SPECCHIARSI NELLE BELLEZZE DELLA SICILIA: IL FAI PROPONE SPUNTI DI RIFLESSIONE

Martedì 19 marzo, ore 11.30, Sala di Ponente – Land Nuova Dogana | Catania

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“GIORNATE FAI DI PRIMAVERA 2019”, CONFERENZA DI PRESENTAZIONE

“La forza del contesto” il tema che lega i Beni Culturali aperti al pubblico in occasione dell’evento nazionale del Fondo Ambiente Italiano

CATANIA –

«Ti apriamo le porte dell’incredibile»: così il Fondo Ambiente Italiano invita i cittadini a partecipare all’edizione 2019 delle “Giornate di Primavera”, l’appuntamento ormai immancabile nel panorama culturale del nostro Paese.

Catania, come da tradizione, è fra le prime 430 località della penisola che concederanno al pubblico l’apertura straordinaria di numerosi e significativi Beni Culturali, grazie all’impegno della delegazione etnea – guidata da Maria Licata e supportata dal Gruppo Giovani – che comprende anche i gruppi di lavoro di Acireale, Caltagirone, Giarre-Riposto.

 Martedì 19 marzo, alle 11.30, nella Sala di Ponente di “Land Nuova Dogana”, presso il Porto di Catania, i volontari della delegazione presenteranno in conferenza stampa i siti della città che saranno visitabili sabato 23 e domenica 24 marzo, nonché le iniziative collaterali organizzate per sensibilizzare il pubblico alla salvaguardia e alla diffusione del patrimonio paesaggistico e culturale italiano. Interverranno: il sindaco di Catania Salvo Pogliese, l’assessore comunale alle Attività e Beni Culturali Barbara Mirabella, il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar di Sicilia Orientale Andrea Annunziatail comandante della Direzione Marittima di Catania contrammiraglioGaetano Martinezil presidente dell’Amt (Azienda Metropolitana Trasporti Catania) Giacomo Bellavia.

 Saranno inoltre presenti i rappresentanti degli istituti scolastici che parteciperanno con i loro Apprendisti Ciceroni, gli studenti che nella “due giorni” guideranno i visitatori illustrando le peculiarità storico-artistiche dei luoghi.

 «Racconteremo la storia di Catania – afferma il capodelegazione Fai Maria Licata – attraverso il tema della “forza del contesto”, che esprime le molteplici connessioni tra i luoghi e l’umanità che li abita, offrendo inaspettate chiavi di lettura e diversi spunti di riflessione. Le “Giornate di Primavera” sono di certo l’evento più importante del Fai, perché concepite come una straordinaria cerimonia collettiva per specchiarsi nelle bellezze dell’Italia. Si tratta anche del massimo momento di condivisione degli obiettivi e della mission della Fondazione, che sarà possibile sostenere con l’iscrizione annuale o con il contributo facoltativo che verrà richiesto all’accesso di ogni Bene culturale».

 

 

MAFIA DEI BENI CULTURALI IN SICILIA: SI SVUOTANO DI POTERE LE SOPRINTENDENZE

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di    Raffaele   Lanza

Abbiamo sempre sostenuto che le Soprintendenze sono luoghi di potere al servizio dei dirigenti e del personale ad essi servile.  Dovrebbero esserlo della comunità visto che rilasciano pure i nulla osta  ambientali.  La convinzione si è rafforzata dopo il provvedimento legislativo( art.22 ) della Giunta regionale siciliana e anche la Stampa nazionale ha tastato il polso-si sa- al problema che investe la Mafia dirigenziale dei Beni culturali con tutti i finanziamenti, triplici incarichi, studi privati  mostre personali autocelebrative , lettere di incarico ai Soprintendenti con la falsa menzione di essere il dirigente più idoneo, di aver “controllato”il direttore generale  i curriculum, difesa estrema della casta e personale di servizio asservito e , di più consulenze svolte nelle tenebre.         C’è un pò di tutto.

Insomma cambia il potere dei Pupi: tocca adesso  alla giunta di governo la parola decisiva a in ordine alla possibilità di realizzare opere anche con il parere contrario della soprintendenza (che potrebbe essere utile ad un politico amico del Soprintendente) Si possono superare così indicazioni dubbie dei Soprintendenti perchè solo gli imbecilli  o chi non conosce la storia e l’anima interna delle Soprintendenze può affermare che la nuova norma facilita gli abusi e le speculazioni.    Semmai è proprio vero il contrario, artefatto e tenebroso, cioè quasi sconosciuto.   L’operato delle Soprintendenze è stato sempre avvolto dalla nebbia. A tal punto che le Soprintendenze sono gli unici posti pubblici della Regione dove i dirigenti timbrano una sola volta al giorno e i Soprintendenti hanno inventato per sè l’esonero totale tra l’indifferenza e la complicità dei sindacati sostenitori dell’illecito.

Le Soprintendenze ricordano le vecchie Commissioni di controllo. Inizialmente andavano bene, poi l’infiltrazione della politica e la creazione dei referenti consiglieri, comune per comune, le avevavo rese luoghi di autentico potere mafioso e di ricatto dove il rapporto con i comuni non era mai alla pari. Una indecenza.  Qui non siamo alla soppressione delle Soprintendenze ma alla trasfusione del potere di controllo ad altro organo con potere correttivo. E vista la situazione in cui versano i Beni culturali della Regione Sicilia, dove Soprintendenti e dirigenti  hanno il potere di concedere pareri positivi ai potenti, e dove i dirigenti hanno la coda di paglia , tenendosi affianco la scrivania (in violazione delle norme anticorruzione), la fidanzata funzionario,è sorprendente  adesso  il pianto e lo stupore di alcuni Soprintendenti che si vedono sfuggire con questa peculiare norma a firma di Armao, il comando di mano e perdere l’esclusiva.

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E’ di ieri un articolo de La Repubblica sugli enti culturali che appresso, in parte,   riportiamo:  “Se la Regione non ha fiducia nei propri uffici periferici, allora che ci sopprima». Alza le spalle Calogero Rizzuto, soprintendente di Ragusa, di fronte allo “smacco Soprintendenze”, il caso esploso a seguito del ddl approvato dal governo lo scorso 19 settembre che non si è limitato a recepire la legge Madia, ma ha varato una legge “in linea”, dando possibilità alla giunta di dare pareri positivi, anche se un ente in ambito di conferenza dei servizi dà parere negativo, di fatto bypassando tutti gli enti, soprintendenze in primis. «Bisogna approfondire e capire qual è il perimetro d’azione — continua Rizzuto — ma se non si ha fiducia in noi, lo ribadisco, ci chiudano: ce ne andremo alla Motorizzazione, al Genio civile, ma se dobbiamo fare il nostro lavoro ci si deve lasciare liberi di farlo, senza pressioni. Con tutto il rispetto per la politica, non sono esperti del settore: noi sì».
«Sono molto rammaricato», commenta invece Orazio Micali, soprintendente di Messina, area caldissima quella messinese soprattutto per il progetto della A2A, azienda bresciana, di realizzare un termovalorizzatore nella valle del Mela, in attesa del parere finale del Consiglio dei ministri. E Micali obietta: «Non sono un costituzionalista, e mi potrei sbagliare, ma mi pare evidente sia in contraddizione con la costituzione il cui l’articolo 9 recita che la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione….».

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.Sull’argomento l’ assessore regionale dei Beni Culturali Sebastiano Tusa  afferma un pò ambiguamente: “Il rischio di un allentamento dei vincoli c’è, ma bisogna anche dire che le conferenze di servizi esistono per deliberare o non per bloccare le opere come capita spesso. Questa norma velocizza le procedure”. 

Emblematico e sconcertante è stato – ricorderemo- SUD LIBERTA’ ne ha dato ampia notizia e critica – l’avvicendamento dei soprintendenti a Siracusa e a Catania.Leggiamo una nota : “Mariarita Sgarlata, docente, consigliere del ministro dei Beni e delle Attività Culturali Bonisoli, ex assessore regionale dei Beni Culturali è chiarissima: “Presidente Musumeci, bisogna lasciare l’autonomia dei pareri agli istituti periferici del Dipartimento, così come prevista dalla legge e mettere i dirigenti migliori a capo delle Soprintendenze e Poli Museali, quelli con i curricula migliori e senza macchia, insomma quelli che la politica non vuole nei ruoli apicali. Solo così arriveranno pareri giusti e in conformità con la legge….”.

Assenteismo: impronte digitali a Salerno (da 800 indagati il fenomeno è ora azzerato) e, in Sicilia che si fa? continua con l'”unica” timbratura

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INIZIAMO LA SPERIMENTAZIONE NEGLI ENTI DUBBI DOVE VI SONO STATE DENUNCE SULL’ASSENTEISMO COME LE SOPRINTENDENZE SICILIANE, CATANIA IN TESTA CHE CONTINUA CON UN’UNICA TIMBRATURA

di      Raffaele  Lanza

L’azienda ospedaliero-universitaria ‘San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona’ di Salerno, è il primo ente pubblico autorizzato dal Garante della privacy a installare un sistema di lettura di dati biometrici. Un esempio positivo che anticipa la scelta contenuta nel decreto appena approvato dal governo.

“Dopo una prima fase di sperimentazione –apprendiamo – il sistema di rilevazione delle impronte in questa Asl è entrato a pieno regime nel gennaio 2017″. Una scelta nata dopo che: 800 dipendenti su 3mila sono stati indagati” nel 2015 per presunte assenze ingiustificate dal lavoro. “Sette i dipendenti licenziati, si apprende, altri sono sotto procedura disciplinare”, mentre il tribunale competente deve emettere le sentenze penali

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Dovremmo iniziare -osserviamo noi – siffatta sperimentazione anche in Sicilia dove ognuno fa i comodi suoi, i dirigenti anche e in enti come la Soprintendenza di Catania dove  addirittura hanno eliminato con ordine di servizio -da oltre un decennio- la doppia timbratura ai dirigenti. Come dire: questo personale non dovrà mai recuperare ritardi o permessi diversamente dai dirigenti comunali e delle Asl.          Il comportamento della Soprintendenza di Catania è sostenuto dai vertici del dipartimento dei beni culturali della Regione Sicilia. Cioè dalla Regione, dal Presidente Musumeci probabilmente ignaro comunque – finora-di queste situazioni.   Non basta parlare di Antimafia, bisogna concretizzare questo assunto con le azioni per una maggiore trasparenza e correttezza.      Questa diversità di comportamenti e direttive diverse tra la città di Salerno che già provvede con le impronte digitali e enti catanesi come la Soprintendenza dove vi è solo un’unica timbratura sembra riflettere e consolidare due culture diverse, su un fenomeno che va sempre più avanti  spesso trascurato persino dalla Guardia di Finanza 
(per aver collaborato professionalmente con la Soprintendenza etnea)

L’‘introduzione di un sistema di lettura delle impronte non crea nessun problema per la privacy. “E’ il dipendente a detenere la sua impronta su un apposito tesserino digitale: prima passa il tesserino su un apposito rilevatore e poi appoggia il dito, il ‘match’ tra le due rilevazioni garantisce che non vi si sono imbrogli o truffe. Dopo le “iniziali resistenze da parte di qualche dipendente o sindacato” sono stati installati 15 rilevatori per i cinque plessi che costituiscono l’azienda ospedaliera, e oggi “il fenomeno dei ‘furbetti del cartellino’ si è azzerato”     Vediamo adesso cosa succederà        negli enti pubblici e, in primis in Sicilia

ELARGIZIONI SOSPETTE DI CONTRIBUTI ALLA REGIONE, IN REALTA’ SCAMBI DI FAVORE TRA ONOREVOLI – TANTI DUBBI SULL’ASSESSORATO AI BENI CULTURALI

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Non abbiamo mai condiviso le elargizioni della Regione alle associazioni ed enti privati perchè nella gran parte dei casi sono veri e propri scambi di favore tra un parlamentare e l’altro che detiene il potere di concessione -.
L’assessorato ai Beni culturali salta agli occhi subito con il progetto  “ritorno alle tradizioni”ideato dalla parrocchia Santa Maria di Lourdes a Gliaca di Piraino finanziato dall’assessorato al Turismo
Figura pure uno strano ” “omaggio a Lucio Battisti”, una sagra del finocchietto selvatico, e persino un  convegno “Autonomie speciali nella prospettiva del regionalismo differenziato”.
Se guardiamo pure il bilancio della Regione ci sorprendiamo come le Procure non siano intervenute al controllo delle finalità dei finanziamenti avuti dai “favoriti”.  E’ un discorso automatico, non necessita neppure la denuncia sui singoli casi specifici.
Le sollecitazioni provengono da vari onorevoli, tanti referenti dei vari settori/dipartimenti ma la stanza dei comandi per far scorrere il fiume di denaro è affidato ad alcuni uomini politici ed entità:

Gianfranco Miccichè, il presidente dell’Ars, e Sandro Pappalardo, l’assessore al turismo, poi  l’assessorato -dipartimento ai Beni culturali con le richieste dei Soprintendenti e dirigenti di strutture  e l’assessorato all’Agricoltura.   Un regolamento dell’Assemblea parlamentare siciliana concede al presidente dell’Ars  il potere di dare contributi a chiunque, enti e comuni per la progettazione e realizzazione di eventi culturali per un importo fino a 15 mila euro..   Contributi al progetto archeologico “Aetna Hadriani” e agli eventi religiosi a discrezionalità del presidente dell’Ars,  soldi pure per i  “riti funerari nella Preistoria”, sul “mistero della Baronessa di Carini” e via dicendo oltre cento finanziamenti  a fine luglio scorso.

Non è ammissibile che ancora le cose funzionino così in Sicilia.  Per gli onorevoli la concessione dei contributi si rivela necessario per riempire le loro segreterie politiche, per la popolazione un autentico spreco e, in tanti casi-certamente -una truffa.   

 

BENI CULTURALI REGIONE SICILIA COME UNA “FAMIGLIA”: INCARICHI APICALI AI DIRIGENTI “AMICI”

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L’assessore regionale ai beni culturali Sebastiano Tusa

Siracusa avrà entro il mese di agosto  il nuovo Soprintendente al posto dell’attuale Panvini .   L’assessore ai beni regionali culturali e dell’Identità siciliana Sebastiano Tusa. non rivela retroscena ma dice che si tratta di un regolare movimento dei posti apicali delle strutture dell’Assessorato dei Beni culturali –  -. Il Soprintendente Panvini andra’ a ricoprire un altro incarico presso altra sede, cosi’ come il Dirigente dell’Unita’ operativa dei Beni archeologici della medesima  struttura. E’ una decisione collegiale d’intesa con il Dirigente Generale dr. Sergio Alessandro,  concordata con gli interessati. Inoltre la Soprintendente Panvini che attualmente ha un problema di salute, dovendosi allontanare dalla sua sede, ha reso necessaria la nomina di un Dirigente ad interim che secondo la normativa deve essere un Dirigente di Servizio; in questo senso e’ stato individuato l’attuale Soprintendente di Ragusa Calogero Rizzuto, funzionario di esperienza che ha gia’ in passato ricoperto cariche di rilievo. Entro il mese di Agosto – conclude Tusa – a Siracusa verra’ nominato il nuovo Soprintendente dei Beni culturali”.

 

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Rosalba Panvini

I beni culturali -si sa- costituiscono una torta importante per la classe dirigenziale in essi inseriti.  Finoggi hanno fatto carriera i dirigenti e quelle fasce di personale che, come nelle segreterie di partiti,erano iscritti nelle liste degli amici  dei potenti del dipartimento culturale. L’assessore Tusa-raccomandato da Vittorio Sgarbi, e quindi da Berlusconi- sa benissimo che il dirigente che non vuol concordare l’incarico apicale e vuol fare ricorso legale è tagliato fuori dalle corsie preferenziali della struttura. Su di esso si abbatterà un non indifferente mobbing di discredito professionale. Funziona così a Siracusa, ha sempre funzionato così anche a Catania con  gli ex gestori della soprintendenza etnea e, ultima con l’ex soprintendente Maria Grazia Patanè, sostenuta notoriamente dall’assessore ai beni culturali dell’epoca (un avvocato penalista di Messina), funziona così anche in altre parti della Sicilia……