimolare interesse in tanti giovani”. “I decreti sono in corso di emissione”, ha spiegato Cartabellotta, “dopo decenni passati a rottamare barche e pescatori, passiamo alla incentivazione”.
I fondi potranno essere utilizzati dai Flag, (Fisheries Local Action Groups), raggruppamenti di comuni costieri limitrofi che presenteranno istanza per potere usufruire dei fondi. In Sicilia sono sette. “L’obiettivo e’ esaltare il valore degli indirizzi comunitari ovvero consentire ai territori di farsi promotori di una progettualita’ finalizzata alla promozione delle proprie potenzialita’”…

ELARGIZIONI SOSPETTE DI CONTRIBUTI ALLA REGIONE, IN REALTA’ SCAMBI DI FAVORE TRA ONOREVOLI – TANTI DUBBI SULL’ASSESSORATO AI BENI CULTURALI

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Non abbiamo mai condiviso le elargizioni della Regione alle associazioni ed enti privati perchè nella gran parte dei casi sono veri e propri scambi di favore tra un parlamentare e l’altro che detiene il potere di concessione -.
L’assessorato ai Beni culturali salta agli occhi subito con il progetto  “ritorno alle tradizioni”ideato dalla parrocchia Santa Maria di Lourdes a Gliaca di Piraino finanziato dall’assessorato al Turismo
Figura pure uno strano ” “omaggio a Lucio Battisti”, una sagra del finocchietto selvatico, e persino un  convegno “Autonomie speciali nella prospettiva del regionalismo differenziato”.
Se guardiamo pure il bilancio della Regione ci sorprendiamo come le Procure non siano intervenute al controllo delle finalità dei finanziamenti avuti dai “favoriti”.  E’ un discorso automatico, non necessita neppure la denuncia sui singoli casi specifici.
Le sollecitazioni provengono da vari onorevoli, tanti referenti dei vari settori/dipartimenti ma la stanza dei comandi per far scorrere il fiume di denaro è affidato ad alcuni uomini politici ed entità:

Gianfranco Miccichè, il presidente dell’Ars, e Sandro Pappalardo, l’assessore al turismo, poi  l’assessorato -dipartimento ai Beni culturali con le richieste dei Soprintendenti e dirigenti di strutture  e l’assessorato all’Agricoltura.   Un regolamento dell’Assemblea parlamentare siciliana concede al presidente dell’Ars  il potere di dare contributi a chiunque, enti e comuni per la progettazione e realizzazione di eventi culturali per un importo fino a 15 mila euro..   Contributi al progetto archeologico “Aetna Hadriani” e agli eventi religiosi a discrezionalità del presidente dell’Ars,  soldi pure per i  “riti funerari nella Preistoria”, sul “mistero della Baronessa di Carini” e via dicendo oltre cento finanziamenti  a fine luglio scorso.

Non è ammissibile che ancora le cose funzionino così in Sicilia.  Per gli onorevoli la concessione dei contributi si rivela necessario per riempire le loro segreterie politiche, per la popolazione un autentico spreco e, in tanti casi-certamente -una truffa.