Papa Francesco: “Ricevere Gesù significa creare unità non divisione”

 

 

 

Papa Francesco dalla finestra del suo studio davanti ai fedeli riuniti in piazza S.Pietro: E’ la Chiesa che fa l’Eucaristia, ma è più fondamentale che l’Eucaristia fa la Chiesa, e le permette di essere la sua missione, prima ancora che di compierla”. “Ricevere Gesù perché ci trasformi da dentro, e perché faccia di noi l’unità” …

“Gesù è presente nel sacramento dell’Eucaristia per essere il nostro nutrimento, per essere assimilato e diventare in noi quella forza rinnovatrice che ridona energia e voglia di rimettersi in cammino, dopo ogni sosta o caduta”, : “Ma questo richiede il nostro assenso, la nostra disponibilità a lasciar trasformare noi stessi, il nostro modo di pensare e di agire; altrimenti le celebrazioni eucaristiche a cui partecipiamo si riducono a dei riti vuoti e formali”.

“E tante volte qualcuno-aggiunge il Pontefice – va a messa perché si deve andare, come un atto sociale, rispettoso ma sociale”: “Ma il mistero è un’altra cosa: è Gesù che viene per nutrirci”. “La comunione al corpo di Cristo è segno efficace di unità, di comunione, di condivisione”, al punto da diventare tra loro un corpo solo, come unico è il pane che si spezza e si distribuisce”: “Non si può partecipare all’Eucaristia senza impegnarsi in una  fraternità vicendevole che sia sincera.

Ma il Signore sa bene che le nostre sole forze umane non bastano per questo. Anzi, sa che tra i suoi discepoli ci sarà sempre la tentazione della rivalità, dell’invidia, del pregiudizio, della divisione…Tutti conosciamo queste cose. Anche per questo ci ha lasciato il Sacramento della sua Presenza reale, concreta e permanente, così che, rimanendo uniti a Lui, noi possiamo ricevere sempre il dono dell’amore fraterno”. “Questo duplice frutto dell’Eucaristia: l’unione con Cristo e la comunione tra quanti si nutrono di Lui, genera e rinnova continuamente la comunità cristiana”, ha ricordato  il Santo Padre citando il Concilio. “Ricevere Gesù perché ci trasformi da dentro, e perché faccia di noi l’unità e non la divisione”..

PAPA FRANCESCO: “IL MONDO ESALTA CHI SI FA RICCO E POTENTE MA VOI -DA UMILI -GUARDATE GLI OPPRESSI E COSTRUITE LA NUOVA UMANITA'”

Sfruttano l'immagine di Francesco per fare soldi - Tiscali Notizie

 

Un mondo “che esalta chi si fa ricco e potente” con qualsiasi mezzo, anche calpestando “la persona umana e la sua dignità”, Gesù chiede anche oggi a tutti gli uomini di buona volontà di farsi piccoli, “miti e umili” come Lui, e di guardare agli affaticati e oppressi, da abbracciare e sfamare, come ai “costruttori della nuova umanità”. E chiede alla Chiesa di “vivere le opere di misericordia ed evangelizzare i poveri”. 

“La vera saggezza viene dal cuore”

Il Papa divide in tre parti il brano dell’evangelista Matteo proposto dalla liturgia. Prima Gesù loda il Padre, perché ha rivelato ai poveri e ai semplici “i misteri del Regno dei cieli”, della sua Verità, nascondendoli “ai sapienti e ai dotti”.

Li chiama così con un velo di ironia, perché presumono di essere saggi, sapienti e dunque hanno il cuore chiuso, tante volte. La vera saggezza viene anche dal cuore, non è soltanto capire idee: la vera saggezza anche entra nel cuore. E se tu sai tante cose e hai il cuore chiuso, tu non sei saggio. I misteri di suo Padre, Gesù li dice rivelati ai «piccoli», a quanti cioè si aprono con fiducia alla sua Parola di salvezza, sentono il bisogno di Lui e attendono tutto da Lui.

“Padre mio-dice Gesù- per affermare l’unicità del rapporto con Lui”

Poi, nella seconda parte, Gesù “svela il rapporto intimo e singolare che c’è tra Lui e il Padre”, spiega “che ha ricevuto tutto dal Padre”. Lo chiama “Padre mio”, ricorda Francesco, “per affermare l’unicità del suo rapporto con Lui”. Che è di “totale reciprocità: l’uno conosce l’altro, l’uno vive nell’altro”. Ma questa comunione unica, chiarisce il Pontefice, “è come un fiore che sboccia, per rivelare gratuitamente la sua bellezza e la sua bontà”.

“Gesù vuole donarci la sua Verità che è lo Spirito Santo”

Infatti, e questa è la terza parte, Cristo “vuole donare quanto attinge dal Padre”, vuole donarci la sua Verità, che è “sempre è gratuita: è un dono, è lo Spirito Santo”. E quindi “invita ad andare a Lui e a seguirlo per trovare sollievo”. Come il Padre ha una preferenza per i “piccoli”, spiega alla fine  Papa Francesco, così anche Gesù si rivolge agli “affaticati e oppressi”. Anzi, mette sé stesso tra loro, perché Egli è il “mite e umile di cuore”. 

Così Gesù, «mite e umile», non è un modello per i rassegnati né semplicemente una vittima, ma è l’Uomo che vive «di cuore» questa condizione in piena trasparenza all’amore del Padre, cioè allo Spirito Santo.

Video Vaticano – Angelus

Papa Francesco:”La chiusura ci ha fatto riscoprire la bellezza di tanti luoghi::”

 

 

Papa Francesco: “L’emergenza sanitaria legata al coronavirus ha mostrato volti e angoli delle città che prima nella quotidianità, spesso caotica e frenetica, erano offuscati e deturpati:

“Un altro aspetto su cui la pandemia ci ha fatto riflettere è il rapporto uomo-ambiente. La chiusura ha ridotto l’inquinamento e ha fatto riscoprire la bellezza di tanti luoghi liberi dal traffico e dai rumori. Ora, con la ripresa delle attività, tutti dovremmo essere più responsabili della cura della casa comune”.

Il Pontefice ha anche espresso apprezzamento “per le molteplici iniziative che, in ogni parte del mondo, nascono ‘dal basso’ e vanno in questo senso”. “Ad esempio, a Roma – ha ricordato il Papa – ce n’è una dedicata al fiume Tevere”. “Ma ce ne sono tante in tante parti! Possano favorire – ha auspicato il Pontefice – una cittadinanza sempre più consapevole di questo bene comune essenziale”.

Rapporto tra uomo ed Ambiente

Al rapporto tra uomo e ambiente sono dedicati, vale ricordare, vari passaggi della lettera enciclica “Laudato sì” sulla cura della casa comune.  “Non si può proporre-afferma Papa Francesco- una relazione con l’ambiente a prescindere da quella con le altre persone e con Dio”. “Se la crisi ecologica è un emergere o una manifestazione esterna della crisi etica, culturale e spirituale della modernità – scrive Francesco – non possiamo illuderci di risanare la nostra relazione con la natura e l’ambiente senza risanare tutte le relazioni umane fondamentali”. “L’apertura ad un ‘tu’ in grado di conoscere, amare e dialogare –  continua ad essere la grande nobiltà della persona umana. Perciò, in ordine ad un’adeguata relazione con il creato, non c’è bisogno di sminuire la dimensione sociale dell’essere umano e neppure la sua dimensione trascendente, la sua apertura al ‘Tu’ divino”.

Le città hanno mostrato un volto nuovo

La bellezza di molti luoghi è spesso soffocata da fenomeni negativi, tra cui lo smog, per l’uomo e per l’ambiente.  Ma in questo tempo di pandemia le città hanno mostrato un volto nuovo. “La chiusura – ha detto oggi il Pontefice dopo l’Angelus – ha ridotto l’inquinamento e ha fatto riscoprire la bellezza di tanti luoghi liberi dal traffico e dai rumori”. Il loro aspetto in situazioni di ‘normalità’, invece, è spesso deteriorato da vari fattori. Nell’enciclica Laudato si’, il Santo Padre ricorda ad esempio che, a causa di una crescita disordinata, “molte città sono diventate invivibili dal punto di vista della salute, non solo per l’inquinamento originato dalle emissioni tossiche, ma anche per il caos urbano, i problemi di trasporto e l’inquinamento visivo e acustico”. “Molte città – spiega ancora il Papa nella Laudato si’ – sono grandi strutture inefficienti che consumano in eccesso acqua ed energia. Ci sono quartieri che, sebbene siano stati costruiti di recente, sono congestionati e disordinati, senza spazi verdi sufficienti. Non si addice ad abitanti di questo pianeta vivere sempre più sommersi da cemento, asfalto, vetro e metalli, privati del contatto fisico con la natura”.

La bellezza di un territorio non è solo una bella istantanea da conservare in un ricordo o in uno scatto fotografico. È soprattutto una esortazione a riflettere sulla creazione e sulle responsabilità dell’uomo nel suo ruolo di custode del creato. Nell’esortazione apostolica post sinodale Querida Amazonia Papa Francesco afferma che “attraverso un territorio e le sue caratteristiche Dio si manifesta, riflette qualcosa della sua inesauribile bellezza”. “Pertanto, i diversi gruppi, in una sintesi vitale con l’ambiente circostante, sviluppano una forma peculiare di saggezza”. “Il Signore che per primo ha cura di noi – si legge ancora nella esortazione apostolica post sinodale – ci insegna a prenderci cura dei nostri fratelli e sorelle e dell’ambiente che ogni giorno Egli ci regala. Questa è la prima ecologia di cui abbiamo bisogno”. La saggezza è dunque una delle chiavi cruciali per un sano rapporto dell’uomo con la natura e per vivere, responsabilmente, il prossimo futuro. Perché “ora con la ripresa delle attività –  – tutti dovremmo essere più responsabili della cura della casa comune”.

Papa Francesco invita il mondo alla pace e alla cessazione delle violenze in Libia

 

E’ un giorno speciale, del Corpus Domini .. L’Eucaristia ha un duplice frutto, spiega Papa Francesco  dal balcone di Piazza San Pietro: «il primo, l’unione con Cristo e il secondo, la comunione tra quanti si nutrono di Lui, genera e rinnova continuamente la comunità cristiana. È la Chiesa che fa l’Eucaristia, ma è più fondamentale che l’Eucaristia fa la Chiesa, e le permette di essere la sua missione, prima ancora di compierla. Questo è il mistero della comunione, dell’Eucaristia: ricevere Gesù perché ci trasformi da dentro e ricevere Gesù perché faccia di noi l’unità e non la divisione». Il Santo Padre dopo aver dedicato al pane spezzato l’intera omelia della Santa Messa, ritorna sull’importanza storica e morale del Corpo di Cristo donato all’umanità: «tante volte qualcuno va a messa ma perché si deve andare, come un atto sociale, rispettoso, ma sociale. Ma il mistero è un’altra cosa: è Gesù presente che viene per nutrirci», spiega ancora Papa Francesco prima di recitare l’Angelus di oggi.

Al termine della celebrazione, pensiero dedicato alla guerra in Libia che prosegue imperterrita pur nella pandemia Covid-19: «esorto gli Organismi internazionali e quanti hanno responsabilità politiche e militari a rilanciare con convinzione e risolutezza la ricerca di un cammino verso la cessazione delle violenze, che porti alla pace, alla stabilità e all’unità del Paese. Prego anche per le migliaia di migranti, rifugiati, richiedenti asilo e sfollati interni in Libia. La situazione sanitaria ha aggravato le loro già precarie condizioni, rendendoli più vulnerabili da forme di sfruttamento e violenza. C’è crudeltà. Invito la comunità internazionale, per favore, a prendere a cuore la loro condizione, individuando percorsi e fornendo mezzi per assicurare ad essi la protezione di cui hanno bisogno, una condizione dignitosa e un futuro di speranza».

PAPA FRANCESCO: ” LA FEDE IN DIO CI FA CONFIDARE IN LUI..”

 

Roma,

Un unico disegno d’amore perché Egli ama il mondo nonostante i suoi peccati. Si spandono come un balsamo sul cuore le parole di Papa Francesco all’Angelus di oggi che porta con sé le ferite e le speranze di un periodo che ha stravolto destini e sicurezze.

l Pontefice spiega subito  la necessità di continuare a seguire le regole per frenare un eventuale contagio. «Saluto tutti voi, romani e pellegrini – ha detto Bergoglio – i singoli fedeli, le famiglie e le comunità religiose. Anche la vostra piccola presenza in piazza è segno che in Italia la fase acuta dell’epidemia è superata, anche se rimane la necessità di seguire con cura le norme vigenti, sono norme che ci aiutano. Non bisogna cantare troppo presto la vittoria».       La  Piazza San Pietro diventa sempre più popolata e vitale. Citando il Vangelo di Giovanni, in cui Cristo si presenta a Nicodemo come Colui che porta a compimento il piano di salvezza del Padre in favore del mondo, Francesco afferma:

«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito» (v. 16). Queste parole stanno ad indicare che l’azione delle tre Persone divine – Padre, Figlio e Spirito Santo – è tutto un unico disegno d’amore che salva l’umanità ed il mondo. E’ un disegno di salvezza per noi.

“Noi siamo figli nel Figlio con la forza dello Spirito Santo. Noi siamo l’eredità di Dio.”

DIO AMA GLI UOMINI NONOSTANTE I LORO PECCATI

Un amore, quello di Dio, che “ama il mondo, nonostante i suoi peccati” e che ama “ciascuno di noi anche quando sbagliamo e ci allontaniamo da Lui”:

Dio Padre ama talmente il mondo che, per salvarlo, dona ciò che ha di più prezioso: il suo Figlio unigenito, che dà la sua vita per gli uomini, risorge, torna al Padre e insieme a Lui manda lo Spirito Santo. La Trinità è dunque Amore, tutta al servizio del mondo, che vuole salvare e ricreare. E oggi pensando a Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, pensiamo all’amore di Dio! E sarebbe bello che noi ci sentissimo amati: “Dio mi ama!”. Questo è il sentimento di oggi.

Ed è proprio in virtù di questo amore, che nasce l’invito e l’esortazione del Pontefice a “lasciarci affascinare dalla bellezza di Dio”, “umile” e presente nella nostra vita:

Cari fratelli e sorelle, la festa di oggi ci invita a lasciarci nuovamente affascinare dalla bellezza di Dio; bellezza, bontà e verità inesauribile. Ma anche umile, vicina, che si è fatta carne per entrare nella nostra vita, nella nostra storia, perché ogni uomo e donna possa incontrarla e avere la vita eterna. E questo è la fede: accogliere Dio-Amore che si dona in Cristo, lasciarsi incontrare da Lui e confidare in Lui.

“Questo è la fede: accogliere Dio-Amore. Accogliere questo Dio-Amore che si dona in Cristo, ci fa muovere nello Spirito Santo; lasciarsi incontrare da Lui e confidare in Lui.”

LA FEDE IN DIO CI FA CONFIDARE IN LUI

Nella viva fiducia che la Vergine Maria, dimora della Trinità, “ci aiuti ad accogliere con cuore aperto l’amore di Dio”, Papa Francesco indica il senso dell’essere cristiani:

Questo è la fede: accogliere Dio-Amore. Accogliere questo Dio-Amore che si dona in Cristo, ci fa muovere nello Spirito Santo; lasciarsi incontrare da Lui e confidare in Lui. Questa è la vita cristiana. Amore, incontrare Dio, cercare Dio e Lui ci cerca per primo. Lui ci incontra per primo.

Ricordate – ha detto oggi Papa Francesco all’Angelus- le parole di Gesù: “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”

 

Riflessioni di Papa Francesco, oggi all’Angelus .Nella solennità dell’Ascensione, che si celebra oggi in Italia e in altri Paesi, il Papa prima della recita del Regina Coeli, dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico, riflette sul brano odierno del Vangelo di Matteo  che narra dell’ultimo incontro del Signore Risorto con gli Apostoli radunati in Galilea, “sul monte che Gesù aveva loro indicato”.

Il monte, ricorda Francesco, ha una forte carica simbolica, evocativa: è su un monte che “Gesù ha proclamato le Beatitudini; sui monti si ritirava a pregare; là accoglieva le folle e guariva i malati”.

Ma questa volta sul monte, non è più il Maestro che agisce e insegna, guarisce, ma è Colui risorto che chiede ai discepoli di agire e di annunciare, affidando a loro il mandato di continuare la sua opera.

Annunciare, battezzare, insegnare a camminare sulla via tracciata dal Maestro, cioè il Vangelo. Questi, spiega il Papa, sono i contenuti della missione che Gesù affida agli Apostoli, una missione presso tutte le genti che coinvolge anche noi oggi:

Questo messaggio di salvezza implica prima di tutto il dovere della testimonianza,  senza testimonianza non si può annunciare, alla quale anche noi, discepoli di oggi, siamo chiamati per rendere ragione della nostra fede. Di fronte a un compito così impegnativo, e pensando alle nostre debolezze, ci sentiamo inadeguati, come di certo si sentirono anche gli Apostoli stessi.  Ma non bisogna scoraggiarsi, ricordando le parole che Gesù ha rivolto a loro prima di ascendere al Cielo: «Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo»

Quella di Gesù è, dunque, una promessa di presenza “costante e consolante” che si realizza mediante il suo Spirito, che non solo “conduce la Chiesa” ma che opera la “remissione dei peccati” e “santifica” quanti, pentiti, “si aprono con fiducia al suo dono”. Con l’esperienza dell’Ascensione, spiega Francesco, Gesù inaugura lo stile della sua presenza nel mondo, presenza sempre viva nella Parola, nei Sacramenti, nell’azione costante e interiore dello Spirito Santo.

La festa dell’Ascensione ci dice che Gesù, pur essendo salito al Cielo per dimorare glorioso alla destra del Padre, è ancora e sempre tra noi: da qui derivano la nostra forza, la nostra perseveranza e la nostra gioia, proprio nella presenza di Gesù tra noi con la forza dello Spirito Santo.

Infine, l’invocazione di Francesco alla Vergine Maria affinché accompagni il nostro cammino con la sua materna protezione; da Lei, dice, impariamo la dolcezza e il coraggio per essere testimoni nel mondo del Signore Risorto.

Papa Francesco: “In questo mondo, segnato dall’egoismo e dall’avidità, la luce di Dio è offuscata dalle preoccupazioni del quotidiano.

 

Risultato immagini per immagine del papa francesco

Sono le 12, l’ora della recita della preghiera mariana, per la prima volta nella storia vaticana i il Papa parla e benedice da un maxchermo di una telecamera che, in diretta streaming, lo inquadra in piedi nella Biblioteca del Palazzo Apostolico.     Una misura resa necessaria  per contrastare il  Covid 19 che anche le autorità italiane e quindi il Vaticano, hanno aderito al fine di evitare folle o raggruppamenti che favoriscono la diffusione del coronavirus.

Papa  Francesco prima di iniziare la sua riflessione, chiama in causa proprio la piazza che non è quella rituale e  rivolgendosi in particolare ad un gruppo di fedeli che saluterà anche al termine della preghiera e che sono impegnati per la tutela della popolazione siriana :

È un po’ strana questa preghiera dell’Angelus di oggi, con il Papa “ingabbiato” nella biblioteca, ma io vi vedo, vi sono vicino. E anche vorrei incominciare ringraziando quel gruppo che manifesta e lotta “Per i dimenticati di Idlib”: grazie! Grazie per quello che fate. Ma questo modo di oggi di pregare l’Angelus lo facciamo per compiere le disposizioni preventive, così da evitare piccoli affollamenti di gente, che possono favorire la trasmissione del virus.

Subito dopo quindi il Papa  presenta il racconto della Trasfigurazione di Gesù e riporta ciascuno nei panni dei tre discepoli che Egli sceglie per mostrarsi nella sua dimensione ultraterrena e per chiamarli a stargli accanto come testimoni, nonostante i loro limiti e le loro incapacità.

Morte e Resurrezione: Gesù si “trasfigura” per far capire il mistero divino

Pietro, Giacomo e Giovanni, a cui Gesù aveva iniziato a parlare delle sofferenze, della morte e della resurrezione che lo attendevano, “non potevano accettare” questa prospettiva, per questo – spiega il Papa – Gesù li apre ad una “comprensione più piena del mistero della sua persona” e si trasfigura davanti ai loro occhi:

Attraverso l’evento meraviglioso della Trasfigurazione, i tre discepoli sono chiamati a riconoscere in Gesù il Figlio di Dio splendente di gloria. Essi avanzano così nella conoscenza del loro Maestro, rendendosi conto che l’aspetto umano non esprime tutta la sua realtà; ai loro occhi è rivelata la dimensione ultraterrena e divina di Gesù.

Essere testimoni di Gesù è un dono: lui sceglie secondo il suo disegno di amore

“Il suo volto brillò”, le “sue vesti divennero candide” e una “nube li coprì con la sua ombra”, narra il Vangelo, e la voce che risuonò dall’alto confermò ai discepoli “l’investitura” del Padre sul Figlio e il Suo invito ad ascoltarlo e seguirlo. Ma perchè “riservare” questo “privilegio” proprio a Pietro, Giacomo e Giovanni? Nel momento della prova il primo avrebbe rinnegato Gesù e gli altri due – avrebbero chiesto di avere i primi posti nel suo regno (cfr Mt 20,20-23):

Gesù però non sceglie secondo i nostri criteri, ma secondo il suo disegno di amorel’amore di Gesù non ha misura: è amore e Lui sceglie con quel disegno di amore. Si tratta di una scelta gratuita, incondizionata, un’iniziativa libera, un’amicizia divina che non chiede nulla in cambio. E come chiamò quei tre discepoli, così anche oggi chiama alcuni a stargli vicino, per poter testimoniare. Essere testimoni di Gesù è un dono che non abbiamo meritato: ci sentiamo inadeguati, ma non possiamo tirarci indietro con la scusa della nostra incapacità.

Non si ha il tempo di pregare, di pensare agli altri……

Noi tutti dunque come i tre discepoli prescelti, ma non perchè anche noi “siamo stati sul monte Tabor e abbiamo visto con i nostri occhi il volto di Gesù brillare”, bensì perchè – spiega Francesco –  “a noi pure è stata consegnata la Parola di salvezza, è stata donata la fede e abbiamo sperimentato, la gioia dell’incontro con Gesù.” E nel momento del timore anche a noi Gesù dice “Alzatevi e non temete”:

In questo mondo, segnato dall’egoismo e dall’avidità, la luce di Dio è offuscata dalle preoccupazioni del quotidiano. Diciamo spesso: non ho tempo per pregare, non sono capace di svolgere un servizio in parrocchia, di rispondere alle richieste degli altri… Ma non dobbiamo dimenticare che il Battesimo che abbiamo ricevuto ci ha fatto testimoni, non per nostra capacità, ma per il dono dello Spirito.

A Maria, in questo tempo di Quaresima, infine, l’affidamento del Papa perchè “ci ottenga quella docilità allo Spirito, che è indispensabile per incamminarci risolutamente sulla via della conversione”.

Al termine della recita dell’Angelus, il Papa rivolge il suo saluto in particolare al gruppo di associazioni, tra cui Caritas Italiana, Comunità di Sant’Egidio e Ucoii, che con uno striscione manifestano il loro ringraziamento per aver pensato al dramma della Siria e in particolare dei civili di Idlib.

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PAPA FRANCESCO: DIO AIUTI L’UOMO A NON FARLO MAI DIALOGARE CON IL DEMONE

Video Vaticano Papa Francesco

Di fronte alle tentazioni, c’è una via maestra da seguire. Papa Francesco, legando le sue parole all’Angelus con quelle del Vangelo odierno incastonato nel tempo di Quaresima, ricorda che tale via è quella percorsa da Gesù nel deserto, dove affronta le tentazioni del maligno.

Il diavolo prima suggerisce a Gesù, che ha fame, di trasformare le pietre in pane. Ma la risposta è netta: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Poi il diavolo chiede a Gesù di sperimentare la fiducia in Dio, di gettarsi dal punto più alto del tempio perché sarebbe stato soccorso dagli angeli. “Chi crede – sottolinea Francesco – sa che Dio non lo si mette alla prova, ma ci si affida alla sua bontà”.

Per questo, Gesù risponde al diavolo con queste parole: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”.

Nella terza tentazione, il maligno offre “una prospettiva di messianismo politico”. Ma Gesù, ricorda il Pontefice, “respinge l’idolatria del potere e della gloria umana” e, alla fine, scaccia il tentatore dicendogli: “Vattene, Satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”.

“MAI DIALOGARE CON IL DIAVOLO: LE SUE PROPOSTE SONO ALLETTANTI….”

Gesù, ricorda il Pontefice, non dialoga con il diavolo, ma risponde al maligno con la parola di Dio. Non si deve mai dialogare con il diavolo. In questo, sottolinea, bisogna essere molto attenti. L’esperienza di Gesù, spiega il Papa, deve aiutarci ad essere vigili, a non sottometterci ad alcun idolo:

Mai dialogare con la tentazione, mai dialogare con il diavolo. Anche oggi Satana irrompe nella vita delle persone per tentarle con le sue proposte allettanti; mescola la sua alle tante voci che cercano di addomesticare la coscienza. Da più parti arrivano messaggi che invitano a “lasciarsi tentare” per sperimentare l’ebbrezza della trasgressione.

 

Risultato immagini per immagine del diavolo che tenta gesù

L’esperienza di Gesù ci insegna che la tentazione è il tentativo di percorrere vie alternative a quelle di Dio: “Ma, fai questo, non c’è problema, poi Dio perdona! Ma un giorno di gioia prenditelo…” – “Ma è peccato!” – “No, non è niente”. Vie alternative, vie che ci danno la sensazione dell’autosufficienza, del godimento della vita fine a sé stesso. Ma tutto ciò è illusorio: ben presto ci si rende conto che più ci allontaniamo da Dio, più ci sentiamo indifesi e inermi di fronte ai grandi problemi dell’esistenza. La Vergine Maria, la Madre di Colui che ha schiacciato il capo al serpente, ci aiuti in questo tempo di Quaresima ad essere vigilanti di fronte alle tentazioni, a non sottometterci ad alcun idolo di questo mondo, a seguire Gesù nella lotta contro il male; e riusciremo anche noi vincitori come Gesù.

 

PAPA FRANCESCO INVITA IL MONDO A VIVERE CON IL “CUORE” E IN GRAZIA DI DIO

Risultato immagini per foto del papa francesco
Il Papa ricorda che non amare il prossimo significa uccidere se stessi, che l’amore di Gesù aiuta a vincere i sentimenti egoistici e possessivi

QUELLA BIMBA MORTA DI FREDDO IN SIRIA.…….

Una bimba di un anno e mezzo che muore per il freddo in Siria. Il ricordo di Papa Francesco fa piombare nella crudeltà della guerra, delle calamità ma anche nelle conseguenze gravi di passioni incontrollate, di “azioni cattive” che partono dal cuore, culla anche di bontà e di amore.

”. E’ una riflessione sui Comandamenti dati a Mosè e un invito a vivere la Legge come “strumento di libertà”, a guidare i desideri perché “non è bene – afferma il Papa – cedere a sentimenti egoistici e possessivi”. La Legge però non esclude l’amore; Gesù sa che non è semplice vivere profondamente i Comandamenti “per questo ci offre il soccorso del suo amore”; “si tratta – continua il Pontefice – di affidarsi a Lui”. E’ quella la via per dirsi davvero cristiani.

Dio ci educa alla vera libertà e responsabilità se ci mostriamo disponibili. Il Papa sottolinea come Gesù riveli il vero senso della Legge, contenuta nei Comandamenti dati a Mosè.

Non dimentichiamo questo: vivere la Legge come uno strumento di libertà, che mi aiuta ad essere più libero, che mi aiuta a non essere schiavo delle passioni e del peccato. Pensiamo alle guerre, pensiamo alle conseguenze delle guerre, pensiamo a quella bambina morta di freddo in Siria l’altro ieri. Tante calamità, tante. Questo è frutto delle passioni e la gente che fa la guerra non sa dominare le proprie passioni. Gli manca di adempiere la Legge. Quando si cede alle tentazioni e alle passioni, non si è signori e protagonisti della propria vita, ma si diventa incapaci di gestirla con volontà e responsabilità.

L’uomo non ceda ad egoismi

Francesco si sofferma sulla comunicazione di Gesù, il suo ricorso alle 4 antitesi che fanno riferimento a situazioni di vita quotidiana – “l’omicidio, l’adulterio, il divorzio e i giuramenti” – e incoraggia a passare da “un’osservanza formale della Legge a un’osservanza sostanziale, accogliendo la Legge nel cuore, che è il centro delle intenzioni, delle decisioni, delle parole e dei gesti di ciascuno di noi”. “Dal cuore –- partono le azioni buone e quelle cattive”; da qui inizia il cambiamento di uno stile di vita, dimenticando quello “fatto di promesse non mantenute”.

Accogliendo la Legge di Dio nel cuore si capisce che, quando non si ama il prossimo, si uccide in qualche misura sé stessi e gli altri, perché l’odio, la rivalità e la divisione uccidono la carità fraterna che è alla base dei rapporti interpersonali. E questo vale per quello che ho detto delle guerre e anche per le chiacchiere, perché la lingua uccide.  Accogliendo la Legge di Dio nel cuore si capisce che i desideri vanno guidati, perché non tutto ciò che si desidera si può avere, e non è bene cedere ai sentimenti egoistici e possessivi. 

Gesù è consapevole che non è facile vivere i Comandamenti in questo modo così totalizzante. Per questo ci offre il soccorso del suo amore: Egli è venuto nel mondo non solo per dare compimento alla Legge, ma anche per donarci la sua Grazia, così che possiamo fare la volontà di Dio, amando Lui e i fratelli. Tutto, tutto possiamo fare con la grazia di Dio! Anzi, la santità non è altra cosa che custodire questa gratuità che ci ha dato Dio, questa grazia.

PAPA FRANCESCO:”IL CRISTIANO NON SI DEVE NASCONDERE NELLA SICUREZZA DEL PROPRIO RECINTO”

 

Il Papa oggi rilancia due immagini, il sale e la luce, prima di pronunciare i forti appelli per la Siria 

Il discepolo è dunque chiamato a tenere lontani dalla società i pericoli, i germi corrosivi che inquinano la vita delle persone. Si tratta di resistere al degrado morale, al peccato, testimoniando i valori dell’onestà e della fraternità, senza cedere alle lusinghe mondane dell’arrivismo, del potere, della ricchezza.

E’ sale, prosegue il Papa, quel discepolo che “nonostante i fallimenti quotidiani” si rialza, ricomincia ogni volta con pazienza, cercando il dialogo e l’incontro. E’ sale, ancora, chi non desidera consenso e plauso ma, fedele agli insegnamenti di Cristo che non è venuto per essere servito ma per servire, si sforza di essere “una presenza umile e costruttiva”.

Proprio del cristiano è poi essere luce, sull’esempio di Gesù, per disperdere le tenebre che ancora avvolgono il mondo e i cuori di tante persone. Una irradiazione – sostiene Francesco – che deve scaturire dalle opere più che dalle parole e che sappia innanzitutto indirizzare l’altro a fare esperienza della bontà e della misericordia di Cristo.

Il discepolo di Gesù è luce quando sa vivere la propria fede al di fuori di spazi ristretti, quando contribuisce a eliminare i pregiudizi, le calunnie, e a far entrare la luce della verità nelle situazioni viziate dall’ipocrisia e dalla menzogna.

ASCOLTO DEGLI ULTIMI

L’appello universale è perciò a non avere paura di vivere nel mondo, anche se in esso a volte si riscontrano condizioni di conflitto e di peccato ma ad essere strumenti di Gesù perché la luce arrivi a tutti.

Di fronte alla violenza, all’ingiustizia, e all’oppressione, il cristiano non può chiudersi in sé stesso o nascondersi nella sicurezza del proprio recinto; anche la Chiesa non può chiudersi in sé stessa, non può abbandonare la sua missione di evangelizzazione e di servizio. Gesù, nell’Ultima Cena, chiese al Padre di non togliere i discepoli dal mondo, di lasciarceli, lì, nel mondo, ma di custodirli dallo spirito del mondo. La Chiesa si spende con generosità e tenerezza per i piccoli e i poveriquesto non è lo spirito del mondo, questo è la sua luce e il sale; la Chiesa ascolta il grido degli ultimi e degli esclusi, perché è consapevole di essere una comunità pellegrina chiamata a prolungare nella storia la presenza salvifica di Gesù Cristo.