Sicilia, Politiche sociali, quattro milioni per pagare gli stipendi del personale Ipab. L’assessore Nuccia Albano: «Tuteliamo i lavoratori»

 

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Quattro milioni di euro per la concessione del contributo in favore delle Ipab al fine di garantire il pagamento degli stipendi del personale delle strutture che si trovano in larga parte in grave difficoltà economica. L’assessorato regionale della Famiglia e delle politiche sociali ha pubblicato un avviso rivolto anche agli enti che non hanno raggiunto l’equilibrio economico finanziario nell’esercizio precedente.

«Anche quest’anno  –  dichiara l’assessore Nuccia Albano – abbiamo previsto le somme per fronteggiare gli oneri derivanti dall’applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro per i dipendenti regolarmente assunti. Abbiamo il dovere di tutelare il personale che, con un grande senso di abnegazione, svolge un’importantissima funzione sociale per il territorio». 

La quota del 20 per cento dello stanziamento relativo al contributo per l’anno 2024, pari a ottocentomila euro è riservata alle Ipab della Sicilia che non svolgono più le loro attività ed è destinata alla copertura dei contributi previdenziali del personale, accertati alla data del 31 dicembre 2023, dovuti e non ancora versati agli istituti previdenziali e non  prescritti. L’ammontare del contributo da concedere agli enti che ne abbiano titolo verrà determinato in proporzione al numero degli enti partecipanti e al fabbisogno indicato nell’istanza.

 

 

 

Ipab, dall’assessorato della Regione Sicilia, delle Famiglie, impegnati 3,6 milioni di euro per stipendi e contributi ai dipendenti

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Palermo

 

Circa 3,6 milioni di euro per il pagamento degli stipendi e dei contributi previdenziali dei dipendenti delle Ipab (Istituti pubblici di assistenza e beneficenza) dell’isola. La Regione Siciliana, attraverso l’assessorato della Famiglia e delle politiche sociali, ha impegnato i fondi per il 2023, dei quali quasi 2,9 milioni per pagare le integrazioni stipendiali e gli oneri previdenziali del personale dipendente delle Ipab e circa 721 mila euro riservati, invece, alla regolarizzazione contributiva delle posizioni previdenziali dei dipendenti degli Istituti definitivamente inattivi.

«Questo contributo – dichiara l’assessore Nuccia Albano in una nota informativa – servirà agli enti per regolarizzare la posizione stipendiale e contributiva dei dipendenti. Così come prevede la legge, il 20% del totale viene corrisposto per il pagamento dei contributi previdenziali di coloro che sono a carico di quelli inattivi. Ancora una volta il governo Schifani dimostra sensibilità verso lavoratori e lavoratrici che, in molti casi, si ritrovano con un credito di numerose mensilità»

Riorganizzazione IPAB in Sicilia: avviato un disegno di legge all’Assemblea regionale

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Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato della Presidenza della Regione

“Mettere ordine in modo organico, per la prima volta in Sicilia, al variegato mondo delle circa cento Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, adeguando la legislazione regionale a quella nazionale. E’ questo l’obiettivo del disegno di legge di riforma delle Ipab, varato dal governo Musumeci, che nei prossimi giorni verra’ inviato all’Assemblea regionale per l’avvio dell’iter di approvazione. “Da un lato – evidenzia il presidente della Regione Nello Musumeci – intendiamo ridare nuova linfa agli Istituti, nati per volonta’ di fondatori privati, con una proficua gestione del loro patrimonio e, dall’altro, determinare la riorganizzazione con la chiusura di quelli che non possono piu’ raggiungere i propri scopi. Il disegno di legge mira, in ogni caso, a creare un sistema integrato di interventi e servizi ristabilendo la rilevanza sociale degli Enti”. Le Ipab rappresentano, attualmente, una realta’ significativa nel sistema socio-assistenziale della Regione, sia per la quantita’ e la qualita’ dei servizi erogati che per le risorse umane e strumentali impiegate. Al loro ruolo, assai significativo sul piano sociale, pero’ non corrisponde piu’ una normativa adeguata, visto che e’ superata da quella nazionale a seguito dei principi fissati dalla Corte costituzionale e dalla Corte di cassazione  IT).