Tribunale dei Ministri: “Processate e condannate Matteo Salvini, impediva lo sbarco dei migranti e aveva l’obbligo di salvare la vita in mare, dovere che prevale su tutte le norme”

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Sembrava conclusa la vicenda di Salvini, ministro dell’Interno, sul caso Diciotti dopo che la Procura di Catania aveva chiesto l’archiviazione del fascicolo. Invece eccoti la sorpresa. Il Tribunale dei ministri di Catania – si apprende – ha chiesto al Senato l’autorizzazione a procedere in giudizio nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini    Appresa la notizia il Ministro ha comunicato di essere indifferente alle accuse del Tribunale  e proseguirà ancora  nella sua linea rigida di chiudere i porti e impedire qualsiasi sbarco sia in Sicilia che nel resto del Paese..

. La richiesta del Tribunale è stata ricevuta dalla Giunta per le elezioni e le immunità parlamentari.Dovrà esprimersi sull’autorizzazione a procedere. Salvini è accusato del reato di sequestro di persona aggravato per avere, nella sua qualità di Ministro dell’Interno, abusando dei suoi poteri, privato della libertà personale 177 migranti di varie nazionalità giunti al porto di Catania a bordo dell’unità navale di soccorso ”U.Diciotti” della Guardia Costiera italiana alle ore 23:49 del 20 agosto 2018″,afferma il decreto del Tribunale dei Ministri etneo.

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Nella foto il Tribunale di Catania

Nella condotta posta in essere dal ministro dell’Interno nell’arco temporale dal 20 al 25 agosto 2018, con riguardo alla permanenza a bordo della nave Diciotti attraccata al porto di Catania di 177 migranti, tra cui alcuni minori non accompagnati, è opinione di questo collegio – si spiega – che siano ravvisabili gli estremi del reato di sequestro di persona aggravato dalla qualifica di pubblico ufficiale, dall’abuso dei poteri inerenti alle funzioni esercitate, nonché per avete commesso il fatto anche in danno di soggetti minori di età“.

L’obbligo di salvare la vita in mare – decreta il Tribunale – costituisce un preciso dovere degli Stati e prevale su tutte le norme e gli accordi bilaterali finalizzati al contrasto dell’immigrazione irregolare. Le Convenzioni internazionali in materia, cui l’Italia ha aderito, costituiscono un limite alla potestà legislativa dello Stato e, in base agli art.10, 11 e 117 della Costituzione, non possono costituire oggetto di deroga da parte di valutazioni discrezionali dell’autorità politica, assumendo un rango gerarchico superiore rispetto alla disciplina interna”.

Ma non è tutto, “Salvini, nella sua qualità di Ministro, violando le Convenzioni internazionali in materia di soccorso in mare e le correlate norme di attuazione nazionali (Convenzione SAR, RisoluzioneMSC167-78, Direttiva SOP009/15), non consentendo senza giustificato motivo al competente Dipartimento per le Libertà Civili per l’Immigrazione – costituente articolazione del Ministero dell’Interno- di esitare tempestivamente la richiesta di POS (place of safety) presentata formalmente da IMRCC (Italian Maritime Rescue Coordination Center) alle ore 22:30 del 17 agosto 2018, bloccava – si sottolinea – la procedura di sbarco dei migranti, così determinando consapevolmente l’illegittima privazione della libertà personale di questi ultimi, costretti a rimanere in condizioni psico-fisiche critiche a bordo della nave ”U.Diciotti” ormeggiata nel porto di Catania dalle ore 23:49 del 20 agosto e fino alla tarda serata del 25 agosto, momento in cui veniva autorizzato lo sbarco. Fatto aggravato dall’essere stato commesso da un pubblico ufficiale e con abuso dei poteri inerenti alle funzioni esercitate, nonché – si aggiunge – per essere stato commesso anche in danno di soggetti minori di età”.

Il ricatto della Mafia e della Politica alle Istituzioni dello Stato: oggi le Condanne a Palermo.

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Nella foto il Sostituto Procuratore Antimafia Antonino Di Matteo

.Puntuale il comunicato stampa su una sentenza storica attesa da anni e anni. I generali Mario Mori e Antonio Subranni, ex vertici del Ris, sono stati condannati a 12 anni ciascuno per minaccia a corpo politico dello Stato. Sempre a 12 anni, per lo stesso reato, è stato condannato anche l’ex senatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri. Il boss mafioso Leoluca Bagarella è stato condannato a 28 anni sempre per minaccia a corpo politico dello Stato. Per lo stesso reato è stato condannato a 12 anni il boss Antonino Cinà. Otto anni all’ufficiale del Ros Giuseppe De DonnoMassimo Ciancimino, accusato in concorso in associazione mafiosa e calunnia dell’ex capo della polizia De Gennaro, ha avuto 8 anni per calunnia.

Dell’Utri, Mori, Subranni, De Donno, Bagarella e Cinà sono stati inoltre condannati a un maxi risarcimento da 10 milioni di euro a Palazzo ChigiAssolto l’ex presidente del Senato Nicola Mancino dal reato di falsa testimonianza.   L’ex presidente della Repubblica G. Napolitano ha difeso, nel corso di una conferenza stampa, la correttezza dell’operato di Mancino.

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Al termine della lettura del dispositivo il pm Teresi ha detto che “questo processo e questa sentenza sono dedicati a Paolo Borsellino, a Giovanni Falcone e a tutte le vittime innocenti della mafia”. “Va analizzato attentamente il dispositivo che in linea di massima ha confermato la tesi principale dell’accusa sull’ignobile scambio, chiamato semplicemente ‘trattativa’, ma che nascondeva il ricatto fatto dalla mafia allo Stato e a cui si sono piegati alcuni elementi delle istituzioni – ha aggiunto – E’ un processo che bisognava fare a tutti i costi”.

Una sentenza che “ha un valore storico – ha riferito alla stampa   Antonino Di Matteo, uno dei pm dell’accusa – Ora abbiamo la certezza che la trattativa ci fu. La Corte ha avuto la certezza e la consapevolezza che mentre in Italia esplodevano le bombe nel ’92 e nel ’93 qualche esponente dello Stato trattava con Cosa nostra e trasmetteva la minaccia di Cosa nostra ai governi in carica. E questo è un accertamento importantissimo, che credo renda un grosso contributo di chiarezza del contesto in cui sono avvenute le stragi. Contesto criminale e purtroppo istituzionale e politico“.

Nella nostra impostazione accusatoria, che ha retto completamente – ha detto Di Matteo – l’ipotesi è che Dell’Utri sia stato la cinghia di trasmissione tra Cosa nostra e l’allora da poco insediato governo Berlusconi. La corte ha ritenuto provata questa cosa”.

Berlusconi ha definito le parole di Di Matteo “di una gravità senza precedenti. Si è permesso di commentare una sentenza adombrando una mia personale responsabilità”. L’ex premier ha annunciato di aver dato mandato ai suoi legali di intraprendere tutte le azioni del caso: ”Ho parlato con i miei avvocati, faremo dei passi nelle sedi opportune nei suoi confronti”.